Come guardare alla situazione con lucidità?
Gentili dottori,
Scrivo perché avrei bisogno di guardare con lucidità alla situazione nella quale mi trovo.
Ho 32 anni e da sei mesi mi frequento con un uomo di 50, divorziato con tre figli.
Premetto che Insieme a lui sto molto bene, c'è un buon dialogo, ci divertiamo ma ci consigliamo anche su questioni di lavoro e questioni più serie, c'è molta attrazione fisica ed il sesso è molto bello.
Ci capita di dormire insieme, uscire a cena, vederci dopo il lavoro per rilassarci...insomma facciamo attività diversificate e con il tempo io mi sono accorta di essere innamorata di lui.
Per questo gliene ho parlato, anche con l'intento di definire la nostra "relazione".
Lui mi ha risposto che mi vuole bene, ma non è innamorato di me e non vuole legami.
Nello stesso tempo, mi ha detto che non devo stare male di questa cosa perché lui è "fatto così", "probabilmente non si è mai innamorato", non "può" rinunciare alla sua indipendenza, ma per me ha fatto cose che per altre non ha fatto, che dal punto di vista intimo perde la testa con me ma che non sono solo sesso per lui.
Non mi ha chiesto di non lasciarlo, ma mi ha detto che devo credergli sul fatto che a me ci tiene.
Onestamente, mi sembra sincero.
Il mio primo impulso è stato ovviamente quello di allontanarmi da lui, ma poi sono emersi altri pensieri: il fatto che si tratta di una persona matura che ha molto sofferto in passato per il divorzio, la circostanza che pur essendo una persona socievole in pubblico è molto schivo nell'esprimere affetto (al punto da avere l'impulso di sfuggire ad abbracci ed altre dimostrazioni di affetto), il fatto che mi ha mostrato di essere sinceramente interessato a me, preoccupandosi della mia salute in un periodo un po' complicato per me e rimanendo sempre in contatto anche se non costante a pieno.
per queste ragioni sento la forte tentazione di restare in questa relazione un po' indefinita, dargli tempo e vedere se possa cambiare idea o rendersi conto di essere innamorato.
Nello stesso tempo temo che queste mie riflessioni siano un po' illusorie di fronte al dato oggettivo che mi ha chiaramente detto di non essere innamorato di me.
Mi sento molto combattuta perché sono stata veramente bene con lui e mi tormento da giorni sul cosa fare...
Scrivo perché avrei bisogno di guardare con lucidità alla situazione nella quale mi trovo.
Ho 32 anni e da sei mesi mi frequento con un uomo di 50, divorziato con tre figli.
Premetto che Insieme a lui sto molto bene, c'è un buon dialogo, ci divertiamo ma ci consigliamo anche su questioni di lavoro e questioni più serie, c'è molta attrazione fisica ed il sesso è molto bello.
Ci capita di dormire insieme, uscire a cena, vederci dopo il lavoro per rilassarci...insomma facciamo attività diversificate e con il tempo io mi sono accorta di essere innamorata di lui.
Per questo gliene ho parlato, anche con l'intento di definire la nostra "relazione".
Lui mi ha risposto che mi vuole bene, ma non è innamorato di me e non vuole legami.
Nello stesso tempo, mi ha detto che non devo stare male di questa cosa perché lui è "fatto così", "probabilmente non si è mai innamorato", non "può" rinunciare alla sua indipendenza, ma per me ha fatto cose che per altre non ha fatto, che dal punto di vista intimo perde la testa con me ma che non sono solo sesso per lui.
Non mi ha chiesto di non lasciarlo, ma mi ha detto che devo credergli sul fatto che a me ci tiene.
Onestamente, mi sembra sincero.
Il mio primo impulso è stato ovviamente quello di allontanarmi da lui, ma poi sono emersi altri pensieri: il fatto che si tratta di una persona matura che ha molto sofferto in passato per il divorzio, la circostanza che pur essendo una persona socievole in pubblico è molto schivo nell'esprimere affetto (al punto da avere l'impulso di sfuggire ad abbracci ed altre dimostrazioni di affetto), il fatto che mi ha mostrato di essere sinceramente interessato a me, preoccupandosi della mia salute in un periodo un po' complicato per me e rimanendo sempre in contatto anche se non costante a pieno.
per queste ragioni sento la forte tentazione di restare in questa relazione un po' indefinita, dargli tempo e vedere se possa cambiare idea o rendersi conto di essere innamorato.
Nello stesso tempo temo che queste mie riflessioni siano un po' illusorie di fronte al dato oggettivo che mi ha chiaramente detto di non essere innamorato di me.
Mi sento molto combattuta perché sono stata veramente bene con lui e mi tormento da giorni sul cosa fare...
[#1]
Gentile utente,
per guardare la situazione con la lucidità che desidera partiamo dalla frase: "Il mio primo impulso è stato ovviamente quello di allontanarmi da lui".
Questa frase sarebbe stata comprensibile se pronunciata negli anni '50 del secolo scorso da una fanciulla allevata nel desiderio delle campane nuziali: "Sospetto che lui non abbia intenzioni serie, perciò non ci casco e mi allontano".
Ma oggi?
Oggi le aspettative e i costumi si sono confusi. Non ci sono più parametri a cui omologarsi. Alcune prescrizioni del passato erano decisamente odiose, false, opportunistiche: "Non ci andare a letto sennò non ti sposa più"; "Una ragazza deve sposarsi vergine, il fidanzato invece può andare anche con le prostitute, perché un uomo non si può trattenere", e via di questo passo.
In seguito il '68 ha spalancato la parità dei sessi... ma forse non è vero: come ha detto una psico-sociologa, ha solo realizzato i desideri dell'immaginario maschile.
Quello che è vero è che non ci sono più regole condivise, e in assenza di regole mancano le linee-guida non solo per i comportamenti, ma per la reciproca comprensione.
Lei per esempio inizia una frequentazione senza impegno in cui pratica liberamente il sesso, ma siccome per lei è "molto bello", a un certo punto si innamora.
A questo punto le viene il desiderio di 'definire' questa relazione.
E lui come risponde? Con chiarezza: non è innamorato e non vuole legami. Per lui, come per la maggior parte degli uomini, il trasporto erotico non è diventato amore.
Però quale divorziato cinquantenne butterebbe via una piacevole partner sessuale, tra l'altro col fascino di avere l'età di una figlia?
Lui è stato sincero sulle intenzioni future, ma al presente è attratto da lei, quindi dichiara di sentire per lei quello che non ha mai sentito per nessuna, "per me ha fatto cose che per altre non ha fatto", e che forse è nella sua natura non innamorarsi (altra frase classica della seduzione).
Ma concretamente, cosa ha fatto per lei? I tre figli li ha avuti con una donna che aveva sposato, legame che ha decisamente escluso con lei.
"Non mi ha chiesto di non lasciarlo, ma mi ha detto che devo credergli sul fatto che a me ci tiene. Onestamente, mi sembra sincero".
E ci mancherebbe pure che non ci tenesse. Però nella misura e coi limiti che abbiamo detto sopra.
Ma con molta fantasia le donne innamorate spiegano l'indifferenza dell'amato: lui viene giustificato col fatto che è "una persona matura che ha molto sofferto in passato per il divorzio" (ancora ne soffre?); inoltre "in pubblico è molto schivo nell'esprimere affetto al punto da avere l'impulso di sfuggire ad abbracci ed altre dimostrazioni di affetto" (qualcuno sospetterebbe che non si vuole far vedere in situazioni compromettenti); infine si è preoccupato per la sua salute (e ci mancherebbe che non avesse neanche questa cura), però senza troppo sbilanciarsi nemmeno in questa situazione.
Ed eccoci alle sue frasi più significative: "Per queste ragioni sento la forte tentazione di restare in questa relazione un po' indefinita, dargli tempo e vedere se possa cambiare idea o rendersi conto di essere innamorato".
Ora, se lei si fosse limitata alla prima frase: "Per queste ragioni sento la forte tentazione di restare in questa relazione un po' indefinita", sarebbe perfettamente in linea con le odierne relazioni ispirate al consumismo usa e getta, come le definisce Recalcati, senza spessore né futuro. Lei starebbe con quest'uomo perché le fa piacere, finché dura, senza secondi fini né speranze a rischio di mutarsi in delusioni.
Lei invece ha un'altra intenzione, simile a quella delle nostre nonne: vuole dargli corda per vedere se cambia idea, o addirittura con la speranza che si accorga che è già innamorato, ma pur essendo tutt'altro che un ragazzino, non se n'è accorto.
Però a differenza delle nostre nonne, lei, come quasi tutte le ragazze di oggi, non ha sfruttato il più elementare strumento di seduzione: ha concesso tutto e subito. In più non era informata del fatto che una serie di piacevoli incontri sessuali provoca nelle donne l'attaccamento sentimentale, ossia l'innamoramento.
Adesso cosa può fare? Tante cose, ma con la lucidità che ci chiede.
Gliene prospetto due.
Se vuole quest'uomo come partner per un periodo lungo e con un legame consistente, deve passare dalla spontaneità alla seduzione. Forse non otterrà nemmeno così quello che vuole, ma certamente sperare che qualcosa cambi se non cambia una situazione che a lui sta bene com'è, è un'illusione.
Oppure può adeguarsi ai sentimenti di lui: niente storia d'amore, la stessa indifferenza da cui siete partiti: una serena amicizia con qualche sprazzo di piacere, e la libertà di vivere altre storie, cercando anche l'amore.
Ci sono altre possibilità, naturalmente, e altri rischi. Sta a lei valutare cosa desidera davvero e cosa è disposta a fare per averlo.
Ci tenga al corrente; auguri.
per guardare la situazione con la lucidità che desidera partiamo dalla frase: "Il mio primo impulso è stato ovviamente quello di allontanarmi da lui".
Questa frase sarebbe stata comprensibile se pronunciata negli anni '50 del secolo scorso da una fanciulla allevata nel desiderio delle campane nuziali: "Sospetto che lui non abbia intenzioni serie, perciò non ci casco e mi allontano".
Ma oggi?
Oggi le aspettative e i costumi si sono confusi. Non ci sono più parametri a cui omologarsi. Alcune prescrizioni del passato erano decisamente odiose, false, opportunistiche: "Non ci andare a letto sennò non ti sposa più"; "Una ragazza deve sposarsi vergine, il fidanzato invece può andare anche con le prostitute, perché un uomo non si può trattenere", e via di questo passo.
In seguito il '68 ha spalancato la parità dei sessi... ma forse non è vero: come ha detto una psico-sociologa, ha solo realizzato i desideri dell'immaginario maschile.
Quello che è vero è che non ci sono più regole condivise, e in assenza di regole mancano le linee-guida non solo per i comportamenti, ma per la reciproca comprensione.
Lei per esempio inizia una frequentazione senza impegno in cui pratica liberamente il sesso, ma siccome per lei è "molto bello", a un certo punto si innamora.
A questo punto le viene il desiderio di 'definire' questa relazione.
E lui come risponde? Con chiarezza: non è innamorato e non vuole legami. Per lui, come per la maggior parte degli uomini, il trasporto erotico non è diventato amore.
Però quale divorziato cinquantenne butterebbe via una piacevole partner sessuale, tra l'altro col fascino di avere l'età di una figlia?
Lui è stato sincero sulle intenzioni future, ma al presente è attratto da lei, quindi dichiara di sentire per lei quello che non ha mai sentito per nessuna, "per me ha fatto cose che per altre non ha fatto", e che forse è nella sua natura non innamorarsi (altra frase classica della seduzione).
Ma concretamente, cosa ha fatto per lei? I tre figli li ha avuti con una donna che aveva sposato, legame che ha decisamente escluso con lei.
"Non mi ha chiesto di non lasciarlo, ma mi ha detto che devo credergli sul fatto che a me ci tiene. Onestamente, mi sembra sincero".
E ci mancherebbe pure che non ci tenesse. Però nella misura e coi limiti che abbiamo detto sopra.
Ma con molta fantasia le donne innamorate spiegano l'indifferenza dell'amato: lui viene giustificato col fatto che è "una persona matura che ha molto sofferto in passato per il divorzio" (ancora ne soffre?); inoltre "in pubblico è molto schivo nell'esprimere affetto al punto da avere l'impulso di sfuggire ad abbracci ed altre dimostrazioni di affetto" (qualcuno sospetterebbe che non si vuole far vedere in situazioni compromettenti); infine si è preoccupato per la sua salute (e ci mancherebbe che non avesse neanche questa cura), però senza troppo sbilanciarsi nemmeno in questa situazione.
Ed eccoci alle sue frasi più significative: "Per queste ragioni sento la forte tentazione di restare in questa relazione un po' indefinita, dargli tempo e vedere se possa cambiare idea o rendersi conto di essere innamorato".
Ora, se lei si fosse limitata alla prima frase: "Per queste ragioni sento la forte tentazione di restare in questa relazione un po' indefinita", sarebbe perfettamente in linea con le odierne relazioni ispirate al consumismo usa e getta, come le definisce Recalcati, senza spessore né futuro. Lei starebbe con quest'uomo perché le fa piacere, finché dura, senza secondi fini né speranze a rischio di mutarsi in delusioni.
Lei invece ha un'altra intenzione, simile a quella delle nostre nonne: vuole dargli corda per vedere se cambia idea, o addirittura con la speranza che si accorga che è già innamorato, ma pur essendo tutt'altro che un ragazzino, non se n'è accorto.
Però a differenza delle nostre nonne, lei, come quasi tutte le ragazze di oggi, non ha sfruttato il più elementare strumento di seduzione: ha concesso tutto e subito. In più non era informata del fatto che una serie di piacevoli incontri sessuali provoca nelle donne l'attaccamento sentimentale, ossia l'innamoramento.
Adesso cosa può fare? Tante cose, ma con la lucidità che ci chiede.
Gliene prospetto due.
Se vuole quest'uomo come partner per un periodo lungo e con un legame consistente, deve passare dalla spontaneità alla seduzione. Forse non otterrà nemmeno così quello che vuole, ma certamente sperare che qualcosa cambi se non cambia una situazione che a lui sta bene com'è, è un'illusione.
Oppure può adeguarsi ai sentimenti di lui: niente storia d'amore, la stessa indifferenza da cui siete partiti: una serena amicizia con qualche sprazzo di piacere, e la libertà di vivere altre storie, cercando anche l'amore.
Ci sono altre possibilità, naturalmente, e altri rischi. Sta a lei valutare cosa desidera davvero e cosa è disposta a fare per averlo.
Ci tenga al corrente; auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio della sua risposta!
Posso chiederle di spiegarmi meglio la differenza tra spontaneità e seduzione per come la intende lei? Dice, in termini pratici, che per cominciare dovrei farmi desiderare un po' di più?
In effetti, a mio modo, mi sembrava di sedurlo, ma ho sempre fatto l'opposto di ciò che mi consiglia. Pensi che gli ho scritto poesie, gli ho sempre detto che mi piace, non gli ho mai nascosto di avere voglia di lui, nei momenti più inaspettati della giornata, gli ho persino detto di essere curiosa di conoscere tutto di lui. Mi rendo conto di averlo forse reso troppo sicuro, ma lo facevo perché lo sentivo e farlo mi rendeva contenta ed entusiasta, facendomi provare insieme quel misto di ritrosia e voglia di mettersi a nudo che si prova quando si confessa un sentimento. Ma forse questo atteggiamento ha più sedotto il mio bisogno di esprimermi che lui e quindi, decisamente, non si è rivelato efficace, benché lui dica di essere molto attratto da questa mia espressività.
Quanto al suo modo di esprimere affetto, intendevo che lui è molto socievole, ma quando siamo da soli in situazioni intime non esprime affetto in maniera fisica e non mi sembra molto bravo a parlare dei propri sentimenti in generale (tranne che di quelli che non prova, sui quali, ironicamente, posso dire che è molto chiaro).
Certamente riconosco la necessità di cambiare strategia, di accontentarmi di un'amicizia così "casual" certamente non ho voglia.
La ringrazio della sua risposta!
Posso chiederle di spiegarmi meglio la differenza tra spontaneità e seduzione per come la intende lei? Dice, in termini pratici, che per cominciare dovrei farmi desiderare un po' di più?
In effetti, a mio modo, mi sembrava di sedurlo, ma ho sempre fatto l'opposto di ciò che mi consiglia. Pensi che gli ho scritto poesie, gli ho sempre detto che mi piace, non gli ho mai nascosto di avere voglia di lui, nei momenti più inaspettati della giornata, gli ho persino detto di essere curiosa di conoscere tutto di lui. Mi rendo conto di averlo forse reso troppo sicuro, ma lo facevo perché lo sentivo e farlo mi rendeva contenta ed entusiasta, facendomi provare insieme quel misto di ritrosia e voglia di mettersi a nudo che si prova quando si confessa un sentimento. Ma forse questo atteggiamento ha più sedotto il mio bisogno di esprimermi che lui e quindi, decisamente, non si è rivelato efficace, benché lui dica di essere molto attratto da questa mia espressività.
Quanto al suo modo di esprimere affetto, intendevo che lui è molto socievole, ma quando siamo da soli in situazioni intime non esprime affetto in maniera fisica e non mi sembra molto bravo a parlare dei propri sentimenti in generale (tranne che di quelli che non prova, sui quali, ironicamente, posso dire che è molto chiaro).
Certamente riconosco la necessità di cambiare strategia, di accontentarmi di un'amicizia così "casual" certamente non ho voglia.
[#3]
Gentile utente,
l'arte della seduzione prevede tecniche plurime, complesse, e soprattutto ispirate a valori che possono essere molto differenti: si può essere seduttori senza scrupoli per fini egoistici o invece seduttori gentili, attenti a non proporre nulla che possa essere ingannevole o nocivo per l'oggetto della propria azione attrattiva.
In effetti il verbo "sedurre" ha un'etimologia oscura: per alcuni indica il "portare via" nel senso di traviare, per altri deriva da "ad se ducere", condurre a sé.
Esistono molti corsi sulla seduzione. Alcuni sono condotti da psicologi: in questi si parte dall'analisi dell'atteggiamento interiore che ciascuno ha verso questa tecnica applicata all'amore. Per molti risulta un'insopportabile mistificazione. Queste persone in genere collezionano una serie di delusioni. Altre non vengono ai nostri corsi perché sono "spontaneamente" seducenti, e studiando il motivo del loro costante successo si vede che è basato su una serie di convinzioni originarie che le aiutano ad attrarre gli altri. Queste stesse convinzioni, e i comportamenti conseguenti, attraverso una serie di esercizi noi proponiamo a chi non ne è originariamente portatore.
Venendo al suo caso, la cosa interessante è che lei ha colto uno dei punti essenziali della seduzione senza che io lo citassi: farsi desiderare.
Più precisamente, si tratta di far desiderare gli aspetti di noi che sono più importanti per l'altro; ma farli balenare da lontano, senza concederli; come una chimera.
Evidentemente lei avverte che la sua eccessiva presenza e disponibilità, le entusiastiche manifestazioni d'amore di cui circonda quest'uomo, se da un lato lo lusingano, dall'altro lo allarmano e lo mettono in una condizione di resistenza; forse quella che lei nota nelle "reticenze" sia fisiche che verbali da parte di lui nei momenti intimi.
La inviterei però a considerare la sua frase: "di accontentarmi di un'amicizia così "casual" certamente non ho voglia".
Ora, un altro dei punti fondamentali della seduzione consiste nell'aver chiaro fin dall'inizio quello che si vuole, altrimenti, nella migliore delle ipotesi, si finisce per dare un'immagine falsa di sé, confondente per l'altro. Se lei non voleva la cosiddetta "amicizia con benefit", perché l'ha accettata?
Rifletta su questo.
Buone cose.
l'arte della seduzione prevede tecniche plurime, complesse, e soprattutto ispirate a valori che possono essere molto differenti: si può essere seduttori senza scrupoli per fini egoistici o invece seduttori gentili, attenti a non proporre nulla che possa essere ingannevole o nocivo per l'oggetto della propria azione attrattiva.
In effetti il verbo "sedurre" ha un'etimologia oscura: per alcuni indica il "portare via" nel senso di traviare, per altri deriva da "ad se ducere", condurre a sé.
Esistono molti corsi sulla seduzione. Alcuni sono condotti da psicologi: in questi si parte dall'analisi dell'atteggiamento interiore che ciascuno ha verso questa tecnica applicata all'amore. Per molti risulta un'insopportabile mistificazione. Queste persone in genere collezionano una serie di delusioni. Altre non vengono ai nostri corsi perché sono "spontaneamente" seducenti, e studiando il motivo del loro costante successo si vede che è basato su una serie di convinzioni originarie che le aiutano ad attrarre gli altri. Queste stesse convinzioni, e i comportamenti conseguenti, attraverso una serie di esercizi noi proponiamo a chi non ne è originariamente portatore.
Venendo al suo caso, la cosa interessante è che lei ha colto uno dei punti essenziali della seduzione senza che io lo citassi: farsi desiderare.
Più precisamente, si tratta di far desiderare gli aspetti di noi che sono più importanti per l'altro; ma farli balenare da lontano, senza concederli; come una chimera.
Evidentemente lei avverte che la sua eccessiva presenza e disponibilità, le entusiastiche manifestazioni d'amore di cui circonda quest'uomo, se da un lato lo lusingano, dall'altro lo allarmano e lo mettono in una condizione di resistenza; forse quella che lei nota nelle "reticenze" sia fisiche che verbali da parte di lui nei momenti intimi.
La inviterei però a considerare la sua frase: "di accontentarmi di un'amicizia così "casual" certamente non ho voglia".
Ora, un altro dei punti fondamentali della seduzione consiste nell'aver chiaro fin dall'inizio quello che si vuole, altrimenti, nella migliore delle ipotesi, si finisce per dare un'immagine falsa di sé, confondente per l'altro. Se lei non voleva la cosiddetta "amicizia con benefit", perché l'ha accettata?
Rifletta su questo.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 07/10/2022.
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