Toccamenti senza consenso
sono qui a chiedere un consulto per qualcosa di molto spiacevole che mi è capitato di recente.
Qualche giorno fa, un membro di una confraternita religiosa (mio coetaneo) , nell'abbracciarmi in segno di congedo... mi ha toccato il sedere e ci ha lasciato pure la mano per qualche secondo.
E io?
ero talmente basita, allibita e incredula che non sono nemmeno riuscita a fare nulla.
E ci ho messo un attimo per realizzare che fosse veramente successo, proprio perché non mi sembrava vero.
Oltretutto, devo confessare che a me questa persona attirava anche ma, proprio per il suo vincolo, non ho mai avuto nessuna intenzione con lui, se non puramente fraterna.
Da quel momento, sento solo disgusto nei suoi confronti.
In ogni caso, poco dopo che ci siamo congedati, gli ho scritto, in maniera molto diplomatica, di fare attenzione a dove mette le mani.
Si è mostrato subito dispiaciutissimo, giurando più volte che non si era accorto di aver toccato una mia parte privata, disponibile ad un dialogo più approfondito su quanto fosse successo, ma io gli ho detto che non me la sentivo né in quel momento né via messaggio.
Da allora sento una gran rabbia nei suoi confronti.
Mi ricorda un vissuto spiacevole che ho sperimentato da piccola, quando sono stata vittima di abusi da parte di un parente poco più grande di me.
Adesso, come allora, mi sono sentita sporca, violata.
Da un lato vorrei andarci a parlare di persona e sputargli tutto il veleno che sento dentro e chiudere i rapporti, dall'altro vorrei mettere più distanze possibili da ora, col silenzio.
Vorrei solo liberarmi di questo senso di rabbia, che mi sta abbastanza rovinando le giornate, e ricominciare a vivere...
dispiace che anche Lei sia incappata in quei comportamenti di abuso che colpiscono una percentuale non irrilevante di femmine soprattutto, ma anche di maschi.
. L'essere toccata, in maniera apparentemente involontaria;
. l'essere sfiorata in parti del corpo che nella nostra società sono dichiaratamente erogene;
. essere violata, soprattutto da una persona di cui ci si fida a causa del suo ruolo;
tutto ciò configura una forma di violenza psicologica e fisica che giustifica sentimenti di rabbia, e di umiliazione.
Il sentirsi sporch* presuppone di essere causa di quello che è accaduto; come se si fosse per una certa parte colpevoli di seduzione. Seduzione evidentemente non realistica.
Implicitamente è come se Lei ci chiedesse un parere su due esigenze che sente contrastanti:
. da una parte vomitargli addosso tutta la sua rabbia bollente,
. dall'altra tenerlo distante attraverso il Suo gelo.
La sintesi: ghiaccio bollente?
Solo Lei potrà decidere cosa fare.
Ma non si lasci prendere dalla fretta. "Liberarsi di questo senso di rabbia" non è così automatico, né del tutto facile. Occorre del tempo per riuscire ad accettare di essere stata tradita nella fiducia.
Forse occorrerà fare maggiore attenzione nel dare la fiducia, soprattutto quando essa è motivata dal ruolo dell'altra persona. Quella persona che magari fatica ad accettare un obbligo imposto proprio dal ruolo: quello del celibato; ai preti cattolici infatti non si chiede il voto di castità ma la promessa di restare celibi.
Carissimi saluti.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Grazie per le sue parole e per la sua comprensione ed empatia dimostratemi. A dire la verità, mi sento sporca forse perché mi è stata fatta qualcosa di sporco, e mi sento violata nell'intimo. Mi rendo conto di quanto sia difficile essere donne in questa società ancora forse troppo maschilista e in cui le donne non sempre sono protette.
Sì, ho bisogno di tempo per elaborare, mi sento ancora troppo scossa e furiosa.
Un'ultima precisazione: quando lei parla di obbligo di celibato e non di castità, posso dirle con certezza che sono i preti diocesani che hanno questo vincolo. Tuttavia, il ragazzo in questione fa parte di una confraternita religiosa... ed è vincolato (ne sono assolutamente certa) dai voti di povertà, obbedienza...e castità.
Dalla cronaca sappiamo quanto la castità possa risultare difficile quando prescritta, e dunque obbligata;
e quanto in questi casi, purtroppo, ne possano andare di mezzo vittime innocenti: bambini, donne, adolescenti.
Per questo suggerivo prudenza nel dare fiducia *al ruolo*, proprio quello di cui incautamente ci si fida ciecamente.
Ogni esperienza, seppure molto dolorosa, può aiutarci a diventare più attent*, più sagg*, più oculatamente protettiv* nei confronti di altre persone che potrebbero incappare in situazioni analoghe. Ma ciò avviene solo quando si è digerita la propria.
Le auguro di cuore un buon percorso interiore.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
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Lasci passare il momento e poi eventualmente chieda un supporto professionale anche perché le sono riaffiorate delle reminiscenze ancestrali che potrebbero richiedere una maggiore attenzione.
Dr. F. S. Ruggiero
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grazie ancora per il vostro supporto. Dopo giorni di silenzio assoluto, ho deciso di affrontarlo più "approfonditamente" e ieri sera l'ho chiamato e siamo stati al telefono quasi un'ora. Sono stata educata, ma abbastanza secca. Gli ho detto che mi ha delusa profondamente e che mi sento tradita da lui. Lui ha continuato a negare che ciò fosse intenzionale e che addirittura non si era resa conto di aver toccato una mia zona erogena, continuando a giurare su ciò che ha più caro al mondo, ma anche scusandosi infinite volte per avermi procurato un disagio, che non voleva assolutamente. Alla fine della telefonata, gli ho detto che vorrei credergli ma che non riesco e che istintivamente sto iniziando ad aver paura di lui e che voglio mettere delle distanze. Allora si è messo a piangere perché non si dà pace di aver rovinato il nostro rapporto, e non nego che comunque ciò mi sia dispiaciuto molto.. Stamattina, dopo una notte molto scossa, ho deciso di richiamarlo e dirgli che abbiamo bisogno di tempo per smaltire tutta questa situazione, e di stare tranquillo. Si sentiva dalla voce che era distrutto. Io però sento nel profondo di aver preso la decisione giusta ad allontanarlo, ALMENO temporaneamente. Vi chiedo, ma com'è possibile che non si sia resa conto che mi abbia toccato una zona erogena? Può essere per via del meccanismo di "rimozione", di cui voi sapete sicuramente molto meglio di me?
Ha fatto bene a mantenere delle distanze non giustificando qualcosa che le ha comunque creato disagio.
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riprendo dalle mie risposte, #1 e #2. Lei ci chiede:
"Vi chiedo, ma com'è possibile che non si sia reso conto che mi abbia toccato una zona erogena? Può essere per via del meccanismo di "rimozione"?"
È già molto complicato capire la richiesta della persona che ci scrive; è perlopiù impossibile entrare nelle intenzioni di una persona di cui ci viene riferito.
E dunque chi lo sa dove stia la verità?
Parlando in generale però, molte donne hanno delle antenne particolari per intuire quando vengono toccate impropriamente (nel corpo o nel cuore); frutto di secoli di disparità. Ciò però nel Suo singolo caso potrebbe non dirci nulla.
Resta il fatto che la relazione corporea (anche se ingenua o ruolizzata) molto facilmente può divenire oggetto di erotizzazione; e questo va tenuto presente in qualsiasi scambio corporeo. Tenuto presente in maniera prudenziale ma non ossessiva.
In ogni caso gli abbracci facili di oggi non sempre sono così paritariamente ingenui e innocenti da parte di entrambi gli ... abbraccianti.
Un caro saluto.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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in questo mese e mezzo ho iniziato a farmi seguire da una psicoterapeuta e anche da una dietista perché mi stavo lasciando troppo andare col cibo. Ora piano piano sento che va meglio. Ma non da ultimo, ho deciso di seguire il consiglio della mia guida spirituale (una suora): ho parlato ad un confratello "maggiore" di questo ragazzo, di cui sia io che questo ragazzo abbiamo particolarmente fiducia (un religioso della sua stessa comunità, ma con una 15ina di anni in più di noi), non assolutamente per fargli avere dei guai ma per fare in modo che questo religioso più anziano possa aiutarlo meglio nel suo discernimento, visto che quello che mi ha fatto non va assolutamente bene. Lui mi ha suggerito anche di essere io a parlarci, anche se l'ho già fatto per telefono, ma stavolta dal vivo. Io sinceramente non me la sento granché. Inoltre, mi ha anche detto che secondo lui questo ragazzo non è tagliato a quel tipo di vita e che è possibile che lascerà e, forse senza volerlo, ma dai suoi discorsi in cui si immaginava me e lui come una coppia mi ha fatto un po' riaccendere la speranza. Ma la domanda che mi pongo è: fino a che punto è giusto che io "aspetti" una sua decisione che forse mai si avvererà perché, ad esempio, lui prenderà i voti perpetui? Fino a che punto è giusto che io accetti di rivederlo anche se l'idea mi mette profondamente a disagio (in questo mese ci siamo visti 3 volte in contesti di gruppo e io interiormente non ero per nulla tranquilla)?
Lei è seguita fortunatamente da una Psicoterapeuta: laica o della comunità religiosa?
Come mai contemporaneamente ascolta anche i consigli della Sua "guida spirituale"?
Percorrere contemporaneamente due vie può causarLe confusione.
A chi fa riferimento veramente Lei?
Ad esempio: ".. Lui |la Sua guida spirituale| mi ha suggerito anche di essere io a parlarci, anche se l'ho già fatto per telefono, ma stavolta dal vivo..";
speriamo che Lei segua la Sua intuizione espressa così: "non me la sento un granché" . Se aderirà a questo "suggerimento", lo faccia in presenza di una terza persona.
Tutto il resto (vocazione, ecc,) sembra fatto alle spalle dell'interessato, purtroppo. Ma questo è un punto di vista psicologico, non religioso.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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la mia psicoterapeuta non solo è laica ma è anche atea (cosa che per me non costituisce alcun problema).
In realtà io ho cercato di farmi accompagnare meglio che potevo, per questo mi faccio aiutare anche da una suora (totalmente esterna da quell'altra comunità di uomini) che, una volta consigliatomi di parlare con quel religioso di 50 anni, ho avuto modo di confrontarmi anche con la psicoterapeuta, che ci ha trovato anche lei una buona idea. Quindi, anche la psicoterapeuta era dello stesso avviso. Io faccio riferimento a tutte e due, che fino ad ora non mi hanno dato consigli "incompatibili" tra di loro.
Mi rendo conto che nel messaggio precedente sono stata omissiva: in realtà questo religioso mi ha proposto o di parlarci da sola, o di dargli il permesso di parlarci lui direttamente dicendo però che io gli ho parlato (cosa che sinceramente speravo di evitare) o, come lei stessa suggeriva, di fare un incontro a tre (che sarebbe abbastanza imbarazzante).
Lei ha parecchi consulenti e consiglieri con cui interagisce di persona.
Noi -che La conosciamo unicamente attraverso poche parole online- ci troviamo in sovrappiù.
La deleghiamo alla Sua Psicoterapeuta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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