Il rapporto con mia madre
Per descrivere al meglio la situazione devo raccontarvi la mia vita: i miei genitori hanno divorziato quando avevo 3 anni, mia madre di punto in bianco se n'è andata di casa e da lì ho iniziato a vivere un po' da mio padre e un po' da mia madre, cosa che continuo a fare tuttora per non ferirli.
Nel periodo delle elementari si è trovata un compagno che non ho mai sopportato, un uomo maleducato e invadente che avevo spesso a casa e che dovevo sorbirmi in molte uscite assieme, ma stetti zitto perché la vedevo felice.
Durante le superiori si lasciò per fidanzarsi dopo pochi mesi con un uomo simile, e a distanza di un anno rimase incinta, divenni fratello poco prima del mio 18 compleanno, anche lì strinsi i denti, perdonai mia madre ed entrambi mi promisero che mia sorella non avrebbe passato ciò che ho passato io, ma il loro rapporto si è deteriorato e adesso sono per loro stessa ammissione separati in casa.
Sono sempre stato un ragazzo introverso, solitario e disinteressato a qualunque tipo di relazione, non riesco a fidarmi del prossimo (anche a causa del bullismo subito durante elementari, medie e superiori) ma ho sempre pensato di potermi fidare della mia famiglia, tuttavia a Marzo di quest'anno ho scoperto che mia madre stava avendo una relazione con un altro uomo.
Per la prima volta in vita mia affronto la situazione, ci apriamo l'uno con l'altro e tra le tante cose gli rivelo di aver pensato di farla finita in passato, mi dice che avrebbe chiuso tutto, la perdono e andiamo avanti, in quel periodo doveva fare un viaggio di lavoro con quella persona e gli dico tranquillamente di andare perché mi fido di lei, ma ad Aprile scopro che sta continuando.
Mi sono sentito deluso, come se il mondo mi fosse crollato addosso, ne parliamo nuovamente e mi promette che avrebbe chiuso ma inizio a stare male, ho crisi di pianto, cambio umore velocemente, non faccio più ciò che ho sempre amato e arrivo ad insultare quell'uomo privatamente sui social, senza mai avere la dignità di rispondermi.
Alla fine di Settembre scopro di nuovo che la relazione continua e che in mezzo ci sono amiche di famiglia che spronano mia madre a continuare e lasciare il suo compagno, programmavano addirittura di andare a vivere assieme senza minimamente pensare a mia sorella.
Qui sbotto completamente, ho uno scontro verbale acceso con lei e gli vomito addosso tutta la sofferenza causata dal suo egoismo, scrivo di nuovo a lui che mai mi risponderà e scrivo alle amiche, ringraziandole per aver partecipato a questo gioco disgustoso fregandosene delle conseguenze, ma in un modo o nell'altro ci riappacifichiamo.
Non riesco a fidarmi di lei ma vorrei poterlo fare, vorrei aiutarla a trovare la serenità senza dover mandare all'aria tutto, so che non è compito mio, ma non può farlo nessun altro, non so più dove battere la testa.
Grazie in anticipo.
Essere introverso è possibile, aver subito bullismo anche. Quello che non va bene è rifiutare di emanciparsi e di superare tali limiti.
Il rapporto con tua madre e il sentirti così coinvolto in ciò che lei fa o non fa della sua vita è un ripiego, un surrogato poco adatto di una vita relazionale che non hai. Che non hai perché, probabilmente, stai evitando attivamente, dato che non ti fidi degli altri e ti aspetti di restarne deluso.
In altre parole il problema non è ciò che fa tua madre (è la sua vita, dopotutto), è quello che non stai facendo tu per migliorarti e crescere.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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"La vita è sua" è vero, ma dovremmo renderci conto che con le nostre azioni potremmo danneggiare chi abbiamo attorno, specie se perpretate nel tempo.
Non mi sono mai intromesso nella vita di nessuno, anzi, ho sempre subito l'egoismo degli altri in silenzio e andando avanti, ma adesso con una bambina nel mezzo sento di non poter stare più zitto.
Non ho parlato di lavoro, progetti o studi, come fa a sapere che mi rifiuto di emanciparmi e superare tali limiti?
Le persone sono importanti se è importante il rapporto che si ha con loro.
Altrimenti quale sarebbe la differenza, per te?
>>> Non ho parlato di lavoro, progetti o studi, come fa a sapere che mi rifiuto di emanciparmi e superare tali limiti?
Perché io mi riferivo unicamente all'aspetto affettivo/relazionale, non al lavoro o allo studio. Limitatamente a questo aspetto mi sembra abbastanza evidente che tu abbia ancora da compiere un taglio del cordone ombelicale.
Preoccuparsi dei propri genitori è assolutamente normale. Non lo è metterli al centro delle proprie preoccupazioni alla tua età, come sembra stia facendo tu:
>>> vorrei aiutarla a trovare la serenità senza dover mandare all'aria tutto, so che non è compito mio, ma non può farlo nessun altro
"Non può farlo nessun altro". Ti rendi conto di quanto è invischiato il rapporto con tua madre? Al punto da convincerti sinceramente di essere l'unico in grado di poterle far ritrovare la serenità? Non credi che forse tua madre è grande abbastanza per prendersi da sola la responsabilità della propria vita?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Ho gia detto che prima il nostro era un classico rapporto madre-figlio, ho pensato e parlato di tagliare i ponti per il nostro bene, ma mi è stato consigliato e pregato di non farlo, da lei e altre persone.
Al centro della mia attenzione adesso ci sono mia madre e mia sorella, nessuno che la tiene in considerazione.
È stata lei stessa in lacrime a dirmi che nessuno l'ha mai aiutata, portandola alla ricerca spasmodica di un compagno come tappabuchi.
Grande non significa necessariamente responsabile o matura, come non lo sono io, lei riconosce i suoi errori ma non riesce a non ripeterli, e va bene, lo accetto come ho sempre fatto, ma adesso c'è una bambina nel mezzo.
Non credo si tratti di tagliare i ponti, ma di far sì per quanto possibile che ognuno torni a svolgere il ruolo che gli è proprio. Se poi emergesse che tu sei rimasto l'unico "uomo di famiglia" e che quindi toccasse a te la parte di responsabilità maggiore, ok, finché anche tua madre fosse disposta a crescere e prendersi le sue.
La scelta migliore sarebbe rivolgervi a un terapeuta della famiglia, se tutti foste d'accordo. Altrimenti potresti rivolgerti tu individualmente a un terapeuta per un parere.
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"tu staresti ricoprendo un ruolo di padre/tutore verso di lei" Mi è stato fatto presente, ma per la situazione famigliare sono praticamente l'unico uomo, e l'uomo non è mai contanto niente, non voglio aiutarla come padre, ma come persona che gli vuole bene, perchè mi sono reso conto che compie ciclicamente lo stesso errore, e finchè c'ero solo io nel mezzo potevo accettarlo, ma adesso non vorrei che mia sorella dovesse rivivere ciò che ho vissuto io per un capriccio.
Prima questo rapporto morboso non esisteva, si è creato in 8 mesi.
Spesso è possibile modificare la situazione relazionale di una famiglia facendo cambiare comportamenti a uno solo dei suoi membri. La condizione però è una grande disponibilità e flessibilità nel fare e dire cose nuove.
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Approfondimento su Bullismo
Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).