Non so come comportarmi
Buonasera gentili dottori e dottoresse,
Vorrei chiedere un vostro parere perché sto vivendo una situazione difficile con la mia fidanzata.
Siamo da cinque anni insieme (2 abbiamo vissuto insieme e da tre siamo a distanza.)
La mia ragazza ha perso la mamma un anno prima di conoscerci e ha spesso trovato in me la spalla per pianti frequenti, quando è giù di morale e così via.
È una persona ipocondriaca ed ansiosa, ma in questi anni sono sempre riuscita a calmarla e gestirla.
Da qualche mese il suo papà si è ammalato gravemente di cancro, stesso male con cui la madre, purtroppo, è terminata.
Si è molto intristita.
Mi chiama spesso piangendo.
E purtroppo credo che anche la sua ansia stia aumentando.
Un giorno mi ha chiamato perché aveva dei dubbi se lasciare lo zaino in ufficio o portarlo con sé ad un aperitivo vicino l'ufficio.
Un'altra volta mi ha chiesto molte volte se aveva per caso detto o rivelato qualche dato sensibile del suo lavoro nelle nostre conversazioni (lo fa spesso, e dove è poi la fiducia in me, in ogni caso?) .
Sono solo due esempi, e per dubbi così devo perdere molto tempo a tranquillizzarla e rispondere molte volte alle stesse domande per rassicurarla.
Però ultimamente mi sento mentalmente molto stanco.
Rispondo male, a volte mi chiama ed inizio ad essere di malumore.
Se qualche giorno non ci sentiamo, a volte anche a seguito di un litigio, mi sento molto più energico e con più forze.
E mentalmente molto meglio, anche se dispiaciuto, perché so che soprattutto adesso, ha bisogno di me.
Credo di essere l'unica persona sulla quale lei fa affidamento o con la quale condivide pienamente la sua tristezza.
I fratelli sono sposati e hanno ormai le loro vite, con i propri figli, e non riescono a dedicarle il supporto che magari un fratello maggiore può dare.
La mamma non c'è più, come detto.
Cosa fare per evitare la rabbia?
Per non rispondere male?
Per aiutarla senza sentirmi svuotato mentalmente e fisicamente?
Ho bisogno di un supporto?
Io ho consigliato a lei di farsi aiutare da un professionista, mi dice di sì, ma procrastina sempre la ricerca di una figura professionale che potrebbe aiutarla.
Cosa posso fare?
È normale sentirsi così stanchi?
E questa rabbia?
Non so come gestirla... vorrei essere più empatico e autocontrollarmi, ma a volte è davvero difficile...
Ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di leggermi e darmi qualche suggerimento.
Buonanotte
Vorrei chiedere un vostro parere perché sto vivendo una situazione difficile con la mia fidanzata.
Siamo da cinque anni insieme (2 abbiamo vissuto insieme e da tre siamo a distanza.)
La mia ragazza ha perso la mamma un anno prima di conoscerci e ha spesso trovato in me la spalla per pianti frequenti, quando è giù di morale e così via.
È una persona ipocondriaca ed ansiosa, ma in questi anni sono sempre riuscita a calmarla e gestirla.
Da qualche mese il suo papà si è ammalato gravemente di cancro, stesso male con cui la madre, purtroppo, è terminata.
Si è molto intristita.
Mi chiama spesso piangendo.
E purtroppo credo che anche la sua ansia stia aumentando.
Un giorno mi ha chiamato perché aveva dei dubbi se lasciare lo zaino in ufficio o portarlo con sé ad un aperitivo vicino l'ufficio.
Un'altra volta mi ha chiesto molte volte se aveva per caso detto o rivelato qualche dato sensibile del suo lavoro nelle nostre conversazioni (lo fa spesso, e dove è poi la fiducia in me, in ogni caso?) .
Sono solo due esempi, e per dubbi così devo perdere molto tempo a tranquillizzarla e rispondere molte volte alle stesse domande per rassicurarla.
Però ultimamente mi sento mentalmente molto stanco.
Rispondo male, a volte mi chiama ed inizio ad essere di malumore.
Se qualche giorno non ci sentiamo, a volte anche a seguito di un litigio, mi sento molto più energico e con più forze.
E mentalmente molto meglio, anche se dispiaciuto, perché so che soprattutto adesso, ha bisogno di me.
Credo di essere l'unica persona sulla quale lei fa affidamento o con la quale condivide pienamente la sua tristezza.
I fratelli sono sposati e hanno ormai le loro vite, con i propri figli, e non riescono a dedicarle il supporto che magari un fratello maggiore può dare.
La mamma non c'è più, come detto.
Cosa fare per evitare la rabbia?
Per non rispondere male?
Per aiutarla senza sentirmi svuotato mentalmente e fisicamente?
Ho bisogno di un supporto?
Io ho consigliato a lei di farsi aiutare da un professionista, mi dice di sì, ma procrastina sempre la ricerca di una figura professionale che potrebbe aiutarla.
Cosa posso fare?
È normale sentirsi così stanchi?
E questa rabbia?
Non so come gestirla... vorrei essere più empatico e autocontrollarmi, ma a volte è davvero difficile...
Ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di leggermi e darmi qualche suggerimento.
Buonanotte
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Da ciò che racconti la tua ragazza soffre probabilmente di ansia ossessiva, di cui l'ipocondria è una variante. È probabile che non riuscirà a uscirne da sola o velocemente senza un aiuto specialistico, e tu hai già fatto la tua parte nel suggeriglielo.
Da ora in poi, se vuoi il bene di entrambi, dovresti fare dei passi indietro, gradualmente. Dovresti cioè smettere di insistere affinché si curi, e nel contempo farle capire sempre più chiaramente che in caso contrario la vostra storia non potrà andare avanti.
Senti rabbia perché probabilmente tu stai colludendo con il suo disturbo. Lei ti fa richieste ansiose e tu ti presti a esaudirle, e questo alimenta ancora di più l'ansia in lei e la rabbia da impotenza in te.
Quindi in definitiva se vuoi aiutare entrambi devi diventare più fermo e sottrarti a tale collusione.
Da ora in poi, se vuoi il bene di entrambi, dovresti fare dei passi indietro, gradualmente. Dovresti cioè smettere di insistere affinché si curi, e nel contempo farle capire sempre più chiaramente che in caso contrario la vostra storia non potrà andare avanti.
Senti rabbia perché probabilmente tu stai colludendo con il suo disturbo. Lei ti fa richieste ansiose e tu ti presti a esaudirle, e questo alimenta ancora di più l'ansia in lei e la rabbia da impotenza in te.
Quindi in definitiva se vuoi aiutare entrambi devi diventare più fermo e sottrarti a tale collusione.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 848 visite dal 03/10/2022.
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