Come posso stare meglio?
Da tre mesi sto assumendo un antidepressivo e un ansiolitico per la cura di un disturbo ansioso-depressivo affiancato da pensieri ossessivi e ipocondria.
Oltre alla terapia farmacologica, sto affrontando due percorsi psicologici diversi (consultorio-privato).
Non riesco a star meglio, e il fatto che io stia già facendo tutto quello che occorre per migliorare ma senza risultati mi fa stare molto male.
Non trovo più piacere nel fare le cose e sono molto affranto per questo. Inoltre non trovo consolazione in nulla
Potrebbe essere un mezzo per non affidarsi davvero a nessuno dei due curanti.
Il percorso verso la consapevolezza, il dominio della propria mente, la guarigione, richiedono un'alleanza terapeutica precisa.
I due terapeuti lavorano forse con strumenti diversi ma in accordo tra di loro,?
Altrimenti, ripeto, il suo percorso nasce inceppato.
Ci chiarisca meglio l'orientamento dei due curanti e gli accordi presi tra di loro e con lei.
Restiamo in attesa.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
il problema, a quel che capisco, è nel fatto che lei non sta affatto meglio. Il suo quesito iniziale si compendia nelle parole: "il fatto che io stia già facendo tutto quello che occorre per migliorare ma senza risultati mi fa stare molto male".
Appunto le sto dicendo che forse non sta facendo il massimo, ma al contrario sta remando contro sé stesso.
Forse va anche rivalutato il dosaggio dei farmaci, ma soprattutto lei vede una terapeuta che fa "un lavoro meno pratico, più psicanalitico" (il che come tecnica adottata può non significare nulla) ma che ha "una visione più complessiva del mio essere" (altra formula poco idonea a definire cosa lei realmente si aspetta da uno specialista).
Quali obiettivi avete fissato? Dieci anni di frequentazione, se sporadica, vogliono dire che lei non è mai stato realmente in terapia; se effettuata con costanza, vogliono dire che la terapia non ha prodotto risultati.
Questo sembra di capire anche dall'invito della specialista a scegliere da solo se interrompere o no. Ha appurato sull'Albo Nazionale che si tratti di una psicologa?
L'altra terapeuta, cognitivo-comportamentale, non si limita certo alla sostituzione dei pensieri negativi, ma alla loro confutazione, anche tramite esperienze guidate, compiti attivi, etc.
Per questa via il problema di fondo del paziente spesso emerge prima e con più forza, ma il suo superamento richiede una piena alleanza terapeutica, che nel suo caso è annullata dal fatto che lei conduce questa seconda terapia nell'insincerità.
Provi a chiarire con la specialista a cui davvero vuole affidarsi i suoi motivi di sofferenza; se si tratta della cognitivo-comportamentale dovrà esternarle prima di tutto il suo legame non risolto con la prima.
Lo faccia in ogni caso alla prossima seduta, e comincerà a muovere le acque stagnanti in cui si annida la sua sofferenza.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Un altro problema è che ogni seduta da lei costa 100 , mentre quelle gratuite in consultorio stanno terminando (me ne rimangono 6/7), per cui sto davvero valutando se iniziare da zero con un’altra/o psicologa/o una volta terminato il percorso in consultorio. Sono molto confuso.
mi dispiace la sua confusione, che si avverte anche nella sua risposta, alimentata dall'ansia e dalle interpretazioni affrettate, così come dalle scelte inadatte a cui l'ansia la spinge.
Provi a fare un esercizio che è insieme fisico e psicologico. Faccia quello che le scrivo di seguito e valuti se riesce a soffermarsi su questo, prima di leggere la mia successiva email, che le invierò tra qualche tempo. Non si chieda quanto tempo; entro stasera.
Assuma una posizione rilassata, volga la sua attenzione sul respiro che entra ed esce dalle sue narici, con calma, senza pensare ad altro, ad occhi chiusi se vuole, finché sentirà la serenità scendere dentro di lei, rilassare i suoi muscoli, regolarizzare il suo battito cardiaco...
Non c'è fretta; nulla la opprime.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
a questo punto valuti se è riuscito a fare l'esercizio che le avevo indicato.
Se ci è riuscito, lo replichi nei momenti in cui sente arrivare l'ansia e anche i pensieri depressivi. Se non c'è riuscito ne parli con le sue curanti.
Ora un altro esercizio. Cerchi in Internet la voce: Albo nazionale psicologi. Come vedrà c'è uno spazio in cui scrivere il cognome e il nome di un professionista per verificare prima di tutto se è realmente uno psicologo.
Per lei e per tutti quelli che ci leggono, ribadisco che per la legge italiana si è psicologi solo se regolarmente iscritti all'albo suddetto, nella sezione A. Ogni altra condizione, laurea in Psicologia compresa, non è idonea a conferire il titolo di psicologo (come del resto una laurea in Lettere non dà il titolo di professore di Italiano) e quindi non si può esercitare la professione.
In questo modo otterrà i dati professionale delle sue due curanti, appurerà se sono attive (in caso contrario nelle note troverebbe in rosso: Sospeso). Cliccando poi su Pagina personale, alla voce "Vedi", saprà se sono anche psicoterapeute.
Fare questo tipo di verifica, indispensabile per chi si affida ad uno psicologo, risulta difficile per chi soffre d'ansia; lo consideri quindi un altro test.
Ora alcune osservazioni sulla sua risposta in #4.
Della sua curante privata lei scrive: "non mi è stato dato un termine . Mi è stato detto semplicemente che ci vuole tempo per stare meglio e affrontare tutto ciò che ho dentro".
Sbaglio pensando che questa risposta sia frutto di una errata interpretazione della mia domanda: "Quali obiettivi avete fissato?".
Gli obiettivi di un percorso psicologico sono quegli aspetti del disturbo che ci si propone di affrontare, e l'esito atteso.
Per farle un esempio, nel suo caso potrebbe essere la riduzione dell'ansia o il superamento della tendenza ossessiva o di quella ipocondriaca o l'attenuazione dello stato depressivo o la sua scomparsa.
Con la sua curante cosa state affrontando precisamente? Se la psicologa ha parlato di "tutto ciò che ha dentro" (sono certa che ha meglio precisato la diagnosi), il tempo necessario, pur non essendo prevedibile, va indicato almeno dicendo che ci sarà una verifica sugli effetti della terapia tra tre mesi, oppure non prima di sei mesi, etc.
Quanto alla seconda psicologa, lei dice che le sedute al consultorio stanno terminando.
Chi ha stabilito che la cura avrà termine, e per quale ragione, dal momento che lei non è guarito? C'è nella sua regione qualche norma speciale che vieti al medico di rinnovare la richiesta per altre sedute?
Infine, dal fatto che lei prospetta un terzo percorso con un nuovo curante si può ipotizzare soprattutto che con nessuna delle due attuali ha stabilito quella alleanza terapeutica che è fattore indispensabile del percorso di guarigione.
Le suggerisco ancora una volta di parlare con chiarezza con tutte e due le psicologhe.
Molti auguri; spero proprio che lei trovi la strada per raggiungere la serenità e godere la sua giovinezza.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Per quanto riguarda l’esercizio, è da qualche mese che ogni tanto mi dedico alla mindfulness, e mi riesce abbastanza bene, ma non mi dà particolari benefici.
Gli obiettivi riguardano uno stare meglio complessivo , cercando di limitare i pensieri negativi che provocano ansia, depressione, ipocondria
La ps del consultorio è molto inesperta anche da un punto di vista burocratico (ha iniziato da poco a praticare questo lavoro), per cui non sa bene come muoversi nemmeno lei per quanto riguarda la continuazione del percorso una volta terminate le sedute previste.
Il punto della fiducia e dell’alleanza terapeutica non è chiaro nemmeno per me: io ho la tendenza a non fidarmi mai troppo di nessuno specialista (ad es. se vado in pronto soccorso e non risulta esserci alcun problema, il giorno seguente vado in un altro ps per avere comunque la stessa risposta), quindi non so se questo possa essere un limite per l’effettiva riuscita dell’alleanza terapeutica.
l'esercizio fisico/psicologico che le ho indicato è quello base della tecnica yoga. Per avere effetto va applicato ogni volta che lei tende a "fuggire" con il pensiero, e va abbinato a un suo mantra personale.
Le sarebbe stato utile adottarlo mentre leggeva la mia ultima, invece come al solito l'ha letta pensando ad altro.
Le scrivevo che PER LA LEGGE ITALIANA SI E' PSICOLOGI SOLO SE ISCRITTI ALL'ALBO.
Se la ragazza che la segue al consultorio non è iscritta, non è psicologa, quindi non può essere psicoterapeuta in formazione.
Se è un'assistente sociale si spiega perché "non sa bene come muoversi nemmeno lei per quanto riguarda la continuazione del percorso".
Appuri se è così e ce lo faccia sapere.
Quanto alla vera psicologa, lo "stare meglio complessivo, cercando di limitare i pensieri negativi che provocano ansia, depressione, ipocondria" viene usualmente perseguito con precise tecniche, in un lavoro comune di terapeuta e paziente che prevede la fiducia, da cui nasce l'alleanza terapeutica.
Lei in questo momento è come qualcuno che sta imparando a nuotare ma non crede di poterci riuscire, e mentre l'istruttore la invita a lasciarsi galleggiare sta attaccato al bordo della piscina.
Anche per questo sarebbe utile definire un obiettivo piccolo, realizzabile in breve tempo, e cominciare da quello: per scoprire che ce la può fare, e da lì andare avanti.
Le faccio ancora molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
L’altra ps non adotta tecniche precise, ma mi dice sempre che bisogna cercare di entrare nel profondo di noi stessi e di digerire quelle componenti che ci fanno stare male, ma lo facciamo attraverso il dialogo (solamente l’ultima volta mi ha proposto le associazioni libere di Freud).
A questo punto, come faccio a lasciarmi andare invece che restare attaccato al bordo della piscina? Entrambe le ps mi rinforzano positivamente facendomi capire che non ci sono prove che mi dimostrino che io non ce la possa fare, ma non mi risulta facile da credere.
la risposta all'ultima domanda le è stata fornita più volte.
La ripeto qui: con una delle due curanti, quella che sente più idonea a seguirla, stabilisca un traguardo vicino e possibile (l'acquisizione di un'abilità sociale; la perdita di peso; l'inizio di un'attività etc.).
Il realizzare questo traguardo le darà sicurezza, il non realizzarlo le farà sperimentare quali sono i suoi ostacoli interiori su cui lavorare.
L'importante però è cominciare, senza più alibi, finzioni, nascondimenti.
Coraggio.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Può cortesemente chiarire i dosaggi, chi ha prescritto la terapia e quando risale l'ultimo controllo della terapia oltre ad indicare la frequenza dei controlli?
Dr. F. S. Ruggiero
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La variazione è correlata a quale diagnosi?
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Per quanto attiene alle problematiche psicologiche da Lei presentate, siamo certi che le risposte esaustive della dott.ssa Potenza l'avranno certamente illuminato.
Per quanto riguarda i farmaci La invitiamo a ri/postare il Suo consulto in area Psichiatria,
essendo il settore farmacologico non di competenza dell'area di Psicologia.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti - Referente scientifica dell'area di Psicologia
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
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