Sessualità tra coppie di lungo corso
Buongiorno.
Non é il primo consulto che chiedo su questo tema, ma ora ho ricevuto degli input che mi hanno messo, per così dire, in una prospettiva diversa.
Ovviamente le mie domande non sono accademiche ma legate al vissuto, però vorrei ora inquadrarle in un contesto più ampio.
Che cosa c'è di vero, in base alle vostre conoscenze ed esperienze, nelle seguenti affermazioni?
- nelle coppie di lunga o lunghissima data il desiderio e la passione nella donna si spengono per ragioni puramente biochimiche, indipendentemente dalla continuità dell'amore.
- se in tali coppie continua a esserci sesso, la donna lo sente sempre e comunque come un dovere, una concessione alle esigenze dell'uomo che pure ama, e lo vive non soltanto senza partecipazione, ma come uno stupro.
- se dopo tanti anni la donna prova ancora desiderio e passione significa che vive il sesso anche fuori dal matrimonio o dalla lunga convivenza, perché solo così si può creare in lei un clima di eccitazione diffusa.
Se così è, i poveri uomini che ancora hanno pulsioni sessuali hanno poca scelta: o rinunciano completamente e imtraprendono una vita di castità, o provano a convincere la loro donna ma sapendo che la stanno forzando, forse stuprando, o cercano soddisfazione altrove.
Oppure, se la loro donna partecipa con passione, sanno di essere "cornuti".
Possibile che non ci siano altre alternative?
Possibile che non esistano coppie durature, fedeli, nelle quali anche il sesso svolge un ruolo positivo per entrambi?
Possibile che i difficili percorsi terapeutici, singoli o di coppia, siano in realtà finalizzati a convincere la donna a starci anche se non le va proprio?
Potete intuire che, se le cose stanno così, da un lato posso tranquillizzarmi in quanto il mio non è un problema, ma un dato di fatto generale, e dall'altro permettermi di provare a intraprendere una via di astinenza probabilmente più adatta a raggiungere pace e serenità che tanti tentativi pasticciati di conciliare stabilità di coppia e soddisfazione erotica.
Grazie.
Non é il primo consulto che chiedo su questo tema, ma ora ho ricevuto degli input che mi hanno messo, per così dire, in una prospettiva diversa.
Ovviamente le mie domande non sono accademiche ma legate al vissuto, però vorrei ora inquadrarle in un contesto più ampio.
Che cosa c'è di vero, in base alle vostre conoscenze ed esperienze, nelle seguenti affermazioni?
- nelle coppie di lunga o lunghissima data il desiderio e la passione nella donna si spengono per ragioni puramente biochimiche, indipendentemente dalla continuità dell'amore.
- se in tali coppie continua a esserci sesso, la donna lo sente sempre e comunque come un dovere, una concessione alle esigenze dell'uomo che pure ama, e lo vive non soltanto senza partecipazione, ma come uno stupro.
- se dopo tanti anni la donna prova ancora desiderio e passione significa che vive il sesso anche fuori dal matrimonio o dalla lunga convivenza, perché solo così si può creare in lei un clima di eccitazione diffusa.
Se così è, i poveri uomini che ancora hanno pulsioni sessuali hanno poca scelta: o rinunciano completamente e imtraprendono una vita di castità, o provano a convincere la loro donna ma sapendo che la stanno forzando, forse stuprando, o cercano soddisfazione altrove.
Oppure, se la loro donna partecipa con passione, sanno di essere "cornuti".
Possibile che non ci siano altre alternative?
Possibile che non esistano coppie durature, fedeli, nelle quali anche il sesso svolge un ruolo positivo per entrambi?
Possibile che i difficili percorsi terapeutici, singoli o di coppia, siano in realtà finalizzati a convincere la donna a starci anche se non le va proprio?
Potete intuire che, se le cose stanno così, da un lato posso tranquillizzarmi in quanto il mio non è un problema, ma un dato di fatto generale, e dall'altro permettermi di provare a intraprendere una via di astinenza probabilmente più adatta a raggiungere pace e serenità che tanti tentativi pasticciati di conciliare stabilità di coppia e soddisfazione erotica.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
raramente mi è capitato di leggere un coacervo di inesattezze come quello che lei elenca. Da dove trae questo cumulo di idee senza fondamento?
Non le viene in mente che in assenza di ricerche, studi sistematici, osservazioni di specialisti del settore (medici e psicologi) le sue sono meno che ipotesi indimostrabili, sono piuttosto paure irrazionali, forse scuse per adottare certi comportamenti che le sarebbero graditi, ma che non osa praticare?
Fin dal consulto del 2016 lei lamenta il fatto che sua moglie ha perso qualunque interesse erotico nei suoi confronti, fino a rifiutarsi ad ogni suo desiderio di qualunque pratica sessuale; il che, tra l’altro, mal si concilia con l’affetto reciproco più volte da lei proclamato, il quale, se sincero, in genere è anche generoso.
I miei colleghi le hanno lungamente risposto, ma lei ha mostrato di non voler prendere visione degli articoli scientifici che sarebbero stati utilissimi anche a sua moglie, almeno per uscire da eventuali pregiudizi sull’età avanzata e sulla lunga durata della relazione come inevitabilmente preclusivi di una buona intesa sessuale.
Sembra che un’idea le giri nel cervello: la frequentazione di una prostituta, dal vivo o online? La ricerca di un’amante? Ma lei ne ha paura, pretende di non vederla e perciò si arrovella ossessivamente alla ricerca di ciò che non esiste, restando cieco ai dati reali, tra cui le numerose indicazioni di sua moglie sui motivi che hanno offuscato e infine spento il suo desiderio.
Fin dal ’16 ci ha scritto: me lo ha fatto velatametne intuire, che preferirebbe avere accanto a sè un uomo vivace, sorridente, ottimista, sereno, che avesse pure qualche "scappatella", piuttosto che un marito fedelissimo ma un po' scontroso, preoccupato per il futuro, ansioso, ecc., come purtroppo tendo a essere .
Ancora, riferendoci le parole di lei: "dopo 27 anni di matrimonio, durante i quali ho dovuto convivere con le tue ansie, le tue preoccupazioni, la tua iper-programmazione (anche riguardo al sesso, ma non solo) è chiaro che il desiderio, la voglia di far l'amore, di scambiarsi intimità, è alquanto caduta".
Infine: "pur essendo disposta ad ammettere qualche difetto anche da parte sua, ritiene che cause della crisi siano tutte dalla mia parte: atteggiamnto ansioso, iperprogrammazione, scarsa predisposizione alle relazioni sociali, "starle troppo col fiato sl collo" , chiederle sempre troppe conferme e giustificazioni atteggiandomi, dice, più come figlio che come marito. Tutto questo ha fatto spegnere il trasporto erotico verso di me, procurandole anche qualche problemino fisico che, forse, potrebbe addirittura avere cause psicosomatiche. Coem dovrei cambiare? Vivere il presente, prendere salute e malattia per quel che sono senza fasciarsi la testa inutilmente, stare bene con me stesso, ecc.: forse, così facendo, se dovessi riuscirci, lei potrebbe anche riscoprire un uomo nuovo in me e qualcosa potrebbe risvegliarsi... ...chissà se ce la farò..."
Ecco le sue parole di sedici anni fa, che sembrano non valutare ciò che sua moglie lamentava, ciò che chiedeva, ma soprattutto l’urgenza di un suo profondo cambiamento.
Lei invece ha continuato a pasticciare gestendo insieme psicoterapeuta (di quale impostazione?), coach della sfera sessuale, consulti online: da quelli nostri, effettuati da specialisti, a quelli di assoluti profani, come dice in un altro consulto.
E l’esito qual è stato? La serie di affermazioni che ci scrive oggi, intrinsecamente contraddittorie, palesemente insostenibili. Provi a rileggerle: cosa ci sarebbe nella biochimica femminile perché una lunga relazione spenga il desiderio? Lei sa di biochimica, di fisiologia, di neuropsicologia? Allora perché ne parla?
Non parliamo dell’assecondare il desiderio del partner, che sarebbe avvertito dalle donne come stupro. Quindi le donne sinceramente religiose, che accettavano il coito come remedium concupiscientiae’, in realtà erano vittime/complici di stupro?
E l’altra, secondo cui una relazione esterna riaccenderebbe nella donna un clima di eccitazione diffusa ? Ma lei, gentile utente, ha mai letto per esempio il romanzo Madame Bovary, o l’Amante di Lady Chatterley? Le sembra che le due protagoniste, e in genere le donne che hanno amanti, si mostrino passionali anche col marito? Apra gli occhi, via!
Si guarda intorno? Io credo di no, altrimenti non farebbe la domanda: Possibile che non esistano coppie durature, fedeli, nelle quali anche il sesso svolge un ruolo positivo per entrambi? . Non lo vede come si parlano certe coppie anche ottantenni, come si sorridono, come si tengono per mano?
Rifletta piuttosto sul fatto che alcune coppie che insistono a restare insieme malgrado le sofferenze reciprocamente inflitte, parlano di affetto, ma in realtà hanno come collante la convenienza, o la paura.
Infine un’ultima osservazione: lo sa che molti ipocondriaci sono prima di tutto alessitimici? Ha parlato con la sua curante dei rischi di entrambe queste condizioni?
Spero di averle suggerito qualche riflessione.
Auguri.
raramente mi è capitato di leggere un coacervo di inesattezze come quello che lei elenca. Da dove trae questo cumulo di idee senza fondamento?
Non le viene in mente che in assenza di ricerche, studi sistematici, osservazioni di specialisti del settore (medici e psicologi) le sue sono meno che ipotesi indimostrabili, sono piuttosto paure irrazionali, forse scuse per adottare certi comportamenti che le sarebbero graditi, ma che non osa praticare?
Fin dal consulto del 2016 lei lamenta il fatto che sua moglie ha perso qualunque interesse erotico nei suoi confronti, fino a rifiutarsi ad ogni suo desiderio di qualunque pratica sessuale; il che, tra l’altro, mal si concilia con l’affetto reciproco più volte da lei proclamato, il quale, se sincero, in genere è anche generoso.
I miei colleghi le hanno lungamente risposto, ma lei ha mostrato di non voler prendere visione degli articoli scientifici che sarebbero stati utilissimi anche a sua moglie, almeno per uscire da eventuali pregiudizi sull’età avanzata e sulla lunga durata della relazione come inevitabilmente preclusivi di una buona intesa sessuale.
Sembra che un’idea le giri nel cervello: la frequentazione di una prostituta, dal vivo o online? La ricerca di un’amante? Ma lei ne ha paura, pretende di non vederla e perciò si arrovella ossessivamente alla ricerca di ciò che non esiste, restando cieco ai dati reali, tra cui le numerose indicazioni di sua moglie sui motivi che hanno offuscato e infine spento il suo desiderio.
Fin dal ’16 ci ha scritto: me lo ha fatto velatametne intuire, che preferirebbe avere accanto a sè un uomo vivace, sorridente, ottimista, sereno, che avesse pure qualche "scappatella", piuttosto che un marito fedelissimo ma un po' scontroso, preoccupato per il futuro, ansioso, ecc., come purtroppo tendo a essere .
Ancora, riferendoci le parole di lei: "dopo 27 anni di matrimonio, durante i quali ho dovuto convivere con le tue ansie, le tue preoccupazioni, la tua iper-programmazione (anche riguardo al sesso, ma non solo) è chiaro che il desiderio, la voglia di far l'amore, di scambiarsi intimità, è alquanto caduta".
Infine: "pur essendo disposta ad ammettere qualche difetto anche da parte sua, ritiene che cause della crisi siano tutte dalla mia parte: atteggiamnto ansioso, iperprogrammazione, scarsa predisposizione alle relazioni sociali, "starle troppo col fiato sl collo" , chiederle sempre troppe conferme e giustificazioni atteggiandomi, dice, più come figlio che come marito. Tutto questo ha fatto spegnere il trasporto erotico verso di me, procurandole anche qualche problemino fisico che, forse, potrebbe addirittura avere cause psicosomatiche. Coem dovrei cambiare? Vivere il presente, prendere salute e malattia per quel che sono senza fasciarsi la testa inutilmente, stare bene con me stesso, ecc.: forse, così facendo, se dovessi riuscirci, lei potrebbe anche riscoprire un uomo nuovo in me e qualcosa potrebbe risvegliarsi... ...chissà se ce la farò..."
Ecco le sue parole di sedici anni fa, che sembrano non valutare ciò che sua moglie lamentava, ciò che chiedeva, ma soprattutto l’urgenza di un suo profondo cambiamento.
Lei invece ha continuato a pasticciare gestendo insieme psicoterapeuta (di quale impostazione?), coach della sfera sessuale, consulti online: da quelli nostri, effettuati da specialisti, a quelli di assoluti profani, come dice in un altro consulto.
E l’esito qual è stato? La serie di affermazioni che ci scrive oggi, intrinsecamente contraddittorie, palesemente insostenibili. Provi a rileggerle: cosa ci sarebbe nella biochimica femminile perché una lunga relazione spenga il desiderio? Lei sa di biochimica, di fisiologia, di neuropsicologia? Allora perché ne parla?
Non parliamo dell’assecondare il desiderio del partner, che sarebbe avvertito dalle donne come stupro. Quindi le donne sinceramente religiose, che accettavano il coito come remedium concupiscientiae’, in realtà erano vittime/complici di stupro?
E l’altra, secondo cui una relazione esterna riaccenderebbe nella donna un clima di eccitazione diffusa ? Ma lei, gentile utente, ha mai letto per esempio il romanzo Madame Bovary, o l’Amante di Lady Chatterley? Le sembra che le due protagoniste, e in genere le donne che hanno amanti, si mostrino passionali anche col marito? Apra gli occhi, via!
Si guarda intorno? Io credo di no, altrimenti non farebbe la domanda: Possibile che non esistano coppie durature, fedeli, nelle quali anche il sesso svolge un ruolo positivo per entrambi? . Non lo vede come si parlano certe coppie anche ottantenni, come si sorridono, come si tengono per mano?
Rifletta piuttosto sul fatto che alcune coppie che insistono a restare insieme malgrado le sofferenze reciprocamente inflitte, parlano di affetto, ma in realtà hanno come collante la convenienza, o la paura.
Infine un’ultima osservazione: lo sa che molti ipocondriaci sono prima di tutto alessitimici? Ha parlato con la sua curante dei rischi di entrambe queste condizioni?
Spero di averle suggerito qualche riflessione.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Mi era giunta una mail che mi informava che la mia richiesta di consulto era stata respinta, e lo potevo capire.
Poi invece mi è arrivata la sua risposta, di cui la ringrazio.
Una risposta un po' scocciata, ma anche questo lo posso capire.
Avevo intenzione di controrispondere punto per punto, ma ho capito che, probabilmente, la mia ricerca ossessiva, da anni, di risposte altrui, é parte del problema.
Come mia moglie stessa mi scrisse una volta: "siamo come siamo, non elucubrare e vivi"
Forse mia moglie non sarà particolarmente generosa, forse se si sforzasse un po' potrebbe darmi qualcosa anche sul piano sessuale.
Ma lei, la amo, e so che anche lei prova amore per me, anche se non nel modo pieno che vorrei.
Perché dovrei lasciarla?
Il soddisfacimento sessuale che mi manca é un problema, certo, ma non deve essere tale dal compromettere la continuità della nostra vita insieme, che ha anche tanto di bello, mi creda.
Forse sono pazzo, ma che ci posso fare?
Poi invece mi è arrivata la sua risposta, di cui la ringrazio.
Una risposta un po' scocciata, ma anche questo lo posso capire.
Avevo intenzione di controrispondere punto per punto, ma ho capito che, probabilmente, la mia ricerca ossessiva, da anni, di risposte altrui, é parte del problema.
Come mia moglie stessa mi scrisse una volta: "siamo come siamo, non elucubrare e vivi"
Forse mia moglie non sarà particolarmente generosa, forse se si sforzasse un po' potrebbe darmi qualcosa anche sul piano sessuale.
Ma lei, la amo, e so che anche lei prova amore per me, anche se non nel modo pieno che vorrei.
Perché dovrei lasciarla?
Il soddisfacimento sessuale che mi manca é un problema, certo, ma non deve essere tale dal compromettere la continuità della nostra vita insieme, che ha anche tanto di bello, mi creda.
Forse sono pazzo, ma che ci posso fare?
[#3]
Gentile utente,
lei stesso si riconosce comportamenti ossessivi, e questo, come saprà, rappresenta una malattia mentale, con una diagnosi, una prognosi, una terapia.
In altre parole, tutte le sue 'eccentricità' hanno un nome nella nosografia (l'ipocondria, per dirne una) e la maggior parte è curabile.
Attribuire stati d'animo alterati al professionista che le risponde fa parte della sua malattia.
Chi soffre della sua alterazione non siamo noi specialisti, ma lei e i suoi familiari più prossimi.
Sappiamo bene che al percorso di guarigione il paziente oppone strenue resistenze, che tecnicamente si chiamano "meccanismi di difesa", ma di sicuro a 'scocciarsi' non può essere una psicologa che non ha nemmeno il piacere di averla in cura.
Apra gli occhi, come le ho già detto.
Buone cose.
lei stesso si riconosce comportamenti ossessivi, e questo, come saprà, rappresenta una malattia mentale, con una diagnosi, una prognosi, una terapia.
In altre parole, tutte le sue 'eccentricità' hanno un nome nella nosografia (l'ipocondria, per dirne una) e la maggior parte è curabile.
Attribuire stati d'animo alterati al professionista che le risponde fa parte della sua malattia.
Chi soffre della sua alterazione non siamo noi specialisti, ma lei e i suoi familiari più prossimi.
Sappiamo bene che al percorso di guarigione il paziente oppone strenue resistenze, che tecnicamente si chiamano "meccanismi di difesa", ma di sicuro a 'scocciarsi' non può essere una psicologa che non ha nemmeno il piacere di averla in cura.
Apra gli occhi, come le ho già detto.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Gentile utente,
lei pensa invece che una visione alterata della realtà, egodistonica per chi ne è portatore, porti serenità e pace a chi interagisce con lui/lei?
Molto spesso chi sceglie come partner una persona disturbata ha suoi propri 'tarli', sospetto confermato se mantiene la relazione a lungo senza cercare soluzioni, e a quel che ci ha scritto, sua moglie si è sempre rifiutata di accedere ad un colloquio con un terapeuta: ho capito male?
lei pensa invece che una visione alterata della realtà, egodistonica per chi ne è portatore, porti serenità e pace a chi interagisce con lui/lei?
Molto spesso chi sceglie come partner una persona disturbata ha suoi propri 'tarli', sospetto confermato se mantiene la relazione a lungo senza cercare soluzioni, e a quel che ci ha scritto, sua moglie si è sempre rifiutata di accedere ad un colloquio con un terapeuta: ho capito male?
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.3k visite dal 01/10/2022.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.