Università, fuoricorso e paura di aver fallito

Buonasera gentili medici,
scrivo per un consulto in merito alla mia situazione.

Ho iniziato la facoltà di giurisprudenza diversi anni fa, convintissima della mia scelta e infatti i primi 4 anni sono andati benissimo, maturando anche una media alta.

Purtroppo, però, 3 anni fa mio papà si è ammalato e contemporaneamente l’azienda per cui lavorava (che ci permetteva una vita benestante) è fallita e quindi si è anche trovato senza lavoro.
Da qui sono iniziati i problemi, la situazione è diventata molto pesante e non nego che, soprattutto quella economica, è diventata a tratti insostenibili (non voglio scendere nel dettaglio), ma comunque ho affrontato momenti davvero difficili che mi hanno impedito di vivere serenamente (considerando che anche mia mamma per un periodo si è trovata senza lavoro).

Ho dovuto quindi sospendere gli studi (frequentavo un’università privata), e ho aiutato la mia famiglia facendo piccoli lavoretti e cercando di non pesare sulle spalle dei miei genitori.

Oggi, dopo 3 anni, sono tornata per la prima volta in università per dare un esame, che è andato malissimo.
Ho fatto scena muta, ma perché ero totalmente presa dall’ansia: il professore appena ha visto la mia data di iscrizione al corso (2012/13) ha subito fatto una smorfia, mettendomi a disagio e mostrando il mio libretto all’assistente di fianco.

Sono andata nel panico e lì per lì non ho saputo cosa dire.

Specifico che ho 28 anni e per me è diventato un incubo tutto questa situazione: vedo miei coetanei già avvocati e io ancora che devo prendere la laurea.
Altri che hanno mollato, ma che comunque hanno percorso strade lavorative differenti, tutti sistemati, già sposati e con una loro casa.
Io mi sento totalmente una fallita, senza futuro e oggi a quell’ esame mi sono sentita terribilmente stupida, di fronte a tutti quei ragazzi più piccoli di me e già molto più avanti nella carriera.

Mi mancano 7 esami alla laurea, alcuni molto difficili (quello di oggi era una procedura e sono soliti bocciare molto), ma non voglio mollare, solo che dopo oggi mi sento persa, fuori età e senza speranze.
Sogno di fare il concorso di magistratura, ma se non riesco neanche a passare questi esami, come posso pensare di farcela?


A tutto ciò si aggiunge anche il lato emotivo/ amoroso.
Sono uscita da una relazione di 10 anni con una persona che mi ha distrutta emotivamente (motivo in più che ha contribuito al mio blocco) e mi ha sempre fatta sentire inadatta, facendomi elemosinare anche semplicemente una carezza (mi ero rivolta già in passato ad uno psicologo per questa situazione). Anche in questo ambito mi sento in difetto, perché vorrei anche io vivere una storia d’amore, e riceverne altrettanto dato che nella precedente ho dato davvero tutto, senza ricevere nulla (ero totalmente innamorata) e ad oggi ne sento proprio il bisogno.

Vi prego di darmi un consiglio sul da farsi perché davvero sono moralmente a terra.

Grazie per l’ascolto e mi scuso per il papiro.
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Dr.ssa Paola Poeta Psicologo, Psicoterapeuta 26
Gentile utente,
gli avvenimenti che ha dovuto affrontare l'hanno posta di fatto in una situazione di merito, non di demerito. Ha potuto riprendere l'Universita' per la forza delle sue aspirazioni (le auguro anche per miglioramenti economici) ma ha incontrato il "peso sociale" di chi non ha tempo o voglia, ma anche modo, di astenersi da valutazioni veloci. Forse puo' considerare che i percorsi di vita sono individuali, scanditi dalle proprie storie, e i confronti non aiutano ne' servono, soprattutto perche' porta dentro di Se' delle ferite. Affronti il prossimo esame con l'atteggiamento di chi ha compiuto un nobile lavoro altrove per un periodo. Ha tutti i diritti di desiderare di vivere storie d'amore e realizzarsi nel lavoro. Ma puo' essere necessario elaborare tutto quello che l'ha turbata per ritrovare le psicoenergie utili. Un percorso di psicoterapia e' consigliabile, che puo' anche valutare in modalita' on-line.
Cordialmente

Dr.ssa Paola Poeta

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per la sua risposta, che non nego mi abbia commossa: mi ha fatto sentire capita dopo tanto tempo.
Sicuramente so che il confronto è deleterio, e si le ferite dentro di me sanguinano ancora, ma alle volte è inevitabile. Purtroppo anche la mia storia precedente mi ha lasciato non pochi strascichi, ma anche io, in fondo, penso di avere il diritto di stare bene, realizzarmi e sentirmi amata (forse alle volte non mi sento meritevole di tutto ciò, ma è dovuto anche ad una mia scarsa autostima).
Non voglio mollare, soprattutto perché se non l’ho fatto fino ad ora, non voglio permettere che sia un giudizio estraneo a farlo per me, ma alle volte è dura.
Sicuramente sarebbe opportuno riprendere un percorso di psicoterapia, appena potrò lo farò senza dubbio.
Comunque la ringrazio di cuore, perché la sua risposta mi ha davvero aiutata molto.