Il mio disagio

Gentili Dottori,
cercherò di essere il più sintetico possibile nell’esporre il mio problema.
Sono un ragazzo di 26 anni ormai da una vita alle prese con un disagio relazionale.
Sono ultimo di 3 figli, la mia famiglia si è trasferita dal sud che io avevo circa 8 anni per andare al nord.
Premetto che, nonostante fossi timido, da piccolo ho avuto un’infanzia comunque felice. Giocavo con gli amici, stavo fuori fino a sera, andavo a trovare i cugini, ecc.. insomma un bambino come tanti. Dicevano che ero bravo ed educato. In Primina (ho iniziato la scuola a 5 anni) ero tra i migliori della classe. Ero piuttosto emotivo e fantasticavo molto specialmente ascoltando musica. Ma nonostante questo avevo una vita sociale appagante.
Una volta trasferito ho vissuto come un trauma il cambio di scuola e il tutto. Erano i primi anni 90, sentivo spesso la parola terrone e mi sentivo a disagio. Iniziai a reprimermi. Mi vergognavo delle miei origini e cercavo di “moderare” certi miei atteggiamenti euforici o irriverenti che, nonostante la mia timidezza, ho sempre comunque avuto. I rapporti di amicizia rimanevano solo all’interno della scuola e eccetto rari casi proseguivano oltre.
Fatto sta che questa sensazione di non riuscire a comunicare, di non esprimermi come avrei voluto mi ha accompagnato da allora fino ad oggi attraversando tutta l’adolescenza.
Praticamente è da un 5 anni e forse più che non ho amici veri con cui uscire se non in rari episodi. Non sono riuscito a mantenere nessun legame duraturo sia nell’amicizia che in altri ambiti e ovviamente tutto ciò ha avuto ripercussioni anche sul lavoro che ho cambiato spesso e sul mangiare disordinato a tanto.
In ogni situazione al primo segnale di ostilità o di incomprensione mi irrigidivo e mi chiudevo fino a mollare tutto. Ogni volta finivo per nascondermi e mentire su alcune cose per timore di essere compatito o giudicato per il fatto di non avere più una vita sociale vera. Spesso, anche con i parenti, mi zittivo completamente per paura, quasi diventavo muto.
Rimanevo sempre più spesso in casa tra tv e computer arrivando ad avere relazioni solo con i miei famigliari e poche persone al di fuori perlopiù conoscenti. Mi rifugiavo in un mio mondo e li mi serravo.
Mi sono sentito dire da parenti e vecchi amici frasi tipo “cosa gli è successo? Non è più lo stesso” o “perché non parla mai” o addirittura uno zio che disse a mia madre “MI FA PAURA”.. solo perché ero schivo nei suoi confronti (uno zio con cui tra l’altro da piccolo andavo d’accordissimo).

La mia famiglia non ha problemi particolari. Più che altro mia madre ha sempre avuto atteggiamenti aggressivi come gridare per qualsiasi cosa lasciandosi andare a volte a scenate esasperate accompagnate da momenti di ilarità. Cosa che ho notato anche nei suoi fratelli e sorelle arrivando a pensare che questo malessere possa essere anche genetico. Infatti la loro storia famigliare è piena di episodi di incomprensioni e rancore che tutt’ora persistono. Mia sorella, la maggiore, ha anche lei sofferto di questo disagio e in un certo periodo è stata anche bulimica.
Arrivato a 26 anni sopporto sempre meno questa situazione specialmente pensando a tutto quello che ho perso in questi anni. Ho da poco scoperto, tramite alcune ricerche internet, che questi sintomi sarebbero riconducibili ad una diagnosi Borderline. Mi piacerebbe sapere il vostro parere a riguardo sperando in un qualche vostro consiglio che possa aiutarmi a cambiare davvero.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Saluti.



[#1]
Dr.ssa Romina Venti Psicologo, Psicoterapeuta 85 2
Caro ragazzo,
giustamente come lei ha detto inizialmente mi sembra che lei abbia più un disagio relazionale che psicopatologico.

E' stato sintetico ma chiaro nell'esporre il suo problema(anche se via web è impossibile fare diagnosi)e questo mi porta a pensare che se intraprendesse una psicoterapia potrebbe lavorare molto bene, perchè riguardo a tante cose già ci ha riflettuto.

Comunque, a me sembra che lei nel tempo si sia concentrato troppo sulle reazioni altrui e poco su ciò che lei desidereva e desidera, parla molto di cosa dicono gli altri e di com'è sua madre, e del suo ritiro reattivo.
Oggi inizia a pensare a cosa si è perso e cosa si sta perdendo, certo è difficile da soli riprendere in mano la situazione, perciò Le consiglio vivamente di contattare uno psicologo-psicoterapeuta magari con formazione relazionale.

Distinti saluti

Dr.ssa Romina Venti
Psicologa-Psicoterapeuta familiare e sistemico-relazionale
Iscr.Ord.Psic.Umbria sez. A n°536
www.rominaventi.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazzo, l'autodiagnosi "fai da te" è una cosa che sconsigliamo sempre agli utenti che ci scrivono, perché fare una diagnosi già è difficile per il professionista, s'immagini per il non "addetto ai lavori" quanto possa essere facile sbagliarsi.

Da ciò che racconta sembrerebbe infatti trattarsi di altro, ma comunque quale sarebbero gli elementi che le hanno fatto pensare di avere un disturbo borderline?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazzo se c'è una cosa veramente semplice da fare e nella quale tutti cadono è il confronto con i propri sintomi e quelli di qualche malattia trovata su internet. Non avendo le conoscenze necessarie per differenziare un male da un altro chiunque potrebbe identificarsi grazie al cosiddetto metodo di astrazione selettiva in cui si estrapolano i sintomi ritenuti sovrapponibili ai nostri e si scartano altri irrilevanti. questo vale per le malattie psicologiche, organiche e per altre discipline magiche come l'astrologia.
Riporti i suoi disagi ad un professionista e lasci perdere internet.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
gentile utente,

le difficoltà relazionali possono appartenere ai propri caratteri di personalità senza che possano rientrare in un discorso di patologia.

E' più opportuno, invece, sottolineare che questa condizione può correlarsi ad un sottostante disturbo dell'umore che andrebbe diagnosticato e trattato adeguatamente.

Se ci fosse questo problema, sia che sia precedente ai suoi problemi relazionali sia che sia successivo ad essi, e' necessario che venga valutato.

Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#5]
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
E' passato quasi un anno ormai e sono sempre nella stessa situazione.. se non peggio.. ora mi sto isolando persino dalla famiglia e faccio il muto in casa.. mi sto ormai annullando.. sono troppi anni trascorsi a tenersi tutto dentro, a reprimermi, a preoccuparmi di cosa e come lo dico.. eppure io mi sento normale, pieno di vita e cose da dire e da fare ma non riesco ad esprimermi.. sto dando il peggio di me.. ho dei dubbi che uno specialista possa aiutarmi davvero senza che provi pena per me..

è da una vita che mi sento inadatto e fuori contesto.. vorrei tanto esprimermi ma credo dopo tutti questi anni trascorsi a reprimermi mi abbiano segnato.. troppo tempo senza avere amici.. troppo tempo senza rapportarsi con gli altri per tutta una serie di avvenimenti e situazioni che si sono accavvallate negli anni e a cui reagivo sempre troncando tutto e tenendo tutto dentro..
mi sento come se avessi una zavorra che mi tiene giù..
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ho dei dubbi che uno specialista possa aiutarmi davvero senza che provi pena per me..
>>>

Gentile ragazzo, prenda questa domanda solo come una richiesta di chiarimento, e non come una provocazione: che cosa le fa pensare che attraverso dei consulti online lei possa ricevere più aiuto e meno pietismo, rispetto al rivolgersi a uno specialista di persona?

Cordiali saluti
[#7]
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Non lo penso perchè qui sono anonimo e comunque dispiace dirlo ma non mi fido molto degli specialisti e della loro reale capacità di capire i problemi e aiutarti. Senza contare quanto mi verrebbe a costare.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Bene, ma anche qui trova degli specialisti che le rispondono. Se non si fida di persona, cosa le fa pensare che a noi, e per giunta a distanza, possa dare più fiducia?

Quanto all'aspetto economico, non deve pensare che dei semplici consulti online possano costituire una versione gratituita del consulto vero, perché non è così. Da qui non si possono fare interventi diretti, solo dare un orientamento generale.

In conclusione, la sua sfiducia negli specialisti potrebbe essere parte di un problema più ampio che, mi rendo conto, le sta impedendo proprio di cercare quell'aiuto di cui avrebbe bisogno. Ma per risolvere certi problemi a volte è necessario fare un passo di rottura e agire CONTRO ciò che ci direbbe l'intuizione.

Cordiali saluti
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