Stato confusionale, ansia, ossessivita
Salve,
Sono una ragazza di 32 anni.
Per sette anni sono stata seguita da una terapeuta a indirizzo cognitivo comportamentale che praticava EMDR.
A seguito di una separazione ho infatti manifestato ansia e ossessivitá.
Solo il primo anno ho fatto terapia in modo più puntuale, dopodiché sono tornata saltuariamente, sia perché avevo imparato a gestire l'ansia, sia perché conduco una vita abbastanza frenetica, spostandomi sempre da una città all'altra.
Nell'ultimo periodo accade però che in diverse situazioni non mi sono più sentita compresa da lei.
Spesso ho avuto bisogno di prendere consapevolezza dei miei stati emotivi, piuttosto che raggirare l'ansia attraverso dei comportamenti che ne riducono la sintomatologia.
Questo bisogno non viene accolto poiché la terapeuta crede che mi possa fare incartare i pensieri.
Più avanti il suo metodo diagnostico mi fa sentire sempre più etichettata come una malata e noto anche che spesso la terapeuta mi fornisce delle indicazioni comportamentali che credo mi impediscano di esercitare una scelta più in linea ai miei bisogni.
In particolare, durante una scelta molto difficile per me, mi sono resa conto di quanto lei abbia imposto le sue idee e sfavorito le mie, giudicandole come frutto di un'eccessiva ruminazione mentale.
Il risultato è stato aver compiuto una scelta, affidandomi inconsciamente a lei, e avere manifestato attacchi di panico per oltre un mese e appunto ossessivitá.
Provo nuovamente a capire con lei la causa del mio malessere ma lei mi dice che è ancora una volta il mio disturbo ossessivo che mi porta a reagire in questo modo.
Stanca delle sue risposte e arrabbiata decido di rivolgermi ad un'altra terapeuta alla quale non faccio altro per mesi che confidare il mio malessere nei confronti della mia prima terapeuta.
Con la nuova terapeuta inizia un percorso basato sulla comprensione dei miei bisogni, sull'eliminazione delle etichette, e sul mio senso di responsabilità.
Insomma, quest'ultima comprende i miei bisogni, tuttavia ponendosi in contrasto sia a livello personale che terapeutico al percorso precedente.
Per mesi non faccio che mettere a confronto i due percorsi e questo comincia a crearmi molto dolore, perché metto in dubbio tutto il percorso precedente, nonché la mia vita passata.
Il primo momento di rottura con quest'ultima arriva anche in questo caso quando di fronte a una scelta mi sono sentita abbandonata e in seguito ad un evento molto difficile, in cui mi sono sentita in pericolo, lei non mi fornisce il calore che invece mi dava quella di prima.
Non riuscendo più a superare questo evento traumatico mi rivolgo nuovamente a quella di prima della quale però non mi fido più ciecamente, questo mi fa stare ancora peggio.
Attualmente stiamo cercando di ricostruire il nostro rapporto, tuttavia io ho molta paura della psicoterapia.
Da mesi manifesto confusione mentale, ossessivitá, ansia, incubi e mi sento fortemente disgregata come se non sapessi più chi sono.
Confido in un vostro parere.
Sono una ragazza di 32 anni.
Per sette anni sono stata seguita da una terapeuta a indirizzo cognitivo comportamentale che praticava EMDR.
A seguito di una separazione ho infatti manifestato ansia e ossessivitá.
Solo il primo anno ho fatto terapia in modo più puntuale, dopodiché sono tornata saltuariamente, sia perché avevo imparato a gestire l'ansia, sia perché conduco una vita abbastanza frenetica, spostandomi sempre da una città all'altra.
Nell'ultimo periodo accade però che in diverse situazioni non mi sono più sentita compresa da lei.
Spesso ho avuto bisogno di prendere consapevolezza dei miei stati emotivi, piuttosto che raggirare l'ansia attraverso dei comportamenti che ne riducono la sintomatologia.
Questo bisogno non viene accolto poiché la terapeuta crede che mi possa fare incartare i pensieri.
Più avanti il suo metodo diagnostico mi fa sentire sempre più etichettata come una malata e noto anche che spesso la terapeuta mi fornisce delle indicazioni comportamentali che credo mi impediscano di esercitare una scelta più in linea ai miei bisogni.
In particolare, durante una scelta molto difficile per me, mi sono resa conto di quanto lei abbia imposto le sue idee e sfavorito le mie, giudicandole come frutto di un'eccessiva ruminazione mentale.
Il risultato è stato aver compiuto una scelta, affidandomi inconsciamente a lei, e avere manifestato attacchi di panico per oltre un mese e appunto ossessivitá.
Provo nuovamente a capire con lei la causa del mio malessere ma lei mi dice che è ancora una volta il mio disturbo ossessivo che mi porta a reagire in questo modo.
Stanca delle sue risposte e arrabbiata decido di rivolgermi ad un'altra terapeuta alla quale non faccio altro per mesi che confidare il mio malessere nei confronti della mia prima terapeuta.
Con la nuova terapeuta inizia un percorso basato sulla comprensione dei miei bisogni, sull'eliminazione delle etichette, e sul mio senso di responsabilità.
Insomma, quest'ultima comprende i miei bisogni, tuttavia ponendosi in contrasto sia a livello personale che terapeutico al percorso precedente.
Per mesi non faccio che mettere a confronto i due percorsi e questo comincia a crearmi molto dolore, perché metto in dubbio tutto il percorso precedente, nonché la mia vita passata.
Il primo momento di rottura con quest'ultima arriva anche in questo caso quando di fronte a una scelta mi sono sentita abbandonata e in seguito ad un evento molto difficile, in cui mi sono sentita in pericolo, lei non mi fornisce il calore che invece mi dava quella di prima.
Non riuscendo più a superare questo evento traumatico mi rivolgo nuovamente a quella di prima della quale però non mi fido più ciecamente, questo mi fa stare ancora peggio.
Attualmente stiamo cercando di ricostruire il nostro rapporto, tuttavia io ho molta paura della psicoterapia.
Da mesi manifesto confusione mentale, ossessivitá, ansia, incubi e mi sento fortemente disgregata come se non sapessi più chi sono.
Confido in un vostro parere.
[#1]
Gentile utente,
La invitiamo a voler correggere i Suoi dati: 35Kg sembrano poco realistici per m. 1,70 di altezza; modifichi anche gli altri se non corrispondenti.
L'esattezza dei dati è condizione per una risposta credibile, oltre che per una certa sincerità nel rapporto con lo specialista, sia pure online.
Se infatti, sbadatamente, prendessi per buono il dato relativo al Suo BMI senza chiedere conferma, dovrei introdurre una risposta inerente ai disturbi del comportamento alimentare, non Le pare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
La invitiamo a voler correggere i Suoi dati: 35Kg sembrano poco realistici per m. 1,70 di altezza; modifichi anche gli altri se non corrispondenti.
L'esattezza dei dati è condizione per una risposta credibile, oltre che per una certa sincerità nel rapporto con lo specialista, sia pure online.
Se infatti, sbadatamente, prendessi per buono il dato relativo al Suo BMI senza chiedere conferma, dovrei introdurre una risposta inerente ai disturbi del comportamento alimentare, non Le pare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile utente,
Lei "Confida in un nostro parere".
1. Francamente non è facile capire in che senso, dato che qui noi ci occupiamo unicamente di chi scrive e non della relazione terapeutica con altre professioniste non presenti.
Noi inoltre non conosciamo la Sua diagnosi, e neppure se fruisca di supporto farmacologico (di cui lo specialista è lo Psichiatra).
Possediamo dunque molti meno elementi delle due Psicoterapeute che l'hanno seguita per del tempo (per anni, la prima). E dunque perché pensare che noi possiamo aiutarLa più di loro, o darne qualche genere di parere?
2. Dal Suo consulto sembrerebbe che Lei richieda molto dalle Sue terapeute e forse si aspetta molto anche da noi a cui scrive. Può succedere quando ci si sente veramente male.
Però con la consapevolezza che nessun aiuto esterno ci darà il 100% di quello che noi ci aspettiamo, tanto più dalla medesima persona.
La Psicoterapia è una relazione ed una tecnica contemporaneamente, secondo parecchi approcci; non sempre le due cose abitano nella stessa professionista: tecniche, sentimenti, calore umano, comprensione... E dunque chi si aspetta ciò è destinato a rimanere deluso.
3. Tenga conto che gli stessi disturbi che Lei descrive (ossessivitá, ansia), non solo invadono la Sua vita, bensì anche la relazione terapeutica sottoponendola a continui dubbi e rimuginazioni ossessive.
D'altra parte però noi non comprendiamo come una situazione di "..confusione mentale, ossessivitá, ansia, incubi e mi sento fortemente disgregata .."(per usare parole Sue)
Le permetta "...una vita abbastanza frenetica, spostandomi sempre da una città all'altra."
L'assenza di informazioni di contesto (professione, ecc.) sembra rendere incongrui certi passaggi.
......................
Abbiamo fatto il possibile per evidenziarLe alcuni nodi critici, sui quali se ritiene potrà riflettere;
pur nella nostra consapevolezza che un consulto online è poco adatto alla situazione che ci descrive.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Lei "Confida in un nostro parere".
1. Francamente non è facile capire in che senso, dato che qui noi ci occupiamo unicamente di chi scrive e non della relazione terapeutica con altre professioniste non presenti.
Noi inoltre non conosciamo la Sua diagnosi, e neppure se fruisca di supporto farmacologico (di cui lo specialista è lo Psichiatra).
Possediamo dunque molti meno elementi delle due Psicoterapeute che l'hanno seguita per del tempo (per anni, la prima). E dunque perché pensare che noi possiamo aiutarLa più di loro, o darne qualche genere di parere?
2. Dal Suo consulto sembrerebbe che Lei richieda molto dalle Sue terapeute e forse si aspetta molto anche da noi a cui scrive. Può succedere quando ci si sente veramente male.
Però con la consapevolezza che nessun aiuto esterno ci darà il 100% di quello che noi ci aspettiamo, tanto più dalla medesima persona.
La Psicoterapia è una relazione ed una tecnica contemporaneamente, secondo parecchi approcci; non sempre le due cose abitano nella stessa professionista: tecniche, sentimenti, calore umano, comprensione... E dunque chi si aspetta ciò è destinato a rimanere deluso.
3. Tenga conto che gli stessi disturbi che Lei descrive (ossessivitá, ansia), non solo invadono la Sua vita, bensì anche la relazione terapeutica sottoponendola a continui dubbi e rimuginazioni ossessive.
D'altra parte però noi non comprendiamo come una situazione di "..confusione mentale, ossessivitá, ansia, incubi e mi sento fortemente disgregata .."(per usare parole Sue)
Le permetta "...una vita abbastanza frenetica, spostandomi sempre da una città all'altra."
L'assenza di informazioni di contesto (professione, ecc.) sembra rendere incongrui certi passaggi.
......................
Abbiamo fatto il possibile per evidenziarLe alcuni nodi critici, sui quali se ritiene potrà riflettere;
pur nella nostra consapevolezza che un consulto online è poco adatto alla situazione che ci descrive.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 25/09/2022.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.