Da quando mio padre è stato ricoverato in terapia intensiva soffro d’ansia. come si spiega questo?

Salve a tutti.
Sono una ragazza che da pochi mesi ha compiuto 18 anni e da quasi un anno soffro di un disturbo d’ansia.
Parto col dire che ho sempre avuto un carattere molto riservato (non timido) e molto spesso preferisco fare attività in solitudine piuttosto che in gruppo.
Sono figlia unica e i miei genitori non mi hanno fatto mai mancare nulla sia da un punto di vista economico che affettivo.
Mio padre è molto spesso al lavoro, quindi la mia infanzia l’ho trascorsa principalmente con mia madre.
Con lei ho un rapporto molto stretto che a volte però può sfociare quasi nella dipendenza.
Lei è una donna non molto affettuosa e molte volte ha la tendenza a rimproverare chi non fa le cose come lei vorrebbe.
Quando ero piccola mi imponeva una serie di limiti, ad esempio se andavo al parco non potevo sudare troppo giocando e correndo altrimenti mi sarei potuta ammalare; limiti che dovevo rispettare e bastava un solo sgarro per farla arrabbiare.
Questo probabilmente mi ha portata ad essere molto insicura di me stessa e a cercare costantemente approvazione da chi mi sta attorno.
Nel corso della mia vita ho sempre cercato di raggiungere un ideale di perfezione e questa ricerca ha trovato sfogo nel campo scolastico.
Ho dedicato anima e cuore allo studio e questo mi ha portato ad essere considerata da compagni di scuola e docenti la ragazza perfetta.
In tutti i miei anni di scuola (fino allo scorso anno, il quarto anno di liceo scientifico) ho conseguito una pagella praticamente esemplare, fatta di soli 10.
Tutto questo insieme a numerosi premi ottenuti in questi anni a livello regionale e nazionale, partecipando a concorsi di scrittura, poesia e a gare nazionali di matematica.
Dico tutto questo non per vantarmi, ma solo per specificare come per me la scuola sia sempre stata la cosa più importante e nella quale mi sento realizzata.
Per il resto non ho mai fatto sport o altre attività proprio perché mi sono dedicata allo studio e anche perché molte volte mi vergognavo di non poter essere brava in quella determinata disciplina.
Arrivo al dunque: nel marzo del 2021, in piena pandemia, mio padre contrae il Covid e viene ricoverato d’urgenza con un’ambulanza in terapia intensiva.
Io e mia madre rimaniamo a casa da sole, entrambe positive e senza poter sentire mio padre per oltre 2 settimane.
Lui ora sta bene ma io da allora soffro di un grave disturbo d’ansia che mi sta impedendo di vivere e soprattutto mi sta portando ad evitare di andare a scuola per la forte ansia che quest’ultima mi procura.
Se continuo così rischio di perdere l’anno e di non riuscire a diplomarmi.
Sono già tre mesi che seguo un percorso di psicoterapia ma ho deciso di scrivere qui perché vorrei capire se il mio problema possa essere definito ansia generalizzata o sociale, magari dettata dal mio passato, o se invece si possa trattare di un disturbo da stress post traumatico e magari capire cosa posso fare.
Grazie e buona giornata.
[#1]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
Gentile utente,

quando tuo padre è entrato in terapia intensiva hai provato una forte paura (magari la tua prima "vera" paura) che potesse accadere qualcosa. Sembrerebbe che da allora vivi una condizione che potremmo definire "paura della paura" e da allora vivi perennemente come se qualcosa ancora possa succedere. In pratica hai cronicizzato quel momento di paura e oggi ci vivi dentro costantemente. Difatti chi vive questa condizione solitamente tende a fare 3 cose sbagliate:
- socializza il problema
- chiede aiuto (in modo diretto, o anche in modo indiretto ad esempio con scuse di vario tipo)
- evita le cose che le mettono ansia, certe volte anche applicando delle strategie per evitare preventivamente.
Fai queste cose?

Ci chiedi di dare un'etichetta al tuo problema, una diagnosi, ma aldilà del fatto che avremmo bisogno di conoscerti e di farti le opportune domande indagatorie per farlo, a cosa ti servirebbe?
- controllare
Questa è un'altra cosa che probabilmente tendi a fare. Controllando riesci a ridurre l'ansia, ma cosa accade quando non riesci a controllare?

"vorrei capire se il mio problema possa essere definito ansia generalizzata o sociale, magari dettata dal mio passato, o se invece si possa trattare di un disturbo da stress post traumatico"
Potrebbe essere uno o più di questi.
" e magari capire cosa posso fare"
Lo stai già facendo essendoti affidata ad un professionista. Quindi segui le sue indicazioni e se pensi che non sia sulla strada giusta confrointati tranquillamente con il tuo terapeuta e fagli presente i tuoi dubbi.

Spero di essere stato d'aiuto
Resto a disposizione
saluti

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille dottore per la sua risposta esaustiva e tempestiva.

"- socializza il problema
- chiede aiuto (in modo diretto, o anche in modo indiretto ad esempio con scuse di vario tipo)
- evita le cose che le mettono ansia, certe volte anche applicando delle strategie per evitare preventivamente.
Fai queste cose?"
Questi tre comportamenti che ha elencato sono esattamente quello che faccio.
Con la mia terapeuta mi trovo bene ma il problema che ho riscontrato, non solo con quest'ultima ma anche con altri specialisti consulati precedentemente, è che oltre ad un'analisi che va a scavare nel profondo del mio vissuto non riescono a dare consigli realmente concreti per superare una volta per tutte questo problema che va avanti da mesi ormai e che sta intaccando pesantemente il mio presente ma sopratutto il mio futuro, dal momento che mi sta impedendo di fare molte cose che vorrei fare (andare a scuola normalmente e conseguire il diploma, cominciare a sostenere esami di ammissione all'università o semplicemente prendere la patente).
Anche sulla questione del controllo ha pienamente ragion.
Il mio intento è sempre stato quello di trovare un modo per nascondere questo mio stato ansioso per paura di ciò che le altre persone possano dire o pensare, soprattutto perché fino a 8 mesi fa nessuno avrebbe mai potuto sospettare che un giorno proprio io potessi avere questo problema.
Grazie ancora della disponibilità e buona giornata.
[#3]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
Esistono in psicoterapia vari modelli e scuole di pensiero, quindi troverai vari professionisti che avranno vari metodi per risolvere il tuo problema.
Da quello che mi dici mi sembra di capire che stai cercando una tipologia di terapia un po' più orientata alla soluzione del problema che non alla scoperta della causa e che magari sappia darti delle metodologie per lavorare sul tuo problema in modo diretto (ad esempio partendo proprio da quei comportamenti e atteggiamenti elencati sopra al fine di cambiarli e correggerli).
Per completezza, ti segnalo quindi la psicoterapia breve strategica: un approccio che potresti eventualmente valutare e che risulta essere estremamente efficiente per i problemi riguardanti l'ansia.
Ti lascio un articolo per poter approfondire:
https://francescobeligni.it/psicoterapia-breve-strategica-siena-arezzo-online/

Tuttavia, dato che sei già presa in carico da uno psicoterapeuta, il mio consiglio è quello di provare a trovare la giusta modalità di lavoro sul tuo problema con lui/lei. Non avere paura di confrontarti e qualora fosse necessario di rivedere insieme i vostri obiettivi.

Spero di essere stato d'aiuto
resto a disposizione

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

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