Il mio psicoterapeuta parla troppo spesso dei suoi pazienti ?!
Buonasera gentili dottori, mi presento... mi chiamo Chiara ed ho 24 anni.
vi scrivo per chiedervi un consulto ad una situazione che da sola non riesco a snocciolare.
Sono in cura da uno psicoterapeuta da quasi un anno, tra di noi c' è subito stato feeling e dopo un bel po' di sedute si è creata quell'' alleanza terapeutica tanto desiderata.
Premetto che sono una persona molto introversa, faccio molta fatica a parlare di me stessa e ho una scarsissima autostima, la causa di tutto ciò credo sia da ricollegarsi alla mia triste infanzia in cui mio padre mi ha abbandonata quando ero ancora piccola, ma nel frattempo in cui era ancora a casa ho dovuto assistere a numerose scene di violenza in cui mio padre (se così possiamo definirlo) prendeva a botte mia madre, una volta minacciò anche me... la mia colpa fu quella di aver rovesciato un semplice bicchiere d' acqua.
Ma torniamo a me e al mio psicoterapeuta, ultimamente mi sono resa conto che le sedute hanno un altro effetto su di me rispetto a prima.
Al termine della terapia mi sento molto arrabbiata con lui, provo un vero senso di frustrazione e questo ha anche dei motivi.
Avevo già annunciato a lui delle mie difficoltà a parlar di me stessa, ma durante quella seduta riuscii a sbloccarmi e a parlare un po' di più di me... il fatto che mi ha rattristato è vedere che lui non partecipava attivamente a ciò che dicevo, non affermava niente a proposito di ciò che stavo dicendo ma anzi ha ritenuto importante fare svariati esempi su vecchi casi con i suoi ex pazienti.
Non è la prima volta che parla di altri ex pazienti durante la terapia, ma stavolta mi ha creato un forte disagio perché la sua attenzione durante la seduta era svanita, si è addirittura commosso ripensando alle storie con i suoi pazienti e aveva lo sguardo perso.
Ci tengo a precisare che gli eventi dei pazienti che lui riporta hanno sempre un collegamento con la mia storia, non sono fuori luogo... ma se in un ora questa persona parla per la maggior parte del tempo dei suoi pazienti (ex) io finisco per sentirmi in qualche modo in seconda posizione soprattutto se considero il fatto che la sua attenzione verso di me era svanita, il suo sguardo era nel vuoto e gli occhi erano molto lucidi ripercorrendo quelle storie.
Io gli ho fatto notare con una battuta che ormai con la sua mente " era finito nel passato " e lui ha infatti detto che avrebbe chiuso l'argomento perché altrimenti la seduta avrebbe preso una piega che non doveva prendere! Adesso mi porto dietro questo senso di rabbia che se dovessi spiegarla direi che sono arrabbiata con lui per il semplice fatto che la sua attenzione sia andata altrove, che non mi ha permesso di parlare mi ha invece messo in una posizione di ascolto su svariate storie di altri quando la mia volontà in quel momento era quella di essere ascoltata e magari stimolata nel parlare più di me e della mia vita.
Vorrei avere una vostra opinione
vi scrivo per chiedervi un consulto ad una situazione che da sola non riesco a snocciolare.
Sono in cura da uno psicoterapeuta da quasi un anno, tra di noi c' è subito stato feeling e dopo un bel po' di sedute si è creata quell'' alleanza terapeutica tanto desiderata.
Premetto che sono una persona molto introversa, faccio molta fatica a parlare di me stessa e ho una scarsissima autostima, la causa di tutto ciò credo sia da ricollegarsi alla mia triste infanzia in cui mio padre mi ha abbandonata quando ero ancora piccola, ma nel frattempo in cui era ancora a casa ho dovuto assistere a numerose scene di violenza in cui mio padre (se così possiamo definirlo) prendeva a botte mia madre, una volta minacciò anche me... la mia colpa fu quella di aver rovesciato un semplice bicchiere d' acqua.
Ma torniamo a me e al mio psicoterapeuta, ultimamente mi sono resa conto che le sedute hanno un altro effetto su di me rispetto a prima.
Al termine della terapia mi sento molto arrabbiata con lui, provo un vero senso di frustrazione e questo ha anche dei motivi.
Avevo già annunciato a lui delle mie difficoltà a parlar di me stessa, ma durante quella seduta riuscii a sbloccarmi e a parlare un po' di più di me... il fatto che mi ha rattristato è vedere che lui non partecipava attivamente a ciò che dicevo, non affermava niente a proposito di ciò che stavo dicendo ma anzi ha ritenuto importante fare svariati esempi su vecchi casi con i suoi ex pazienti.
Non è la prima volta che parla di altri ex pazienti durante la terapia, ma stavolta mi ha creato un forte disagio perché la sua attenzione durante la seduta era svanita, si è addirittura commosso ripensando alle storie con i suoi pazienti e aveva lo sguardo perso.
Ci tengo a precisare che gli eventi dei pazienti che lui riporta hanno sempre un collegamento con la mia storia, non sono fuori luogo... ma se in un ora questa persona parla per la maggior parte del tempo dei suoi pazienti (ex) io finisco per sentirmi in qualche modo in seconda posizione soprattutto se considero il fatto che la sua attenzione verso di me era svanita, il suo sguardo era nel vuoto e gli occhi erano molto lucidi ripercorrendo quelle storie.
Io gli ho fatto notare con una battuta che ormai con la sua mente " era finito nel passato " e lui ha infatti detto che avrebbe chiuso l'argomento perché altrimenti la seduta avrebbe preso una piega che non doveva prendere! Adesso mi porto dietro questo senso di rabbia che se dovessi spiegarla direi che sono arrabbiata con lui per il semplice fatto che la sua attenzione sia andata altrove, che non mi ha permesso di parlare mi ha invece messo in una posizione di ascolto su svariate storie di altri quando la mia volontà in quel momento era quella di essere ascoltata e magari stimolata nel parlare più di me e della mia vita.
Vorrei avere una vostra opinione
[#1]
Gentile utente,
la nostra opinione non può essere che una: è opportuno che lei copi questa email, senza correzioni o tagli, e la porti al suo terapeuta nella prossima seduta.
Solo così otterrà i due effetti fondamentali di ricostruire, perfino approfondire, l'alleanza terapeutica che ha creato col suo curante, e di sapere la vera ragione di ciò che le è apparsa una fuga nel passato, gli occhi lucidi, il chiudere l'argomento "altrimenti la seduta avrebbe preso una piega che non doveva prendere".
A noi la situazione, in base alla nostra esperienza, appare tutt'altro che un allontanamento da lei e dai suoi problemi, che anzi sono stati lo stimolo per quella che a lei è apparsa come una fuga.
Altrettanto appare verosimile che in lei si sia destata una "gelosia" degli altri pazienti che fa parte del transfert.
L'insieme fa pensare che la vostra relazione terapeutica sia sana e vitale, fornita degli scossoni emotivi e dei fraintendimenti da chiarire, elementi che qualificano il percorso.
Questo va preso con la consapevolezza che da qui parliamo coi limiti di chi la legge per la prima volta, non conosce personalmente lei e non è il supervisore del suo curante.
Ci tenga al corrente.
la nostra opinione non può essere che una: è opportuno che lei copi questa email, senza correzioni o tagli, e la porti al suo terapeuta nella prossima seduta.
Solo così otterrà i due effetti fondamentali di ricostruire, perfino approfondire, l'alleanza terapeutica che ha creato col suo curante, e di sapere la vera ragione di ciò che le è apparsa una fuga nel passato, gli occhi lucidi, il chiudere l'argomento "altrimenti la seduta avrebbe preso una piega che non doveva prendere".
A noi la situazione, in base alla nostra esperienza, appare tutt'altro che un allontanamento da lei e dai suoi problemi, che anzi sono stati lo stimolo per quella che a lei è apparsa come una fuga.
Altrettanto appare verosimile che in lei si sia destata una "gelosia" degli altri pazienti che fa parte del transfert.
L'insieme fa pensare che la vostra relazione terapeutica sia sana e vitale, fornita degli scossoni emotivi e dei fraintendimenti da chiarire, elementi che qualificano il percorso.
Questo va preso con la consapevolezza che da qui parliamo coi limiti di chi la legge per la prima volta, non conosce personalmente lei e non è il supervisore del suo curante.
Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dottoressa buonasera e grazie davvero per la sua risposta molto chiara . Avevo letto qualche cosa a proposito del transfert , forse a questo punto la mia rabbia potrebbe essere frutto di questo ! Mi permetta di dire che non sono gelosa degli altri pazienti , si fidi di ciò che le sto scrivendo .. se fossi stata gelosa l' avrei ammesso , tanto non ci sto neppure mettendo la faccia . Mi ha dato realmente fastidio il fatto di venire in secondo luogo , di non esser ascoltata , che lui parlasse così tanto e per di più di altre persone senza prendere in considerazione direttamente la mia situazione ma sfiorandola appena , ecco . Ha ragione , prossima volta porterò tutto in seduta .. non farò un copia incolla ma quasi :D grazie ancora per la sua risposta , mi ha illuminato ! Buona serata .
[#5]
Gentile utente,
tenga conto che i dati da noi richiesti sono necessari per comprendere un po' meglio la situazione di chi ci scrive.
Non è un social di incontri, il nostro, ma di consulenze mediche e psicologiche.
Sono certa quindi che vorrà gentilmente correggere i dati a suo stesso vantaggio e che in futuro vorrà aggiornarli, se ci consulterà ancora.
Buone cose.
tenga conto che i dati da noi richiesti sono necessari per comprendere un po' meglio la situazione di chi ci scrive.
Non è un social di incontri, il nostro, ma di consulenze mediche e psicologiche.
Sono certa quindi che vorrà gentilmente correggere i dati a suo stesso vantaggio e che in futuro vorrà aggiornarli, se ci consulterà ancora.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 15/09/2022.
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