Problemi relazione nuora-suocera

Buonasera Gent.
mi Dottori,
vi scrivo per aver un consulto in merito alla problematica relazione nuora-suocera che mi affligge da diversi anni.
Sono fidanzata da tantissimi anni con un ragazzo splendido, non abbiamo mai avuto problemi, dopo esserci "realizzati" dal punto di vista professionale, abbiamo deciso di sposarci.
Premetto che non sono stati anni di fidanzamento semplici in quanto la presenza ingombrante ed eccessiva di sua mamma si è fatta sentire fin dall’inizio della storia, lei è la tipica persona che tende a voler il controllo di ogni situazione dei figli.
Ci hanno ostacolato in tutti i modi il fidanzamento ma non abbiamo mai mollato.
Non ho mai voluto il conflitto aperto per il bene del mio ragazzo e del quieto vivere, bensì ci pensava lei a rompere gli equilibri ogni tot mesi e chiamarmi per ribadirmi che suo figlio sarebbe stato sempre suo figlio e non avrei mai potuto sradicarlo da lei, con toni molto accesi e parole offensive.
Li ho sempre rispettati e aiutati in tutte le loro necessità e gli ho sempre dato mille attenzioni in modo amorevole.
E' sempre bastato una mia assenza magari ad una cena di famiglia perchè fisicamente a causa del lavoro, non riuscivo ad andare, a far andare in fumo tutto ciò che ho sempre fatto per loro e a far parlare male di me.
Lei ha sempre tentato di mettermi in cattiva luce davanti a lui e tutta la famiglia, io non volevo rovinare il "clima" apparente di pace.
L’ exploit è accaduto con la scelta di sposarci, lei avrebbe voluto dettar legge sui dettagli del matrimonio e il mio ragazzo ovviamente non voleva e si è fatto di nuovo sentire, ecco qui una nuova discussione chiamandomi e dicendomi che io non sono stata corretta ad escluderla’, mi ha detto che non ne avrebbe voluto saper più nulla e si sarebbe presentata il giorno del matrimonio e basta.
A quanto pare, non le bastava esser al corrente della scelta della chiesa, della location ecc.
Lei doveva GESTIRE.
A questa ennesima chiamata dove mi ribadiva nuovamente tutto ciò che io avevo sbagliato, per la prima volta ho messo dei paletti ben chiari dicendo che nessuno si doveva più intromettere nella mia relazione, soprattutto ora che vogliamo crearci una nostra famiglia e che io sono libera di gestire la mia vita, senza controlli esterni.
Non finirà mai questo problema perché so che lei continua a inveire contro di me alle spalle ma io ho deciso di stare nel mio, di rispettarli sempre, non rifiutare inviti, feste ecc.
ma aver un rapporto "neutro" ma a debita distanza.
Il mio ragazzo mi ha sempre difesa e ha preso sempre una posizione netta nei confronti dei suoi, anche mettendoseli contro chiedendogli di evitare polemiche perché stufo di queste intromissioni.
Io psicologicamente mi sento esausta di lottare contro un mulino a vento e priva di energie.
Chiedo a voi se sto sbagliando o se, per la mia salute mentale, questa distanza’ possa esser un bene vista la situazione che si ripete da anni e non è mai cambiata accetto consigli, grazie mille.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
dalle cose che ci scrive sembra davvero che sua suocera non abbia presenti i rispettivi ruoli. In particolare, in occasione del matrimonio oggi sono gli sposi a decidere insieme -e casomai a litigare, ma strettamente tra loro- i particolari di cerimonia, rinfresco, viaggio di nozze. Fino a pochi decenni fa era la sola famiglia della sposa a decidere tutto, ovviamente d'intesa con gli sposi, ma la tradizione prescriveva anche che questa famiglia pagasse di tasca propria.
Mentre scrivo ricordo che vent'anni fa, al matrimonio di mia figlia, mio marito ed io ci tenemmo molto a fare di nostra tasca tutte le spese, anche quella dell'abito nuziale, ma lasciammo l'intera organizzazione all'iniziativa degli sposi. Del resto, i protagonisti non eravamo noi.
Riflettendo mi viene in mente che non dicemmo una parola nemmeno su chi invitare e chi escludere; non era la nostra festa. Per completare il quadro, le dirò che i due ragazzi scelsero la cerimonia civile, non essendo religiosi, mentre noi a suo tempo ci siamo sposati in chiesa e abbiamo ripetuto le varie cerimonie successive, i 25 e i 50 anni di matrimonio, in chiesa, sempre nel massimo rispetto delle reciproche opinioni e credenze.
Fareste bene a spiegare questo, con molta calma, ai suoceri: le varie celebrazioni sono della coppia o dell'individuo, non di chi gli sta intorno. Come il suo futuro marito non vorrebbe interferire con la celebrazione del cinquantesimo di matrimonio dei genitori, i due non vorranno interferire con la sua festa di nozze. Se si viene invitati si ringrazia e si partecipa. Se si vuole contribuire economicamente, si ha il garbo di non pretendere di dirigere l'organizzazione. Tutto qui.
Penso che chiarendo questi punti non sia necessario prendere altre decisioni di esclusioni, atteggiamento neutro etc.
I comportamenti successivi dovrebbero venire automaticamente nella direzione della vostra libertà.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie mille Dottoressa della gentile risposta. E' stato davvero rincuorante leggere queste sue parole. Purtroppo, sia io che il mio futuro marito abbiamo provato a spiegarlo ai miei suoceri con pacatezza, ma non c'è stato verso. Lei, Dottoressa, crede che stia facendo bene a cambiare atteggiamento e ad osservare una debita distanza vista la sua inarrestabile voglia di litigare per ogni minima cosa? Questa rottura di equilibri continua in cui lei mi chiama offendendomi (nonostante il figlio mi difenda) mi ha totalmente esasperata ormai e ho paura per il mio futuro matrimonio.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
certo è sempre opportuno dare la propria confidenza a chi la merita e tenere a debita distanza chi approfitta della nostra apertura per ferirci.
Un'espressione del centro Italia dice che per alcuni "confidenza è madre di malacreanza", ossia di un'indisponente mancanza di educazione e di rispetto.
A volte non riflettiamo abbastanza sul fatto che certi comportamenti non sono tratti incorreggibili del carattere o modi che debbano inevitabilmente scaturire da gelosia, possessività e altri sentimenti giudicati dal popolo, chissà perché, indomabili, ma semplici mancanze di educazione nel senso esteso del termine: si viene educati, e ci si auto-educa da adulti, non solo al riguardo esteriore per certe forme che mi pare sua suocera non prenda in considerazione, ma anche ad un rispetto sostanziale dei diritti e della sensibilità degli altri. Questo permette di coltivare rapporti stretti e affettuosi con le persone. Al contrario, se diamo di noi l'immagine di un aggressore sistematico, otteniamo il grado di vicinanza che hanno una vespa pungente o un cardo spinoso.
Lei chiarisce: "abbiamo provato a spiegarlo ai miei suoceri con pacatezza, ma non c'è stato verso".
Quanto ho voluto dire nella mia prima risposta è proprio questo: una regola della buona comunicazione suggerisce di parlare della situazione concreta, mai di premesse astratte o di affermazioni di principio.
In questo caso specifico si tratta del vostro matrimonio. In che modo sua suocera vorrebbe intromettersi? Valutate con la debita comprensione se qualche sua richiesta (per fare un esempio, quella di invitare la sua migliore amica) è accettabile e non spezza altri equilibri; ma non vedo come si possa imporre a due persone di non gestire in proprio una cerimonia così personale, specie oggi che alla tradizione si sono sostituite delle novità che cambiano, si può dire, di anno in anno.
Lei non ci parla dei suoi genitori, dei suoi fratelli e di quelli del suo fidanzato. Che atteggiamento hanno, in particolare i suoi genitori, verso i futuri consuoceri e verso il vostro matrimonio? E il suo futuro suocero che posizione assume?
Il fatto che il fidanzato sia dalla sua parte è fondamentale per il vostro rapporto.
Quanto ai timori: "ho paura per il mio futuro matrimonio" la invito a considerare che dopo sposati ci saranno situazioni ancora più spinose (la gestione dei figli soprattutto), ma anche che nella vita non si incontrano situazioni perfette e durevoli: un buon marito, degli ottimi suoceri, dei cognati solidali e così via, come nel finale delle favole "e vissero per sempre felici e contenti".
Restando sui modi di dire, a volte scherzosamente ho sentito affermare che il marito perfetto è "bello, giovane, ricco e orfano". Per fortuna non dobbiamo cedere a questa visione cinica per costruire un buon matrimonio, tuttavia è bene salvaguardarci da chi non rispetta i nostri diritti, mettere precisi paletti, e questo senza cedere alla tentazione di comportarci a nostra volta in maniera gretta e priva di comprensione.
La vita è mutevole: è importante scegliere bene la persona con cui intendiamo convivere e fondare una famiglia, ed è bene fare patti chiari con lui/lei, ma perfino in questo rapporto fondamentale si naviga a vista attraverso le mutevoli incognite dell'esistenza. A maggior ragione con tutti quelli che non abbiamo scelto, ma con i quali possiamo fare dei patti: a sua suocera per esempio lei può chiarire che se continuerà ad aggredirla, la prossima volta interromperà la comunicazione telefonica, o se ne andrà, lasciandola parlare al muro.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentilissima dottoressa, l'invadenza riguardante il matrimonio è stata arginata perchè lei ha deciso di non interessarsi più a nulla. Riguardo l'invadenza subita nel corso degli anni mi riferisco alla sua abitudine di giudicare abitudini di vita oramai consolidate da anni di me e del mio futuro marito, il mio lavoro (sempre con discussione accesa telefonicamente), le nostre scelte, per capirci. Il mio ragazzo mi/ci ha sempre difeso, il problema arriva quando lei mi fa queste famose telefonate in cui riversa tutto il suo "astio" verso di me. Praticamente ho capito che se mi comporto come lei vorrebbe, lei non mi farebbe mai storie... Così ho anche fatto per un periodo, ma bastava mancare un solo "messaggino" senza riverirla ed ero di nuovo da capo. Se esco dai suoi ranghi, lei ricomincia. Ricomincia in modo disfattivo parlando male di me al mio ragazzo e a tutta la famiglia per convincere tutti che il problema sono io. Il suocero in tutto questo purtroppo la sostiene perchè non sa cos'altro fare. Il mio ragazzo è indipendente, è anche un tipo introverso che raramente racconta le sue cose ai genitori ed ha con loro un rapporto "normale" non morboso, per capirci. Mi sono ritrovata ad una festa di famiglia con nessuno che mi rivolgeva la parola perchè ha raccontato che l'avevo trattata male, quando gentilmente le avevo chiesto di non intromettersi più (dopo tanti anni finalmente sono riuscita a dirglielo). Ogni mia azione, viene giudicata da lei con tanta malizia che io non ne capisco il motivo. Per molti weekend in questi anni mi recavo alla casa di vacanza familiare in montagna in quanto il mio futuro marito ama la natura, ahimè, lei il weekend era lì. Questo significava ogni sabato sera dover andare a cena con la sua famiglia o comunque subire delle frecciatine quotidiane in quelle 48 h da parte sua.. sostanzialmente riguardanti il fatto che quando lei gestiva il figlio, tutto andava bene.. ora tutto sbagliato. Quando ho notato che questo atteggiamento di controllo lo riversava anche verso di me, non ce l'ho più fatta, addirittura mi controllava la camera nella quale venivo ospitata. Allora ho detto al mio ragazzo che questi weekend continui con lei mi recavano malessere e avrei preferito passarli io e lui in tranquillità ma se lui voleva andare per divagarsi ogni tanto, a me stava benissimo. Così abbiamo fatto ed era d'accordo, anche se so che a lui dispiace che io non vada più a dormire lì, ma mi creda Dottoressa, era diventata insostenibile. Secondo lei ho fatto bene a mettere questo paletto del non dormire più lì con lei? Ciò che penso, come dice giustamente lei, è al "dopo il matrimonio" e comunque credo che se non rispetto anche me stessa, non potrebbe andar meglio dopo... I miei genitori in tutto questo portano rispetto a lui e alla sua famiglia e non hanno mai voluto creare questioni con loro perchè non ne vedono il motivo, semplicemente credono che ci siano divergenze caratteriali ma si attengono al comune senso civico e per quanto riguarda il matrimonio, ci hanno sostenuto ma senza la superbia di organizzare loro. Credo che a questo punto, l'unica soluzione sia partecipare alle occasioni di famiglia ma mantenendo sempre una distanza "adeguata" per non far sfociare queste questioni. Che ne pensa dottoressa? Grazie mille del tempo dedicatomi, le auguro una buona giornata.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
quello che dovevo dirle l'ho già espresso nelle precedenti risposte.
Le cose che dice in questo suo ultimo sfogo accorato mi fanno pensare che si sia creato con sua suocera un conflitto collusivo, fenomeno che può determinarsi in qualsiasi rapporto a due, non solo in quello di coppia.
Si crea quando due persone hanno specifiche problematiche non risolte che determinano bisogni da soddisfare nell'incontro/scontro con l’altro.
A quanto pare, sua suocera è brava nel suscitare la complicità degli altri: indicativo il fatto che suo suocero "la sostiene perchè non sa cos'altro fare" e che ad una festa di famiglia nessuno le ha rivolto la parola (il che potrebbe però anche essere una sua impressione).
La sua assenza dai week end in montagna è più che giustificata.
Forse la pace verrebbe dal considerare sua suocera un po' incapace di intendere e di volere: considerarla un po' scemetta, insomma.
Ci sono però molte cose in lei, cara utente, che hanno sofferto di questo attrito, per cui un percorso psicologico, prima del matrimonio, sarebbe opportuno.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com