Lutto e sensi di colpa
Gentili dottori,
ricorro al Vostro aiuto perchè sono psicologicamente a terra e non riesco quasi più a vivere. Il 25 aprile scorso è morta improvvisamente mia madre, di quasi 77 anni, l'unica persona che abbia mai VERAMENTE amato in tutta la mia esistenza. Oltre al gransissimo dolore per la perdita, sto letteralmente impazzendo al pensiero che, ovviamente senza volerlo, abbia causato la sua morte. E' un pensiero fisso, che non riesco a cacciare via, e che letteralmente mi devasta, non so se fondato o meno.
Il fatto è che nel settembre del 2008 mio marito mi ha lasciata, abbandonandomi in una grande villa isolatissima, in mezzo a un bosco.
Nei mesi di settembre e ottobre ho pianto tanto e mi sono disperata, spesso in presenza della mia mamma (che, abitando a 450km di distanza, mi aveva raggiunta a casa mia da metà settembre a metà ottobre per consolarmi e farmi compagnia). Con lei mi sono un pò sfogata, sicuramente procurandole dell'agitazione (non ho figli nè fratelli e mio padre è morto tanti anni fa).
Poi mi sono rasserenata e apparentemente anche lei (era un tipo ansioso, che a differenza di me teneva tutto dentro).
Purtroppo però mia mamma, che già 14 anni prima aveva avuto un infarto miocardico acuto con necrosi anteriore estesa (ma da allora stabilizzato con terapia farmacologica), all'inizio di dicembre 2008 ha accusato una sindrome coronarica acuta ed è stata ricoverata in terapia intesiva per quattro giorni. Era tranquilla quando si è sentita male, ma io, non so se a torto o a ragione, ho sempre ricollegato l'episodio al grosso dispiacere per la mia separazione e, soprattutto, all'ansia di sapermi sola in mezzo a un bosco.
A febbraio 2009 è stata di nuovo un mese a casa mia e, tranne un pò di arrabbiature perchè mio marito, che lei aveva molto amato, non si faceva vedere nè sentire e per problemi economici ci aveva lasciate senza gasolio, costringendoci a riscaldarci con la legna del termocamino), credo sia stata abbastanza bene.
Però, il 25 aprile 2009 l'ho trovata morta in cucina a casa sua. Avevamo dormito insieme, era tranquilla, la sera prima avevamo scherzato e mi aveva detto di stare bene. IO avevo superato la separazione, pensavamo di affittare insieme un appartamento, ciò che ardentemente desideravo fin dai primi anni del mio fallimentare matrimonio).
Ora sono sola al mondo e il pensiero di aver fatto soffrire e morire la mia amata mamma mi consuma. Per favore aiutatemi.
ricorro al Vostro aiuto perchè sono psicologicamente a terra e non riesco quasi più a vivere. Il 25 aprile scorso è morta improvvisamente mia madre, di quasi 77 anni, l'unica persona che abbia mai VERAMENTE amato in tutta la mia esistenza. Oltre al gransissimo dolore per la perdita, sto letteralmente impazzendo al pensiero che, ovviamente senza volerlo, abbia causato la sua morte. E' un pensiero fisso, che non riesco a cacciare via, e che letteralmente mi devasta, non so se fondato o meno.
Il fatto è che nel settembre del 2008 mio marito mi ha lasciata, abbandonandomi in una grande villa isolatissima, in mezzo a un bosco.
Nei mesi di settembre e ottobre ho pianto tanto e mi sono disperata, spesso in presenza della mia mamma (che, abitando a 450km di distanza, mi aveva raggiunta a casa mia da metà settembre a metà ottobre per consolarmi e farmi compagnia). Con lei mi sono un pò sfogata, sicuramente procurandole dell'agitazione (non ho figli nè fratelli e mio padre è morto tanti anni fa).
Poi mi sono rasserenata e apparentemente anche lei (era un tipo ansioso, che a differenza di me teneva tutto dentro).
Purtroppo però mia mamma, che già 14 anni prima aveva avuto un infarto miocardico acuto con necrosi anteriore estesa (ma da allora stabilizzato con terapia farmacologica), all'inizio di dicembre 2008 ha accusato una sindrome coronarica acuta ed è stata ricoverata in terapia intesiva per quattro giorni. Era tranquilla quando si è sentita male, ma io, non so se a torto o a ragione, ho sempre ricollegato l'episodio al grosso dispiacere per la mia separazione e, soprattutto, all'ansia di sapermi sola in mezzo a un bosco.
A febbraio 2009 è stata di nuovo un mese a casa mia e, tranne un pò di arrabbiature perchè mio marito, che lei aveva molto amato, non si faceva vedere nè sentire e per problemi economici ci aveva lasciate senza gasolio, costringendoci a riscaldarci con la legna del termocamino), credo sia stata abbastanza bene.
Però, il 25 aprile 2009 l'ho trovata morta in cucina a casa sua. Avevamo dormito insieme, era tranquilla, la sera prima avevamo scherzato e mi aveva detto di stare bene. IO avevo superato la separazione, pensavamo di affittare insieme un appartamento, ciò che ardentemente desideravo fin dai primi anni del mio fallimentare matrimonio).
Ora sono sola al mondo e il pensiero di aver fatto soffrire e morire la mia amata mamma mi consuma. Per favore aiutatemi.
[#1]
Gentile utente,
Questo stato sembra una reazione di lutto complicata per una serie di fattori esterni ma anche per una vulnerabilità interna che le fa avere dei fenomeni da lei stessa riconosciuti come assurdi, tipo le idee di colpa etc. Di solito una sindrome del genere è trattabile anche con una terapia medica. Siccome ritengo utile anche una risposta psicologica, giro il consulto anche ai colleghi psicologi.
Questo stato sembra una reazione di lutto complicata per una serie di fattori esterni ma anche per una vulnerabilità interna che le fa avere dei fenomeni da lei stessa riconosciuti come assurdi, tipo le idee di colpa etc. Di solito una sindrome del genere è trattabile anche con una terapia medica. Siccome ritengo utile anche una risposta psicologica, giro il consulto anche ai colleghi psicologi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Gentile signora, a seconda di quanto forte è il dolore che sta sentendo, come le ha detto il collega Pacini, potrebbe essere opportuno lasciarsi aiutare sia dal punto di vista medico che psicologico.
Ciò che manca nel suo racconto sono le alternative. La sua condizione appare caratterizzata da un'estrema mancanza di opzioni: suo marito l'ha lasciata, non ha né figli né fratelli e ora si ritrova senza entrambi i genitori, e per giunta con un altro lutto recente da sopportare.
Sarebbe veramente appropriato, credo, che si rivolgesse al più presto a un professionista per farsi aiutare a superare i suoi lutti (uno è l'essere stata lasciata). Può interpellare uno psicologo/psicoterapeuta e/o uno psichiatra, tenendo conto che anche un aiuto farmacologico potrebbe aiutarla a risollevarsi in tempi più brevi.
Se crede può leggere quest'articolo, nel quale si parla anche del lutto:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm
Cordiali saluti
Ciò che manca nel suo racconto sono le alternative. La sua condizione appare caratterizzata da un'estrema mancanza di opzioni: suo marito l'ha lasciata, non ha né figli né fratelli e ora si ritrova senza entrambi i genitori, e per giunta con un altro lutto recente da sopportare.
Sarebbe veramente appropriato, credo, che si rivolgesse al più presto a un professionista per farsi aiutare a superare i suoi lutti (uno è l'essere stata lasciata). Può interpellare uno psicologo/psicoterapeuta e/o uno psichiatra, tenendo conto che anche un aiuto farmacologico potrebbe aiutarla a risollevarsi in tempi più brevi.
Se crede può leggere quest'articolo, nel quale si parla anche del lutto:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
In effetti l'unica alternativa che ho, se così possiamo chiamarla, è il lavoro. Attualmente sono in cura da uno psichiatra e sto assumendo 10 gocce di En al mattino e 10 alla sera e una compressa di Entact alla mattina e mezza all'ora di pranzo. Poichè però quel terribile senso di colpa che ho mi assilla e mi rende persino difficile guardare le foto della mia adorata mamma, la dottoressa mi ha consigliato di provare ad assumere anche, ogni sera, un quarto di compressa di un antipsicotico (credo) di cui adesso non ricordo il nome, dicendomi, però, di farlo, nei primi giorni, in presenza di qualcuno, a causa degli importanti effetti collaterali che potrebbe avere. Ma io non ho nessuno che la sera possa stare con me, per cui, per paura, non l'ho mai presa.
Inoltre fra qualche giorno inizierò una psicoterapia presso un vicino consultorio (non credo di potermi permettere economicamente costose sedute "in privato").
Il motivo principale per cui ho chiesto un consulto, però, è il mio senso di colpa. Mi piacerebbe sapere se anche per Voi, come per il dott. Pacini, è assurdo, oppure se ci potrebbe essere qualcosa di vero. Se mia madre potrebbe essere morta a causa del dispiacere per me. Sapete, ci sono fiumi di articoli, anche su internet, sul rapporto tra lo stress e l'infarto: figuriamoci, ho pensato, per una persona che è già cardiopatica...
Inoltre sento una gran rabbia, perchè mi sembra sommamente ingiusto che una figlia come me, che per sette anni, immancabilmente, ogni dieci giorni, si sobbarcava 900km di auto per andarla a trovare, sacrificando anche il proprio matrimonio (senza che mi fosse chiesto da lei, sia chiaro, che anzi mi consigliava di stare di più con mio marito...), una che ha amato sua madre sopra ogni cosa, adesso debba sentirsi così in colpa verso di lei.
E poi mi manca, mi manca da impazzire.
Grazie.
Inoltre fra qualche giorno inizierò una psicoterapia presso un vicino consultorio (non credo di potermi permettere economicamente costose sedute "in privato").
Il motivo principale per cui ho chiesto un consulto, però, è il mio senso di colpa. Mi piacerebbe sapere se anche per Voi, come per il dott. Pacini, è assurdo, oppure se ci potrebbe essere qualcosa di vero. Se mia madre potrebbe essere morta a causa del dispiacere per me. Sapete, ci sono fiumi di articoli, anche su internet, sul rapporto tra lo stress e l'infarto: figuriamoci, ho pensato, per una persona che è già cardiopatica...
Inoltre sento una gran rabbia, perchè mi sembra sommamente ingiusto che una figlia come me, che per sette anni, immancabilmente, ogni dieci giorni, si sobbarcava 900km di auto per andarla a trovare, sacrificando anche il proprio matrimonio (senza che mi fosse chiesto da lei, sia chiaro, che anzi mi consigliava di stare di più con mio marito...), una che ha amato sua madre sopra ogni cosa, adesso debba sentirsi così in colpa verso di lei.
E poi mi manca, mi manca da impazzire.
Grazie.
[#4]
Utente
In effetti l'unica alternativa che ho, se così possiamo chiamarla, è il lavoro. Attualmente sono in cura da uno psichiatra e sto assumendo 10 gocce di En al mattino e 10 alla sera e una compressa di Entact alla mattina e mezza all'ora di pranzo. Poichè però quel terribile senso di colpa che ho mi assilla e mi rende persino difficile guardare le foto della mia adorata mamma, la dottoressa mi ha consigliato di provare ad assumere anche, ogni sera, un quarto di compressa di un antipsicotico (credo) di cui adesso non ricordo il nome, dicendomi, però, di farlo, nei primi giorni, in presenza di qualcuno, a causa degli importanti effetti collaterali che potrebbe avere. Ma io non ho nessuno che la sera possa stare con me, per cui, per paura, non l'ho mai presa.
Inoltre fra qualche giorno inizierò una psicoterapia presso un vicino consultorio (non credo di potermi permettere economicamente costose sedute "in privato").
Il motivo principale per cui ho chiesto un consulto, però, è il mio senso di colpa. Mi piacerebbe sapere se anche per Voi, come per il dott. Pacini, è assurdo, oppure se ci potrebbe essere qualcosa di vero. Se mia madre potrebbe essere morta a causa del dispiacere per me. Sapete, ci sono fiumi di articoli, anche su internet, sul rapporto tra lo stress e l'infarto: figuriamoci, ho pensato, per una persona che è già cardiopatica...
Inoltre sento una gran rabbia, perchè mi sembra sommamente ingiusto che una figlia come me, che per sette anni, immancabilmente, ogni dieci giorni, si sobbarcava 900km di auto per andarla a trovare, sacrificando anche il proprio matrimonio (senza che mi fosse chiesto da lei, sia chiaro, che anzi mi consigliava di stare di più con mio marito...), una che ha amato sua madre sopra ogni cosa, adesso debba sentirsi così in colpa verso di lei.
E poi mi manca, mi manca da impazzire.
Grazie.
Inoltre fra qualche giorno inizierò una psicoterapia presso un vicino consultorio (non credo di potermi permettere economicamente costose sedute "in privato").
Il motivo principale per cui ho chiesto un consulto, però, è il mio senso di colpa. Mi piacerebbe sapere se anche per Voi, come per il dott. Pacini, è assurdo, oppure se ci potrebbe essere qualcosa di vero. Se mia madre potrebbe essere morta a causa del dispiacere per me. Sapete, ci sono fiumi di articoli, anche su internet, sul rapporto tra lo stress e l'infarto: figuriamoci, ho pensato, per una persona che è già cardiopatica...
Inoltre sento una gran rabbia, perchè mi sembra sommamente ingiusto che una figlia come me, che per sette anni, immancabilmente, ogni dieci giorni, si sobbarcava 900km di auto per andarla a trovare, sacrificando anche il proprio matrimonio (senza che mi fosse chiesto da lei, sia chiaro, che anzi mi consigliava di stare di più con mio marito...), una che ha amato sua madre sopra ogni cosa, adesso debba sentirsi così in colpa verso di lei.
E poi mi manca, mi manca da impazzire.
Grazie.
[#5]
Gentile signora, se una persona è già provata per conto suo, dall'età e da altri fattori, quando "deve succedere", succede, come si dice.
Credo che il suo problema, da un punto di vista psicologico, stia proprio nel fatto evidente che lei non ha alternative di nessun tipo, in vista. E quindi preferisce (inconsapevolmente, sia chiaro) crearsi l'illusione del senso di colpa, piuttosto che dover fare i conti direttamente con ciò che le fa davvero male, ovvero non avere opzioni.
Parli di questo con i colleghi che la seguiranno per la sua psicoterapia.
Cordiali saluti
Credo che il suo problema, da un punto di vista psicologico, stia proprio nel fatto evidente che lei non ha alternative di nessun tipo, in vista. E quindi preferisce (inconsapevolmente, sia chiaro) crearsi l'illusione del senso di colpa, piuttosto che dover fare i conti direttamente con ciò che le fa davvero male, ovvero non avere opzioni.
Parli di questo con i colleghi che la seguiranno per la sua psicoterapia.
Cordiali saluti
[#6]
Utente
Gentili dottori, dall'unica risposta che ho ricevuto mi pare abbiate sottovalutato la mia angoscia. Desidererei, per cortesia, il parere di altri professionisti specie sulla fondatezza o meno del mio terribile senso di colpa, possibilmente anche di un cardiologo a cui spero possiate girare il mio quesito.
Grazie davvero.
Grazie davvero.
[#7]
Gentile signora, forse è lei che ha sopravvalutato le possibilità e le prerogative di questo servizio. Posso sbagliarmi, naturalmente, ma non credo pensasse seriamente di poter risolvere i suoi problemi da qui.
Anche supponendo che il cardiologo le dica: "Sì, la morte di sua madre potrebbe essere stata causata dal forte dispiacere" che cosa cambierebbe? Servirebbe a riaverla indietro? Servirebbe a farla stare meglio? Ciò di cui lei ha bisogno in questo momento, è prendersi cura di se stessa.
Ad ogni modo se vuole può reinserire la sua domanda in area Cardiologia.
Cordiali saluti
Anche supponendo che il cardiologo le dica: "Sì, la morte di sua madre potrebbe essere stata causata dal forte dispiacere" che cosa cambierebbe? Servirebbe a riaverla indietro? Servirebbe a farla stare meglio? Ciò di cui lei ha bisogno in questo momento, è prendersi cura di se stessa.
Ad ogni modo se vuole può reinserire la sua domanda in area Cardiologia.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 27.4k visite dal 07/07/2009.
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