Problema con una persona appena conosciuta
Buongiorno,
Chiedo il vostro aiuto in quanto mi trovo in una situazione ambigua con una persona e non so come comportarmi.
Da circa tre mesi mi sento quotidianamente con una persona con la quale ho instaurato un ottimo rapporto di complicità, tramite telefonate, messaggi e videochiamate.
Recentemente finalmente io e questa persona ci siamo conosciuti di persona.
Da subito lui mi ha rivolto dei complimenti, nonostante fosse molto timido e non mi guardasse negli occhi, con il passare dei giorni ho notato che mentre scherzava ogni tanto mi toccava le spalle, era più complice, se gli rivolgevo un complimento arrossiva, ed ha iniziato ad avere sempre più contatto visivo guardandomi negli occhi, e fissandomi anche quando ero di spalle.
In un paio di occasioni mi ha detto che era felice di passare del tempo con me, si è confidato molto, e mi ha detto che con me stava passando dei bellissimi momenti, e che gli sarebbe mancato avere qualcuno come me accanto, una volta che fossi partito.
Inoltre ha aggiunto che in futuro vuole rivedermi, ma con calma, in quanto al momento vi sono troppi impegni lavorativi.
Mi ha detto in un paio di occasioni di voler fare le cose con calma.
Poi, il giorno dopo la mia partenza, ha smesso di scrivermi e di parlarmi, ma non mi ha bloccato da nessuna parte.
Questa cosa era già accaduta in passato, e mi ha anche detto che lui a volte, se si sente arrabbiato o triste si chiude in sé stesso non parlando con nessuno.
In passato è tornato quasi subito, mentre ora lo sento più distante.
Secondo voi questa persona cosa vorrebbe da me, e quando vi sono questo tipo di silenzi, come mi dovrei comportare?
Grazie.
Chiedo il vostro aiuto in quanto mi trovo in una situazione ambigua con una persona e non so come comportarmi.
Da circa tre mesi mi sento quotidianamente con una persona con la quale ho instaurato un ottimo rapporto di complicità, tramite telefonate, messaggi e videochiamate.
Recentemente finalmente io e questa persona ci siamo conosciuti di persona.
Da subito lui mi ha rivolto dei complimenti, nonostante fosse molto timido e non mi guardasse negli occhi, con il passare dei giorni ho notato che mentre scherzava ogni tanto mi toccava le spalle, era più complice, se gli rivolgevo un complimento arrossiva, ed ha iniziato ad avere sempre più contatto visivo guardandomi negli occhi, e fissandomi anche quando ero di spalle.
In un paio di occasioni mi ha detto che era felice di passare del tempo con me, si è confidato molto, e mi ha detto che con me stava passando dei bellissimi momenti, e che gli sarebbe mancato avere qualcuno come me accanto, una volta che fossi partito.
Inoltre ha aggiunto che in futuro vuole rivedermi, ma con calma, in quanto al momento vi sono troppi impegni lavorativi.
Mi ha detto in un paio di occasioni di voler fare le cose con calma.
Poi, il giorno dopo la mia partenza, ha smesso di scrivermi e di parlarmi, ma non mi ha bloccato da nessuna parte.
Questa cosa era già accaduta in passato, e mi ha anche detto che lui a volte, se si sente arrabbiato o triste si chiude in sé stesso non parlando con nessuno.
In passato è tornato quasi subito, mentre ora lo sento più distante.
Secondo voi questa persona cosa vorrebbe da me, e quando vi sono questo tipo di silenzi, come mi dovrei comportare?
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
come avrà visto dalle linee guida noi possiamo occuparci solo della persona che ci scrive.
Rispondere al problema personale di chi ci ha inviato poche righe di presentazione è già arduo; ma lei ci chiede di divinare cosa vorrebbe una persona che non ci ha nemmeno scritto, una persona che conosciamo solo attraverso la sua descrizione, oltretutto lacunosa.
Vediamo perché la definisco tale. Lei parla di "un ottimo rapporto di complicità" istaurato senza mai incontrarvi di persona, e nemmeno chiarisce su quale tipo di sito vi siate sentiti e le preferenze di genere di tutti e due voi.
Internet definisce la 'complicità di coppia', ossia l'uso anomalo del termine, che in senso proprio indicherebbe l'intesa su imprese criminali, con queste parole:
"Pur soffrendo un’inflazione dovuta ai film hollywoodiani e agli oroscopi, si tratta di un significato importante: la complicità disegna la relazione come un intreccio stretto, una comunione spontanea, che si può riflettere in battute esoteriche e in sguardi eloquenti, in un’armonia istintiva e naturale, nella lunga condivisione di progetti di vita".
Ora, dando per scontato che non vi siate contattati per progettare imprese criminali, davvero lei ha vissuto tutto questo in tre mesi di videochiamate? Non si è trattato piuttosto di affinità di vedute (vera o manifestata per opportunità o gentilezza) e di sesso online? Perché non chiarire almeno questo?
In ogni caso, lei incontra il ragazzo in questione e ci parla di uno sguardo che sfugge il suo, del fatto che le "toccava le spalle" (tutto qui il vostro contatto fisico?) e la guardava "anche quando ero di spalle".
Questo lei come lo sa? Lo spiava attraverso uno specchietto?
A quanto scrive, il vostro incontro si è concretizzato così: "mi ha detto che era felice di passare del tempo con me, si è confidato molto, e mi ha detto che con me stava passando dei bellissimi momenti"; e poco oltre: "Mi ha detto in un paio di occasioni di voler fare le cose con calma".
Quali cose? Un fidanzamento, una convivenza, un incontro sessuale? E quale genere di cose ha "confidato molto"?
Fatto sta che questo ragazzo di cui non sappiamo nemmeno l'età, gli interessi, l'attività e gli obiettivi di vita, appena lei parte smette di contattarla.
Io credo che lei non abbia bisogno di chiedere a noi "questa persona cosa vorrebbe da me". Forse, dopo che vi siete visti, non vuole più nulla. Le ragioni di questo, se non le sa lei, molto meno le sappiamo noi: il suo aspetto reale, sempre contraffatto online, odori, calore, modi, feromoni, sono stati deludenti? Oppure il ragazzo mirava a qualcosa di concreto (soldi, per esempio) che non c'è stato?
Alla domanda "come mi dovrei comportare", riguardando lei personalmente, possiamo suggerire una riflessione: lei cosa sente per questo ragazzo? Che progetti aveva e ha adesso su di lui? Avverte una reciprocità, se da parte sua c'è qualcosa?
Se non c'è nulla, lasci cadere la relazione. In caso contrario, cerchi di appurare, con una presenza non invadente, discreta, se i suoi desideri e i suoi progetti esistono anche dall'altra parte, o se il vostro incontro ha messo la parola fine a... cosa? Non ci ha detto nulla su quello che c'è stato o che sperava ci fosse.
Buone cose. Noi siamo qui.
come avrà visto dalle linee guida noi possiamo occuparci solo della persona che ci scrive.
Rispondere al problema personale di chi ci ha inviato poche righe di presentazione è già arduo; ma lei ci chiede di divinare cosa vorrebbe una persona che non ci ha nemmeno scritto, una persona che conosciamo solo attraverso la sua descrizione, oltretutto lacunosa.
Vediamo perché la definisco tale. Lei parla di "un ottimo rapporto di complicità" istaurato senza mai incontrarvi di persona, e nemmeno chiarisce su quale tipo di sito vi siate sentiti e le preferenze di genere di tutti e due voi.
Internet definisce la 'complicità di coppia', ossia l'uso anomalo del termine, che in senso proprio indicherebbe l'intesa su imprese criminali, con queste parole:
"Pur soffrendo un’inflazione dovuta ai film hollywoodiani e agli oroscopi, si tratta di un significato importante: la complicità disegna la relazione come un intreccio stretto, una comunione spontanea, che si può riflettere in battute esoteriche e in sguardi eloquenti, in un’armonia istintiva e naturale, nella lunga condivisione di progetti di vita".
Ora, dando per scontato che non vi siate contattati per progettare imprese criminali, davvero lei ha vissuto tutto questo in tre mesi di videochiamate? Non si è trattato piuttosto di affinità di vedute (vera o manifestata per opportunità o gentilezza) e di sesso online? Perché non chiarire almeno questo?
In ogni caso, lei incontra il ragazzo in questione e ci parla di uno sguardo che sfugge il suo, del fatto che le "toccava le spalle" (tutto qui il vostro contatto fisico?) e la guardava "anche quando ero di spalle".
Questo lei come lo sa? Lo spiava attraverso uno specchietto?
A quanto scrive, il vostro incontro si è concretizzato così: "mi ha detto che era felice di passare del tempo con me, si è confidato molto, e mi ha detto che con me stava passando dei bellissimi momenti"; e poco oltre: "Mi ha detto in un paio di occasioni di voler fare le cose con calma".
Quali cose? Un fidanzamento, una convivenza, un incontro sessuale? E quale genere di cose ha "confidato molto"?
Fatto sta che questo ragazzo di cui non sappiamo nemmeno l'età, gli interessi, l'attività e gli obiettivi di vita, appena lei parte smette di contattarla.
Io credo che lei non abbia bisogno di chiedere a noi "questa persona cosa vorrebbe da me". Forse, dopo che vi siete visti, non vuole più nulla. Le ragioni di questo, se non le sa lei, molto meno le sappiamo noi: il suo aspetto reale, sempre contraffatto online, odori, calore, modi, feromoni, sono stati deludenti? Oppure il ragazzo mirava a qualcosa di concreto (soldi, per esempio) che non c'è stato?
Alla domanda "come mi dovrei comportare", riguardando lei personalmente, possiamo suggerire una riflessione: lei cosa sente per questo ragazzo? Che progetti aveva e ha adesso su di lui? Avverte una reciprocità, se da parte sua c'è qualcosa?
Se non c'è nulla, lasci cadere la relazione. In caso contrario, cerchi di appurare, con una presenza non invadente, discreta, se i suoi desideri e i suoi progetti esistono anche dall'altra parte, o se il vostro incontro ha messo la parola fine a... cosa? Non ci ha detto nulla su quello che c'è stato o che sperava ci fosse.
Buone cose. Noi siamo qui.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Buongiorno Professoressa Potenza,
La ringrazio per la sua risposta e le chiedo scusa se sono stato vago, quando ho scritto ero molto nervoso ed ho omesso molte informazioni.
Ci siamo conosciuti tramite social, ma non sito di appuntamenti. In questi mesi io e questo ragazzo, siamo entrambi gay, abbiamo instaurato un rapporto di amicizia, che seppur virtuale godeva di una presenza costante, ci sentivamo per chiamate e videochiamate più volte al giorno, durante i viaggi, le pause lavorative, se io non chiamavo lui mi cercava e viceversa. Durante questi mesi questo ragazzo mi ha parlato più volte dei suoi progetti futuri, dei suoi problemi, di cose intime sue e della sua famiglia. Ripeteva quanto io fossi importante nella sua vita poiché si sentiva ascoltato e compreso, e mi rivolgeva complimenti anche da un punto di vista estetico. Mi ha ribadito in più occasioni che era felice di sentirmi e che mi voleva conoscere di persona, e lo stesso valeva per me. Mi ha detto che ero una presenza positiva e che lo spronava ad agire e proseguire con i propri progetti, e che il suo desiderio era che io continuassi a far parte della sua vita. Le stesse cose le ha ribadite anche quando ci siamo conosciuti di persona, facendomi complimenti, ed avvicinandosi sempre più di giorno in giorno, portandomi in luoghi romantici e ribadendo che ci dovevamo tornare insieme, in viaggi futuri. Quando dicevo che mi guardava anche mentre ero di spalle, è perché come diceva lei, l'ho sorpreso farlo mentre mi giravo, o l'ho visto nel riflesso di uno specchio accanto a me. Per quanto riguarda la parte sessuale, non c'è stato nulla, e su questo lui ha detto di apprezzarmi perché a differenza di tutti gli altri, io non lo cercavo solo per il suo fisico o il sesso. Dal punto di vista economico, come mi chiedeva, non vi era nessun interesse, poiché abbiamo diviso le spese ed io gli ho portato semplicemente dei piccoli pensierini, più per il loro significato, che per il loro valore, e lui ha fatto altrettanto. Le dico altresì che lui quando mi aveva detto di voler fare le cose con calma, ha aggiunto che voleva fare così perché in passato era stato tradito e ferito troppe volte. Inoltre costantemente sia prima di conoscerlo di persona che in presenza, continuava a dirmi che aveva paura di perdermi, e che sapeva che io prima o poi l'avrei abbandonato, come tutti. Per concludere, lui ha sempre detto che non sa se è pronto per una nuova relazione perché ha paura di fidarsi, e non ha mai specificato se volesse solo un'amicizia o di più, con me in futuro.
La ringrazio ancora per il suo aiuto professoressa e sarei felice di conoscere la sua opinione.
Grazie ancora e buona giornata.
La ringrazio per la sua risposta e le chiedo scusa se sono stato vago, quando ho scritto ero molto nervoso ed ho omesso molte informazioni.
Ci siamo conosciuti tramite social, ma non sito di appuntamenti. In questi mesi io e questo ragazzo, siamo entrambi gay, abbiamo instaurato un rapporto di amicizia, che seppur virtuale godeva di una presenza costante, ci sentivamo per chiamate e videochiamate più volte al giorno, durante i viaggi, le pause lavorative, se io non chiamavo lui mi cercava e viceversa. Durante questi mesi questo ragazzo mi ha parlato più volte dei suoi progetti futuri, dei suoi problemi, di cose intime sue e della sua famiglia. Ripeteva quanto io fossi importante nella sua vita poiché si sentiva ascoltato e compreso, e mi rivolgeva complimenti anche da un punto di vista estetico. Mi ha ribadito in più occasioni che era felice di sentirmi e che mi voleva conoscere di persona, e lo stesso valeva per me. Mi ha detto che ero una presenza positiva e che lo spronava ad agire e proseguire con i propri progetti, e che il suo desiderio era che io continuassi a far parte della sua vita. Le stesse cose le ha ribadite anche quando ci siamo conosciuti di persona, facendomi complimenti, ed avvicinandosi sempre più di giorno in giorno, portandomi in luoghi romantici e ribadendo che ci dovevamo tornare insieme, in viaggi futuri. Quando dicevo che mi guardava anche mentre ero di spalle, è perché come diceva lei, l'ho sorpreso farlo mentre mi giravo, o l'ho visto nel riflesso di uno specchio accanto a me. Per quanto riguarda la parte sessuale, non c'è stato nulla, e su questo lui ha detto di apprezzarmi perché a differenza di tutti gli altri, io non lo cercavo solo per il suo fisico o il sesso. Dal punto di vista economico, come mi chiedeva, non vi era nessun interesse, poiché abbiamo diviso le spese ed io gli ho portato semplicemente dei piccoli pensierini, più per il loro significato, che per il loro valore, e lui ha fatto altrettanto. Le dico altresì che lui quando mi aveva detto di voler fare le cose con calma, ha aggiunto che voleva fare così perché in passato era stato tradito e ferito troppe volte. Inoltre costantemente sia prima di conoscerlo di persona che in presenza, continuava a dirmi che aveva paura di perdermi, e che sapeva che io prima o poi l'avrei abbandonato, come tutti. Per concludere, lui ha sempre detto che non sa se è pronto per una nuova relazione perché ha paura di fidarsi, e non ha mai specificato se volesse solo un'amicizia o di più, con me in futuro.
La ringrazio ancora per il suo aiuto professoressa e sarei felice di conoscere la sua opinione.
Grazie ancora e buona giornata.
[#3]
Utente
Professoressa,
Aggiungo qui una risposta che non lo ho dato prima. Io per questa persona provo affetto, ma non ancora innamoramento, diciamo che mi manca molto l'essere con lui, passare dei momenti insieme e parlare come abbiamo sempre fatto. Non avrei escluso anche una semplice amicizia. In questi mesi, rispondendo ad un'altra domanda c'era reciprocità ed anche di persona, poiché lui mi ha sempre chiamato e cercato tanto quanto me. Ed anche di persona mi diceva di stare bene con me. Per quanto riguarda il mio aspetto rispetto ad Internet ero stato molto chiaro e mi ero fatto vedere in videochiamata, quindi non vi erano filtri, lo stesso per lui, seppur online lui dia un'immagine un po' diversa di sé.
Grazie ancora
Aggiungo qui una risposta che non lo ho dato prima. Io per questa persona provo affetto, ma non ancora innamoramento, diciamo che mi manca molto l'essere con lui, passare dei momenti insieme e parlare come abbiamo sempre fatto. Non avrei escluso anche una semplice amicizia. In questi mesi, rispondendo ad un'altra domanda c'era reciprocità ed anche di persona, poiché lui mi ha sempre chiamato e cercato tanto quanto me. Ed anche di persona mi diceva di stare bene con me. Per quanto riguarda il mio aspetto rispetto ad Internet ero stato molto chiaro e mi ero fatto vedere in videochiamata, quindi non vi erano filtri, lo stesso per lui, seppur online lui dia un'immagine un po' diversa di sé.
Grazie ancora
[#4]
Gentile utente,
come le ho già detto, noi da questa postazione possiamo occuparci dei pensieri e dei sentimenti di chi ci scrive, non di quelli di un'altra persona.
Ora mi sembra che lei vada chiarendo il suo sentimento verso questo ragazzo (di cui non ci ha detto l'età): piacere di parlare con lui, desiderio della sua vicinanza, della sua confidenza, della sua compagnia, che non è per forza innamoramento e potrebbe non diventarlo mai; piuttosto una calda amicizia tra persone affini.
Dalle cose che ci ha scritto questo giovane sembra ferito da una precedente relazione, e probabilmente l'esperienza si è prodotta su una personalità già fragile.
Provi a cercare in rete l'espressine 'sindrome abbandonica', ma non la ritenga una diagnosi: solo un orientamento per cercare di capire le resistenze e le sofferenze forse eccessive di questo giovane all'idea del distacco da chi gli è caro.
Il suggerimento per lei, come in tutte le relazioni, è quello di monitorare i suoi sentimenti, benessere e malessere compresi, e di essere sincero ma anche delicato nel comunicarli al suo amico, anche tenendo conto che può trattarsi di una persona emotivamente fragile.
Auguri.
come le ho già detto, noi da questa postazione possiamo occuparci dei pensieri e dei sentimenti di chi ci scrive, non di quelli di un'altra persona.
Ora mi sembra che lei vada chiarendo il suo sentimento verso questo ragazzo (di cui non ci ha detto l'età): piacere di parlare con lui, desiderio della sua vicinanza, della sua confidenza, della sua compagnia, che non è per forza innamoramento e potrebbe non diventarlo mai; piuttosto una calda amicizia tra persone affini.
Dalle cose che ci ha scritto questo giovane sembra ferito da una precedente relazione, e probabilmente l'esperienza si è prodotta su una personalità già fragile.
Provi a cercare in rete l'espressine 'sindrome abbandonica', ma non la ritenga una diagnosi: solo un orientamento per cercare di capire le resistenze e le sofferenze forse eccessive di questo giovane all'idea del distacco da chi gli è caro.
Il suggerimento per lei, come in tutte le relazioni, è quello di monitorare i suoi sentimenti, benessere e malessere compresi, e di essere sincero ma anche delicato nel comunicarli al suo amico, anche tenendo conto che può trattarsi di una persona emotivamente fragile.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Utente
Buongiorno Dottoressa Potenza,
La ringrazio per la sua risposta. A tutt'oggi, il ragazzo che le dicevo, che ha trent'anni, continua ad evitarmi, nonostante non mi abbia bloccato sui social o il numero di telefono.
Ciò che lei mi diceva, penso abbia centrato il punto, infatti leggendo degli articoli sulla sindrome abbandonica, come da lei consigliato, ho riconosciuto molti sintomi nel comportamento e vissuto di questo ragazzo. Questa persona, da quando la conoscevo non ha smesso mai un giorno di dirmi che aveva paura di perdermi e che prima o poi io sarei sparito come tutti gli altri. Mi ha altresì detto che si sentiva solo e che molte persone gli hanno voltato le spalle, abbandonandolo e facendolo soffrire, questo in ambito familiare, di amicizie ed in campo amoroso. Altresì si lamentava del fatto di sentirsi inferiore agli altri e cercava costantemente delle conferme da parte mia. Per quanto riguarda me, diciamo che mi manca il contatto con questa persona, sentirlo la mattina, la sera, e scambiare idee come abbiamo sempre fatto. Inoltre, vorrei sapere da lui, perché si è comportato così, anche solo una spiegazione. Lui mi ha detto che in più occasioni le persone con lui sparivano senza dargli una spiegazione, e lui ci stava molto male perché avrebbe voluto sapere il perché queste persone erano sparite. Quindi potrebbe essere possibile che per ripicca verso di loro, abbia voluto "punire" me, utilizzando lo stesso metodo?
Io la ringrazio ancora per il suo aiuto e per ciò che mi ha detto.
Capisco bene che voi non possiate esprimere un parere su terze persone, però vorrei semplicemente capire, comprendere e sapere come reagire, poiché questo tipo di situazione mi si è ripresentato più volte negli ultimi anni, e talvolta mi chiedo se non sia io, a fare qualcosa di sbagliato. Io sono una persona che si dà molto e si prodiga per il prossimo, quindi potrebbe essere che questo tipo di persone si leghi a me poiché in me vi trovano un conforto ed abbraccio temporaneo finché riescono a rimettersi in piedi?
Grazie ancora di tutto.
La ringrazio per la sua risposta. A tutt'oggi, il ragazzo che le dicevo, che ha trent'anni, continua ad evitarmi, nonostante non mi abbia bloccato sui social o il numero di telefono.
Ciò che lei mi diceva, penso abbia centrato il punto, infatti leggendo degli articoli sulla sindrome abbandonica, come da lei consigliato, ho riconosciuto molti sintomi nel comportamento e vissuto di questo ragazzo. Questa persona, da quando la conoscevo non ha smesso mai un giorno di dirmi che aveva paura di perdermi e che prima o poi io sarei sparito come tutti gli altri. Mi ha altresì detto che si sentiva solo e che molte persone gli hanno voltato le spalle, abbandonandolo e facendolo soffrire, questo in ambito familiare, di amicizie ed in campo amoroso. Altresì si lamentava del fatto di sentirsi inferiore agli altri e cercava costantemente delle conferme da parte mia. Per quanto riguarda me, diciamo che mi manca il contatto con questa persona, sentirlo la mattina, la sera, e scambiare idee come abbiamo sempre fatto. Inoltre, vorrei sapere da lui, perché si è comportato così, anche solo una spiegazione. Lui mi ha detto che in più occasioni le persone con lui sparivano senza dargli una spiegazione, e lui ci stava molto male perché avrebbe voluto sapere il perché queste persone erano sparite. Quindi potrebbe essere possibile che per ripicca verso di loro, abbia voluto "punire" me, utilizzando lo stesso metodo?
Io la ringrazio ancora per il suo aiuto e per ciò che mi ha detto.
Capisco bene che voi non possiate esprimere un parere su terze persone, però vorrei semplicemente capire, comprendere e sapere come reagire, poiché questo tipo di situazione mi si è ripresentato più volte negli ultimi anni, e talvolta mi chiedo se non sia io, a fare qualcosa di sbagliato. Io sono una persona che si dà molto e si prodiga per il prossimo, quindi potrebbe essere che questo tipo di persone si leghi a me poiché in me vi trovano un conforto ed abbraccio temporaneo finché riescono a rimettersi in piedi?
Grazie ancora di tutto.
[#6]
Gentile utente,
la sua email #5, al contrario della prima, contiene molti elementi: tanti da suggerire l'ipotesi che un percorso con uno psicologo, specie se esperto di relazioni personali, potrebbe esserle utile.
Lei qui dice: "vorrei sapere da lui perché si è comportato così, anche solo una spiegazione".
In realtà il suo amico le aveva dato una spiegazione, ma forse relativa a situazioni precedenti?
Nella sua prima email infatti lei scrive: "Questa cosa era già accaduta in passato, e mi ha anche detto che lui a volte, se si sente arrabbiato o triste si chiude in sé stesso non parlando con nessuno".
Stavolta però lei avverte che la situazione è diversa? In effetti ipotizza, visto che questo giovane è stato a sua volta ripetutamente abbandonato senza spiegazioni: "potrebbe essere possibile che per ripicca verso di loro, abbia voluto "punire" me, utilizzando lo stesso metodo?"
Chissà. Forse non con l'intenzione di punire, ma quella di essere, per una volta, dalla parte vincente e sperimentare cosa si prova?
Ma questo ci rimanda alla parte più viva della sua ultima email: "questo tipo di situazione mi si è ripresentato più volte negli ultimi anni, e talvolta mi chiedo se non sia io, a fare qualcosa di sbagliato".
Questo è il vero fulcro, la cosa su cui sarebbe opportuno lavorare in un percorso psicologico.
La sua ipotesi ("Io sono una persona che si dà molto e si prodiga per il prossimo" etc.) contiene una possibile traccia, ma molto parziale rispetto alle molteplici ragioni per le quali potrebbe essere in lei la causa di questi allontanamenti, sempre che abbia ragione nel pensare che non sia nelle circostanze o negli altri.
Al momento, se dovessi suggerirle un comportamento, aspetterei almeno due settimane senza cercare il ragazzo, rispondendo senza enfasi, in modo gentile ma neutro, alle eventuali comunicazioni di lui che non siano precise richieste di riaprire i contatti.
Solo dopo un certo tempo (due mesi, se il silenzio si prolunga) potrebbe cercarlo chiedendogli per messaggio di comunicarle cosa lo ha allontanato, proprio ricordandogli che in situazioni analoghe "lui ci stava molto male perché avrebbe voluto sapere il perché queste persone erano sparite".
Cerchi intanto di guardare in sé stesso. La sua sofferenza può diventare la cartina di tornasole di ciò di cui sente in generale la mancanza.
Affettuosi auguri.
la sua email #5, al contrario della prima, contiene molti elementi: tanti da suggerire l'ipotesi che un percorso con uno psicologo, specie se esperto di relazioni personali, potrebbe esserle utile.
Lei qui dice: "vorrei sapere da lui perché si è comportato così, anche solo una spiegazione".
In realtà il suo amico le aveva dato una spiegazione, ma forse relativa a situazioni precedenti?
Nella sua prima email infatti lei scrive: "Questa cosa era già accaduta in passato, e mi ha anche detto che lui a volte, se si sente arrabbiato o triste si chiude in sé stesso non parlando con nessuno".
Stavolta però lei avverte che la situazione è diversa? In effetti ipotizza, visto che questo giovane è stato a sua volta ripetutamente abbandonato senza spiegazioni: "potrebbe essere possibile che per ripicca verso di loro, abbia voluto "punire" me, utilizzando lo stesso metodo?"
Chissà. Forse non con l'intenzione di punire, ma quella di essere, per una volta, dalla parte vincente e sperimentare cosa si prova?
Ma questo ci rimanda alla parte più viva della sua ultima email: "questo tipo di situazione mi si è ripresentato più volte negli ultimi anni, e talvolta mi chiedo se non sia io, a fare qualcosa di sbagliato".
Questo è il vero fulcro, la cosa su cui sarebbe opportuno lavorare in un percorso psicologico.
La sua ipotesi ("Io sono una persona che si dà molto e si prodiga per il prossimo" etc.) contiene una possibile traccia, ma molto parziale rispetto alle molteplici ragioni per le quali potrebbe essere in lei la causa di questi allontanamenti, sempre che abbia ragione nel pensare che non sia nelle circostanze o negli altri.
Al momento, se dovessi suggerirle un comportamento, aspetterei almeno due settimane senza cercare il ragazzo, rispondendo senza enfasi, in modo gentile ma neutro, alle eventuali comunicazioni di lui che non siano precise richieste di riaprire i contatti.
Solo dopo un certo tempo (due mesi, se il silenzio si prolunga) potrebbe cercarlo chiedendogli per messaggio di comunicarle cosa lo ha allontanato, proprio ricordandogli che in situazioni analoghe "lui ci stava molto male perché avrebbe voluto sapere il perché queste persone erano sparite".
Cerchi intanto di guardare in sé stesso. La sua sofferenza può diventare la cartina di tornasole di ciò di cui sente in generale la mancanza.
Affettuosi auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#7]
Utente
Buongiorno Dottoressa Potenza,
La ringrazio come sempre per la sua risposta, e per il suo aiuto.
Innanzitutto farò tesoro dei suoi consigli, e credo che, come mi diceva lei, avrò diversi spunti e riflessioni da fare, anche riguardo ad un'eventuale percorso con uno psicologo, ed un lavoro che dovrò fare su me stesso.
Riferendomi invece a ciò che lei mi diceva: "stavolta però lei avverte che la situazione è diversa?". Devo risponderle di sì, in quanto i silenzi precedenti sono durati cinque giorni la prima volta e tre giorni la seconda. Io lo richiamai e notai, che nella prima occasione, mi disse che gli ero mancato, che per lui ero importante e che voleva io continuassi ad esserci nella sua vita anche negli anni a venire. Inoltre aggiunse che, non mi aveva richiamato per via del proprio orgoglio e perché temeva io fossi arrabbiato. Invece la seconda volta, mi disse appunto che si era chiuso in sé stesso, ma mi parlò come se non fosse accaduto nulla. Inoltre, in entrambe le occasioni, durante il silenzio, non mancava di mandarmi dei piccoli segnali tramite il mio profilo social. Invece in questo silenzio, ho notato che sta accuratamente evitando il mio profilo e qualsiasi tipo di interazione. Ad oggi non ha ancora ascoltato un vocale che gli inviai giorni fa.
Io cercherò di seguire il suo consiglio. Non lo cercherò, per le prossime settimane, e chiederò una risposta solo tra qualche mese, con calma e serenità, in quanto io non porto mai rancore o rabbia verso nessuno. Piano piano mi sto abituando al fatto che lui non fa più parte della mia quotidianità. È una grande delusione certo, però in vita mia, sono sempre stato abituato ad andare avanti e guardare al futuro. Fortunatamente poi, ho molti, veri, amici, che mi stanno vicino e mi ascoltano.
Parlando di me, credo che in futuro dovrò apprendere ad essere più cauto con i miei sentimenti, e come mi hanno fatto notare alcuni miei amici, a buttarmi un po' meno a capofitto nelle situazioni. Inoltre cercherò di comprendere, se vorrà anche grazie a lei, in che modo posso lavorarci su, e trovare anche le ragioni per le quali faccio allontanare alcune persone. Ovviamente focalizzandomi solo sulla parte che riguarda me.
Il fatto Dottoressa, è anche che, a parer mio, oggigiorno le persone sono cambiate, non sanno più confrontarsi con gli altri, o dire esattamente ciò che pensano, manca il rispetto per il prossimo. Ormai grazie a tutte queste app e social, le persone hanno un'ampia scelta di persone tra le quali scegliere, ed al primo problema, anziché fermarsi, riflettere e confrontarsi, trovano più facile cercare altrove.
Io la ringrazio nuovamente, e le chiedo scusa se magari mi sono dilungato troppo. Sono un chiacchierone, anche se mi piace ascoltare.
Buona serata, e grazie ancora.
La ringrazio come sempre per la sua risposta, e per il suo aiuto.
Innanzitutto farò tesoro dei suoi consigli, e credo che, come mi diceva lei, avrò diversi spunti e riflessioni da fare, anche riguardo ad un'eventuale percorso con uno psicologo, ed un lavoro che dovrò fare su me stesso.
Riferendomi invece a ciò che lei mi diceva: "stavolta però lei avverte che la situazione è diversa?". Devo risponderle di sì, in quanto i silenzi precedenti sono durati cinque giorni la prima volta e tre giorni la seconda. Io lo richiamai e notai, che nella prima occasione, mi disse che gli ero mancato, che per lui ero importante e che voleva io continuassi ad esserci nella sua vita anche negli anni a venire. Inoltre aggiunse che, non mi aveva richiamato per via del proprio orgoglio e perché temeva io fossi arrabbiato. Invece la seconda volta, mi disse appunto che si era chiuso in sé stesso, ma mi parlò come se non fosse accaduto nulla. Inoltre, in entrambe le occasioni, durante il silenzio, non mancava di mandarmi dei piccoli segnali tramite il mio profilo social. Invece in questo silenzio, ho notato che sta accuratamente evitando il mio profilo e qualsiasi tipo di interazione. Ad oggi non ha ancora ascoltato un vocale che gli inviai giorni fa.
Io cercherò di seguire il suo consiglio. Non lo cercherò, per le prossime settimane, e chiederò una risposta solo tra qualche mese, con calma e serenità, in quanto io non porto mai rancore o rabbia verso nessuno. Piano piano mi sto abituando al fatto che lui non fa più parte della mia quotidianità. È una grande delusione certo, però in vita mia, sono sempre stato abituato ad andare avanti e guardare al futuro. Fortunatamente poi, ho molti, veri, amici, che mi stanno vicino e mi ascoltano.
Parlando di me, credo che in futuro dovrò apprendere ad essere più cauto con i miei sentimenti, e come mi hanno fatto notare alcuni miei amici, a buttarmi un po' meno a capofitto nelle situazioni. Inoltre cercherò di comprendere, se vorrà anche grazie a lei, in che modo posso lavorarci su, e trovare anche le ragioni per le quali faccio allontanare alcune persone. Ovviamente focalizzandomi solo sulla parte che riguarda me.
Il fatto Dottoressa, è anche che, a parer mio, oggigiorno le persone sono cambiate, non sanno più confrontarsi con gli altri, o dire esattamente ciò che pensano, manca il rispetto per il prossimo. Ormai grazie a tutte queste app e social, le persone hanno un'ampia scelta di persone tra le quali scegliere, ed al primo problema, anziché fermarsi, riflettere e confrontarsi, trovano più facile cercare altrove.
Io la ringrazio nuovamente, e le chiedo scusa se magari mi sono dilungato troppo. Sono un chiacchierone, anche se mi piace ascoltare.
Buona serata, e grazie ancora.
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Prego, caro utente.
Concordo con lei sulla tendenza attuale a buttare via sentimenti e persone come fossero oggetti, in puro stile consumistico. L'altra faccia della medaglia, sempre ispirata al consumismo, è rappresentata dal fare di ogni conoscenza un'esperienza totale, il più delle volte iniziando una relazione anche al primo incontro.
Ottima la sua decisione di lavorare su sé stesso, in vario modo.
Ancora auguri.
Concordo con lei sulla tendenza attuale a buttare via sentimenti e persone come fossero oggetti, in puro stile consumistico. L'altra faccia della medaglia, sempre ispirata al consumismo, è rappresentata dal fare di ogni conoscenza un'esperienza totale, il più delle volte iniziando una relazione anche al primo incontro.
Ottima la sua decisione di lavorare su sé stesso, in vario modo.
Ancora auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3.7k visite dal 03/09/2022.
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