Paura di morire e ansia
Buongiorno dottori,
Vorrei chiedere il vostro consiglio.
Sono un ragazzo, ho 24 anni, e da alcuni anni sono un po' ipocondriaco e ansioso.
Diciamo che la mia ansia riguarda anche altre cose altre la paura di avere delle malattie gravi, ma preferirei concentrarmi sulla paura, ormai da un mese e mezzo, di morire, precisamente per infarto o arresto cardiaco.
Verso la metà di luglio sono stato un po' male a causa del caldo e ho avuto paura che mi stesse venendo un infarto.
Da quel momento faccio fatica a pensare ad altro, ho spesso una sensazione di peso sul petto, ogni volta che ho qualche leggera palpitazione (che adesso mi vengono più spesso di prima, probabilmente a causa dell'ansia) ho paura che la mia vita stia per finire.
Diciamo che questo periodo è anche in concomitanza della mia tesi di laurea, la quale mi procura anch'essa ansia molto spesso, ho paura di non farcela, mi sembra di non saper fare le cose (faccio ingegneria), ho paura che mi dicano che sono un incapace, ho paura di sbagliare e soprattutto ho paura che, una volta assunto nell'azienda con cui sto facendo la tesi, che si occupa di opere che se progettate male comportano morte per gli utilizzatori, sbaglierò i calcoli e ucciderò delle persone.
Tornando alla paura della morte, i sintomi che ho avuto in questi 40 giorni se non più ormai mi hanno sempre fatto pensare ad una qualche patologia cardiaca, nonostante io sia sempre stato un ragazzo sportivo e faccia una visita medica agonistica ogni anno, anche se da ormai 5 anni vado solo in palestra un paio di volte a settimana e ormai da 8 mesi sono molto sedentario.
Di fatto la paura di avere un infarto mi fa anche avere paura a riprendere in mano lo sport.
Ho chiesto consulto (online) e mi hanno risposto che i miei sintomi non riguardano problemi cardiaci, sono anche andato dal mio medico che mi ha visitato e ha detto che non ho problemi di cuore ma di ansia.
Mi ha prescritto lo Xanax a dosaggio minimo per qualche settimana ma non l'ho preso; credo che sia una soluzione troppo semplicistica e prima di arrivare ai farmaci sia meglio tentare ogni altra strada.
Cosa dovrei fare secondo voi?
Onestamente mi vergogno troppo a chiedere di andare da uno psicologo ai miei, non so come la prenderebbero (per loro se vado bene all'università, ho degli amici, sono in salute, ecc non ho niente per cui non dovrei "essere felice").
Poi non so se questa mia ansia sia anche esacerbata dal fatto che sono spesso da solo ultimamente, esco poco con i miei amici e tendo a stare in casa ascoltando la musica, che ormai praticamente è l'unica cosa che un po' mi rilassa.
Mi scuso per il messaggio lunghissimo ma spero che riusciate a darmi dei consigli che apprezzerei tantissimo
Vorrei chiedere il vostro consiglio.
Sono un ragazzo, ho 24 anni, e da alcuni anni sono un po' ipocondriaco e ansioso.
Diciamo che la mia ansia riguarda anche altre cose altre la paura di avere delle malattie gravi, ma preferirei concentrarmi sulla paura, ormai da un mese e mezzo, di morire, precisamente per infarto o arresto cardiaco.
Verso la metà di luglio sono stato un po' male a causa del caldo e ho avuto paura che mi stesse venendo un infarto.
Da quel momento faccio fatica a pensare ad altro, ho spesso una sensazione di peso sul petto, ogni volta che ho qualche leggera palpitazione (che adesso mi vengono più spesso di prima, probabilmente a causa dell'ansia) ho paura che la mia vita stia per finire.
Diciamo che questo periodo è anche in concomitanza della mia tesi di laurea, la quale mi procura anch'essa ansia molto spesso, ho paura di non farcela, mi sembra di non saper fare le cose (faccio ingegneria), ho paura che mi dicano che sono un incapace, ho paura di sbagliare e soprattutto ho paura che, una volta assunto nell'azienda con cui sto facendo la tesi, che si occupa di opere che se progettate male comportano morte per gli utilizzatori, sbaglierò i calcoli e ucciderò delle persone.
Tornando alla paura della morte, i sintomi che ho avuto in questi 40 giorni se non più ormai mi hanno sempre fatto pensare ad una qualche patologia cardiaca, nonostante io sia sempre stato un ragazzo sportivo e faccia una visita medica agonistica ogni anno, anche se da ormai 5 anni vado solo in palestra un paio di volte a settimana e ormai da 8 mesi sono molto sedentario.
Di fatto la paura di avere un infarto mi fa anche avere paura a riprendere in mano lo sport.
Ho chiesto consulto (online) e mi hanno risposto che i miei sintomi non riguardano problemi cardiaci, sono anche andato dal mio medico che mi ha visitato e ha detto che non ho problemi di cuore ma di ansia.
Mi ha prescritto lo Xanax a dosaggio minimo per qualche settimana ma non l'ho preso; credo che sia una soluzione troppo semplicistica e prima di arrivare ai farmaci sia meglio tentare ogni altra strada.
Cosa dovrei fare secondo voi?
Onestamente mi vergogno troppo a chiedere di andare da uno psicologo ai miei, non so come la prenderebbero (per loro se vado bene all'università, ho degli amici, sono in salute, ecc non ho niente per cui non dovrei "essere felice").
Poi non so se questa mia ansia sia anche esacerbata dal fatto che sono spesso da solo ultimamente, esco poco con i miei amici e tendo a stare in casa ascoltando la musica, che ormai praticamente è l'unica cosa che un po' mi rilassa.
Mi scuso per il messaggio lunghissimo ma spero che riusciate a darmi dei consigli che apprezzerei tantissimo
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La paura delle malattie (ipocondria) è un disturbo a forte componente ossessiva, che infatti si rileva anche dalla paura di poter fare male i calcoli delle opere, causando danni a qualcuno, quando dovrai svolgere il tuo lavoro.
L'ansiolitico che ti hanno dato può essere efficace oppure no, non potrai saperlo se prima non lo provi.
Puoi tuttavia rivolgerti a uno psicoterapeuta direttamente, anche online, per trattare il tuo problema. Ti suggerisco un approccio attivo e incisivo come quello comportamentale o quello breve strategico.
L'ansiolitico che ti hanno dato può essere efficace oppure no, non potrai saperlo se prima non lo provi.
Puoi tuttavia rivolgerti a uno psicoterapeuta direttamente, anche online, per trattare il tuo problema. Ti suggerisco un approccio attivo e incisivo come quello comportamentale o quello breve strategico.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Buongiorno,
Grazie per la risposta.
Ho deciso di andare da uno psicologo per cercare di risolvere i miei problemi, che in realtà non sono solo di ipocondria, anche se questi ultimi sono decisamente prevalenti.
Purtroppo in questi ultimi anni ho iniziato a sviluppare dubbi e timori in molti ambiti (salute, amore, studio e lavoro) che ormai sono intersecati tra loro e si alimentano.
Francamente io non vorrei utilizzare farmaci: i miei dubbi riguardano la possibile dipendenza (il medico mi ha detto che comincia dopo 3 mesi e con due/tre settimane non ci sarebbero problemi; ma avendo io una mente "fuori dal normale" visti i problemi di ansia e in particolare di ipocondria, non c'è il rischio che il mio cervello sviluppi una dipendenza già da subito?) e gli effetti collaterali: io voglio e ho bisogno di rimanere lucido, sempre, sia durante il lavoro che durante la mia vita personale, non posso accettare di "guarire" solo perché sono stordito.
In sua opinione, la sola psicoterapia può essere sufficiente in questo? E secondo lei, ovviamente non può dirlo con precisione perché dovrebbe conoscere il caso in dettaglio, quanto tempo potrebbe essere necessario?
La ringrazio ancora del suo aiuto
Grazie per la risposta.
Ho deciso di andare da uno psicologo per cercare di risolvere i miei problemi, che in realtà non sono solo di ipocondria, anche se questi ultimi sono decisamente prevalenti.
Purtroppo in questi ultimi anni ho iniziato a sviluppare dubbi e timori in molti ambiti (salute, amore, studio e lavoro) che ormai sono intersecati tra loro e si alimentano.
Francamente io non vorrei utilizzare farmaci: i miei dubbi riguardano la possibile dipendenza (il medico mi ha detto che comincia dopo 3 mesi e con due/tre settimane non ci sarebbero problemi; ma avendo io una mente "fuori dal normale" visti i problemi di ansia e in particolare di ipocondria, non c'è il rischio che il mio cervello sviluppi una dipendenza già da subito?) e gli effetti collaterali: io voglio e ho bisogno di rimanere lucido, sempre, sia durante il lavoro che durante la mia vita personale, non posso accettare di "guarire" solo perché sono stordito.
In sua opinione, la sola psicoterapia può essere sufficiente in questo? E secondo lei, ovviamente non può dirlo con precisione perché dovrebbe conoscere il caso in dettaglio, quanto tempo potrebbe essere necessario?
La ringrazio ancora del suo aiuto
[#3]
Sono domande importanti, che tuttavia potrebbero in parte essere mosse dalla tua ossessività.
Essere ossessivi vuol dire avere mille dubbi e bisogno di certezze incrollabili. Guarire dall'ossessività vuol dire abbandonare la pretesa di avere troppe certezze.
Essere ossessivi vuole anche dire, spesso, il forte bisogno di "dovercela fare da soli", perché l'ossessività è bisogno di controllo.
Questo per dire che il modo stesso in cui funzionano le ossessioni possono rendere difficile cercare aiuto. O rendere facile perdersi fra i dubbi di cosa sia meglio fare.
Quindi semplifichiamo.
I farmaci come lo Xanax danno dipendenza, dopo un certo tempo. Per questo vanno usati per brevi periodi.
Ma i farmaci antiossessivi come quelli che probabilmente ti darebbe lo psichiatra, no. Vanno presi per un certo tempo, ma poi possono essere eliminati gradualmente.
La psicoterapia, se attiva e focalizzata, cioè dove si ricevono istruzioni precise su cosa fare dal punto di vista comportamentale (non tutti gli approcci terapeutici lo fanno) da sola può essere efficace e risolutiva per i disturbi ossessivi.
I disturbi ossessivi possono però essere molto resistenti, quindi è necessaria determinazione e volontà a seguire le istruzioni da parte del paziente.
Essere ossessivi vuol dire avere mille dubbi e bisogno di certezze incrollabili. Guarire dall'ossessività vuol dire abbandonare la pretesa di avere troppe certezze.
Essere ossessivi vuole anche dire, spesso, il forte bisogno di "dovercela fare da soli", perché l'ossessività è bisogno di controllo.
Questo per dire che il modo stesso in cui funzionano le ossessioni possono rendere difficile cercare aiuto. O rendere facile perdersi fra i dubbi di cosa sia meglio fare.
Quindi semplifichiamo.
I farmaci come lo Xanax danno dipendenza, dopo un certo tempo. Per questo vanno usati per brevi periodi.
Ma i farmaci antiossessivi come quelli che probabilmente ti darebbe lo psichiatra, no. Vanno presi per un certo tempo, ma poi possono essere eliminati gradualmente.
La psicoterapia, se attiva e focalizzata, cioè dove si ricevono istruzioni precise su cosa fare dal punto di vista comportamentale (non tutti gli approcci terapeutici lo fanno) da sola può essere efficace e risolutiva per i disturbi ossessivi.
I disturbi ossessivi possono però essere molto resistenti, quindi è necessaria determinazione e volontà a seguire le istruzioni da parte del paziente.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Ex utente
La ringrazio per il suo punto di vista.
Effettivamente mi ritrovo nella descrizione che ha fatto all'inizio: voglio sempre essere certo di tutto, di avere tutto sotto controllo, e soprattutto di dover fare tutto da solo.
Già il fatto di aver ammesso a me stesso di aver bisogno di aiuto e averlo detto ai miei genitori è una cosa che avrei ritenuto impensabile fino a poco tempo fa.
Vorrei chiedere ancora una cosa, se non la disturbo: lei ha parlato di psicoterapeuta e psichiatra; visti i miei problemi, è opportuno che io vada da uno psicologo psicoterapeuta o da uno psichiatra? Onestamente ho solo una vaga idea della differenza. Ammetto che la parola psichiatra è una bella mazzata; io avevo intenzione di parlare con uno psicologo in primo luogo. Però, per riferirmi a quello che ha detto alla fine, sono disposto a seguire quello che mi verrà detto, perché onestamente ho voglia di avere la mia vita di nuovo nelle mie mani e viverla come voglio davvero, e sono convinto che potrò farlo anche senza usare farmaci e vorrei che fosse così (probabilmente è il mio lato ossessivo che parla adesso, giusto per sdrammatizzare un po').
La ringrazio ancora per il tempo che mi ha dedicato, è stato molto gentile.
Effettivamente mi ritrovo nella descrizione che ha fatto all'inizio: voglio sempre essere certo di tutto, di avere tutto sotto controllo, e soprattutto di dover fare tutto da solo.
Già il fatto di aver ammesso a me stesso di aver bisogno di aiuto e averlo detto ai miei genitori è una cosa che avrei ritenuto impensabile fino a poco tempo fa.
Vorrei chiedere ancora una cosa, se non la disturbo: lei ha parlato di psicoterapeuta e psichiatra; visti i miei problemi, è opportuno che io vada da uno psicologo psicoterapeuta o da uno psichiatra? Onestamente ho solo una vaga idea della differenza. Ammetto che la parola psichiatra è una bella mazzata; io avevo intenzione di parlare con uno psicologo in primo luogo. Però, per riferirmi a quello che ha detto alla fine, sono disposto a seguire quello che mi verrà detto, perché onestamente ho voglia di avere la mia vita di nuovo nelle mie mani e viverla come voglio davvero, e sono convinto che potrò farlo anche senza usare farmaci e vorrei che fosse così (probabilmente è il mio lato ossessivo che parla adesso, giusto per sdrammatizzare un po').
La ringrazio ancora per il tempo che mi ha dedicato, è stato molto gentile.
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>>> visti i miei problemi, è opportuno che io vada da uno psicologo psicoterapeuta o da uno psichiatra?
Non si può dare una risposta esaustiva. Entrambi gli approcci possono funzionare, quindi la scelta è tua. Hai già ricevuto una prescrizione medica, ma non vuoi seguirla. Quindi direi che una scelta l'abbia già compiuta.
Non si può dare una risposta esaustiva. Entrambi gli approcci possono funzionare, quindi la scelta è tua. Hai già ricevuto una prescrizione medica, ma non vuoi seguirla. Quindi direi che una scelta l'abbia già compiuta.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.3k visite dal 03/09/2022.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.