Mi servirebbe a qualcosa la psicoterapia?
Ho 22 anni e non ho mai avuto una ragazza, i miei sforzi non portano mai a nulla.
Questa può sembrare una domada scontata però, dal momento che la psicoterapia si basa sul cambiare me stesso e non il mondo esterno e il mio problema sono i rifiuti e le risposte negative, perchè la psicoterapia dovrebbe essermi utile?
Io mi prendo cura del mio corpo, vado regolarmente in palestra.
Mi tengo impegnato con attività che mi piacciono, la lettura, la visione di particolari film o serie tv.
Faccio ricerche, cerco la pace interiore, mi interessa la meditazione.
Posto che quindi io, ho i miei interessi e cerco in ogni modo di non condurre una vita vuota, il problema di non avere una ragazza rimane.
E' più che normale desiderarlo e io soffro perchè so che molti fanno esperienza ben prima di me.
Ogni distrazione è solo temporanea, perchè prima o poi al mio problema ci ripenso.
Non sono quel ragazzo che attira l'attenzione per la sua bellezza, ma quando mi capita di parlare con una ragazza cerco di essere rilassato e naturale, nè di ostentare nè di apparire insicuro.
Il problema è che ho poche amicizie, con cui mi vedo raramente.
In giro posso avere dei conoscenti ma poi la conoscenza non riesce ad andare oltre.
Io ci provo e ci riprovo ma il risultato è sempre negativo.
Ho provato anche a scrivere a ragazze che andavano a scuola con me tempo fa, a varie altre ma ogni volta senza successo.
Dunque, io non credo che il mio atteggiamento mentale alla cosa sia sbagliato.
In passato ero più chiuso, riconosco che questa cosa possa aver limitato le mie possibilità.
Ma adesso visto lo stato delle cose credo che il problema sia solo esterno, quindi penso che avrebbe poco senso parlare con uno psicologo... Lo psicologo mica può convincere una ragazza a dirmi di sì...
Questa può sembrare una domada scontata però, dal momento che la psicoterapia si basa sul cambiare me stesso e non il mondo esterno e il mio problema sono i rifiuti e le risposte negative, perchè la psicoterapia dovrebbe essermi utile?
Io mi prendo cura del mio corpo, vado regolarmente in palestra.
Mi tengo impegnato con attività che mi piacciono, la lettura, la visione di particolari film o serie tv.
Faccio ricerche, cerco la pace interiore, mi interessa la meditazione.
Posto che quindi io, ho i miei interessi e cerco in ogni modo di non condurre una vita vuota, il problema di non avere una ragazza rimane.
E' più che normale desiderarlo e io soffro perchè so che molti fanno esperienza ben prima di me.
Ogni distrazione è solo temporanea, perchè prima o poi al mio problema ci ripenso.
Non sono quel ragazzo che attira l'attenzione per la sua bellezza, ma quando mi capita di parlare con una ragazza cerco di essere rilassato e naturale, nè di ostentare nè di apparire insicuro.
Il problema è che ho poche amicizie, con cui mi vedo raramente.
In giro posso avere dei conoscenti ma poi la conoscenza non riesce ad andare oltre.
Io ci provo e ci riprovo ma il risultato è sempre negativo.
Ho provato anche a scrivere a ragazze che andavano a scuola con me tempo fa, a varie altre ma ogni volta senza successo.
Dunque, io non credo che il mio atteggiamento mentale alla cosa sia sbagliato.
In passato ero più chiuso, riconosco che questa cosa possa aver limitato le mie possibilità.
Ma adesso visto lo stato delle cose credo che il problema sia solo esterno, quindi penso che avrebbe poco senso parlare con uno psicologo... Lo psicologo mica può convincere una ragazza a dirmi di sì...
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>>> dal momento che la psicoterapia si basa sul cambiare me stesso e non il mondo esterno e il mio problema sono i rifiuti e le risposte negative, perchè la psicoterapia dovrebbe essermi utile?
>>> credo che il problema sia solo esterno, quindi penso che avrebbe poco senso parlare con uno psicologo... Lo psicologo mica può convincere una ragazza a dirmi di sì...
È una posizione, la tua, decisamente passiva.
È come se tu dicessi in altre parole: io non ho alcun potere di intervenire sulla realtà esterna. Né adattandomi, né sforzandomi di cambiarla. Dovrebbero essere le ragazze, o anche una sola, a piovermi in collo e farmi felice.
Perdonami l'immagine scherzosa. Ma il punto è proprio questo: se resti in attesa, se hai poche amicizie e non ti attivi per migliorare ed espandere la tua cerchia sociale, potrai certo un giorno trovare una ragazza. Ma sarà solo grazie al puro caso, e ti sentirai come se avrai avuto poco a che vedere con tale evento. Potresti perciò sentirti addirittura come se non l'avessi "meritata".
Il tuo potrebbe essere un caso da consulenza psicologica o coaching, più che da psicoterapia. Cioè per rivedere alcune convinzioni troppo rigide e poi per insegnarti le abilità sociali che ancora ti mancano.
Inoltre, i rifiuti e le risposte negative sono inevitabili. E non sono affatto qualcosa da evitare, ma da <ricercare>, per imparare a desensibilizzarsi. Si impara solo dagli errori, non da ciò che sappiamo già fare.
>>> credo che il problema sia solo esterno, quindi penso che avrebbe poco senso parlare con uno psicologo... Lo psicologo mica può convincere una ragazza a dirmi di sì...
È una posizione, la tua, decisamente passiva.
È come se tu dicessi in altre parole: io non ho alcun potere di intervenire sulla realtà esterna. Né adattandomi, né sforzandomi di cambiarla. Dovrebbero essere le ragazze, o anche una sola, a piovermi in collo e farmi felice.
Perdonami l'immagine scherzosa. Ma il punto è proprio questo: se resti in attesa, se hai poche amicizie e non ti attivi per migliorare ed espandere la tua cerchia sociale, potrai certo un giorno trovare una ragazza. Ma sarà solo grazie al puro caso, e ti sentirai come se avrai avuto poco a che vedere con tale evento. Potresti perciò sentirti addirittura come se non l'avessi "meritata".
Il tuo potrebbe essere un caso da consulenza psicologica o coaching, più che da psicoterapia. Cioè per rivedere alcune convinzioni troppo rigide e poi per insegnarti le abilità sociali che ancora ti mancano.
Inoltre, i rifiuti e le risposte negative sono inevitabili. E non sono affatto qualcosa da evitare, ma da <ricercare>, per imparare a desensibilizzarsi. Si impara solo dagli errori, non da ciò che sappiamo già fare.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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Utente
Certamente non mi aspetto che le cose mi piovano dal cielo. Se è quello che ha inteso l'immagine scherzosa è perfetta. Non ho paura di mettermi in gioco ma quello che sto constatando è che le cose in mio potere possono modificare troppo poco la mia situazione, trovandomi in questo sistema. Parecchi ragazzi hanno il mio stesso problema, per quanto ci possano essere, come sempre ci sono, degli errori individuali, il problema che sta a monte nel sistema è una cosa praticamente innegabile.
Le faccio un'ulteriore esempio, la femminista americana Norah Vincent ha fatto un esperimento, travestendosi da uomo e vedendo quali sono le difficoltà che il genere maschile prova nel rapportarsi con le donne, è tutto raccontato nel libro Self-made Man, da lei scritto.
Detto questo, è chiaro che io voglio impegnarmi e fare quel tutto ciò che è in mio potere per migliorare la mia vita e avere relazioni etc. Quello che mi rende triste è che le possibiltà sono poco incoraggianti. Se io avessi una grave malattia e so che al massimo mi restano pochi anni di vita, di certo farei tutto il possibile per guarire, ma il problema può andare ben oltre le mie possibilità di risolverlo, anche impegnandomi il risultato potrebbe essere mediocre e poco soddisfacente. Questo è il problema, questa è la società che nessuno psicologo, nessuno psicofarmaco o libro di spiritualità potrà purtroppo mai cambiare...
Le faccio un'ulteriore esempio, la femminista americana Norah Vincent ha fatto un esperimento, travestendosi da uomo e vedendo quali sono le difficoltà che il genere maschile prova nel rapportarsi con le donne, è tutto raccontato nel libro Self-made Man, da lei scritto.
Detto questo, è chiaro che io voglio impegnarmi e fare quel tutto ciò che è in mio potere per migliorare la mia vita e avere relazioni etc. Quello che mi rende triste è che le possibiltà sono poco incoraggianti. Se io avessi una grave malattia e so che al massimo mi restano pochi anni di vita, di certo farei tutto il possibile per guarire, ma il problema può andare ben oltre le mie possibilità di risolverlo, anche impegnandomi il risultato potrebbe essere mediocre e poco soddisfacente. Questo è il problema, questa è la società che nessuno psicologo, nessuno psicofarmaco o libro di spiritualità potrà purtroppo mai cambiare...
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Ripeto, il tuo punto di vista è troppo passivo.
Invece di ascoltare le femministe, leggi The Game, di Neil Strauss e magari fatti un'idea diversa. Non è un testo scientifico, ma certamente molto empirico seppur aneddotico.
>>> il problema che sta a monte nel sistema
Il problema non è nel sistema. È nella testa di troppi uomini che hanno un'estrema paura di essere rifiutati. E quindi, se l'assunto di base è quello, cioè "io non devo essere mai rifiutato, perché il mio ego è troppo fragile per sopportarlo".
Sei come un surfista illuso che dicesse: "Io voglio fare surf, ma le onde devono fare quello che dico io". Invece di adattarsi ad esse, cavalcarle per ottenere il proprio scopo.
Non posso essere certo che la paura del rifiuto sia il tuo problema, anche se da ciò che scrivi sospetto di sì. Ma il punto è che, come ha detto qualcuno, se vuoi cambiare il mondo devi prima essere capace di cambiare te stesso.
Invece di ascoltare le femministe, leggi The Game, di Neil Strauss e magari fatti un'idea diversa. Non è un testo scientifico, ma certamente molto empirico seppur aneddotico.
>>> il problema che sta a monte nel sistema
Il problema non è nel sistema. È nella testa di troppi uomini che hanno un'estrema paura di essere rifiutati. E quindi, se l'assunto di base è quello, cioè "io non devo essere mai rifiutato, perché il mio ego è troppo fragile per sopportarlo".
Sei come un surfista illuso che dicesse: "Io voglio fare surf, ma le onde devono fare quello che dico io". Invece di adattarsi ad esse, cavalcarle per ottenere il proprio scopo.
Non posso essere certo che la paura del rifiuto sia il tuo problema, anche se da ciò che scrivi sospetto di sì. Ma il punto è che, come ha detto qualcuno, se vuoi cambiare il mondo devi prima essere capace di cambiare te stesso.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Leggerò il libro che mi ha consigliato.
Siamo perfettamente d'accordo sul fatto che sia necessario un'atteggiamento più attivo e che al giorno d'oggi sia necessario per molti uomini sviluppare maggiormente la propria mascolinità. La invito però a riflettere sul perchè così tanti uomini hanno sia la paura del rifiuto sia questo atteggiamento passivo. La causa di questo cambiamento è sempre legata alla società e al sistema. Potremmo fare un discorso infinito parlando di come oggi il ruolo dell'uomo sia più complesso rispetto al passato. Nel saggio sul Sucidio di Durkheim è ben spiegato che anche una scelta personale come il suicidio ha dei motivi che per forza di cose sono significativamente anche legati alla società in cui si vive, lo stesso discorso vale per queste difficoltà relazionali. Togliendo la scuola e l'università diventa davvero difficile fare nuove conoscenze. Gli approcci dal vivo possono funzionare in parte nelle grandi città (e anche qui con margini di successo poco incoraggianti) ma nei piccoli centri sono del tutto inutili. Senza il contesto universitario o lavorativo etc in cui è facile trovare una scusa, fermando una ragazza a caso per strada è palese che i fini del ragazzo che lo fa siano sessuali... questo rende i margini di successo davvero scarsi.
Faccio mea culpa dicendo che io tendo a sovranalizzare, in base ai dati in mio possesso determino le mie possibilità di successo con una ragazza e poi decido. Se ritengo che le possibilità siano troppo scarse non ci provo. Nonostante le possibilità mi sembrassero buone finora mi è andata male... Non mi pento di averci provato e riconosco che anche i rifiuti mi hanno insegnato molto. Però mancano i contesti sociali in cui conoscere altre ragazze, mancano i numeri che sono scarsi e scoraggianti
Siamo perfettamente d'accordo sul fatto che sia necessario un'atteggiamento più attivo e che al giorno d'oggi sia necessario per molti uomini sviluppare maggiormente la propria mascolinità. La invito però a riflettere sul perchè così tanti uomini hanno sia la paura del rifiuto sia questo atteggiamento passivo. La causa di questo cambiamento è sempre legata alla società e al sistema. Potremmo fare un discorso infinito parlando di come oggi il ruolo dell'uomo sia più complesso rispetto al passato. Nel saggio sul Sucidio di Durkheim è ben spiegato che anche una scelta personale come il suicidio ha dei motivi che per forza di cose sono significativamente anche legati alla società in cui si vive, lo stesso discorso vale per queste difficoltà relazionali. Togliendo la scuola e l'università diventa davvero difficile fare nuove conoscenze. Gli approcci dal vivo possono funzionare in parte nelle grandi città (e anche qui con margini di successo poco incoraggianti) ma nei piccoli centri sono del tutto inutili. Senza il contesto universitario o lavorativo etc in cui è facile trovare una scusa, fermando una ragazza a caso per strada è palese che i fini del ragazzo che lo fa siano sessuali... questo rende i margini di successo davvero scarsi.
Faccio mea culpa dicendo che io tendo a sovranalizzare, in base ai dati in mio possesso determino le mie possibilità di successo con una ragazza e poi decido. Se ritengo che le possibilità siano troppo scarse non ci provo. Nonostante le possibilità mi sembrassero buone finora mi è andata male... Non mi pento di averci provato e riconosco che anche i rifiuti mi hanno insegnato molto. Però mancano i contesti sociali in cui conoscere altre ragazze, mancano i numeri che sono scarsi e scoraggianti
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>>> La invito però a riflettere sul perchè così tanti uomini hanno sia la paura del rifiuto sia questo atteggiamento passivo. La causa di questo cambiamento è sempre legata alla società e al sistema.
Perfettamente d'accordo su questo, da un punto di vista della tendenza statistica. Viviamo in una società femminile, dove l'espressione della mascolinità è generalmente scoraggiata.
Ma non è scritto da nessuna parte che ognuno di noi, come individuo, debba essere condannato a far parte di una statistica. Se le condizioni al contorno non sono favorevoli, si può sempre crearsene di migliori.
Perfettamente d'accordo su questo, da un punto di vista della tendenza statistica. Viviamo in una società femminile, dove l'espressione della mascolinità è generalmente scoraggiata.
Ma non è scritto da nessuna parte che ognuno di noi, come individuo, debba essere condannato a far parte di una statistica. Se le condizioni al contorno non sono favorevoli, si può sempre crearsene di migliori.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 25/08/2022.
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