Coppia gay : perché in tanti momenti non ci parliamo? perché temo che sia diventato tutto monotono?
Salve, ho 35 anni
Conosco il mio ragazzo da un anno, lui bisex e io gay, solo che lui si sta accettando da poco più di un anno, e prima di me ha incontrato solo tre ragazzi, per esplorare e confrontarsi.
Poi ha provato a divertirsi con altri ragazzi via cam.
Da quando sta con me non usa più cam, dice che se sta con me non ha bisogno di altro.
Che gli basto e gli vado bene così come sono.
La cosa che mi preoccupa è che rispetto all'inizio, cioè i primi mesi, capitano molti momenti di silenzio tra noi, soprattutto quando siamo da soli nella casa in cui vivo da solo.
Perché io vivo lontano dalla mia famiglia per lavoro.
Lui di carattere è riservato, ma tra due persone innamorate non ci dovrebbe essere sempre voglia di sorridersi, parlare o altro?
A volte neanche mi guarda, preso dai social, PC e altro.
Stiamo vicini solo fisicamente mi sembra.
Mesi fa abbiamo provato a convivere, ma è tornato a casa perché dice che non riusciva a mentire con la sua famiglia dicendo che stava convivendo con amici in città.
E poi perché la casa in cui vivo è troppo piccola e buia.
Insomma ha preferito tornare a quando ci vedevamo solo nei week-end o comunque non tutta la settimana insieme.
Poi organizziamo gite, weekend in giro, cinema, passeggiate...uscite con amici o da soli.
Anche se per ora ancora non mi ha presentato ai suoi amici, forse perché ancora si sta accettando.
Da quello che dice per una vita ha creduto di volere una vita da etero.
Per lui è tutto nuovo.
Boh, io pure non sono dichiarato a tutta la mia famiglia, però vedo che faccio meno fatica ad esternargli i miei sentimenti, quando ho voglia di coccole lo cerco.
Mi pare però che lui cerchi meno il contatto fisico rispetto a me.
E poi troppi momenti di silenzio.
Che devo pensare?
Conosco il mio ragazzo da un anno, lui bisex e io gay, solo che lui si sta accettando da poco più di un anno, e prima di me ha incontrato solo tre ragazzi, per esplorare e confrontarsi.
Poi ha provato a divertirsi con altri ragazzi via cam.
Da quando sta con me non usa più cam, dice che se sta con me non ha bisogno di altro.
Che gli basto e gli vado bene così come sono.
La cosa che mi preoccupa è che rispetto all'inizio, cioè i primi mesi, capitano molti momenti di silenzio tra noi, soprattutto quando siamo da soli nella casa in cui vivo da solo.
Perché io vivo lontano dalla mia famiglia per lavoro.
Lui di carattere è riservato, ma tra due persone innamorate non ci dovrebbe essere sempre voglia di sorridersi, parlare o altro?
A volte neanche mi guarda, preso dai social, PC e altro.
Stiamo vicini solo fisicamente mi sembra.
Mesi fa abbiamo provato a convivere, ma è tornato a casa perché dice che non riusciva a mentire con la sua famiglia dicendo che stava convivendo con amici in città.
E poi perché la casa in cui vivo è troppo piccola e buia.
Insomma ha preferito tornare a quando ci vedevamo solo nei week-end o comunque non tutta la settimana insieme.
Poi organizziamo gite, weekend in giro, cinema, passeggiate...uscite con amici o da soli.
Anche se per ora ancora non mi ha presentato ai suoi amici, forse perché ancora si sta accettando.
Da quello che dice per una vita ha creduto di volere una vita da etero.
Per lui è tutto nuovo.
Boh, io pure non sono dichiarato a tutta la mia famiglia, però vedo che faccio meno fatica ad esternargli i miei sentimenti, quando ho voglia di coccole lo cerco.
Mi pare però che lui cerchi meno il contatto fisico rispetto a me.
E poi troppi momenti di silenzio.
Che devo pensare?
[#1]
Gentile utente,
i problemi di cui Lei ci parla non appartengono solamente alle coppie gay, come sembrerebbe dal Suo titolo. E nel pericolo dei silenzi vuoti, della monotonia e della mancanza di comunicazione può incorrere ogni tipologia di coppia, a qualsiasi età.
Leggendo il Suo consulto si ha però l'impressione che possano esistere altri problemi: l'accettazione dell'omosessualità, la convivenza, altro. Ma non approfondisco, non essendo il punto centrale sottopostoci.
L'elemento interessante consiste nel fatto che Lei non ci dice SE - delle difficoltà qui descritte - tra Voi ne parlate o ne avete parlato; e in che termini.
In caso negativo, allora sì il silenzio potrebbe essere pieno di non detti, di irrisolti, di pesantezza e di misteri.
In altro caso Le faccio presente che esistono silenzi complici, silenzi nei quali non c'è alcun bisogno di utilizzare le parole, silenzi pieni di tenerezza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
i problemi di cui Lei ci parla non appartengono solamente alle coppie gay, come sembrerebbe dal Suo titolo. E nel pericolo dei silenzi vuoti, della monotonia e della mancanza di comunicazione può incorrere ogni tipologia di coppia, a qualsiasi età.
Leggendo il Suo consulto si ha però l'impressione che possano esistere altri problemi: l'accettazione dell'omosessualità, la convivenza, altro. Ma non approfondisco, non essendo il punto centrale sottopostoci.
L'elemento interessante consiste nel fatto che Lei non ci dice SE - delle difficoltà qui descritte - tra Voi ne parlate o ne avete parlato; e in che termini.
In caso negativo, allora sì il silenzio potrebbe essere pieno di non detti, di irrisolti, di pesantezza e di misteri.
In altro caso Le faccio presente che esistono silenzi complici, silenzi nei quali non c'è alcun bisogno di utilizzare le parole, silenzi pieni di tenerezza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Beh sì a volte ne abbiamo parlato, gliel'ho fatto capire in modo scherzoso che forse non parliamo abbastanza o che ci sono momenti in cui mi sento invisibile.
Lui mi tranquillizza sempre, mi dice di staccare un po' il cervello.
Che non è che dobbiamo stare 24 ore appiccicati, e che non per forza in ogni cosa che si fa ci deve essere l'altro, che ognuno ha pure i suoi spazi.
Però io faccio fatica ad accettare questo suo isolarsi, Forse perché temo di non interessargli più come prima, e quando glielo dico lui mi prende in giro, dicendomi di smetterla.
Io sto sempre a pensare a lui, lui mi pensa ma non è eccessivo come me. I suoi spazi lì vive sereno. Io invece vorrei fare tutto con lui.
Forse sono io esagerato? Vivo tutto come se stessi all'inizio dell'innamoramento ancora e lui no?
Lui mi tranquillizza sempre, mi dice di staccare un po' il cervello.
Che non è che dobbiamo stare 24 ore appiccicati, e che non per forza in ogni cosa che si fa ci deve essere l'altro, che ognuno ha pure i suoi spazi.
Però io faccio fatica ad accettare questo suo isolarsi, Forse perché temo di non interessargli più come prima, e quando glielo dico lui mi prende in giro, dicendomi di smetterla.
Io sto sempre a pensare a lui, lui mi pensa ma non è eccessivo come me. I suoi spazi lì vive sereno. Io invece vorrei fare tutto con lui.
Forse sono io esagerato? Vivo tutto come se stessi all'inizio dell'innamoramento ancora e lui no?
[#3]
>Io sto sempre a pensare a lui, lui mi pensa ma non è eccessivo come me. I suoi spazi lì vive sereno. Io invece vorrei fare tutto con lui.<
Una delle variabili riguarda, come Lei dice, l’innamoramento; fase di fusionalita’ transitoria.
L’altra variabile riguarda il tipo di relazione che la singola persona ricerca come ottimale: simbiotica, ecc., e che ha a che fare con gli stili di attaccamento.
Capisco che questa risposta è un po’ tecnica, ma svela le ragioni per cui in una coppia (omo, etero, altro) frequentemente un* dei due lamenta la distanza emotiva dell’altr*, quando ad uno sguardo clinico (come avviene ad es. nella terapia di coppia) tale distanza non viene rilevata.
Segno che essa sta negli occhi di chi guarda...
Dott. Brunialti
Una delle variabili riguarda, come Lei dice, l’innamoramento; fase di fusionalita’ transitoria.
L’altra variabile riguarda il tipo di relazione che la singola persona ricerca come ottimale: simbiotica, ecc., e che ha a che fare con gli stili di attaccamento.
Capisco che questa risposta è un po’ tecnica, ma svela le ragioni per cui in una coppia (omo, etero, altro) frequentemente un* dei due lamenta la distanza emotiva dell’altr*, quando ad uno sguardo clinico (come avviene ad es. nella terapia di coppia) tale distanza non viene rilevata.
Segno che essa sta negli occhi di chi guarda...
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 25/08/2022.
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