Come affrontare una temporanea separazione di 11 mesi?
Buongiorno a tutti,
vi contatto in quanto sento la necessità di un consulto.
Ho 29 anni e una relazione da ormai 5 anni, con 3 di convivenza.
Il mio compagno tra due settimane partirà per lavoro per undici mesi e andrà nel continente asiatico.
Al momento della decisione di partire ci siamo confrontati e gli ho comunicato che ovviamente doveva fare ciò che più lo rendeva felice e che gli dava occasione di crescita personale e professionale, nonostante la preoccupazione per la distanza fosse già tanta, non ritenevo nè ritengo corretto chiedergli di rimanere e non partire per una mia paura della separazione.
Paura che gli ho esplicitato e di cui abbiamo parlato ma che non penso riesca a comprendere al 100%, in 1quanto mi sembra che sminuisca un po' la situazione ripetendomi che ci amiamo e che non saranno 11 mesi a distanza a rovinare un rapporto solido.
Il viaggio è per lui sicuramente un'occasione importante di crescita e un'esperienza che spero si riveli per lui gratificante e stimolante.
La distanza però è molta, non vi è la possibilità di vedersi in questo lungo periodo nemmeno uno volta e io sono molto preoccupata della gestione della separazione.
Abbiamo una relazione a mio parere molto bella dove entrambi cerchiamo di condividere e vivere esperienze insieme senza però dimenticare di ritagliarci del tempo per noi come individui singoli, per coltivare interessi personali e vedere amici
nonostante ciò non ho mai vissuto da sola e tempo la solitudine.
La nostra convivenza è iniziata perchè la mia situazione familiare al domicilio era ingestibile e avevo bisogno di un distacco, vivendo con un padre che abusa di droghe e di cui doversi costantemente preoccupare il che mi ha portato a problematiche quali binge eating disorder (motivo per il quale sono stata seguita per anni da uno psicoterapeuta)
il mio compagno è stato sostegno e supporto e io ho davvero paura di soffrire la distanza e la solitudine, di ritrovarmi in casa da sola, di dormire sola.
Ho interessi e un lavoro che mi piace, una rete di amici valida e solida ma in questo momento mi sento attanagliata dalla paura della sofferenza e del distacco.
Npn riesco a valutare quanto sia "normale" e quanto no, avendo appunto il confronto co n lui che sembra sereno e fiducioso.
E se non sapessi vivere da sola?
E se scoprissi di non essere in grado di gestire una separazione, seppur temporanea?
e se non riuscissi più a gestire le abbuffate e ricominciassero in maniera importante?
vi contatto in quanto sento la necessità di un consulto.
Ho 29 anni e una relazione da ormai 5 anni, con 3 di convivenza.
Il mio compagno tra due settimane partirà per lavoro per undici mesi e andrà nel continente asiatico.
Al momento della decisione di partire ci siamo confrontati e gli ho comunicato che ovviamente doveva fare ciò che più lo rendeva felice e che gli dava occasione di crescita personale e professionale, nonostante la preoccupazione per la distanza fosse già tanta, non ritenevo nè ritengo corretto chiedergli di rimanere e non partire per una mia paura della separazione.
Paura che gli ho esplicitato e di cui abbiamo parlato ma che non penso riesca a comprendere al 100%, in 1quanto mi sembra che sminuisca un po' la situazione ripetendomi che ci amiamo e che non saranno 11 mesi a distanza a rovinare un rapporto solido.
Il viaggio è per lui sicuramente un'occasione importante di crescita e un'esperienza che spero si riveli per lui gratificante e stimolante.
La distanza però è molta, non vi è la possibilità di vedersi in questo lungo periodo nemmeno uno volta e io sono molto preoccupata della gestione della separazione.
Abbiamo una relazione a mio parere molto bella dove entrambi cerchiamo di condividere e vivere esperienze insieme senza però dimenticare di ritagliarci del tempo per noi come individui singoli, per coltivare interessi personali e vedere amici
nonostante ciò non ho mai vissuto da sola e tempo la solitudine.
La nostra convivenza è iniziata perchè la mia situazione familiare al domicilio era ingestibile e avevo bisogno di un distacco, vivendo con un padre che abusa di droghe e di cui doversi costantemente preoccupare il che mi ha portato a problematiche quali binge eating disorder (motivo per il quale sono stata seguita per anni da uno psicoterapeuta)
il mio compagno è stato sostegno e supporto e io ho davvero paura di soffrire la distanza e la solitudine, di ritrovarmi in casa da sola, di dormire sola.
Ho interessi e un lavoro che mi piace, una rete di amici valida e solida ma in questo momento mi sento attanagliata dalla paura della sofferenza e del distacco.
Npn riesco a valutare quanto sia "normale" e quanto no, avendo appunto il confronto co n lui che sembra sereno e fiducioso.
E se non sapessi vivere da sola?
E se scoprissi di non essere in grado di gestire una separazione, seppur temporanea?
e se non riuscissi più a gestire le abbuffate e ricominciassero in maniera importante?
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Gentilissima lettrice,
il periodo di separazione di 11 mesi che segue ad un periodo di convivenza di 3 anni, e di un rapporto che è ben consolidato , non corre maggiori rischi sul piano affettivo e sentimentale , anzi può rafforzare ancora di più la vostra relazione.
Sarebbe opportuno che lei sostenga la scelta del suo compagno, a maggior ragione se lui è contento di questa esperienza professionale che potrà risultare importante sia per i suoi successivi sbocchi professionali che per la vostra futura vita in comune.
Il lavoro che le piace e la rete di amici sono un bel "riempitivo" nei momenti in cui eventualmente si sentirà particolarmente sola .
Per ciò che riguarda la paura di gestire il cambiamento dovuto alla assenza del suo fidanzato, le suggerirei di chiedere un appoggio alla collega da cui è stata seguita in passato , oppure un aiuto specialistico che potrebbe sostenerla in questa prima fase di passaggio .
Mille auguroni.
il periodo di separazione di 11 mesi che segue ad un periodo di convivenza di 3 anni, e di un rapporto che è ben consolidato , non corre maggiori rischi sul piano affettivo e sentimentale , anzi può rafforzare ancora di più la vostra relazione.
Sarebbe opportuno che lei sostenga la scelta del suo compagno, a maggior ragione se lui è contento di questa esperienza professionale che potrà risultare importante sia per i suoi successivi sbocchi professionali che per la vostra futura vita in comune.
Il lavoro che le piace e la rete di amici sono un bel "riempitivo" nei momenti in cui eventualmente si sentirà particolarmente sola .
Per ciò che riguarda la paura di gestire il cambiamento dovuto alla assenza del suo fidanzato, le suggerirei di chiedere un appoggio alla collega da cui è stata seguita in passato , oppure un aiuto specialistico che potrebbe sostenerla in questa prima fase di passaggio .
Mille auguroni.
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 688 visite dal 25/08/2022.
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