Perché ho degli attacchi di ansia per un trasferimento sempre sognato?
Buongiorno,
qualche giorno fa ho ricevuto, dopo averla tanto sognata, un'offerta di lavoro in una città all'estero (fuori Europa) in cui ho già vissuto per 7 mesi e in cui desideravo ardentemente rientrare, perché c'è anche una persona a me cara con cui potrei riprendere la frequentazione sentimentale.
Tutto bello, però devo partire in meno di 10 giorni, senza una determinata preparazione mentale e ho cominciato a tormentarmi di cattivi pensieri.
- Il primo è stato "mi ammalerò lì, che succede se lo scopro"? E nel frattempo mi è venuta una congiuntivite che ho associato alle peggiori malattie (sì, sono sempre stato un po' ipocondriaco).
- Superata (anche se non completamente) la fase malattia, ho cominciato a pensare che non troverò mai casa. Se la troverò, ci sarà la fatica di cambiare le lenzuola, di cucinare e non ne sono in grado (preciso che durante la vecchia esperienza di 7 mesi, ho vissuto in un albergo e spesso mangiavo a lavoro). Inoltre sono partito con dei colleghi diventati amici ed ho vissuto con persone che comunque conoscevo, non estranei.
- In tal senso è bene precisare che comunque ho fatto anche un Erasmus dove invece dovevo lavare e cucinare da solo e nonostante le difficoltà iniziali, ci sono tranquillamente riuscito.
- Mi preoccupa il distacco da casa. I miei genitori, il mio cane, le abitudini di guardare le partite della squadra del cuore.
- In ultimo, pur non avendo problemi economici che mi impediscono di partire, ho paura di varie catastrofi che potrebbero succedere lì (perdo la carta, perdo il telefono, resto da solo).
Ora volevo chiedervi perché tutti questi pensieri catastrofici?
In primis quello delle malattie, poi tutti gli altri quasi a giustificare un rifiuto a partire. Eppure lì già ci ho vissuto e ci sono stato benissimo (anzi, non volevo rientrare). Però sicuramente ero partito con altre condizioni. Avevo dei colleghi con me con cui avevo già messaggiato, le procedure di casa non le ho dovute seguire io, diciamo che era un trasferimento sicuramente "facilitato".
Ma ora conosco il posto, perché mi comporto così? Ho paura che se non parto mi pentirò. Tuttavia se parto, ho paura succeda tutto ciò che ho detto. Forse è colpa anche i tempi brevi per la decisione.
Grazie.
Perché probabilmente soffri un po' di ossessività, cioè della tendenza a preoccuparti più del necessario.
Il fatto che una cosa sia fortemente desiderata non significa che non si possa provare ansia pensando di ottenerla. Desiderio e paura possono coesistere ed essere antitetici, cioè due tendenze che tirano in direzioni opposte.
Perciò potresti probabilmente beneficiare di un lavoro terapeutico volto a ridurre la tua componente ansiosa.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
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