Crisi di coppia durante un lutto. Come resistere nell'attesa della terapia?
Buongiorno dottoresse e dottori,
chiedo cortesemente, se possibile, un supporto a una situazione che non riesco a gestire da solo.
Io e lei abbiamo 33 anni ed entrambi siamo seguiti da due psicoterapeuti (io da 3 anni, lei da 8-9 mesi).
La nostra relazione, iniziata 3 anni fa (conviviamo da 2 anni), è sempre andata direi egregiamente tanto che nell'ultimo anno abbiamo parlato anche di progetti importanti (traslochi, matrimonio, fare un figlio (lei più volte mi ha chiesto di provare a farne uno).
Ovviamente ci sono stati anche alcuni problemi, spesso nati per una sua ossessione quasi patologica per la pulizia, ma comunque, dal mio punto di vista, si sono sempre affrontati bene.
L'unico problema importante, nasce dalla mia incompatibilità caratteriale e rigidità che mostro nei confronti di alcune persone esterne alla coppia, mista a una dipendenza affettiva (quest'ultima sto riuscendo a gestirla abbastanza bene): se le persone non mi sono gradite a volte risulto distaccato, scostante, burbero.
E questo le dà tanta sofferenza e per questo è da mesi che ci sto lavorando sopra e sono già migliorato un po' (e lei lo ha notato).
Il grande dramma è iniziato quando questo mio lato caratteriale è uscito, 3 mesi fa, nello stesso periodo nel quale si è scoperto che suo papà aveva un problema di salute che lo ha portato via in 6 settimane.
In questi ultimi mesi, ha iniziato ad essere fredda e a rinfacciarmi tutti i "nostri problemi", importanti e piccolezze.
Decidiamo così insieme di intraprendere una terapia di coppia ma per problemi vari abbiamo procrastinato e ora vorremmo iniziare a Settembre.
In questo periodo passa da rari giorni tranquilli dove è più sorridente e calorosa, a giorni dove quasi non vuole andare dai terapeuti di coppia perché "non ci crede più".
Io, che ammetto i miei difetti (dei quali mi prendo carico e so di poterli superare insieme all'aiuto suo e di un terapeuta), penso che la stessa situazione non in questo periodo di lutto l'avremmo superata bene.
Anche perché mi viene difficile credere che una persona così intelligente possa passare dal volere un figlio per poi quasi volere scappare via dopo 3-4 mesi; dal nulla svanisce l'amore maturato in tre anni?!
Il motivo per il quale vi scrivo è che sono sicuro che questa crisi la si potrà superare insieme a un aiuto di un terapeuta ma giustamente ora i vostri colleghi sono tutti in ferie (sia il terapista di coppia contattato, sia la sua psicoterapeuta "personale") per ancora 2/3 settimane e io non so se riusciremo a reggere per ancora così tanto tempo da soli.
Così io sono qui senza strumenti e lei è da sola senza il supporto della sua terapeuta.
Avete qualche consiglio in merito?
Vi ringrazio di cuore.
chiedo cortesemente, se possibile, un supporto a una situazione che non riesco a gestire da solo.
Io e lei abbiamo 33 anni ed entrambi siamo seguiti da due psicoterapeuti (io da 3 anni, lei da 8-9 mesi).
La nostra relazione, iniziata 3 anni fa (conviviamo da 2 anni), è sempre andata direi egregiamente tanto che nell'ultimo anno abbiamo parlato anche di progetti importanti (traslochi, matrimonio, fare un figlio (lei più volte mi ha chiesto di provare a farne uno).
Ovviamente ci sono stati anche alcuni problemi, spesso nati per una sua ossessione quasi patologica per la pulizia, ma comunque, dal mio punto di vista, si sono sempre affrontati bene.
L'unico problema importante, nasce dalla mia incompatibilità caratteriale e rigidità che mostro nei confronti di alcune persone esterne alla coppia, mista a una dipendenza affettiva (quest'ultima sto riuscendo a gestirla abbastanza bene): se le persone non mi sono gradite a volte risulto distaccato, scostante, burbero.
E questo le dà tanta sofferenza e per questo è da mesi che ci sto lavorando sopra e sono già migliorato un po' (e lei lo ha notato).
Il grande dramma è iniziato quando questo mio lato caratteriale è uscito, 3 mesi fa, nello stesso periodo nel quale si è scoperto che suo papà aveva un problema di salute che lo ha portato via in 6 settimane.
In questi ultimi mesi, ha iniziato ad essere fredda e a rinfacciarmi tutti i "nostri problemi", importanti e piccolezze.
Decidiamo così insieme di intraprendere una terapia di coppia ma per problemi vari abbiamo procrastinato e ora vorremmo iniziare a Settembre.
In questo periodo passa da rari giorni tranquilli dove è più sorridente e calorosa, a giorni dove quasi non vuole andare dai terapeuti di coppia perché "non ci crede più".
Io, che ammetto i miei difetti (dei quali mi prendo carico e so di poterli superare insieme all'aiuto suo e di un terapeuta), penso che la stessa situazione non in questo periodo di lutto l'avremmo superata bene.
Anche perché mi viene difficile credere che una persona così intelligente possa passare dal volere un figlio per poi quasi volere scappare via dopo 3-4 mesi; dal nulla svanisce l'amore maturato in tre anni?!
Il motivo per il quale vi scrivo è che sono sicuro che questa crisi la si potrà superare insieme a un aiuto di un terapeuta ma giustamente ora i vostri colleghi sono tutti in ferie (sia il terapista di coppia contattato, sia la sua psicoterapeuta "personale") per ancora 2/3 settimane e io non so se riusciremo a reggere per ancora così tanto tempo da soli.
Così io sono qui senza strumenti e lei è da sola senza il supporto della sua terapeuta.
Avete qualche consiglio in merito?
Vi ringrazio di cuore.
[#1]
È importante che la ragazza continui la terapia, e non saranno un paio di settimane di ferie a comprometterne l'efficacia.
Propenderei forse più per due percorsi individuali, come già state facendo, che per iniziare adesso una terapia di coppia. Quando accadono avvenimenti importanti o tragici nella vita di uno dei due, a volte la vita di coppia ne può rimanere scossa. Ed è quindi necessario che la persona trovi il modo di superare la proprie questioni - con l'aiuto di un professionista, se necessario - prima di pensare alla situazione di coppia.
In altre parole il vostro problema di coppia sembra secondario, cioè conseguente, al problema personale che la ragazza ha avuto. Per tale motivo potrebbe essere più appropriato che lei faccia luce dentro se stessa in primo luogo.
Ne parlo in questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=iY2W5xCg0qc
Propenderei forse più per due percorsi individuali, come già state facendo, che per iniziare adesso una terapia di coppia. Quando accadono avvenimenti importanti o tragici nella vita di uno dei due, a volte la vita di coppia ne può rimanere scossa. Ed è quindi necessario che la persona trovi il modo di superare la proprie questioni - con l'aiuto di un professionista, se necessario - prima di pensare alla situazione di coppia.
In altre parole il vostro problema di coppia sembra secondario, cioè conseguente, al problema personale che la ragazza ha avuto. Per tale motivo potrebbe essere più appropriato che lei faccia luce dentro se stessa in primo luogo.
Ne parlo in questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=iY2W5xCg0qc
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Gentile dottor Santanocito,
la nostra idea è quella di continuare con le terapie individuali affiancandole a quelle di coppia perché questa strada a due ci permetterebbe di ritrovare la strada intrapresa insieme e ricordarci del perché stiamo insieme, il ritrovare l'amore che in questo periodo sembra essersi perso.
Perlomeno questo è quanto mi ha suggerito il mio terapeuta.
La mia compagna continuerà il suo percorso individuale per fortuna e ne sono molto felice sapendo quanto questo sia un bellissimo viaggio introspettivo.
Sono soltanto preoccupato che lei possa prendere una decisione "da sola", senza il supporto di un professionista (individuale e di coppia) che possa aiutarla a discernere i problemi insiti nella coppia -che ripeto esistono ma sono risolvibili e anzi ci stiamo già lavorando- dai problemi ingigantiti dal momento di lutto.
E purtroppo mancano due settimane prima del ritorno della sua terapeuta.
Per questo chiedevo dei suggerimenti sul da farsi.
la nostra idea è quella di continuare con le terapie individuali affiancandole a quelle di coppia perché questa strada a due ci permetterebbe di ritrovare la strada intrapresa insieme e ricordarci del perché stiamo insieme, il ritrovare l'amore che in questo periodo sembra essersi perso.
Perlomeno questo è quanto mi ha suggerito il mio terapeuta.
La mia compagna continuerà il suo percorso individuale per fortuna e ne sono molto felice sapendo quanto questo sia un bellissimo viaggio introspettivo.
Sono soltanto preoccupato che lei possa prendere una decisione "da sola", senza il supporto di un professionista (individuale e di coppia) che possa aiutarla a discernere i problemi insiti nella coppia -che ripeto esistono ma sono risolvibili e anzi ci stiamo già lavorando- dai problemi ingigantiti dal momento di lutto.
E purtroppo mancano due settimane prima del ritorno della sua terapeuta.
Per questo chiedevo dei suggerimenti sul da farsi.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 23/08/2022.
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