Sensi di colpa con madre anziana depressa
Mia madre ha 85 anni e da 2 sta sulla sedia a rotelle assistita da una badante; mia sorella vive a 500 m. da lei, io a 900 km. di distanza. Mia madre non ha mai saputo chiedere, ha sempre cercato di cavarsela da sola anche perché non poteva contare su mio padre(morto 5 anni fa) perché inefficiente e disinteressato; non riusciva neanche ad accettare regali e tendeva a sminuirli o a dire che non le servivano. Con mia sorella, più piccola di me,ha avuto un rapporto più stretto, tanto più che a 18 anni io sono andata via da casa per motivi di studio e sono rimasta in un'altra regione in seguito al matrimonio; mia sorella ha vissuto in casa fino al matrimonio avvenuto a 40 anni, servita e riverita da mia madre che faceva quello che solo sa fare: occupparsi della casa, del marito e della figlia, perché io mi sono sempre mantenuta da sola.
Sono sempre andata a trovarli anche con la mia famiglia, ora che sta male vado 5 volte l'anno e ogni volta che c'è bisogno,compatibilmente con gli impegni di lavoro. Mia sorella però mi fa pesare il fatto che lei è sempre presente e che fa "tutto lei".
Mia madre si sente sola e abbandonata anche perchè "l'assistenza" di mia sorella consiste soprattutto nell'occupparsi di medici, analisi, bollette e raccontare a mia madre e a me tutto il tempo che le ci vuole per fare queste cose.
Mi sono sempre sentita considerata una figlia di serie B: da mio padre(tanto), da mia madre meno ma...mia sorella è lì e io no, da mia sorella che non tiene conto che io sono presente ma...con 900 km di distanza.
Mamma non riesce ad accettare di mettere se stessa e la sua casa in mano ad altri, e mia sorella pur vivendo lì non è riuscita ad attenuare questa sofferenza perché non la vede o la minimizza; ho avuto tante discussioni con lei e con mia madre su come organizzare le cose ma serviva solo a farmi stare peggio perché tanto io non vivo lì, come se questo fosse una colpa.
Mamma è sempre più depressa,stanca, si sente un peso,non riesce ad accettare quello che le diamo,si sente abbandonata, e non l'abbiamo mai lasciata sola ma lei ha sempre visto il bicchiere mezzo vuoto, desidera solo morire.
Sento la sua sofferenza, mi sento impotente e inutile anche quando ci vado perchè non sempre so come starle vicina. Sono cattiva a pensare che per lei sarebbe bene se si realizzasse il suo desiderio? Non è un bel pensiero, ma considero ipocrita "non pensarlo" così come non darle un antidrepessivo perchè prende già tanti farmaci, forse ora sarebbe l'unico utile perchè potrebbe aiutarla a rasserenarsi con la vita. Le voglio bene e anche lei,anche se non sempre ce lo dimostiamo apertamento ma io sto male quando lei mi dice "sono sola e abbandonata" senza apprezzare quello che faccio.
E allora cosa posso fare per aiutarla, come andare avanti, come evitare il continuo senso di angoscia quando sento la sua sofferenza,e soprattutto come riuscire a non finire schiacciata dai sensi di colpa?
Sono sempre andata a trovarli anche con la mia famiglia, ora che sta male vado 5 volte l'anno e ogni volta che c'è bisogno,compatibilmente con gli impegni di lavoro. Mia sorella però mi fa pesare il fatto che lei è sempre presente e che fa "tutto lei".
Mia madre si sente sola e abbandonata anche perchè "l'assistenza" di mia sorella consiste soprattutto nell'occupparsi di medici, analisi, bollette e raccontare a mia madre e a me tutto il tempo che le ci vuole per fare queste cose.
Mi sono sempre sentita considerata una figlia di serie B: da mio padre(tanto), da mia madre meno ma...mia sorella è lì e io no, da mia sorella che non tiene conto che io sono presente ma...con 900 km di distanza.
Mamma non riesce ad accettare di mettere se stessa e la sua casa in mano ad altri, e mia sorella pur vivendo lì non è riuscita ad attenuare questa sofferenza perché non la vede o la minimizza; ho avuto tante discussioni con lei e con mia madre su come organizzare le cose ma serviva solo a farmi stare peggio perché tanto io non vivo lì, come se questo fosse una colpa.
Mamma è sempre più depressa,stanca, si sente un peso,non riesce ad accettare quello che le diamo,si sente abbandonata, e non l'abbiamo mai lasciata sola ma lei ha sempre visto il bicchiere mezzo vuoto, desidera solo morire.
Sento la sua sofferenza, mi sento impotente e inutile anche quando ci vado perchè non sempre so come starle vicina. Sono cattiva a pensare che per lei sarebbe bene se si realizzasse il suo desiderio? Non è un bel pensiero, ma considero ipocrita "non pensarlo" così come non darle un antidrepessivo perchè prende già tanti farmaci, forse ora sarebbe l'unico utile perchè potrebbe aiutarla a rasserenarsi con la vita. Le voglio bene e anche lei,anche se non sempre ce lo dimostiamo apertamento ma io sto male quando lei mi dice "sono sola e abbandonata" senza apprezzare quello che faccio.
E allora cosa posso fare per aiutarla, come andare avanti, come evitare il continuo senso di angoscia quando sento la sua sofferenza,e soprattutto come riuscire a non finire schiacciata dai sensi di colpa?
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Gentile utente, la sua descrizione mi pare molto onesta, ma mi viene da farle una domanda: vi siete già rivolti a uno specialista? Nel caso di sua mamma ritengo che quello più indicato in prima battuta potrebbe essere il neurologo o lo psichiatra.
Questo per quanto riguarda sua mamma. Per quanto riguarda lei, invece, dei colloqui psicologici potrebbero aiutarla a fare i conti con il suo senso di colpa e, eventualmente, a superarlo.
Cordiali saluti
Questo per quanto riguarda sua mamma. Per quanto riguarda lei, invece, dei colloqui psicologici potrebbero aiutarla a fare i conti con il suo senso di colpa e, eventualmente, a superarlo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 16k visite dal 06/07/2009.
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