Frustrazione, difficoltà relazionali, senso di distacco da tutto e da tutti
Gentili Dottori,
prima di esporre la natura del problema vorrei fornirmi un mio "ritratto": sono un ragazzo di venticinque anni.
Ho deciso di scrivervi per chiedere non una soluzione (impossibile da remoto, me ne rendo conto) ma un confronto.
Dunque, ho un carattere timido, introverso, sono una persona silenziosa (può capitarmi di non parlare per giorni, se sono solo) e tranquilla.
Amo la campagna, la natura, l'aria aperta e leggo moltissimo.
Scrivo poesie, anche racconti, e realizzo "opere d'arte" (non sono un granché a dire il vero, è più un passatempo) con scarti di carta e cartone.
Vivo con i genitori e un fratello di quattordici anni più piccolo di me.
Studio archeologia alla magistrale.
Le mie giornate trascorrono tutte uguali, la novità è sempre rara.
Con il Covid questo fatto si è accentuato notevolmente e mi sono ritirato in me stesso.
Non sono attraente per niente, ma non me ne importa più di tanto perché per me conta quello che una persona ha dentro.
Sono molto cattolico e prego ogni giorno, sono "salutista" (non bevo e non fumo) ma sono anche molto frustrato.
Ora, forse alcune cose non si collegano tra di loro, abbiate pazienza ve ne prego.
Ho molta confusione nella mente.
Quando ero piccolo passavo molto tempo con i miei nonni materni.
Non era semplice perché nonno, che adesso non c'è più, soffriva di disturbo bipolare.
In vita è stato spesso frainteso e maltrattato.
A volte assistevo alle sue crisi e questo mi ha sempre messo angoscia, e nonna anche è sempre stata molto frustrata, una condizione che tutto sommato ha vissuto anche mia madre.
Mio papà ha vissuto la caduta del regime comunista in Albania.
In Italia si è riscattato con grande dignità.
Anche mamma è una gran donna: ho preso quasi tutto da lei.
Io sono metà italiano e metà albanese, anche se dico sempre che non sono né carne né pesce.
Non mi sento né completamente l'uno né completamente l'altro.
Se posso non parlo delle mie origini: la gente mormora, è cattiva e crudele.
Qualche volta mi hanno deriso.
Non guardo le negli occhi, delle volte, perché ho paura che mi deridano.
Anche a scuola facevano delle volte.
Sono una persona buona, e spesso gli altri riescono ad approfittare di me (vi dicevo: difficoltà relazionali).
E vengo al terzo ed ultimo punto: spesso e volentieri mi distacco da tutto e da tutti.
La mia frustrazione e il mio distacco si sono acuiti quando una ragazza mi ha rifiutato, ne soffro da circa quattro anni.
Non parlo con le ragazze e non le frequento nemmeno.
Mi imbarazza anche provare attrazione e guardare al loro fisico.
A volte vorrei ritirarmi da tutto e da tutti definitivamente, ma anche questa scelta mi angoscia e avverto in me molte contraddizioni.
Scusate se sono stato prolisso.
Vi sono capitate, nella vostra esperienza, situazioni di vita come la mia?
Vi saluto cordialmente, spero di aver spiegato tutto nel modo migliore.
Buonasera
prima di esporre la natura del problema vorrei fornirmi un mio "ritratto": sono un ragazzo di venticinque anni.
Ho deciso di scrivervi per chiedere non una soluzione (impossibile da remoto, me ne rendo conto) ma un confronto.
Dunque, ho un carattere timido, introverso, sono una persona silenziosa (può capitarmi di non parlare per giorni, se sono solo) e tranquilla.
Amo la campagna, la natura, l'aria aperta e leggo moltissimo.
Scrivo poesie, anche racconti, e realizzo "opere d'arte" (non sono un granché a dire il vero, è più un passatempo) con scarti di carta e cartone.
Vivo con i genitori e un fratello di quattordici anni più piccolo di me.
Studio archeologia alla magistrale.
Le mie giornate trascorrono tutte uguali, la novità è sempre rara.
Con il Covid questo fatto si è accentuato notevolmente e mi sono ritirato in me stesso.
Non sono attraente per niente, ma non me ne importa più di tanto perché per me conta quello che una persona ha dentro.
Sono molto cattolico e prego ogni giorno, sono "salutista" (non bevo e non fumo) ma sono anche molto frustrato.
Ora, forse alcune cose non si collegano tra di loro, abbiate pazienza ve ne prego.
Ho molta confusione nella mente.
Quando ero piccolo passavo molto tempo con i miei nonni materni.
Non era semplice perché nonno, che adesso non c'è più, soffriva di disturbo bipolare.
In vita è stato spesso frainteso e maltrattato.
A volte assistevo alle sue crisi e questo mi ha sempre messo angoscia, e nonna anche è sempre stata molto frustrata, una condizione che tutto sommato ha vissuto anche mia madre.
Mio papà ha vissuto la caduta del regime comunista in Albania.
In Italia si è riscattato con grande dignità.
Anche mamma è una gran donna: ho preso quasi tutto da lei.
Io sono metà italiano e metà albanese, anche se dico sempre che non sono né carne né pesce.
Non mi sento né completamente l'uno né completamente l'altro.
Se posso non parlo delle mie origini: la gente mormora, è cattiva e crudele.
Qualche volta mi hanno deriso.
Non guardo le negli occhi, delle volte, perché ho paura che mi deridano.
Anche a scuola facevano delle volte.
Sono una persona buona, e spesso gli altri riescono ad approfittare di me (vi dicevo: difficoltà relazionali).
E vengo al terzo ed ultimo punto: spesso e volentieri mi distacco da tutto e da tutti.
La mia frustrazione e il mio distacco si sono acuiti quando una ragazza mi ha rifiutato, ne soffro da circa quattro anni.
Non parlo con le ragazze e non le frequento nemmeno.
Mi imbarazza anche provare attrazione e guardare al loro fisico.
A volte vorrei ritirarmi da tutto e da tutti definitivamente, ma anche questa scelta mi angoscia e avverto in me molte contraddizioni.
Scusate se sono stato prolisso.
Vi sono capitate, nella vostra esperienza, situazioni di vita come la mia?
Vi saluto cordialmente, spero di aver spiegato tutto nel modo migliore.
Buonasera
[#1]
Le situazioni come la tua sono più diffuse di quello che si potrebbe credere. Appari come un ragazzo non solo sensibile, ma vulnerabile, cioè preoccupato del giudizio altrui. E questa paura ti sta probabilmente impedendo di avvicinarti socialmente agli altri e quindi di avere ciò che vorresti.
Puoi rivolgerti a un terapeuta per farti insegnare come diventare socialmente più funzionale ed efficiente. Pur mantenendo i valori a te cari.
Puoi rivolgerti a un terapeuta per farti insegnare come diventare socialmente più funzionale ed efficiente. Pur mantenendo i valori a te cari.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Gentile Dott. Santonocito,
perdoni innanzitutto per il ritardo della mia risposta. La ringrazio per l'attenzione e ritengo che quanto detto sia giusto. Me lo hanno detto altre volte conoscenti, colleghi ecc... che la paura di essere giudicato è un fatto che mi affligge. In passato ho provato a seguire dei percorsi (2 o 3 volte) ma sono letteralmente scappato, e a ripensarci me ne vergogno (la prima volta privatamente e sono durato una seduta, la seconda presso un consultorio pubblico e sono durato due sedute...). Ho buttato all'aria delle occasioni preziose, purtroppo. Tuttavia quasi quattro anni fa, ho intrapreso un percorso presso un consultorio parrocchiale. Purtroppo, la persona che mi ha seguito sta male di salute da parecchio tempo (è una situazione preoccupante per me, aggiungendo il fatto che non ho sue notizie. Cerco un contatto, ma senza avere successo ultimamente) e al momento mi sento bloccato. Mi sembrerebbe un tradimento nei suoi confronti affidarmi ad un'altra persona. Ma, come si dice, la vita va avanti e resisto. Magari avrò di nuovo sue notizie e la situazione migliorerà. Mi sento in bilico e mi rendo conto che queste cose fanno parte della vita e che ci sono situazioni ben peggiori.
Ho sempre pensato che il contatto diretto che ho avuto con psicosi e nevrosi da piccolo (come accennavo nel primo messaggio), unitamente ad un distacco e chiusura che ho sviluppato nel corso degli anni, possa avermi influenzato in un certo modo. Ma sto divagando, mi perdoni. Secondo Lei, come posso vivere questa situazione del percorso che sto vivendo? Comprendo che via remoto è difficile affrontare certi discorsi, ma se può consigliarmi mi farebbe piacere.
Buonasera e un cordiale saluto.
perdoni innanzitutto per il ritardo della mia risposta. La ringrazio per l'attenzione e ritengo che quanto detto sia giusto. Me lo hanno detto altre volte conoscenti, colleghi ecc... che la paura di essere giudicato è un fatto che mi affligge. In passato ho provato a seguire dei percorsi (2 o 3 volte) ma sono letteralmente scappato, e a ripensarci me ne vergogno (la prima volta privatamente e sono durato una seduta, la seconda presso un consultorio pubblico e sono durato due sedute...). Ho buttato all'aria delle occasioni preziose, purtroppo. Tuttavia quasi quattro anni fa, ho intrapreso un percorso presso un consultorio parrocchiale. Purtroppo, la persona che mi ha seguito sta male di salute da parecchio tempo (è una situazione preoccupante per me, aggiungendo il fatto che non ho sue notizie. Cerco un contatto, ma senza avere successo ultimamente) e al momento mi sento bloccato. Mi sembrerebbe un tradimento nei suoi confronti affidarmi ad un'altra persona. Ma, come si dice, la vita va avanti e resisto. Magari avrò di nuovo sue notizie e la situazione migliorerà. Mi sento in bilico e mi rendo conto che queste cose fanno parte della vita e che ci sono situazioni ben peggiori.
Ho sempre pensato che il contatto diretto che ho avuto con psicosi e nevrosi da piccolo (come accennavo nel primo messaggio), unitamente ad un distacco e chiusura che ho sviluppato nel corso degli anni, possa avermi influenzato in un certo modo. Ma sto divagando, mi perdoni. Secondo Lei, come posso vivere questa situazione del percorso che sto vivendo? Comprendo che via remoto è difficile affrontare certi discorsi, ma se può consigliarmi mi farebbe piacere.
Buonasera e un cordiale saluto.
[#3]
>>> Mi sembrerebbe un tradimento nei suoi confronti affidarmi ad un'altra persona
Non dovresti considerarlo un tradimento, dal momento che questa persona non sta bene di salute al punto da non poterti rispondere. Sono certo che lui/lei sarebbe contento nel sapere che sei riuscito ad andare avanti.
Un'opzione che potresti considerare è rivolgerti a uno specialista in videochiamata. Questa modalità può rivelarsi particolarmente vantaggiosa per le persone preoccupate dal contatto diretto.
Non dovresti considerarlo un tradimento, dal momento che questa persona non sta bene di salute al punto da non poterti rispondere. Sono certo che lui/lei sarebbe contento nel sapere che sei riuscito ad andare avanti.
Un'opzione che potresti considerare è rivolgerti a uno specialista in videochiamata. Questa modalità può rivelarsi particolarmente vantaggiosa per le persone preoccupate dal contatto diretto.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#5]
Prego
Un saluto
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Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.5k visite dal 21/08/2022.
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