richiesta supporto: problemi sessuali e disturbo di personalità?

Buongiorno, chiedo il vostro aiuto per il comportamento del mio ragazzo.
Ho 38 anni e sto con lui da 11 anni, in cui dopo i primi 3 anni senza problemi abbiamo avuto diverse problemi sessuali.
A 31 anni ho iniziato a soffrire di dolori pelvici durante il rapporto per cui il rapporto poteva avvenire, ma veniva interrotto per il mio dolore.
Abbiamo sentito tutti gli esperti possibili senza successo, in più da due anni lui ha iniziato a soffrire di perdita dell'erezione e calo del desiderio nei miei confronti.
Mi rivolgo a voi per il motivo che ci impedisce di prendere una decisione serena sul nostro futuro: sono 3 anni che lui è in cura da psicologi/psichiatri/sessuologi per capirsi meglio.
E' come se avesse due lati di se che coesistono nella stessa persona.
In questi 3 anni è passato più volte dal voler vivere il futuro con me al voler mettere in standby questo difficile rapporto a causa della problematica sessuale.
Infatti, un suo lato stravede per me e non mi lascerebbe mai, è innamorato e passerebbe sopra al problema, l’altro lato non accetta il problema e mi allontanerebbe.
Questi due lati coesistono, a volte prevale uno, a volte l'altro e questo genera confusione e insicurezza in entrambi.
Da gennaio 2022 mi ha detto che pensa di aver avuto un calo dell’attrazione nei miei confronti che ha causato la disfunzione erettile, ma dopo varie richieste di pausa perchè non accettava il problema nei primi 6 mesi del 2022, a giugno, due giorni dopo un animato litigio mi ha chiesto di andare a convivere, richiesta assolutamente inaspettata dopo 6 mesi passati come se fossimo solo amici e con i soliti problemi e cambiamenti di "umore".
Lui dice di essere confuso perché si sente diviso dall' andare avanti con me al sentirsi bloccato a causa della problematica sessuale.
Io potrei passare sopra la problematica sessuale e progettare una convivenza, ma temo che all’improvviso rispunti il suo lato che non accetta la problematica, che mi mortifica e mi dice che non riesce a pensare a un futuro con me.
Stiamo quindi ponderando la sua richiesta di andare avanti insieme per evitare di fare ulteriori danni.
Siamo entrambi distrutti.

A volte sono la donna della sua vita e passerebbe sopra al problema, altre volte il contrario.
Io lo lascerei subito se sapessi che davvero non accetta il problema e che non vuole andare avanti con me per questo, peccato che lui cambi continuamente idea e modo di fare.
Tutto ciò mi confonde e non riesco a prendere decisioni importanti, perchè temo di perdere anche l'uomo della mia vita insieme alla versione che mi fa sentire "non abbastanza".
Io andrei avanti con la versione che mi accetta e mi ama pur temendo tradimenti vari, ma assolutamente non andrei avanti con l’altra...
Ho notato che spesso si dimenticava le cose più dolorose che mi ha detto durante alcune discussioni ed è capitato più volte in merito a frasi molto forti, difficili da dimenticare...Non so come comportarmi.
Cosa mi consigliate?
Grazie in anticipo.
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597

Gentile utente,

ci dice che 7 anni fa :
"... ho iniziato a soffrire di dolori pelvici durante il rapporto per cui il rapporto poteva avvenire, ma veniva interrotto per il mio dolore. Abbiamo sentito tutti gli esperti possibili senza successo,
in più da due anni lui ha iniziato a soffrire di perdita dell'erezione e calo del desiderio nei miei confronti."

Due osservazioni.
1.
Lei ci parla abbondantemente di lui e dei Suoi problemi di funzionamento sessuale e di relazione. Ma non entra nei dettagli delle numerose terapie che ha affrontato Lei, a cui peraltro accenna. La invitiamo a farlo, dato che noi ci occupiamo qui unicamente di chi ci scrive. Altrimenti ci manca un aspetto importante
.sia della diagnosi riguardante Lei (vaginismo, vulvodinia, dispareunia, altro?),
.sia delle cure affrontate (mediche, FKT, psicologiche?).
Anche perchè dalla Sua narrazione si evincerebbe che il Suo disturbo stia alla base di tutto: della crisi della coppia e dei disturbi sessuali di lui.

2.
È ormai noto che un problema sessuale di uno dei due membri della coppia influenza pesantemente il desiderio sessuale e il funzionamento dell'altra persona, di cui Lei dice:
"Lui dice di essere confuso perché si sente diviso dall' andare avanti con me al sentirsi bloccato a causa della problematica sessuale". Peraltro prevedibile.
Si tratta di una normale reazione alla malattia cronica dell'alto* nella vita della coppia, che va affrontata con un percorso psicologico. Se la coppia rimane da sola, spesso non ce la fa, come descritto nella News "La malattia fa separare la coppia?".
Però, perchè attribuirgli un disturbo di personalità, come da titolo?
Tale disturbo è stato diagnosticato? esisteva prima della Sua (di Lei che ci scrive) disfunzione sessuale?

Saluti cordiali
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dott. ssa,
La ringrazio molto per il feedback. Comprendo che sia importante per voi medici avere più informazioni sulla diagnosi e sulle cure a cui mi sono sottoposta e preciso che mi è stato impossibile inserire anche questi dettagli nello spazio del consulto, poiché i caratteri sono limitati.
L'unica diagnosi ricevuta è stata quella di dispaurenia. Come cure ho provato ovuli di valium in loco, ginnastica/rieducazione perineale, un percorso con psicologa e un percorso con ginecologo/sessuologo.
Di mia spontanea volontà ma su prescrizione medica ho anche provato a utilizzare tranquillanti (benzodiazepine) e antidolorifici (tachipirina 1000 e contramal) per capire se il dolore passava (si attenuava in parte).
Ci tengo a precisare che nessuno mi ha mai parlato di dispaurenia come di malattia e che questa condizione col mio partner si palesa soltanto quando lui raggiunge la massima erezione, motivo per cui un noto specialista ha anche supposto ci fossero problemi anatomici alla base. Ad ogni modo la diagnosi ricevuta resta dispaurenia e non cambia le carte in tavola, lo preciso però perché è coerente col fatto che tutti gli specialisti abbiano escluso il vaginismo.
Colgo l’occasione per precisare che io non ho nessuna intenzione di attribuire al mio ragazzo un disturbo di personalità, ma considerato che sono tre anni che è in terapia e che ha questi due caratteri diversi che coesistono lui stesso si è chiesto se avesse problemi di personalità o similari e lui stesso vorrebbe sapere cosa gli sta succedendo. L’obiettivo del mio post non è quello di spostare l’attenzione sulle sue problematiche, che a Suo parere sono causate dalla mia malattia , ma semplicemente di essere aiutati e supportati.
Come potrà ben capire, trattandosi di un consulto lungo, ho inserito nell’oggetto del consulto disturbo di personalità perché il mio consulto è finalizzato anche a capire se ci può essere una problematica di questo tipo, che potrebbe anche essere molto sfumata ma debilitante per il mio ragazzo.
Come lei dice, la mia malattia può mettere a dura prova la coppia, ma il mio personale punto di vista è che non ci sia solo la mia malattia (che preferirei chiamare in altro modo), ma anche lo stato emozionale del mio ragazzo, che si ripercuote su di me e non mi permette di essere obiettiva e di fare scelte consapevoli.
La ringrazio per il feedback molto chiaro in merito al fatto che la mia problematica possa aver causato sia la sua problematica sessuale che la sua confusione e a questo punto spero che lui non abbia anche altri problemi di cui io sia causa.

Attendo un Suo gentile riscontro,
grazie e buon week end,
cordiali saluti.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

ho letto con attenzione la risposte ed anche le info contenute nel consulto parallelo: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/931415-continua-confusione-e-alternanza-di-pensieri-e-decisioni-nel-rapporto-di-coppia.html .

Si tratta di una vicenda complicata e che si prolunga da anni; che ha visto già l'intervento in presenza di svariati specialisti del corpo e della psiche.
La riassumo utilizzando i dati forniti dai due consulti:
- coppia insieme da 11 anni, i primi tre senza problemi sessuali
- al quarto anno insorge nella donna un *disturbo da dolore e penetrazione genito-pelvica* (la distinzione tra dipareunia e vaginismo è stata annullata nel DSM 5), che giunge ad interrompere lo svolgimento del rapporti sessuali penetrativi vaginali
- da due anni in lui insorge una carenza di desiderio e disfunzione erettile resistente al trattamento con inibitori della fosfodiesterasi-5
- nella coppia: la donna di sente inadeguata, l'uomo >>In questi 3 anni è passato più volte dal voler vivere il futuro con me al voler mettere in standby questo difficile rapporto a causa della problematica sessuale<<, in trattamento >> da psicologi/psichiatri/sessuologi<<
- tutto ciò rende difficile operare scelte importanti e incide sulla progettualità della coppia.

Risposta.
Con tutte le limitazioni di un consulto online chiamato a tirare le fila di una vicenda di anni, segnalo quanto segue.
In assenza di patologie psichiche non menzionate nei consulti, quella del partner maschile potrebbe configurarsi come una prevedibile e *normale* ambivalenza che ogni malattia cronica del/la partner comporta; cioè la contemporanea presenza di due sentimenti:
- la situazione comporta troppe limitazioni (della vita sessuale) e mollo,
- se mollo perdo tutto, anche gli aspetti affettivi.
Orientamento fornito:
A fronte della malattia cronica di uno/a dei due che risulta inguaribile ai vari trattamenti e che comporta pesanti limitazioni sessuali per la coppia,
si orientano gli scriventi verso una *Terapia di coppia* con l'obiettivo di
- portare entrambi alla accettazione creativa degli evidenti limiti
- o, ove ciò non risulti raggiungibile, alla maturazione di scelte comuni condivise riguardanti la coppia e che permettano una progettualità realisticamente possibile.
(Per chi ci legge: ciò è consigliabile e necessario in tutti i casi di patologia cronica inguaribile ad es. diabete ecc., che comporti limitazioni per la coppia.)

Questo è un parere tecnico da parte nostra definitivo,
suffragato da una notevole esperienza professionale di tipo clinico riguardante la situazione specifica.
Fatene l'uso che ritenete migliore per Voi, dopo esservi presi il tempo per rifletterci adeguatamente a fronte dell'attenzione dedicataVi.

Saluti cordiali
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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