Relazione a distanza: chi si deve trasferire se entrambi soffrirebbero?

Buongiorno, sono una studentessa universitaria.

Da qualche anno vivo una relazione con un ragazzo che studia qui dove io vivo, ma originario di un’altra regione.
Tra di noi è sempre andato tutto bene fino al momento in cui è stato necessario parlare di chi si sarebbe spostato un giorno.
Io avrei voluto rimanere nella mia città, mentre lui avrebbe voluto stare nella sua.

Essendo ancora in una fase incerta della nostra vita (entrambi stiamo ultimando i nostri studi e, nonostante io abbia progetti ben precisi sul lavoro che farò un giorno, non sappiamo che opportunità lavorative ci si proporranno) e non volendo rinunciare ad una relazione che ha sempre reso entrambi felici abbiamo cercato di venirci incontro l’un l’altro.

In alcuni periodi abbiamo pensato che saremmo rimasti nella mia zona, in altri abbiamo pensato di stare nella sua, ma il grosso problema è sempre stato lo stesso: chi avrebbe dovuto spostarsi ne soffriva tanto.

La sofferenza proviene per lo più dalle rinunce di tipo affettivo che dovremmo affrontare.
Purtroppo siamo entrambi estremamente legati a casa.

Nel corso dell’ultimo anno ho scelto di dirgli che non me la sarei assolutamente sentita di trasferirmi da lui una volta ultimati i miei studi e lui ha accettato di spostarsi da me quando sarebbe arrivato il momento.

Negli scorsi giorni però ha iniziato a sua volta a dirmi che non sarebbe riuscito a fare questo passo.

Sono consapevole del fatto che in una fase di vita incerta è complicato prendere decisioni così grosse e definitive.
Mi chiedo però come si potrebbe risolvere questa situazione - ammesso che si possa.

Intendo dire, visto che per entrambi sarebbe una grossa rinuncia, come possiamo decidere chi debba farla?

Io in questo momento mi trovo nella situazione di dover scegliere se accettare un futuro da lui oppure perderlo.
Qualche mese fa lui si è trovato nella stessa situazione.

Il fatto è che ora so che lui non sarebbe disposto a lasciare il luogo in cui è cresciuto per stare con me, quindi mi chiedo perché dovrei farlo io vista la sofferenza che questo mi provocherebbe.
D’altra parte capisco anche che lui qualche mese fa si sia trovato di fronte alla stessa situazione.

Entrambi ci siamo sempre detti che se l’altro si fosse spostato avremmo fatto tutto ciò che sarebbe servito per farlo sentire felice e a casa.
Siamo sempre stati tanto felici insieme e nonostante la complessità di questa situazione abbiamo sempre voluto mettere davanti a tutto il fatto di stare insieme, ed è il motivo per cui non vogliamo rinunciare a cercare una soluzione, ma purtroppo questo è rimasto un grosso scoglio.

Come ci si dovrebbe comportare in questi casi?
Potrei mai sentirmela di spostarmi consapevole del fatto che lui non lo farebbe?
Sarebbe giusto?
Se entrambi la pensiamo allo stesso modo come potrebbe uno di noi scegliere di affrontare una tale sofferenza non per mancanza di alternative ma per non rinunciare all’altro che non si sentirebbe di fare lo stesso?


Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Sono consapevole del fatto che in una fase di vita incerta è complicato prendere decisioni così grosse e definitive

Permettimi di dirti che forse ti stai mostrando troppo indulgente con te stessa. Una volta la gente si sposava, faceva figli e mandava avanti famiglie, sotto le bombe. Ancora avviene nelle zone dove c'è la guerra. Ma in occidente siamo talmente abituati al benessere e a restare nella propria zona di comfort che difficoltà superabili sembrano enormi. È questione di prospettiva.

Se nessuno di voi due proprio riesce a cedere, scegliete di trasferirvi in una terza città. Magari a metà strada. Altrimenti vi stareste creando un problema tutto da soli, che poi subirete. Del resto nelle relazioni è un classico, crearsi da soli dilemmi insolubili: o bianco o nero, o con me o contro di me, o giusto o sbagliato.

Ricordatevi che esistono anche le sfumature.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Buongiorno, la ringrazio per la risposta.
L’opzione di una terza città è stata anche una mia proposta, a suo tempo.
Il problema è che attualmente vedo che il mio ragazzo non è disposto a spostarsi dalla sua città. Io sarei anche stata disponibile a fare questo passo qualora fosse servito, mi chiedo solo però se sia giusto scegliere di fare un sacrificio per non rinunciare ad una relazione quando si ha la consapevolezza che l’altra persona non lo farebbe a propria volta.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Non è solo su questo che dovresti basare la tua decisione.

Se il tuo ragazzo è in generale una persona equilibrata e flessibile, e se magari fosse in grado di dare ragioni convincenti del perché trasferirvi nella sua città potesse essere preferibile, ad es. per prospettive di lavoro, ecc., sarebbe un conto.

Ma se la fissazione per il non abbandonare la propria città avesse a che fare con paure, ansie e attaccamenti familiari vari, io lo vedrei come un campanello d'allarme.

Lo stesso si potrebbe dire di te, naturalmente, ma se per te trasferirvi in una terza città non sarebbe un grosso problema, forse sei già qualche passettino avanti rispetto a lui.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Utente
Utente
Grazie ancora della risposta.
Lui non se la sente di andarsene dalla sua città, non per la famiglia e non per paura di stare altrove, semplicemente dice che quello è il posto in cui è cresciuto e non sta bene lontano da là.
Dice che sarebbe disposto a venirmi incontro su qualsiasi altra cosa, a fare qualsiasi altra rinuncia (che io non gli chiederei mai di fare), ma non questa.
Io di base sarei stata disponibile ad andare incontro a lui, a spostarmi (seppur a malincuore) ma non so se sia giusto farlo per una persona che non sarebbe disposta a fare altrettanto.