Percorso dca non obbligatorio
Nel 2017 sono stata consigliata da amici a seguire un percorso dca (non necessariamente obbligatorio) cioè non propriamente richiesto in base alle mie condizioni fisiche.
Oggi sono rimasta dipendente da psicologici che tra l'altro in 5 anni mi hanno completamente rovinato la vita, il lavoro, le relazioni, i progetti futuri.
Vorrei sapere se è normale che un percorso duri 5 anni.
E soprattutto se dopo il percorso dca sia necessario assumere farmaci quali serenase e delorazepam ratiopharm tutti i giorni.
Io ho 32 sono alta 1 60 questi farmaci mi distruggono.
Vorrei sapere se una persona uscita da dca per divertimento di amici in pratica sia costretta a seguire anche questo ulteriore percorso farmacologico che a livello fisico non mi permette neanche di lavorare.
Oggi sono rimasta dipendente da psicologici che tra l'altro in 5 anni mi hanno completamente rovinato la vita, il lavoro, le relazioni, i progetti futuri.
Vorrei sapere se è normale che un percorso duri 5 anni.
E soprattutto se dopo il percorso dca sia necessario assumere farmaci quali serenase e delorazepam ratiopharm tutti i giorni.
Io ho 32 sono alta 1 60 questi farmaci mi distruggono.
Vorrei sapere se una persona uscita da dca per divertimento di amici in pratica sia costretta a seguire anche questo ulteriore percorso farmacologico che a livello fisico non mi permette neanche di lavorare.
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Gentile utente,
dalla sua domanda non è chiaro che tipo di percorso lei abbia seguito: parla di amici che l'avrebbero consigliata di curare il DCA ma poi aggiunge che "per divertimento di amici" sta prendendo anche dei farmaci.
Tutto questo è incomprensibile, così come l'affermazione: "sono rimasta dipendente da psicologici che tra l'altro in 5 anni mi hanno completamente rovinato la vita, il lavoro, le relazioni, i progetti futuri".
Gli psicologi non hanno alcun interesse a rendere dipendenti i pazienti e meno ancora a rovinare la loro vita: il loro interesse è quello di guarirli o di alleviare i loro sintomi. Perché parla di "psicologi" al plurale, poi?
Quanto ai farmaci, nessuno psicologo può prescriverne.
Potremo esserle maggiormente utili se vorrà riscriverci comunicando la diagnosi che le è stata fatta, i farmaci che assume e il tipo di psicoterapia che sta seguendo.
Tenga fermo comunque il principio che se lei ha un suo psicologo, il più valido interlocutore è lui.
Buone cose.
dalla sua domanda non è chiaro che tipo di percorso lei abbia seguito: parla di amici che l'avrebbero consigliata di curare il DCA ma poi aggiunge che "per divertimento di amici" sta prendendo anche dei farmaci.
Tutto questo è incomprensibile, così come l'affermazione: "sono rimasta dipendente da psicologici che tra l'altro in 5 anni mi hanno completamente rovinato la vita, il lavoro, le relazioni, i progetti futuri".
Gli psicologi non hanno alcun interesse a rendere dipendenti i pazienti e meno ancora a rovinare la loro vita: il loro interesse è quello di guarirli o di alleviare i loro sintomi. Perché parla di "psicologi" al plurale, poi?
Quanto ai farmaci, nessuno psicologo può prescriverne.
Potremo esserle maggiormente utili se vorrà riscriverci comunicando la diagnosi che le è stata fatta, i farmaci che assume e il tipo di psicoterapia che sta seguendo.
Tenga fermo comunque il principio che se lei ha un suo psicologo, il più valido interlocutore è lui.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 728 visite dal 15/08/2022.
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