Sogni spaventosi e strani
gentilissimi,
è da un anno che son fidanzato con un uomo, pur essendo anche io di sesso maschile.
Di per sè, almeno a livello cosciente, ciò non mi causa molti problemi.
Di giorno vivo abbastanza normalmente il mio rapporto, pur coi suoi alti e bassi.
Il problema emerge la notte: il mio inconscio mi martella l'animo con sogni, anche molto dettagliati, con cui mette in discussione sia le mie scelte di vita che soprattutto il mio orientamento sessuale.
Proprio ieri sera-prendiamo come esempio questo sogno ma ve ne sono altri- ho fatto un sogno ove un grumo di fango e polveri, in cui io mi identificavo, si avvicinava vicino a qualsiasi donna passasse sul terreno arido su cui camminava e queste ultime voltavano lo sguardo al mio passaggio mentre una voce martellante diceva ''non sei degno di stare vicino ad una donna''.
Alla fine del sogno vedevo una grande luce emergere dal cielo in netta contrapposizione con il misero fango di cui ero composto e l'arido terreno, contrapposizione che mi faceva sentire inferiore rispetto allo stesso cosmo del quale avrei dovuto essere parte al medesimo modo in cui lo erano quelle donne angeliche evitanti il mio sguardo.
Non è l'unico sogno che tratta la questione del mio orientamento sessuale e ve ne sono altri i quali invece sembrano essere molto critici verso il modo nel quale io mi ponga rispetto al mio passato e all'ambiente che mi circonda, al resto del cosmo con cui v'è un rapporto asimmetrico, gerarchico ove io ricopro un ruolo di netta inferiorità rispetto a chiunque passi vicino a me e soprattutto nei riguardi di mia madre, defunta, verso la quale nutro un legame simbiotico che spesso i miei sogni rendono evidente.
Spesso, i miei sogni relativi al mio passato sono solo un insieme di ombre e immagini sfocate, quasi a rappresentare il fatto che io abbia riposto le mie traumatiche esperienze in un armadio dal quale non voglio che escano.
è così atroce andare a letto avendo timore di cosa il proprio inconscio voglia dirmi in quella determinata notte.
Inizio ad aver timore dei miei sogni e vi chiedo un umile consulto
è da un anno che son fidanzato con un uomo, pur essendo anche io di sesso maschile.
Di per sè, almeno a livello cosciente, ciò non mi causa molti problemi.
Di giorno vivo abbastanza normalmente il mio rapporto, pur coi suoi alti e bassi.
Il problema emerge la notte: il mio inconscio mi martella l'animo con sogni, anche molto dettagliati, con cui mette in discussione sia le mie scelte di vita che soprattutto il mio orientamento sessuale.
Proprio ieri sera-prendiamo come esempio questo sogno ma ve ne sono altri- ho fatto un sogno ove un grumo di fango e polveri, in cui io mi identificavo, si avvicinava vicino a qualsiasi donna passasse sul terreno arido su cui camminava e queste ultime voltavano lo sguardo al mio passaggio mentre una voce martellante diceva ''non sei degno di stare vicino ad una donna''.
Alla fine del sogno vedevo una grande luce emergere dal cielo in netta contrapposizione con il misero fango di cui ero composto e l'arido terreno, contrapposizione che mi faceva sentire inferiore rispetto allo stesso cosmo del quale avrei dovuto essere parte al medesimo modo in cui lo erano quelle donne angeliche evitanti il mio sguardo.
Non è l'unico sogno che tratta la questione del mio orientamento sessuale e ve ne sono altri i quali invece sembrano essere molto critici verso il modo nel quale io mi ponga rispetto al mio passato e all'ambiente che mi circonda, al resto del cosmo con cui v'è un rapporto asimmetrico, gerarchico ove io ricopro un ruolo di netta inferiorità rispetto a chiunque passi vicino a me e soprattutto nei riguardi di mia madre, defunta, verso la quale nutro un legame simbiotico che spesso i miei sogni rendono evidente.
Spesso, i miei sogni relativi al mio passato sono solo un insieme di ombre e immagini sfocate, quasi a rappresentare il fatto che io abbia riposto le mie traumatiche esperienze in un armadio dal quale non voglio che escano.
è così atroce andare a letto avendo timore di cosa il proprio inconscio voglia dirmi in quella determinata notte.
Inizio ad aver timore dei miei sogni e vi chiedo un umile consulto
[#1]
Buongiorno sognatore,
mi sembra che i suoi sogni esprimano in una maniera molto chiara e anche pittorica, nel modo in cui li descrive quelle che sono lontane emozioni profondissime dell'inizio della vita: il suo sentirsi niente nei confronti di una madre amata e vista e sentita come superiore in tutti i sensi, il suo pensare (tipicamente da piccolo) di non essere degno di lei perché così superiore e sublime, quindi anche adorata e sentita irraggiungibile, il senso di colpa per questi sentimenti,,,
sembra che la parte importante delle sue emozioni profonde e primitive sia appunto stata chiusa in quell'armadio che lei non vorrebbe aprire perché invece di risolvere i problemi che questa condizione di crescita le poneva, ha cercato, inconsciamente di mettere tutto da parte e trovare una strada apparentemente meno difficile e dolorosa e la sua scelta sessuale potrebbe non essere estranea a questa soluzione che però non risolve. Come vediamo per il fatto che ogni notte riemergono i sentimenti nascosti. Una psicoterapia analitica la aiuterebbe a sciogliere questi nodi e a chiarire le sue emozioni e scelte più adulte superando quel legame simbiotico di cui parla e che, con la attuale scelta in realtà ha cercato di non abbandonare.
Ci rifletta .
Le faccio i miei auguri per una nuova serenità.
mi sembra che i suoi sogni esprimano in una maniera molto chiara e anche pittorica, nel modo in cui li descrive quelle che sono lontane emozioni profondissime dell'inizio della vita: il suo sentirsi niente nei confronti di una madre amata e vista e sentita come superiore in tutti i sensi, il suo pensare (tipicamente da piccolo) di non essere degno di lei perché così superiore e sublime, quindi anche adorata e sentita irraggiungibile, il senso di colpa per questi sentimenti,,,
sembra che la parte importante delle sue emozioni profonde e primitive sia appunto stata chiusa in quell'armadio che lei non vorrebbe aprire perché invece di risolvere i problemi che questa condizione di crescita le poneva, ha cercato, inconsciamente di mettere tutto da parte e trovare una strada apparentemente meno difficile e dolorosa e la sua scelta sessuale potrebbe non essere estranea a questa soluzione che però non risolve. Come vediamo per il fatto che ogni notte riemergono i sentimenti nascosti. Una psicoterapia analitica la aiuterebbe a sciogliere questi nodi e a chiarire le sue emozioni e scelte più adulte superando quel legame simbiotico di cui parla e che, con la attuale scelta in realtà ha cercato di non abbandonare.
Ci rifletta .
Le faccio i miei auguri per una nuova serenità.
Dr.ssa donatella fiocchi
[#2]
Utente
gentilissima psicologa,
concordo, in teoria ,con ciò che lei asserisce. Il problema sta nella pratica: ritengo anche solo difficoltoso pensare che io possa cambiare orientamento sessuale, poiché questo è da me visto come parte di me al pari della mia pelle.
Inoltre, vi è un problema: mi risulterebbe anche difficile pensare di poter lasciare la persona con cui sto solo perchè ho il sospetto che il mio orientamento sessuale possa derivare da un patologico rapporto con mia madre, la quale effettivamente soffriva di problemi mentali.
Nella teoria, ho letto molti testi che condividono il suo stesso approccio e la sua stessa diagnosi del caso: nel pratico è molto difficile fare ciò che lei chiede e pochi son riusciti ad attuare un cambiamento così radicale alle proprie vite e alla meta dei propri impulsi sessuali sobbarcandosi il peso di un passato di cui non hanno colpa per privarsene.
Non dico che sia impossibile: non so però se il gioco valga la candela e se effettivamente ne possa uscire. In ogni caso, pratiche che smuovano il proprio inconscio al fin di risolvere una parafilia- se la mia omosessualità così si può chiamare- son estremamente pesanti da sostenere e da un risultato abbastanza incerto.
distinti saluti
concordo, in teoria ,con ciò che lei asserisce. Il problema sta nella pratica: ritengo anche solo difficoltoso pensare che io possa cambiare orientamento sessuale, poiché questo è da me visto come parte di me al pari della mia pelle.
Inoltre, vi è un problema: mi risulterebbe anche difficile pensare di poter lasciare la persona con cui sto solo perchè ho il sospetto che il mio orientamento sessuale possa derivare da un patologico rapporto con mia madre, la quale effettivamente soffriva di problemi mentali.
Nella teoria, ho letto molti testi che condividono il suo stesso approccio e la sua stessa diagnosi del caso: nel pratico è molto difficile fare ciò che lei chiede e pochi son riusciti ad attuare un cambiamento così radicale alle proprie vite e alla meta dei propri impulsi sessuali sobbarcandosi il peso di un passato di cui non hanno colpa per privarsene.
Non dico che sia impossibile: non so però se il gioco valga la candela e se effettivamente ne possa uscire. In ogni caso, pratiche che smuovano il proprio inconscio al fin di risolvere una parafilia- se la mia omosessualità così si può chiamare- son estremamente pesanti da sostenere e da un risultato abbastanza incerto.
distinti saluti
[#3]
Buongiorno,
vorrei precisare che ho risposto alla sua richiesta di un parere tecnico su un problema che esponeva ma che ovviamente io non"chiedo" assolutamente niente nè a lei nè a nessuno. Non è il mio compito nè mio desiderio chiedere a lei di cambiare la sua vita in alcun modo. Lei è un individuo adulto che fa le sue scelte a cui non solo ha pieno diritto ma di cui è pienamente responsabile.
Non penso poi che una terapia analitica abbia come obiettivo di far mutare orientamento sessuale a nessuno; di solito l'obiettivo è mettere in luce le cause delle sofferenze che ci impediscono di godere pienamente e con libertà della nostra vita (lei ha parlato di un inconscio che la martella e quindi le rende difficile vivere serenamente) o di fare le scelte che vorremmo perché impigliati appunto in esperienze pregresse che abbiamo "dovuto" vivere perchè è quanto ci ha presentato la nostra vita.
Non è nemmeno obbligatorio fare una terapia se la si ritiene un percorso troppo difficoltoso e di esito incerto; la scelta è sempre individuale. Relativamente al problema che ha posto e su cui ha richiesto un parere il mio suggerimento relativamente alla terapia riguardava il possibile modo, a mio parere, utile di affrontarlo per poter trovare una maggiore serenità facendo le scelte che lei e solo lei vorrà fare.
vorrei precisare che ho risposto alla sua richiesta di un parere tecnico su un problema che esponeva ma che ovviamente io non"chiedo" assolutamente niente nè a lei nè a nessuno. Non è il mio compito nè mio desiderio chiedere a lei di cambiare la sua vita in alcun modo. Lei è un individuo adulto che fa le sue scelte a cui non solo ha pieno diritto ma di cui è pienamente responsabile.
Non penso poi che una terapia analitica abbia come obiettivo di far mutare orientamento sessuale a nessuno; di solito l'obiettivo è mettere in luce le cause delle sofferenze che ci impediscono di godere pienamente e con libertà della nostra vita (lei ha parlato di un inconscio che la martella e quindi le rende difficile vivere serenamente) o di fare le scelte che vorremmo perché impigliati appunto in esperienze pregresse che abbiamo "dovuto" vivere perchè è quanto ci ha presentato la nostra vita.
Non è nemmeno obbligatorio fare una terapia se la si ritiene un percorso troppo difficoltoso e di esito incerto; la scelta è sempre individuale. Relativamente al problema che ha posto e su cui ha richiesto un parere il mio suggerimento relativamente alla terapia riguardava il possibile modo, a mio parere, utile di affrontarlo per poter trovare una maggiore serenità facendo le scelte che lei e solo lei vorrà fare.
Dr.ssa donatella fiocchi
[#4]
Gentile utente,
Una breve aggiunta a quando la dr. Fiocchi ha già precisato.
L'omosessualità non è una "parafilia", e non è una malattia: è stato sancito ormai mezzo secolo fa.
La Psicologia nelle sue linee ufficiali non propone mai una modifica dell'orientamento sessuale; al contrario, addirittura *vieta* le cosiddette *terapie riparative*.
Per documentarsi un po' meglio può leggere qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3480-gay-e-lesbiche-curarli-per-normalizzarli.html .
Dott. Brunialti
Una breve aggiunta a quando la dr. Fiocchi ha già precisato.
L'omosessualità non è una "parafilia", e non è una malattia: è stato sancito ormai mezzo secolo fa.
La Psicologia nelle sue linee ufficiali non propone mai una modifica dell'orientamento sessuale; al contrario, addirittura *vieta* le cosiddette *terapie riparative*.
Per documentarsi un po' meglio può leggere qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3480-gay-e-lesbiche-curarli-per-normalizzarli.html .
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 14/08/2022.
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