Premenopausa e tristezza

Buonasera, sono una signora di 50 anni in premenopausa da circa 3 anni.
Da qualche mese il ciclo è assente.
Fatto visita ginecologica ed è tutto nella norma.
Vi scrivo perchè purtroppo dal mese di aprile è sorta in me una grande tristezza, apatia... Queste sensazioni non le ho tutti i giorni, ma qualche volta durante la settimana.
Io non le accetto perchè di solito sono sempre una persona allegra positiva e sorridente.
Purtroppo è sorto in me di nuovo il pensiero della morte e questo mi fa stare male.
Non accetto il fatto che un giorno moriremo perchè io amo la vita.
Tra l'altro ho una bellisssima famiglia, un marito che mi ama una figlia che sta studiando alla facolta di psicologia con risultati ottimali e un lavoro che amo.
Credo però che questa paura della morte, le sensazioni che mi da nascondano in realta un'altra situazione.
Per farla breve ho deciso di intraprendere un percorso di terapia breve strategica.
Ho gia fatto 4 sedute.
Sono ritornata dalla psicoterapeuta che anni fa mi aiutò per la stessa paura.
Nonostante queste sensazioni di apatia ecc io tutte le mattine mi faccio una bella camminata a piedi di 5 km perchè mi piace e perchè so che camminare stare nella natura fa molto bene.
Cerci di uscire anche con mio marito anche se a volte sono stanca e mi costa fatica.
Pensandoci io credo che in me sia sorta la paura del nido vuoto.
Mi spiego.
Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con mia figlia.
Lei ha 20 anni e fino a quell'eta è venuta sempre in giro con noi e la domenica e durante le vacanze.
Adesso lei è indipendente, ha preso la patente, va all'universita aFirenze ed ha trovato anche un ragazzo.
Tutto ciò mi ha destabilizzata e anche se lei passa ancora tempo con noi io mi sono sentita come messa da parte.
Forse abbandonata L'ho anche rimproverata accusandola che ora da piu importanza al suo ragazzo e alle sue amiche che a noi e lei si è messa a piangere accusadomi di essere egoista.
Ecco perchè sto facendo terapia.
Vi chiedo ma è possibile che quetsa paura della morte, questi pensieri negativi siano dovuti al fatto di non accettare questo cambiamento di mia figlia?
Ne ho parlato con la psicoterapeuta e anche lei nonostante la tbs non ricerchi le cause ha detto che il problema è proprio quello... Ma potrebbe essere anche la premeopausa?
Scusate la lunghezza del messaggio Grazie
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

una causa non esclude l’altra, al contrario il sommarsi di due situazioni luttuose - sindrome del nido vuoto e fine della possibilità procreativa - accentua la tristezza.
La Sua Psicoterapeuta La aiuterà com’è avvenuto la prima volta; anche per evitare di danneggiare la relazione con Sua figlia per un problema che è Suo proprio.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Dottoressa, speravo proprio che mi rispondesse lei , perchè mi piace molto il suo modo di rispondere ai clienti del sito. A volte mi prende lo scoraggiamento perchè sono 4 mesi che ho questi sintomi e vorrei stare bene .Piu che altro è l'apatia , la tristezza che mi affiora e di conseguenza il pensiero va li " La tristezza per il fatto che un giorno moriremo" Come posso riuscire ad affrontare questa tristezza , questa nuvola nera che mi impedisce di sorridere ? Mi può dare qualche consiglio? La mia ginecologa mi ha consigliato di assumere l'integratore Almetax Grazie di cuore e mi scusi ps Tornerò dalla psicoterapeuta il 30 settembre
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Il processo di accettazione della finitezza della vita inizia molto presto e ... dura a lungo. Le farà tenerezza vederlo in una bambina di 8 anni!
https://www.emedicitalia.it/consulti/psicologia/929897-paura-della-morte-della-mamma.html !
Eppure è un dato immodificabile, a fronte del quale c’è unicamente l’accettazione; quella che porta a godersi appieno ogni giorno della vita, proprio perché è un film che non si può riavvolgere. L’accettazione è ben differente dalla rassegnazione!

Però talvolta il problema non è quello della finitudine della vita, quanto piuttosto la modalità di funzionamento della mente che
-in quello specifico momento-assume come contenuto tale tematica.
In tal caso va preso in considerazione non tanto l’argomento, quanto piuttosto il funzionamento ossessivo della mente, che va curato adeguatamente.

Attenda con fiducia il rientro della Sua Psicoterapeuta, che sicuramente
.non solo è consapevole di tutto ciò,
.ma sa anche come concretamente aiutarLa con le parole e con prescrizioni, dato che La conosce di persona e da tempo.
Ce la può fare!

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Dottoressa , le sue parole le ha usate anche la mia psicoterapeuta , cioè il fatto che bisogna godersi appieno la vita, proprio perchè consapevoli che un giorno finirà.
Le dico che 7 anni fa ero messa veramente peggio , perchè l'ossessione della morte era un pensiero fisso che non se ne andava nemmeno con l'antidepressivo. Ci vollero 10 sedute di terapia breve strategica alla fine delle quali se parlavo della morte con le persone l'accettavo come il fatto che non apparteniamo a questo mondo e ne parlavo proprio con serenità. Io voglio solo tornare a stare bene . Grazie dottoressa di cuore
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