Me la sono cercata o è colpa mia?
Salve,
Scrivo in merito ad un dilemma che mi consuma l'anima da un paio di mesi.
Non mangio e non dormo.
Premetto dicendo che un ragazzo stupendo che amo follemente e credo essere l'uomo della mia vita.
Uno o due mesi fa ho partecipato alla prima cena aziendale con i colleghi del mio nuovo lavoro, e nonostante si alzi un pochino il gomito, sembrano tutti molto gioviali e tranquilli.
I miei problemi sono iniziati quando chiesi a uno di loro se sarebbe venuto in discoteca più tardi con noi, e a questa domanda, il suddetto collega (30 anni) si prende la libertà di mettermi una mano sotto il vestito di e di farla salire.
Allorché io scatto, mi allontano e mi avvicino al collega con cui vado più d'accordo, pensando di poter stare tranquilla almeno con lui.
Non nego successivamente di aver esagerato con l'alcool, ma io non ho mai cercato nulla di più in quella serata di qualche risata o ballo.
Io ho 21 anni fatti da poco, e tutti sanno che sono fidanzata.
Forse ho ballato in modo troppo provocante, e nella mia testa mi sentivo solo libera, o non sono stata attenta ai segnali che davo, perché quest'altro mio collega (31) decide di baciarmi mentre ballavo con gli occhi chiusi.
Con la mente annebbiata apro gli occhi, sorrido imbarazzata e svuoto la testa, mostrando chiaro disagio.
Lui mi guarda e lo rifà.
A quel punto non so quale meccanismo sia entrato in atto, ma io non ho mai voluto che accadesse, né ho mai desiderato nulla di tutto questo.
Sta di fatto che troppo ubriaca per impormi, ricambio qualche bacio, come se mi stessi fingendo morta per far finire il tutto prima possibile, avevo una paura folle.
Lui non è una persona cattiva, ripeto forse sono nel torto io ballando in maniera ambigua, ma quello che mi ha fatto strano è che a parte essere colleghi, lui era completamente sobrio e io visibilmente ubriaca, è dieci anni più grande di me e sa che io sono fidanzata.
In ufficio sanno di questa cosa e continuano a scherzarci su alimentando i miei sensi di colpa, punendo solo me, e non le due persone che si sono presi delle libertà piuttosto grandi su una ragazza ubriaca dieci anni più piccola, a loro neanche una parola.
Mi è già successo di vivere una cosa cosi, con una ragazza che ha continuato a baciarmi ad una festa anche dopo i miei numerosi no, e io sentendomi impotente, non sono riuscita più ad impormi.
Il precedente episodio l'ho riferito al mio ragazzo, e ne siamo usciti con non poca fatica.
Questa cosa dei colleghi non gliel'ho ancora detta in quanto non riuscirei a sopportare di ferirlo di nuovo così.
Non se lo merita.
Io sono disposta a prendermi le mie responsabilità, ma la domanda è, ho istigato io questi comportamenti o sono "vittima"?
Grazie.
Scrivo in merito ad un dilemma che mi consuma l'anima da un paio di mesi.
Non mangio e non dormo.
Premetto dicendo che un ragazzo stupendo che amo follemente e credo essere l'uomo della mia vita.
Uno o due mesi fa ho partecipato alla prima cena aziendale con i colleghi del mio nuovo lavoro, e nonostante si alzi un pochino il gomito, sembrano tutti molto gioviali e tranquilli.
I miei problemi sono iniziati quando chiesi a uno di loro se sarebbe venuto in discoteca più tardi con noi, e a questa domanda, il suddetto collega (30 anni) si prende la libertà di mettermi una mano sotto il vestito di e di farla salire.
Allorché io scatto, mi allontano e mi avvicino al collega con cui vado più d'accordo, pensando di poter stare tranquilla almeno con lui.
Non nego successivamente di aver esagerato con l'alcool, ma io non ho mai cercato nulla di più in quella serata di qualche risata o ballo.
Io ho 21 anni fatti da poco, e tutti sanno che sono fidanzata.
Forse ho ballato in modo troppo provocante, e nella mia testa mi sentivo solo libera, o non sono stata attenta ai segnali che davo, perché quest'altro mio collega (31) decide di baciarmi mentre ballavo con gli occhi chiusi.
Con la mente annebbiata apro gli occhi, sorrido imbarazzata e svuoto la testa, mostrando chiaro disagio.
Lui mi guarda e lo rifà.
A quel punto non so quale meccanismo sia entrato in atto, ma io non ho mai voluto che accadesse, né ho mai desiderato nulla di tutto questo.
Sta di fatto che troppo ubriaca per impormi, ricambio qualche bacio, come se mi stessi fingendo morta per far finire il tutto prima possibile, avevo una paura folle.
Lui non è una persona cattiva, ripeto forse sono nel torto io ballando in maniera ambigua, ma quello che mi ha fatto strano è che a parte essere colleghi, lui era completamente sobrio e io visibilmente ubriaca, è dieci anni più grande di me e sa che io sono fidanzata.
In ufficio sanno di questa cosa e continuano a scherzarci su alimentando i miei sensi di colpa, punendo solo me, e non le due persone che si sono presi delle libertà piuttosto grandi su una ragazza ubriaca dieci anni più piccola, a loro neanche una parola.
Mi è già successo di vivere una cosa cosi, con una ragazza che ha continuato a baciarmi ad una festa anche dopo i miei numerosi no, e io sentendomi impotente, non sono riuscita più ad impormi.
Il precedente episodio l'ho riferito al mio ragazzo, e ne siamo usciti con non poca fatica.
Questa cosa dei colleghi non gliel'ho ancora detta in quanto non riuscirei a sopportare di ferirlo di nuovo così.
Non se lo merita.
Io sono disposta a prendermi le mie responsabilità, ma la domanda è, ho istigato io questi comportamenti o sono "vittima"?
Grazie.
[#1]
Non possiamo assolutamente saperlo, dato che non ti conosciamo e non eravamo presenti.
Il comportamento non verbale è quello che, come sospetti, può aver incentivato tali comportamenti negli altri, ma non avendolo visto, possiamo solo ipotizzarlo ma non possiamo esprimerci.
Anche il "non essere stata capace" di opporti alle avance di queste persone, dopo, è un comportamento che può aver fatto pensare loro "ah, allora ci sta".
Quando qualcuno ci prova con qualcun altro, si è sempre in due.
Abbandona pure i pensieri tipo le differenze di età, le battute al lavoro ecc. che pure ci possono stare, ma che non c'entrano nulla con lo spiegare cosa è successo.
Il comportamento non verbale è quello che, come sospetti, può aver incentivato tali comportamenti negli altri, ma non avendolo visto, possiamo solo ipotizzarlo ma non possiamo esprimerci.
Anche il "non essere stata capace" di opporti alle avance di queste persone, dopo, è un comportamento che può aver fatto pensare loro "ah, allora ci sta".
Quando qualcuno ci prova con qualcun altro, si è sempre in due.
Abbandona pure i pensieri tipo le differenze di età, le battute al lavoro ecc. che pure ci possono stare, ma che non c'entrano nulla con lo spiegare cosa è successo.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 12/08/2022.
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