Ansia da disinnamoramento
Salve, vivo un momento di dolore straziante.
Sono fidanzato con una ragazza da anni, promesse di vita insieme, e io, dopo un anno di stress lavorativo fortissimo, stress familiare e stress con la mia ragazza che stava facendo un percorso psicologico e stava "emancipandosi" dalla famiglia, io, da sempre sofferente di angoscia abbandonica, mi sono sentito profondamente ignorato e le ho messo pressioni e reagito con strazi e lagne ad ogni discussione, covando rancore per mesi, ma evitando di esporlo per paura di essere lasciato.
Alla sua manifestazione di insoddisfazione sulla coppia, ho avuto fortissimi momenti di panico.
Piangevo e mi disperavo, volevo stare con lei e temevo di perdere l'amore della vita.
In un colloquio con una nuova psicologa cognitivo comportamentale (per anni avevo fatto psicoanalisi) mi ha fatto notare che ero io quello disfunzionale che voleva mettere pressioni che non avrebbero giovato, ma avrei dovuto solo aver fiducia nel suo percorso psicologico.
Inoltre mi ha diagnosticato un ptsd (erano mesi che ero in uno stato di tensione costante, pensieri sul lavoro continui, problemi psicosomatici di natura gastrica, attacchi di panico occasionali)
Tutto ad un tratto una mattina mi sono svegliato e non provavo più quell'attaccamento morboso alla mia ragazza.
Non riuscivo a dirle "ti amo" come il giorno prima, sentivo le mie parole come parole vuote e non avevo gli istinti di prima di coccolarla e accarezzarla.
Adesso quando la penso, non ho quel l'impulso forte di prima di aiutarla e correre da lei.
Non provavo nulla.
Provo ansia perché non riesco ad essere naturale con lei.
Questo mi ha gettato in uno stato di terrore.
Ho smesso di amarla?
Sono in un doc da relazione?
(rimugino costantemente sulla più piccola cosa in ogni situazione)
Può essere una causa dello stress fortissimo che ho vissuto?
Sono fidanzato con una ragazza da anni, promesse di vita insieme, e io, dopo un anno di stress lavorativo fortissimo, stress familiare e stress con la mia ragazza che stava facendo un percorso psicologico e stava "emancipandosi" dalla famiglia, io, da sempre sofferente di angoscia abbandonica, mi sono sentito profondamente ignorato e le ho messo pressioni e reagito con strazi e lagne ad ogni discussione, covando rancore per mesi, ma evitando di esporlo per paura di essere lasciato.
Alla sua manifestazione di insoddisfazione sulla coppia, ho avuto fortissimi momenti di panico.
Piangevo e mi disperavo, volevo stare con lei e temevo di perdere l'amore della vita.
In un colloquio con una nuova psicologa cognitivo comportamentale (per anni avevo fatto psicoanalisi) mi ha fatto notare che ero io quello disfunzionale che voleva mettere pressioni che non avrebbero giovato, ma avrei dovuto solo aver fiducia nel suo percorso psicologico.
Inoltre mi ha diagnosticato un ptsd (erano mesi che ero in uno stato di tensione costante, pensieri sul lavoro continui, problemi psicosomatici di natura gastrica, attacchi di panico occasionali)
Tutto ad un tratto una mattina mi sono svegliato e non provavo più quell'attaccamento morboso alla mia ragazza.
Non riuscivo a dirle "ti amo" come il giorno prima, sentivo le mie parole come parole vuote e non avevo gli istinti di prima di coccolarla e accarezzarla.
Adesso quando la penso, non ho quel l'impulso forte di prima di aiutarla e correre da lei.
Non provavo nulla.
Provo ansia perché non riesco ad essere naturale con lei.
Questo mi ha gettato in uno stato di terrore.
Ho smesso di amarla?
Sono in un doc da relazione?
(rimugino costantemente sulla più piccola cosa in ogni situazione)
Può essere una causa dello stress fortissimo che ho vissuto?
[#1]
Gentile utente,
Lei si pone inquietanti interrogativi riguardo alla possibilità di non amare più la Sua ragazza. Eppure la sintesi la fa Lei stesso:
"Tutto ad un tratto una mattina mi sono svegliato e non provavo più quell'*attaccamento morboso* alla mia ragazza" (asterischi miei).
Proprio così, l'attaccamento morboso.
E dunque può darsi che tutto quanto lei descrive rappresenti un passo avanti verso un amore meno necessitato.
Oppure che - superato l'attaccamento morboso - Il sentimento si riveli per quello che è.
La Sua psicoterapeuta sicuramente conosce la Sua concreta situazione più di quanto la conosciamo noi, qui, online; e dunque la professionista La saprà aiutare adeguatamente, come finora è avvenuto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Lei si pone inquietanti interrogativi riguardo alla possibilità di non amare più la Sua ragazza. Eppure la sintesi la fa Lei stesso:
"Tutto ad un tratto una mattina mi sono svegliato e non provavo più quell'*attaccamento morboso* alla mia ragazza" (asterischi miei).
Proprio così, l'attaccamento morboso.
E dunque può darsi che tutto quanto lei descrive rappresenti un passo avanti verso un amore meno necessitato.
Oppure che - superato l'attaccamento morboso - Il sentimento si riveli per quello che è.
La Sua psicoterapeuta sicuramente conosce la Sua concreta situazione più di quanto la conosciamo noi, qui, online; e dunque la professionista La saprà aiutare adeguatamente, come finora è avvenuto.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Immaginavo tutti i giorni al lavoro di fare cose con lei, di correre in suo aiuto se avesse bisogno, è un mio modo di fantasticare fin da bambino.
Dopo le litigate e le incomprensioni, non riuscivo più, oltre al fatto che avevo solo ansia in continuazione per lavoro e famiglia.
Mi manca molto quella immaginazione
Dopo le litigate e le incomprensioni, non riuscivo più, oltre al fatto che avevo solo ansia in continuazione per lavoro e famiglia.
Mi manca molto quella immaginazione
[#3]
Può darsi che all'infuori di "quella immaginazione" non ci sia nulla di importante.
D'altra parte ora Lei è diventato grande, ha superato i xxxnta, è anagraficamente adulto; ha da confrontarsi con la realtà e non più solo con la Sua immaginazione. Forse è questo passaggio che Le causa quel "dolore straziante" di cui ci parla.
Si affidi alla Sua Psicoterapeuta con fiducia.
Se non gliene avesse finora parlato così esplicitamente, La autorizzo a farle leggere questo scambio.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
D'altra parte ora Lei è diventato grande, ha superato i xxxnta, è anagraficamente adulto; ha da confrontarsi con la realtà e non più solo con la Sua immaginazione. Forse è questo passaggio che Le causa quel "dolore straziante" di cui ci parla.
Si affidi alla Sua Psicoterapeuta con fiducia.
Se non gliene avesse finora parlato così esplicitamente, La autorizzo a farle leggere questo scambio.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 11/08/2022.
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