Semi-convivenza con i suoceri
Salve nel nostro matrimonio c’è una problematica legata alla nostra dimora.
Io mio marito, e da 2 anni anche la nostra prima figlia, viviamo in un appartamento bellissimo di proprietà di mio marito, che suo padre gli ha regalato prima che ci conoscessimo.
Il problema è che è attaccato a quello dei genitori di mio marito, stesso pianerottolo.
Inizialmente da fidanzati quando mi sono trasferita qui non mi pesava più di tanto, c’erano già allora problemi di mancanza di privacy e ho cercato di fare rispettare alcune regole base: tipo non entrare in casa nostra con le chiavi, nemmeno quando non ci siamo, perché sì, lo facevano.
Però col fatto che non eravamo mai in casa non avvertivo tutto il disagio che vivo invece dal momento in cui la casa ho cominciato a viverla più intensamente.
E cioè da quando sono rimasta incinta, e soprattutto da quando è nata nostra figlia.
Per cercare di farla breve non c’è santo giorno in cui loro non bussano alla porta, a qualsiasi ora e per i più svariati motivi.
Molto spesso mia suocera bussa alla porta e si piazza da noi tutto il tempo della cena.
Non c’è santo giorno che io non apra la porta di casa per uscire o entrare, e che non si apra subito la loro porta perché ci hanno sentito sul pianerottolo.
Se non ci vedono per delle ore e non sanno dove siamo mia suocera ci punta come lei stessa ha detto e va giù in garage a vedere se ci sono le macchine, o appoggia l’orecchio alla porta (sempre detto da lei) per sentire se la bambina sia sveglia.
Se per 24 ore non capita di beccarsi lei tutta turbata bussa alla porta chiedendo se stiamo bene.
Non esiste giorno in cui noi possiamo godere del nostro bel terrazzo perché essendo confinante con i suoceri loro ci sentono parlare e si sentono in diritto di farsi vedere e chiamarci, e quando ceniamo in terrazza ci interrompono il pasto.
Ma il punto più fastidioso è questo: la nostra camera da letto ha il balcone attaccato, senza separazioni, con la loro camera da letto, e le due portefinestre distano circa 2 metri l’una dall’altra.
Sento continuamente le loro voci in camera, ogni singola parola, e anche tutte le loro funzioni corporali.
Per dormire in pace dobbiamo sempre chiudere la finestra e accendere l’aria condizionata.
Ho cercato di elencarvi i motivi del profondo disagio che vivo.
Ma ce ne sono molti di più.
Ho più volte chiesto a mio marito di costruirci la nostra vita in una casa tutta nostra, perché il nostro nido è continuamente violato, e anche se loro si facessero un po’ da parte la vicinanza è comunque troppa.
Ma lui non vuole saperne, piange se ne parliamo, perché dice che è un sacrilegio fare un mutuo per comprare casa quando ne abbiamo una bella e gratis.
E poi a questa è troppo legato.
Tra l’altro non possiamo neanche venderla perché suo padre non gradirebbe, pur essendo intestata al figlio.
Io non ho nulla contro i miei suoceri, sono brave persone, ma non voglio più vivere insieme a loro, e rinunciare per sempre alla nostra privacy e indipendenza.
Io mio marito, e da 2 anni anche la nostra prima figlia, viviamo in un appartamento bellissimo di proprietà di mio marito, che suo padre gli ha regalato prima che ci conoscessimo.
Il problema è che è attaccato a quello dei genitori di mio marito, stesso pianerottolo.
Inizialmente da fidanzati quando mi sono trasferita qui non mi pesava più di tanto, c’erano già allora problemi di mancanza di privacy e ho cercato di fare rispettare alcune regole base: tipo non entrare in casa nostra con le chiavi, nemmeno quando non ci siamo, perché sì, lo facevano.
Però col fatto che non eravamo mai in casa non avvertivo tutto il disagio che vivo invece dal momento in cui la casa ho cominciato a viverla più intensamente.
E cioè da quando sono rimasta incinta, e soprattutto da quando è nata nostra figlia.
Per cercare di farla breve non c’è santo giorno in cui loro non bussano alla porta, a qualsiasi ora e per i più svariati motivi.
Molto spesso mia suocera bussa alla porta e si piazza da noi tutto il tempo della cena.
Non c’è santo giorno che io non apra la porta di casa per uscire o entrare, e che non si apra subito la loro porta perché ci hanno sentito sul pianerottolo.
Se non ci vedono per delle ore e non sanno dove siamo mia suocera ci punta come lei stessa ha detto e va giù in garage a vedere se ci sono le macchine, o appoggia l’orecchio alla porta (sempre detto da lei) per sentire se la bambina sia sveglia.
Se per 24 ore non capita di beccarsi lei tutta turbata bussa alla porta chiedendo se stiamo bene.
Non esiste giorno in cui noi possiamo godere del nostro bel terrazzo perché essendo confinante con i suoceri loro ci sentono parlare e si sentono in diritto di farsi vedere e chiamarci, e quando ceniamo in terrazza ci interrompono il pasto.
Ma il punto più fastidioso è questo: la nostra camera da letto ha il balcone attaccato, senza separazioni, con la loro camera da letto, e le due portefinestre distano circa 2 metri l’una dall’altra.
Sento continuamente le loro voci in camera, ogni singola parola, e anche tutte le loro funzioni corporali.
Per dormire in pace dobbiamo sempre chiudere la finestra e accendere l’aria condizionata.
Ho cercato di elencarvi i motivi del profondo disagio che vivo.
Ma ce ne sono molti di più.
Ho più volte chiesto a mio marito di costruirci la nostra vita in una casa tutta nostra, perché il nostro nido è continuamente violato, e anche se loro si facessero un po’ da parte la vicinanza è comunque troppa.
Ma lui non vuole saperne, piange se ne parliamo, perché dice che è un sacrilegio fare un mutuo per comprare casa quando ne abbiamo una bella e gratis.
E poi a questa è troppo legato.
Tra l’altro non possiamo neanche venderla perché suo padre non gradirebbe, pur essendo intestata al figlio.
Io non ho nulla contro i miei suoceri, sono brave persone, ma non voglio più vivere insieme a loro, e rinunciare per sempre alla nostra privacy e indipendenza.
[#1]
>>> piange se ne parliamo
Questo dice tutto ciò che c'è da sapere sul rapporto in essere fra suo marito e i genitori. Direi che le chance di fargli capire che per lei la privacy è importante sono pressoché nulle.
Quindi, a meno di soluzioni più drastiche, ciò che può fare è iniziare a mettere paletti e limitare i danni.
Avvertire innanzitutto i suoceri che da ora in poi gradirebbe maggior privacy. Poi cambiare la serratura alla porta. Se suo marito la scavalcasse, facendo rifare le chiavi per dare la copia di quelle nuove ai genitori, lei chiama il fabbro, fa aggiungere una seconda serratura e ne tiene le chiavi solo lei. Se sua suocera vuole entrare in casa senza essere invitata, lei non la lascia entrare. E così via.
Sarà una guerra di nervi, ma è quella che purtroppo le toccherà combattere.
A meno di non voler dare ultimatum a suo marito.
Questo dice tutto ciò che c'è da sapere sul rapporto in essere fra suo marito e i genitori. Direi che le chance di fargli capire che per lei la privacy è importante sono pressoché nulle.
Quindi, a meno di soluzioni più drastiche, ciò che può fare è iniziare a mettere paletti e limitare i danni.
Avvertire innanzitutto i suoceri che da ora in poi gradirebbe maggior privacy. Poi cambiare la serratura alla porta. Se suo marito la scavalcasse, facendo rifare le chiavi per dare la copia di quelle nuove ai genitori, lei chiama il fabbro, fa aggiungere una seconda serratura e ne tiene le chiavi solo lei. Se sua suocera vuole entrare in casa senza essere invitata, lei non la lascia entrare. E così via.
Sarà una guerra di nervi, ma è quella che purtroppo le toccherà combattere.
A meno di non voler dare ultimatum a suo marito.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Grazie dottore ma mi chiedo perché impiantare una guerra continua in casa propria, nel luogo dove ognuno dovrebbe sentirsi in pace e al sicuro? E poi non è solo una questione di ingerenze continue, qui è la troppa vicinanza il problema. Per come sono stati strutturati gli appartamenti è impossibile non sentirli e non vederli anche da dentro casa. E poi devo farmi odiare mettendomi sul piede di guerra con la suocera? Non dovrebbe essere il figlio a cercare di mediare con loro? Mio marito non ha mai avuto il distacco emotivo dalla famiglia (e nemmeno quello fisico) ma io voglio scegliere di essere felice. Con lui e nostra figlia, in un’altra casa. Certo dovrò dargli un ultimatum, io non voglio vivere lì. Grazie ancora
[#3]
>>> mi chiedo perché impiantare una guerra continua in casa propria, nel luogo dove ognuno dovrebbe sentirsi in pace e al sicuro?
Lo sa già:
>>> Mio marito non ha mai avuto il distacco emotivo dalla famiglia (e nemmeno quello fisico)
Il passo che le serve fare, probabilmente, è capire che da questo punto di vista, cioè da parte di suo marito, le cose non cambieranno solo perché lei lo vuole o glielo chiede. Perché lui vuole una cosa diversa.
Lo sa già:
>>> Mio marito non ha mai avuto il distacco emotivo dalla famiglia (e nemmeno quello fisico)
Il passo che le serve fare, probabilmente, è capire che da questo punto di vista, cioè da parte di suo marito, le cose non cambieranno solo perché lei lo vuole o glielo chiede. Perché lui vuole una cosa diversa.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.1k visite dal 11/08/2022.
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