Clientela noiosissima
Buongiorno,
lavoro in banca, e sarà il caldo, in questo periodo non sopporto più tanto il contatto con la clientela.
Anzichè parlare di investimenti, che sarebbe il mio lavoro, le persone, piuttosto anziane, si sentono in diritto di raccontarmi di tutto, dalla fabbrica in Tunisia che è fallita, ai contributi che gli han fatto saltare, al figlio che a loro avviso ruba i soldi.
Tutte cose a cui sono obbligato a dare ascolto per educazione, ma di cui me ne frega nulla e che non c'entrano nulla col mio lavoro.
Insomma, faccio da punching ball
Arrivo a casa ho una testa così.
Immagino capiti anche nel vostro lavoro, come si fa a smaltire lo stress di lavorare col pubblico?
Grazie per le eventuali risposte
lavoro in banca, e sarà il caldo, in questo periodo non sopporto più tanto il contatto con la clientela.
Anzichè parlare di investimenti, che sarebbe il mio lavoro, le persone, piuttosto anziane, si sentono in diritto di raccontarmi di tutto, dalla fabbrica in Tunisia che è fallita, ai contributi che gli han fatto saltare, al figlio che a loro avviso ruba i soldi.
Tutte cose a cui sono obbligato a dare ascolto per educazione, ma di cui me ne frega nulla e che non c'entrano nulla col mio lavoro.
Insomma, faccio da punching ball
Arrivo a casa ho una testa così.
Immagino capiti anche nel vostro lavoro, come si fa a smaltire lo stress di lavorare col pubblico?
Grazie per le eventuali risposte
[#1]
Gentile utente,
ho dato una buona occhiata ai suoi ben 66 quesiti e mi sembra che qualcosa si stia muovendo, allontanandola dalla sua eccessiva tendenza a rassegnarsi.
Un tempo ci ha scritto "nella vita bisogna sapersi accontentare" in situazioni che avrebbero invece richiesto la decisa volontà di risolvere il problema; ha accettato una serie di scomodità e di disagi, anche nella sfera sessuale o nell'abitudine di sua figlia di andare a letto troppo tardi; non ha superato - se la sua scheda è aggiornata - le cattive abitudini alimentari e il sovrappeso; ha considerato manifestazioni di doc (ma perché non curare questo disturbo con la psicoterapia?) quelle che forse erano manifestazioni di distimia.
Adesso invece è diventato intollerante perfino agli anziani che si affidano maldestramente alla sua consulenza, e non capendo bene quali siano i limiti di un oculato parere sui loro investimenti finanziari fanno di lei il confidente dei loro errori, delle nostalgie, delle recriminazioni, dei rimpianti.
Non voglio dire che il suo disagio a queste "perdite di tempo" (sempre che lo siano davvero, e non servano a rinsaldare la fiducia dei clienti) non sia comprensibile.
Lei ipotizza "Immagino capiti anche nel vostro lavoro", e le dirò che non capita, perché in certe procedure terapeutiche il vagare della mente sortisce un positivo effetto psicodinamico, e in altre procedure è cura del terapeuta richiamare il paziente al problema che si sforza di eludere.
Può tentare anche lei i due metodi, alternandoli opportunamente a seconda dei casi: lasciar parlare il cliente incerto, anche col rischio di non concludere sul momento ma col fine di fargli prendere coscienza delle sue reali necessità; oppure riportarlo dolcemente alla sua proposta finanziaria.
Quello che però ritengo positivo è il fatto che lei finalmente si ribella a qualche tratto della sua vita. Di qui potrebbe scaturire tutto un cammino di autoefficacia conquistata, le auguro.
Ci tenga al corrente.
ho dato una buona occhiata ai suoi ben 66 quesiti e mi sembra che qualcosa si stia muovendo, allontanandola dalla sua eccessiva tendenza a rassegnarsi.
Un tempo ci ha scritto "nella vita bisogna sapersi accontentare" in situazioni che avrebbero invece richiesto la decisa volontà di risolvere il problema; ha accettato una serie di scomodità e di disagi, anche nella sfera sessuale o nell'abitudine di sua figlia di andare a letto troppo tardi; non ha superato - se la sua scheda è aggiornata - le cattive abitudini alimentari e il sovrappeso; ha considerato manifestazioni di doc (ma perché non curare questo disturbo con la psicoterapia?) quelle che forse erano manifestazioni di distimia.
Adesso invece è diventato intollerante perfino agli anziani che si affidano maldestramente alla sua consulenza, e non capendo bene quali siano i limiti di un oculato parere sui loro investimenti finanziari fanno di lei il confidente dei loro errori, delle nostalgie, delle recriminazioni, dei rimpianti.
Non voglio dire che il suo disagio a queste "perdite di tempo" (sempre che lo siano davvero, e non servano a rinsaldare la fiducia dei clienti) non sia comprensibile.
Lei ipotizza "Immagino capiti anche nel vostro lavoro", e le dirò che non capita, perché in certe procedure terapeutiche il vagare della mente sortisce un positivo effetto psicodinamico, e in altre procedure è cura del terapeuta richiamare il paziente al problema che si sforza di eludere.
Può tentare anche lei i due metodi, alternandoli opportunamente a seconda dei casi: lasciar parlare il cliente incerto, anche col rischio di non concludere sul momento ma col fine di fargli prendere coscienza delle sue reali necessità; oppure riportarlo dolcemente alla sua proposta finanziaria.
Quello che però ritengo positivo è il fatto che lei finalmente si ribella a qualche tratto della sua vita. Di qui potrebbe scaturire tutto un cammino di autoefficacia conquistata, le auguro.
Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Beh, è un punto di vista il suo, a cui non avevo pensato, ma lo trovo interessante e ci riflettero'. Per quanto riguarda le sue osservazioni, psicoterapia ne ho fatta e , almeno in parte mi è stata utile.
Non so se sia il suo caso e non mi permetto di affermarlo, ci mancherebbe, ma siccome anche gli psicologi tengono famiglia, ho sempre notato una tendenza a provare a risolvere cose che secondo me sono irrisolvibili: nella vita non tutto si può aggiustare, bisogna anche saper accettarne il buono e limiti:
Il mio doc risale al 99, e posso ringraziare che mi abbia permesso si vivere, non posso eradicarlo.
Mia moglie è un po' freddina, è forse un suo aspetto caratteristico, ultimamente è migliorata,cosa faccio cambio moglie e mi trovo una cougar?
Non me ne voglia , la mia è una risposta scherzosa, il consulto era un po' uno sfogo, la prenda come tale.
Non so se sia il suo caso e non mi permetto di affermarlo, ci mancherebbe, ma siccome anche gli psicologi tengono famiglia, ho sempre notato una tendenza a provare a risolvere cose che secondo me sono irrisolvibili: nella vita non tutto si può aggiustare, bisogna anche saper accettarne il buono e limiti:
Il mio doc risale al 99, e posso ringraziare che mi abbia permesso si vivere, non posso eradicarlo.
Mia moglie è un po' freddina, è forse un suo aspetto caratteristico, ultimamente è migliorata,cosa faccio cambio moglie e mi trovo una cougar?
Non me ne voglia , la mia è una risposta scherzosa, il consulto era un po' uno sfogo, la prenda come tale.
[#3]
Gentile utente,
apprezzo molto l'umorismo. Freud lo considerava il più maturo tra i meccanismi di difesa. Tuttavia, qui sempre di meccanismi di difesa stiamo parlando.
Lei è ancora abbastanza giovane per poter cambiare in meglio la sua situazione e di conseguenza quella di chi le sta accanto: moglie, figli, genitori, perfino gli anziani noiosi che deve guidare nei loro investimenti.
Perché rifiutarsi a oltranza di farlo, nascondendosi dietro una 'saggezza' da proverbio popolare?
Sappiamo che ogni processo di cambiamento richiede fatica e ogni percorso intrapreso porta ad una meta, in parte sperata, ma in parte ignota, quindi temibile.
Però, vede, il fatto è che la vita prosegue in ogni caso: il cambiamento si attua, il percorso procede anche se noi non lo vogliamo. E proprio se non lo vogliamo, se puntiamo i piedi, procede di sicuro a modo suo, non a modo nostro, nemmeno un po'.
Ed ecco che alle sue resistenze a prendere in pugno la sua vita il doc bussa per avvisarla che la strada intrapresa non è la migliore; ecco la moglie che lei preferisce considerare "freddina" anziché darle modo di manifestarsi diversa; ecco il sovrappeso; infine certe affermazioni che lei è troppo intelligente per fare. Non può credere che il doc non si cura e che "nella vita non tutto si può aggiustare" intendendo che non si può aggiustare proprio nulla, via!
Dia un'occhiata su internet a due termini che le ho suggerito nella precedente risposta: l'autoefficacia, e la distimia. Sono ancora convinta che uno spiraglio si sia aperto in lei. Lasci entrare il sole.
apprezzo molto l'umorismo. Freud lo considerava il più maturo tra i meccanismi di difesa. Tuttavia, qui sempre di meccanismi di difesa stiamo parlando.
Lei è ancora abbastanza giovane per poter cambiare in meglio la sua situazione e di conseguenza quella di chi le sta accanto: moglie, figli, genitori, perfino gli anziani noiosi che deve guidare nei loro investimenti.
Perché rifiutarsi a oltranza di farlo, nascondendosi dietro una 'saggezza' da proverbio popolare?
Sappiamo che ogni processo di cambiamento richiede fatica e ogni percorso intrapreso porta ad una meta, in parte sperata, ma in parte ignota, quindi temibile.
Però, vede, il fatto è che la vita prosegue in ogni caso: il cambiamento si attua, il percorso procede anche se noi non lo vogliamo. E proprio se non lo vogliamo, se puntiamo i piedi, procede di sicuro a modo suo, non a modo nostro, nemmeno un po'.
Ed ecco che alle sue resistenze a prendere in pugno la sua vita il doc bussa per avvisarla che la strada intrapresa non è la migliore; ecco la moglie che lei preferisce considerare "freddina" anziché darle modo di manifestarsi diversa; ecco il sovrappeso; infine certe affermazioni che lei è troppo intelligente per fare. Non può credere che il doc non si cura e che "nella vita non tutto si può aggiustare" intendendo che non si può aggiustare proprio nulla, via!
Dia un'occhiata su internet a due termini che le ho suggerito nella precedente risposta: l'autoefficacia, e la distimia. Sono ancora convinta che uno spiraglio si sia aperto in lei. Lasci entrare il sole.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 956 visite dal 09/08/2022.
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