Ho paura che il mio ragazzo possa diventare violento con il tempo
Buongiorno, sono una ragazza di 19 anni e sono fidanzata con un ragazzo di 22 da 2 anni.
Lui non è mai stato violento nei miei confronti ne nei confronti di altre persone in mia presenza, è capitato però che due volte mi urlasse contro (no insulti, però urlava davvero come un pazzo sembrava isterico) per cose banalissime, quasi dal niente! Non stavamo neanche litigando.
In pratica io facevo un’affermazione normalissima e lui iniziava ad urlare.
Di recente mi ha confessato di aver fatto parte di un brutto giro in passato (prima che ci conoscessimo), una sorta di mini gruppo mafioso (coltivavano droga e spacciavano) e di aver fatto alcune cose brutte a quei tempi.
Si parla soprattutto di minacce (da quel che so mai messe in atto poi) a chi non pagava, ma mi ha anche confessato di aver picchiato fortemente una persona per soldi una volta (unico episodio violento di cui sono a conoscenza).
Ripeto, nei miei confronti non c’è mai stato alcun tipo di violenza e anzi, nella quasi totalità dei casi in cui litighiamo lui non alza neanche la voce, è calmo e parliamo civilmente.
Non ha mai fatto neanche il gesto di menarmi.
Inoltre a me sembra seriamente pentito di tutto ciò e dice di farsi schifo come persona e di non meritarsi nulla.
Mi sembra abbastanza perseguitato dal suo passato diciamo, nel senso che non riesce a perdonarsi per quello che ha fatto adesso ne è uscito e ha cancellato tutte le persone che frequentava.
È davvero una persona diversa ora, perlomeno a me sembra così.
Ma non posso fare a meno di chiedermi se in futuro potrebbe farmi del male e che piega potrebbe prendere la nostra relazione con il tempo.
Ho paura di potermi ritrovare in una relazione violenta e che anche se ne riuscissi ad uscire lui potrebbe perseguitarmi nonostante con me non sia mai stato violento in alcun modo.
Lui non è mai stato violento nei miei confronti ne nei confronti di altre persone in mia presenza, è capitato però che due volte mi urlasse contro (no insulti, però urlava davvero come un pazzo sembrava isterico) per cose banalissime, quasi dal niente! Non stavamo neanche litigando.
In pratica io facevo un’affermazione normalissima e lui iniziava ad urlare.
Di recente mi ha confessato di aver fatto parte di un brutto giro in passato (prima che ci conoscessimo), una sorta di mini gruppo mafioso (coltivavano droga e spacciavano) e di aver fatto alcune cose brutte a quei tempi.
Si parla soprattutto di minacce (da quel che so mai messe in atto poi) a chi non pagava, ma mi ha anche confessato di aver picchiato fortemente una persona per soldi una volta (unico episodio violento di cui sono a conoscenza).
Ripeto, nei miei confronti non c’è mai stato alcun tipo di violenza e anzi, nella quasi totalità dei casi in cui litighiamo lui non alza neanche la voce, è calmo e parliamo civilmente.
Non ha mai fatto neanche il gesto di menarmi.
Inoltre a me sembra seriamente pentito di tutto ciò e dice di farsi schifo come persona e di non meritarsi nulla.
Mi sembra abbastanza perseguitato dal suo passato diciamo, nel senso che non riesce a perdonarsi per quello che ha fatto adesso ne è uscito e ha cancellato tutte le persone che frequentava.
È davvero una persona diversa ora, perlomeno a me sembra così.
Ma non posso fare a meno di chiedermi se in futuro potrebbe farmi del male e che piega potrebbe prendere la nostra relazione con il tempo.
Ho paura di potermi ritrovare in una relazione violenta e che anche se ne riuscissi ad uscire lui potrebbe perseguitarmi nonostante con me non sia mai stato violento in alcun modo.
[#1]
Gentile utente,
Ho come l'impressione che lei non abbia tanto paura del fatto che il suo ragazzo possa diventare violento perché "due volte" (in due anni?) le ha urlato contro senza apparente motivo.
Piuttosto, quello che - col beneficio della distanza - mi sembra la spaventi è il di lui passato.
Altrimenti, forse, non penso assocerebbe delle urla a una cosa che guarderei su un piano diverso, e ovviamente ben più grave.
A me viene in mente questo, da quello che racconta. Cosa pensa? Potrebbe essere?
Andrebbe poi capito quanto fuori contesto queste urla fossero. Sospetta che il suo ragazzo abbia problemi di gestione della rabbia?
Se non altro, se in due anni non le ha, come sostiene, toccato un capello, e non l'ha mai insultata, difficile pensare a un così ampio cambio di atteggiamento.
C'è poi da domandarle, piuttosto esplicitamente, se lei ha paura di questo passato. Ce lo racconta e ci racconta il di lui detto pentimento, ma nulla ci dice su cosa ne pensa lei...
E poi, ci ha detto tutto o c'è dell'altro che la turba?
Ci faccia sapere
Ho come l'impressione che lei non abbia tanto paura del fatto che il suo ragazzo possa diventare violento perché "due volte" (in due anni?) le ha urlato contro senza apparente motivo.
Piuttosto, quello che - col beneficio della distanza - mi sembra la spaventi è il di lui passato.
Altrimenti, forse, non penso assocerebbe delle urla a una cosa che guarderei su un piano diverso, e ovviamente ben più grave.
A me viene in mente questo, da quello che racconta. Cosa pensa? Potrebbe essere?
Andrebbe poi capito quanto fuori contesto queste urla fossero. Sospetta che il suo ragazzo abbia problemi di gestione della rabbia?
Se non altro, se in due anni non le ha, come sostiene, toccato un capello, e non l'ha mai insultata, difficile pensare a un così ampio cambio di atteggiamento.
C'è poi da domandarle, piuttosto esplicitamente, se lei ha paura di questo passato. Ce lo racconta e ci racconta il di lui detto pentimento, ma nulla ci dice su cosa ne pensa lei...
E poi, ci ha detto tutto o c'è dell'altro che la turba?
Ci faccia sapere
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Ex utente
Salve, si mi ha urlato contro solo due volte dall’inizio della nostra relazione (per cose assolutamente non gravi solo che è passato da 0 a 100 in 2 secondi e mi sono sinceramente sentita in pericolo, forse però perché non lo aveva appunto mai fatto prima) e si, ha problemi nella gestione della rabbia ed e stato in cura per circa un anno da una psicologa (sempre prima di conoscerci) ma dice di non riuscire ancora bene a controllarla, anche se è migliorato molto da quanto ho capito.
Si effettivamente il suo passato mi spaventa, io voglio credere che quella persona sia ormai morta e sepolta e che lui sia cambiato ma non posso averne la certezza e questo mi porta a chiedermi se la cosa migliore per me sia lasciarlo piuttosto che aspettare e scoprirlo. Ho paura che anche se è sempre andato tutto bene fra noi, un giorno il nostro rapporto possa diventare pericoloso per me. Diciamo che ciò che mi turba è che questi episodi possano essere un anticipazione di quello che potrebbe succedere in futuro.
Io credo davvero che lui sia cambiato e fortemente pentito, ma ho comunque paura che quella parte di lui possa riemergere in un momento in cui non riesce a controllarsi. In generale devo anche dire che io faccio moltissima fatica a fidarmi di chiunque, posso anzi affermare che non mi fido di nessuno tranne me stessa.
Si effettivamente il suo passato mi spaventa, io voglio credere che quella persona sia ormai morta e sepolta e che lui sia cambiato ma non posso averne la certezza e questo mi porta a chiedermi se la cosa migliore per me sia lasciarlo piuttosto che aspettare e scoprirlo. Ho paura che anche se è sempre andato tutto bene fra noi, un giorno il nostro rapporto possa diventare pericoloso per me. Diciamo che ciò che mi turba è che questi episodi possano essere un anticipazione di quello che potrebbe succedere in futuro.
Io credo davvero che lui sia cambiato e fortemente pentito, ma ho comunque paura che quella parte di lui possa riemergere in un momento in cui non riesce a controllarsi. In generale devo anche dire che io faccio moltissima fatica a fidarmi di chiunque, posso anzi affermare che non mi fido di nessuno tranne me stessa.
[#3]
Gentile utente,
è difficile prevedere quello che succederà tra di voi in futuro, anzi per noi è di fatto impossibile.
Ciononostante, rispetto alla mera "previsione" di potenziali episodi violenti, penso che due anni di relazione, specie se pienamente vissuta (nel senso, con incontri frequenti e ampie possibilità di conoscervi), possano comunque costituire un buon periodo di campionamento. In altre parole, due anni non sono tanti, ma nemmeno così pochi, e il fatto che nulla di quello che la intimorisce sia successo, aiuta a pensare che probabilmente ciò di cui parliamo non succederà.
Il discorso, tuttavia, non si può esaurire solo o tanto con la previsione di episodi futuri. C'è di mezzo il suo vissuto, il suo modo di vivere la relazione con questo giovane.
Il suo ragazzo può essere buono o cattivo, avere psicopatologie o no, avere pregi e difetti ... Tutto questo importa fino a un certo punto, perché quello che importa più di tutto è come si sta vivendo questa relazione.
Mi permetta di dire che non esistono relazioni sane improntate sul timore, surrogato o meno da fatti reali, e su questo francamente mi fermerei a ragionare. Anche e soprattutto considerando cosa c'è di voi come coppia oltre a questo suo timore. Come vi vivete, cosa provate, quanto tenete alla vostra unione.
Ritiene che parlare con il suo ragazzo di questa cosa sia da lui accoglibile? E che ne possa valere la pena?
O, ancora, ha mai valutato l'idea di parlarne di persona con una/o psicologa/o?
Da un lato, infatti, ci sono due reazioni abnormi che l'hanno (giustamente, se così "gratuite") spaventata. Dall'altro, visto che lo segnala, c'è però anche un racconto di lei come una ragazza che non si fida degli altri.
Per tutto questo, e per altro ancora, un incontro o un percorso più puntuale di un consulto online (su una situazione da parte nostra poco conosciuta) potrebbe giovarle non perché le si suggerisca cosa fare, ma perché la si possa aiutare a fare chiarezza su quello che ha in testa, sui segnali oggettivi che ci sono e su quelli che rappresentano invece il suo vissuto, su quello che di voi c'è oltre alla perplessità che ci racconta.
Spero di averle intanto fornito qualche elemento di base per ragionare.
Un caro saluto
è difficile prevedere quello che succederà tra di voi in futuro, anzi per noi è di fatto impossibile.
Ciononostante, rispetto alla mera "previsione" di potenziali episodi violenti, penso che due anni di relazione, specie se pienamente vissuta (nel senso, con incontri frequenti e ampie possibilità di conoscervi), possano comunque costituire un buon periodo di campionamento. In altre parole, due anni non sono tanti, ma nemmeno così pochi, e il fatto che nulla di quello che la intimorisce sia successo, aiuta a pensare che probabilmente ciò di cui parliamo non succederà.
Il discorso, tuttavia, non si può esaurire solo o tanto con la previsione di episodi futuri. C'è di mezzo il suo vissuto, il suo modo di vivere la relazione con questo giovane.
Il suo ragazzo può essere buono o cattivo, avere psicopatologie o no, avere pregi e difetti ... Tutto questo importa fino a un certo punto, perché quello che importa più di tutto è come si sta vivendo questa relazione.
Mi permetta di dire che non esistono relazioni sane improntate sul timore, surrogato o meno da fatti reali, e su questo francamente mi fermerei a ragionare. Anche e soprattutto considerando cosa c'è di voi come coppia oltre a questo suo timore. Come vi vivete, cosa provate, quanto tenete alla vostra unione.
Ritiene che parlare con il suo ragazzo di questa cosa sia da lui accoglibile? E che ne possa valere la pena?
O, ancora, ha mai valutato l'idea di parlarne di persona con una/o psicologa/o?
Da un lato, infatti, ci sono due reazioni abnormi che l'hanno (giustamente, se così "gratuite") spaventata. Dall'altro, visto che lo segnala, c'è però anche un racconto di lei come una ragazza che non si fida degli altri.
Per tutto questo, e per altro ancora, un incontro o un percorso più puntuale di un consulto online (su una situazione da parte nostra poco conosciuta) potrebbe giovarle non perché le si suggerisca cosa fare, ma perché la si possa aiutare a fare chiarezza su quello che ha in testa, sui segnali oggettivi che ci sono e su quelli che rappresentano invece il suo vissuto, su quello che di voi c'è oltre alla perplessità che ci racconta.
Spero di averle intanto fornito qualche elemento di base per ragionare.
Un caro saluto
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#4]
Ex utente
Io tengo davvero moltissimo al nostro rapporto e lo amo moltissimo, so che anche lui prova lo stesso e che il suo amore e sincero. Penso davvero che possa essere l’uomo della mia vita, ho sempre pensato di poter davvero costruire un futuro insieme a lui da quando l’ho incontrato e lo penso tuttora. Solo che quelle rivelazioni mi hanno un po’ sconcertato, ma effettivamente se in due anni non e mai successo nulla del genere forse non devo allarmarmi. Si forse potrei parlarne dal vivo con un esperto, potrebbe aiutare, valuterò senz’altro. Grazie mille!
[#5]
Ex utente
Un’ultima cosa, come posso aiutarlo a controllare questi scatti di rabbia che a volte ha? Mi riferisco a quando dal niente inizia ad urlare come un matto ci sarà pur un modo per formarlo in tempo! Non dico che non devono più venirgli questi attacchi o sfoghi di rabbia, se così si possono chiamare, quello che mi interessa e che lui li riesca a governare e o a fermarli e a calmarsi prima che diventino troppo come le due volte precedenti.
[#6]
Gentile utente,
è difficile suggerirle come comportarsi DURANTE gli scatti di rabbia. Rischierei di suggerirle idiozie, forse funzionanti, forse controproducenti, anche considerando che per ciascuno sussistono modi diversi di ritrovare la calma (un modo funzionante per una persona X, può fare arrabbiare ancora di più la persona Y). Quantomeno, per dare consigli "giusti", bisognerebbe conoscerlo un po' questo suo ragazzo...
Se tiene a questo ragazzo e vuole aiutarlo, quello che può fare lei è invitarlo a volersi e volerle più bene e per questo a trattare questa sua difficoltà nei momenti in cui questi episodi NON sono in corso.
In questo caso, le strategie potenzialmente d'aiuto sono molteplici.
1. Invitarlo a riprendere il cammino con la psicologa precedente o con altro/a professionista
2. Invitarlo a incanalare le sue emozioni rabbiose in un'attività capace di "liberarlo" dalla tensione senza nuocere a sé o gli altri (es. uno sport ad alta intensità fisica)
3. Promuovere l'uso da parte del suo ragazzo di alcune tecniche di (auto)ascolto, es. quelle di respirazione, o la meditazione
4. Spingerlo allo sviluppo di un riconoscimento "precoce" di questi momenti, attraverso l'individuazione di alcuni sintomi "sentinella", affinché possa mettere fin da subito in atto comportamenti che lo aiutano a star meglio
5. Può in generale fargli capire che questo problema è un ostacolo non solo per lui in quanto singolo, ma anche per voi in quanto coppia; che non è sua intenzione lasciarlo (se è quello che intende), ma al contempo che questi episodi minano il vostro rapporto nel presente e nel futuro; che imparare a gestire la rabbia è lo step successivo del di lui cammino di "redenzione" (se rinnega il suo passato, deve impegnarsi a rigar dritto anche combattendo questo aspetto problematico di sé).
In questo senso, ribadisco l'idea che sia lei sia il suo ragazzo potreste, anzi dovreste trovare in una figura professionale esperta il supporto di cui il suo racconto, in più modi, ci fa scorgere necessità.
Il punto non è che lui possa essere violento se finora non lo è. Ancor prima, c'è un rapporto che deve rasserenarsi, una fiducia da potenziare, una difficoltà (psicopatologica o meno, non possiamo saperlo e soprattutto non possiamo escluderlo) in lui da eliminare.
Il fatto che sia talvolta rabbioso, ma non violento, non è a favore della tesi che vedrebbe lui come un violento. Ciononostante, questo non basta perché a lei stia bene stare con lui, e che lei stia bene con lui.
p.s. Rileggendo, ho visto di aver scritto "surrogato" nel messaggio precedente. Ovviamente, intendevo "suffragato".
è difficile suggerirle come comportarsi DURANTE gli scatti di rabbia. Rischierei di suggerirle idiozie, forse funzionanti, forse controproducenti, anche considerando che per ciascuno sussistono modi diversi di ritrovare la calma (un modo funzionante per una persona X, può fare arrabbiare ancora di più la persona Y). Quantomeno, per dare consigli "giusti", bisognerebbe conoscerlo un po' questo suo ragazzo...
Se tiene a questo ragazzo e vuole aiutarlo, quello che può fare lei è invitarlo a volersi e volerle più bene e per questo a trattare questa sua difficoltà nei momenti in cui questi episodi NON sono in corso.
In questo caso, le strategie potenzialmente d'aiuto sono molteplici.
1. Invitarlo a riprendere il cammino con la psicologa precedente o con altro/a professionista
2. Invitarlo a incanalare le sue emozioni rabbiose in un'attività capace di "liberarlo" dalla tensione senza nuocere a sé o gli altri (es. uno sport ad alta intensità fisica)
3. Promuovere l'uso da parte del suo ragazzo di alcune tecniche di (auto)ascolto, es. quelle di respirazione, o la meditazione
4. Spingerlo allo sviluppo di un riconoscimento "precoce" di questi momenti, attraverso l'individuazione di alcuni sintomi "sentinella", affinché possa mettere fin da subito in atto comportamenti che lo aiutano a star meglio
5. Può in generale fargli capire che questo problema è un ostacolo non solo per lui in quanto singolo, ma anche per voi in quanto coppia; che non è sua intenzione lasciarlo (se è quello che intende), ma al contempo che questi episodi minano il vostro rapporto nel presente e nel futuro; che imparare a gestire la rabbia è lo step successivo del di lui cammino di "redenzione" (se rinnega il suo passato, deve impegnarsi a rigar dritto anche combattendo questo aspetto problematico di sé).
In questo senso, ribadisco l'idea che sia lei sia il suo ragazzo potreste, anzi dovreste trovare in una figura professionale esperta il supporto di cui il suo racconto, in più modi, ci fa scorgere necessità.
Il punto non è che lui possa essere violento se finora non lo è. Ancor prima, c'è un rapporto che deve rasserenarsi, una fiducia da potenziare, una difficoltà (psicopatologica o meno, non possiamo saperlo e soprattutto non possiamo escluderlo) in lui da eliminare.
Il fatto che sia talvolta rabbioso, ma non violento, non è a favore della tesi che vedrebbe lui come un violento. Ciononostante, questo non basta perché a lei stia bene stare con lui, e che lei stia bene con lui.
p.s. Rileggendo, ho visto di aver scritto "surrogato" nel messaggio precedente. Ovviamente, intendevo "suffragato".
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.7k visite dal 31/07/2022.
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