Una discussione davanti al figlio, metodi educativi il più possibile simili, entrambi si
Buongiorno. Vi scrivo per chiedere un consiglio su una questione che un po' mi preoccupa.
Io e il mio ragazzo stiamo insieme da 2 anni, viviamo insieme da quasi un anno. Tra noi non ci sono problemi, ci amiamo molto e stiamo bene assieme.
Lui ha un figlio di 6 anni, avuto da una precedente relazione, che è stata molto importante. La relazione in questione è finita quando il bimbo aveva 1 anno; il bambino si è ritrovato, quindi, da subito a vivere una situazione genitoriale separata e a vivere tra 2 case e 2 famiglie, una delle quali (quella materna) gli ha donato anche un fratellino. Per fortuna entrambi i genitori sono persone intelligenti e ragionevoli: mai una discussione davanti al figlio, metodi educativi il più possibile simili, entrambi si consultano molto per quel che riguarda il bambino. Io e la madre del bambino andiamo molto d'accordo, un po' perchè lei è educata e gentile, un po' perchè la priorità per tutte e 2 le coppie è sempre stata il benessere del bambino.
Insomma, non siamo un unico clan familiare, ma cerchiamo di tenere tra noi rapporti sereni e distesi.
E' solo che da quando vivo stabilmente col mio ragazzo non mi sento più molto accettata dal bambino, e questa cosa pare si sia riversata sul cibo. E' come se non volesse accettare ciò che io cucino per lui e questo ha causato anche molte tensioni a tavola nei giorni in cui sta con noi (ci si divide la settimana e i week-end in maniera perfettamente equa). A quanto parebbe, si tratterebbe d un suo rifiutare il mio ruolo, non la mia persona (e di questo me n'ero accorta già da sola, perchè per il resto lui con me è veramente adorabile, è molto dolce e di buon carattere di natura). Il suo dire alla mamma che "la mia cucina ha un sapore diverso da tutte le altre" dovrebbe corrispondere a "lei non è migliore della mia mamma".
So che è facile fare battute su una mia presunta cattiva cucina, ma vi assicuro che lo fa anche con quelli che sono i suoi piatti preferiti.
Pare l'abbia fatto in passato anche col nuovo compagno della mamma (a cui diceva direttamente che suo papà era migliore di lui e che lui faceva schifo), quindi mi rendo anche conto che è una reazione normale e che non andrebbe stressato, anche perchè per il resto ha un'alimentazione normale e non si corre neanche il rischio che cresca viziato o mangi in maniera scorretta. Però io come devo comportarmi? Ho paura di sbagliare o di ferirlo ulteriormente, anche se il mio compagno mi rassicura sul fatto che con lui sono perfetta .
Vorrei fargli capire che io sono qualcosa in più, non una sostituta della sua mamma.
Anche perchè io per ora non ho figli miei per motivi sostanzialmente economici, anche se vorrei moltissimo averne, e per questo sono ancora più affezionata a lui. Con lui riesco a tirar fuori quell'affetto quasi materno che per ora mi è negato, e sentirmi rifiutata -anche se indirettamente- mi ferisce, secondo me anche più di quanto dovrebbe.
Qual'è il comportamento migliore da adottare? Sopportare per ora?
Io e il mio ragazzo stiamo insieme da 2 anni, viviamo insieme da quasi un anno. Tra noi non ci sono problemi, ci amiamo molto e stiamo bene assieme.
Lui ha un figlio di 6 anni, avuto da una precedente relazione, che è stata molto importante. La relazione in questione è finita quando il bimbo aveva 1 anno; il bambino si è ritrovato, quindi, da subito a vivere una situazione genitoriale separata e a vivere tra 2 case e 2 famiglie, una delle quali (quella materna) gli ha donato anche un fratellino. Per fortuna entrambi i genitori sono persone intelligenti e ragionevoli: mai una discussione davanti al figlio, metodi educativi il più possibile simili, entrambi si consultano molto per quel che riguarda il bambino. Io e la madre del bambino andiamo molto d'accordo, un po' perchè lei è educata e gentile, un po' perchè la priorità per tutte e 2 le coppie è sempre stata il benessere del bambino.
Insomma, non siamo un unico clan familiare, ma cerchiamo di tenere tra noi rapporti sereni e distesi.
E' solo che da quando vivo stabilmente col mio ragazzo non mi sento più molto accettata dal bambino, e questa cosa pare si sia riversata sul cibo. E' come se non volesse accettare ciò che io cucino per lui e questo ha causato anche molte tensioni a tavola nei giorni in cui sta con noi (ci si divide la settimana e i week-end in maniera perfettamente equa). A quanto parebbe, si tratterebbe d un suo rifiutare il mio ruolo, non la mia persona (e di questo me n'ero accorta già da sola, perchè per il resto lui con me è veramente adorabile, è molto dolce e di buon carattere di natura). Il suo dire alla mamma che "la mia cucina ha un sapore diverso da tutte le altre" dovrebbe corrispondere a "lei non è migliore della mia mamma".
So che è facile fare battute su una mia presunta cattiva cucina, ma vi assicuro che lo fa anche con quelli che sono i suoi piatti preferiti.
Pare l'abbia fatto in passato anche col nuovo compagno della mamma (a cui diceva direttamente che suo papà era migliore di lui e che lui faceva schifo), quindi mi rendo anche conto che è una reazione normale e che non andrebbe stressato, anche perchè per il resto ha un'alimentazione normale e non si corre neanche il rischio che cresca viziato o mangi in maniera scorretta. Però io come devo comportarmi? Ho paura di sbagliare o di ferirlo ulteriormente, anche se il mio compagno mi rassicura sul fatto che con lui sono perfetta .
Vorrei fargli capire che io sono qualcosa in più, non una sostituta della sua mamma.
Anche perchè io per ora non ho figli miei per motivi sostanzialmente economici, anche se vorrei moltissimo averne, e per questo sono ancora più affezionata a lui. Con lui riesco a tirar fuori quell'affetto quasi materno che per ora mi è negato, e sentirmi rifiutata -anche se indirettamente- mi ferisce, secondo me anche più di quanto dovrebbe.
Qual'è il comportamento migliore da adottare? Sopportare per ora?
[#1]
Gentile utente, credo che il punto stia in:
> Vorrei fargli capire che io sono qualcosa in più, non una
> sostituta della sua mamma.
Lei non ha alcun bisogno di essere "qualcosa di più", né rispetto alla mamma naturale del bambino, né rispetto a qualunque altro standard di comparazione. Lei è semplicemente una figura diversa nella vita di questo bambino, e questa è una cosa che ogni genitore dei figli del proprio partner o sposo deve saper accettare.
In particolare, sarebbe completamente fuori luogo - ma non so se questo è il suo caso, lo dico solo per essere chiaro - se un "vice-genitore" si sforzasse di diventare un sostituto del genitore vero, sia pure animato dalle migliori intenzioni nei confronti del bambino. Non solo perché tanto non potrebbe mai esserlo, in nessun caso, ma anche perché più si sforzerà in tal senso, e più renderà probabile reazioni oppositive da parte del piccolo.
Cordiali saluti
> Vorrei fargli capire che io sono qualcosa in più, non una
> sostituta della sua mamma.
Lei non ha alcun bisogno di essere "qualcosa di più", né rispetto alla mamma naturale del bambino, né rispetto a qualunque altro standard di comparazione. Lei è semplicemente una figura diversa nella vita di questo bambino, e questa è una cosa che ogni genitore dei figli del proprio partner o sposo deve saper accettare.
In particolare, sarebbe completamente fuori luogo - ma non so se questo è il suo caso, lo dico solo per essere chiaro - se un "vice-genitore" si sforzasse di diventare un sostituto del genitore vero, sia pure animato dalle migliori intenzioni nei confronti del bambino. Non solo perché tanto non potrebbe mai esserlo, in nessun caso, ma anche perché più si sforzerà in tal senso, e più renderà probabile reazioni oppositive da parte del piccolo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Grazie per la risposta.
Col mio "qualcosa in più" intendevo solo dire che, appunto, devo essere una figura "aggiunta" nella sua famiglia, non minimamente paragonabile alla sua mamma. Così come già è per il compagno della madre. Ci mancherebbe altro!
Forse sono stata io a non essermi espressa in maniera corretta.
Credo abbia ragione, almeno in parte, nella seconda parte del suo discorso; forse con lui ho degli atteggiamenti fin troppo materni che possono favorire tutto ciò.
Mi è difficile controllarli, sono divisa tra l'istinto materno che, inevitabilmente e fortemente, questo bambino ha risvegliato in me, e il dover mantenere in qualche modo un distacco per non essere troppo invadente nella sua educazione.
Cercherò di correggermi, aspettando che passi questo momento un po' di crisi e tutto si assesti.
Grazie ancora!
Col mio "qualcosa in più" intendevo solo dire che, appunto, devo essere una figura "aggiunta" nella sua famiglia, non minimamente paragonabile alla sua mamma. Così come già è per il compagno della madre. Ci mancherebbe altro!
Forse sono stata io a non essermi espressa in maniera corretta.
Credo abbia ragione, almeno in parte, nella seconda parte del suo discorso; forse con lui ho degli atteggiamenti fin troppo materni che possono favorire tutto ciò.
Mi è difficile controllarli, sono divisa tra l'istinto materno che, inevitabilmente e fortemente, questo bambino ha risvegliato in me, e il dover mantenere in qualche modo un distacco per non essere troppo invadente nella sua educazione.
Cercherò di correggermi, aspettando che passi questo momento un po' di crisi e tutto si assesti.
Grazie ancora!
[#3]
>>> Mi è difficile controllarli, sono divisa tra l'istinto materno che, inevitabilmente e fortemente, questo bambino ha risvegliato in me, e il dover mantenere in qualche modo un distacco per non essere troppo invadente nella sua educazione. >>>
Infatti, mi riferivo proprio a questo. Ma già è importante che lei riesca a riconoscerlo.
Cordiali saluti
Infatti, mi riferivo proprio a questo. Ma già è importante che lei riesca a riconoscerlo.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 02/07/2009.
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