Ho spinto mia madre in un gesto di rabbia feroce
Non so nemmeno da dove iniziare.
So solo che sono un infelice cronico, non riesco a scrollarmi di dosso questo odio che ormai nutro da anni e settimane fa è imploso spingendo mia madre, procurandole una frattura al femore (fortunatamente tutto è andato per il meglio)
Il rapporto tra me e mia madre non è per niente facile.
Mia madre ha sempre cercato di controllarmi in tutto, anche la mia vita privata. Studio, amore, amicizie...tutto.
Urla feroci, botte nell'infanzia e nell'adolescenza...qualsiasi mezzo pur di far andare le cose come vuole lei.
Io per primo, pur ribellandomi molte volte, non ho mai saputo tenerla distante da me e anzi molte delle scelte che ho fatto sono state fatte in base alla paura di deluderla e quindi di arrivare alle grida che tutto il condominio ormai conosce bene.
Mia madre ha sempre sfogato le sue frustrazioni su di me e su mia sorella.
Una volta non passai un esame per la quarta volta e mi disse che non sono meritevole di vivere.
La mia famiglia si potrebbe dire disfunzionale: i miei litigano costantemente arrivando pure alle mani, mia sorella che si è messa sulle spalle i problemi familiari...Una tensione costante che non riesco più a reggere.
Tra qualche mese dovrò trasferirmi per motivi di studio, quindi c'era il problema della casa.
E' nato tutto da una stupidata.
Mia madre era (è) fortemente convinta che non avrò mai il tempo di farmi un piatto di pasta, quindi che dovrei arrangiarmi con altro.
Io, pacatamente, ho risposto che avrei dovuto mangiare correttamente per massimizzare i miei risultati (sì stiamo parlando ancora di un piatto di pasta).
L'inferno: mia madre si è messa ad urlare e io, in piena alla rabbia, ho minacciato di andarmene per sempre.
Si aggrappò a me urlandomi che i vestiti che indossavo erano comprati con i suoi soldi quindi erano suoi, che sono malato ecc.
Nel tentativo di svincolarmi (mia madre è molto forzuta) l'ho spinta e si è rotta il femore.
Giuro che non volevo farle del male, volevo solo uscire e prendere un po' d'aria. Ho pianto per giorni, i sensi di colpa mi stanno divorando.
Ho paura di essere un mostro, di essere davvero un pericolo per me e per gli altri.
Oltre ad avere paura di madre ora ho anche paura di me.
So solo che sono un infelice cronico, non riesco a scrollarmi di dosso questo odio che ormai nutro da anni e settimane fa è imploso spingendo mia madre, procurandole una frattura al femore (fortunatamente tutto è andato per il meglio)
Il rapporto tra me e mia madre non è per niente facile.
Mia madre ha sempre cercato di controllarmi in tutto, anche la mia vita privata. Studio, amore, amicizie...tutto.
Urla feroci, botte nell'infanzia e nell'adolescenza...qualsiasi mezzo pur di far andare le cose come vuole lei.
Io per primo, pur ribellandomi molte volte, non ho mai saputo tenerla distante da me e anzi molte delle scelte che ho fatto sono state fatte in base alla paura di deluderla e quindi di arrivare alle grida che tutto il condominio ormai conosce bene.
Mia madre ha sempre sfogato le sue frustrazioni su di me e su mia sorella.
Una volta non passai un esame per la quarta volta e mi disse che non sono meritevole di vivere.
La mia famiglia si potrebbe dire disfunzionale: i miei litigano costantemente arrivando pure alle mani, mia sorella che si è messa sulle spalle i problemi familiari...Una tensione costante che non riesco più a reggere.
Tra qualche mese dovrò trasferirmi per motivi di studio, quindi c'era il problema della casa.
E' nato tutto da una stupidata.
Mia madre era (è) fortemente convinta che non avrò mai il tempo di farmi un piatto di pasta, quindi che dovrei arrangiarmi con altro.
Io, pacatamente, ho risposto che avrei dovuto mangiare correttamente per massimizzare i miei risultati (sì stiamo parlando ancora di un piatto di pasta).
L'inferno: mia madre si è messa ad urlare e io, in piena alla rabbia, ho minacciato di andarmene per sempre.
Si aggrappò a me urlandomi che i vestiti che indossavo erano comprati con i suoi soldi quindi erano suoi, che sono malato ecc.
Nel tentativo di svincolarmi (mia madre è molto forzuta) l'ho spinta e si è rotta il femore.
Giuro che non volevo farle del male, volevo solo uscire e prendere un po' d'aria. Ho pianto per giorni, i sensi di colpa mi stanno divorando.
Ho paura di essere un mostro, di essere davvero un pericolo per me e per gli altri.
Oltre ad avere paura di madre ora ho anche paura di me.
[#1]
Gentile utente,
per risponderLe ci è necessario avere la Sua anagrafica corretta:
peso 25-30 Kg?
a 29 anni si trasferisce per studio?
Cortesemente li modifichi.
Dott. Brunialti
per risponderLe ci è necessario avere la Sua anagrafica corretta:
peso 25-30 Kg?
a 29 anni si trasferisce per studio?
Cortesemente li modifichi.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile utente,
il Suo consulto è pieno di infelicità sia per quanto riguarda Lei, e presumibilmente anche per I membri della Sua famiglia.
Riguardo ai 29 anni pensavo potesse essere un errore come quello relativo al peso.
Se invece si tratta dell'inizio della laurea magistrale, posso pensare che il Suo notevole ritardo negli studi universitari abbia messo a dura prova la pazienza e il portafoglio dei Suoi genitori, che forse avrebbero auspicato una conclusione in tempi rapidi.
In questi casi - e lo dico per chi ci legge - chiedere aiuto psicologo presso lo sportello universitario (gratuito) è da fare immediatamente, prima di accumulare frustrazioni proprie e dei familiari.
Capisco i Suoi sensi di colpa prodotti da una reale colpa, anche se francamente non comprendo la frase "...frattura al femore, fortunatamente tutto è andato per il meglio "(per il meglio?);
al contempo so per esperienza professionale che, in una relazione disfunzionale, i gesti di aggressività (da entrambe le parti) possono andare ben oltre l'intenzione e sfociare in comportamenti francamente pericolosi.
Tra poche settimane Lei si distanzierà fisicamente e geograficamente dalle persone con cui è in conflitto. Ma questo purtroppo non significa risolvere i problemi, in quanto essi sono dentro di noi. Questo recentissimo consulto lo testimonia: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/926792-sensi-di-colpa-immotivati-nei-confronti-di-mia-madre.html .
La invito dunque a recarsi al più presto dallo Psicologo/a del nuovo Ateneo per farsi aiutare.
Ritiene di poterlo fare? di riuscire a farlo?
Dott. Brunialti
il Suo consulto è pieno di infelicità sia per quanto riguarda Lei, e presumibilmente anche per I membri della Sua famiglia.
Riguardo ai 29 anni pensavo potesse essere un errore come quello relativo al peso.
Se invece si tratta dell'inizio della laurea magistrale, posso pensare che il Suo notevole ritardo negli studi universitari abbia messo a dura prova la pazienza e il portafoglio dei Suoi genitori, che forse avrebbero auspicato una conclusione in tempi rapidi.
In questi casi - e lo dico per chi ci legge - chiedere aiuto psicologo presso lo sportello universitario (gratuito) è da fare immediatamente, prima di accumulare frustrazioni proprie e dei familiari.
Capisco i Suoi sensi di colpa prodotti da una reale colpa, anche se francamente non comprendo la frase "...frattura al femore, fortunatamente tutto è andato per il meglio "(per il meglio?);
al contempo so per esperienza professionale che, in una relazione disfunzionale, i gesti di aggressività (da entrambe le parti) possono andare ben oltre l'intenzione e sfociare in comportamenti francamente pericolosi.
Tra poche settimane Lei si distanzierà fisicamente e geograficamente dalle persone con cui è in conflitto. Ma questo purtroppo non significa risolvere i problemi, in quanto essi sono dentro di noi. Questo recentissimo consulto lo testimonia: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/926792-sensi-di-colpa-immotivati-nei-confronti-di-mia-madre.html .
La invito dunque a recarsi al più presto dallo Psicologo/a del nuovo Ateneo per farsi aiutare.
Ritiene di poterlo fare? di riuscire a farlo?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Gentile Dottoressa,
la loro "impazienza" è sempre stata presente fin da quando ero piccolo. Perdevo un colore? Botte. Rispondevo male? Botte. Non mangiavo la carne? Botte. Poi è arrivato il liceo e non c'erano le botte, ma rimanevano le grida. Volevo uscire? Urla, anche se andavo bene a scuola. E' veramente difficile dire tutti gli episodi che ho dovuto vivere fino ad adesso, sia come numero che come pesantezza.
Fortunatamente sì, una volta che mi sarò allontanato potrò in segreto andare dallo psicologo/a, anche perché non riesco a trovare altre soluzioni a questo malessere che mi sta uccidendo.
La ringrazio per la consultazione, spero che vada tutto bene perché un giorno vorrei avere una famiglia, ma in questo stato non posso andare da nessuna parte.
la loro "impazienza" è sempre stata presente fin da quando ero piccolo. Perdevo un colore? Botte. Rispondevo male? Botte. Non mangiavo la carne? Botte. Poi è arrivato il liceo e non c'erano le botte, ma rimanevano le grida. Volevo uscire? Urla, anche se andavo bene a scuola. E' veramente difficile dire tutti gli episodi che ho dovuto vivere fino ad adesso, sia come numero che come pesantezza.
Fortunatamente sì, una volta che mi sarò allontanato potrò in segreto andare dallo psicologo/a, anche perché non riesco a trovare altre soluzioni a questo malessere che mi sta uccidendo.
La ringrazio per la consultazione, spero che vada tutto bene perché un giorno vorrei avere una famiglia, ma in questo stato non posso andare da nessuna parte.
[#5]
Utente
La "fortuna" cui mi riferivo era per intendere che non ci sono state complicazioni di salute e che l'intervento è andato bene, anche se so perfettamente che la situazione in se e le modalità con cui è avvenuta la frattura sono gravissime e non si può tornare indietro (altrimenti non avrei nemmeno scritto qui). Voglio solo che non si riveli più questa aggressività, sia nei miei confronti che con altri.
[#6]
Gentile utente,
le famiglie sono entità complesse (non a caso c'è una specializzazione quadriennale post-universitaria per noi Psy, per poter fare *terapia familiare*) e i numerosi consulti che arrivano qui sull'argomento stanno a testimoniare che oggi la difficoltà sta aumentando. A titolo di esempio pur con le debite differenze con la Sua situazione (ogni caso è unico), Le cito questa di ieri: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/925485-provo-disprezzo-verso-mio-padre.html .
Occorre un certo lavoro interiore per trovare una propria via, che permetta - quando sarà il momento - di perseguire un modello e una esperienza di famiglia propria che si distanzi da quella che si è vissuta nell'infanzia e nell'adolescenza.
E al contempo occorre individuare altre modalità di gestione della rabbia e dell'aggressività, quelle che in questi anni non si sono fatte strada tra Voi famigliari.
Lavorare psicologicamente su queste tematiche Le permetterà forse anche di liberare delle energie attualmente bloccate nei conflitti intrafamiliari, per poterle impiegare con maggiore efficacia nello studio.
Glielo auguro di cuore.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
le famiglie sono entità complesse (non a caso c'è una specializzazione quadriennale post-universitaria per noi Psy, per poter fare *terapia familiare*) e i numerosi consulti che arrivano qui sull'argomento stanno a testimoniare che oggi la difficoltà sta aumentando. A titolo di esempio pur con le debite differenze con la Sua situazione (ogni caso è unico), Le cito questa di ieri: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/925485-provo-disprezzo-verso-mio-padre.html .
Occorre un certo lavoro interiore per trovare una propria via, che permetta - quando sarà il momento - di perseguire un modello e una esperienza di famiglia propria che si distanzi da quella che si è vissuta nell'infanzia e nell'adolescenza.
E al contempo occorre individuare altre modalità di gestione della rabbia e dell'aggressività, quelle che in questi anni non si sono fatte strada tra Voi famigliari.
Lavorare psicologicamente su queste tematiche Le permetterà forse anche di liberare delle energie attualmente bloccate nei conflitti intrafamiliari, per poterle impiegare con maggiore efficacia nello studio.
Glielo auguro di cuore.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#8]
Ce la può fare!
Dott. Brunialti
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.5k visite dal 26/07/2022.
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