Buongiorno,ho una domanda a cui non riesco a trovare risposta

Sono rimasta quasi tre anni bloccata sugli ultimi due esami universitari.
Nel frattempo sono successe alcune cose, un anno e mezzo fa ho lasciato il mio ragazzo storico (decisione inizialmente molto difficile, ma che si è poi rivelata assolutamente giusta).
Purtroppo quasi verso novembre 2020 è sorto un disturbo d'ansia, ero andata dalla psicologa per alcuni mesi, perché appunto ho sperimentato alcuni episodi di attacchi di panico e di ansia, che non accennavano a placarsi.
Ho poi scoperto che quest'ansia è sorta per alcuni motivi, principalmente riconducibili a: un rapporto sentimentale che era finito e che non accettavo di dover chiudere, ma anche alla questione universitaria.
A queste conclusioni sono arrivata con l'aiuto della psicologa.
A settembre 2021 ho trovato un lavoro, perché la questione universitaria non si sblocca a, e ho iniziato nei mesi successivi a sentirmi molto meglio, dal punto di vista dell'ansia e del malessere generale che provavo.

Da maggio 2022 inizio a studiare uno di questi due esami e finalmente riesco a superarlo, dopo tanto tempo, ma alla notizia non sento alcuna felicità.
Anzi, mi sento malissimo, triste, quasi vuota, molto giù di morale (esattamente come prima di trovare lavoro, quindi circa come a settembre 2021)... Ma com'è possibile?
Perché?
Dovrei essere felice, quantomeno sollevata, invece sembra che non riesca a essere felice di nulla, mi viene da piangere per piccole cose.
Insomma, è anche frustrante, perché ho pensato, negli ultimi due anni, che il problema principale fosse da collegare all'Università e proprio quando inizio a risolverlo, quando mi sblocco, io mi sento così.
È subentrata in me la paura, quasi la convinzione, di non riuscire più a gioire, a godere e ad essere felice/soddisfatta delle cose belle che mi accadono.
Cosa posso fare?
Cosa mi succede?

Grazie in anticipo per la risposta e per l'attenzione.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Ho poi scoperto che quest'ansia è sorta per alcuni motivi, principalmente riconducibili a un rapporto sentimentale che era finito e che non accettavo di dover chiudere

L'ansia insorge innanzitutto perché si è individualmente suscettibili all'ansia. Le circostanze di vita possono solo fare da attivatori. Altrimenti tutti quelli che interrompono un rapporto dovrebbero essere in ansia, ed evidentemente non è così.

Infatti, poi ci è ricascata:

>>> È subentrata in me la paura, quasi la convinzione, di non riuscire più a gioire, a godere e ad essere felice/soddisfatta delle cose belle che mi accadono

>>> Cosa posso fare?

Deve rivolgersi a uno psicoterapeuta da cui ricevere una cura specifica per l'ansia di cui soffre, che in quest'ultima forma in cui la descrive sembrerebbe essere di tipo ossessivo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com