Sensi di colpa immotivati nei confronti di mia madre
Buongiorno,
sono una ragazza di 26 anni, mi sono trasferita a Milano quando ne avevo 21, vivo da sola, ho un contratto a tempo indeterminato in un importante istituto bancario e ho anche un fidanzato.
Con il mio ragazzo sto benissimo, lo amo, abbiamo una relazione matura e consapevole.
Siamo entrambi giovani adulti ambiziosi e seri nei confronti del futuro.
Faccio questa premessa perché credo sia del tutto normale, alla mia età avere una persona da amare e con cui condividere la mia vita, o almeno una parte di essa.
Ho fatto conoscere (con grande ansia e fatica da parte mia lo ammetto) il mio ragazzo a mia mamma, e devo dire che il giorno dell'incontro è andato tutto bene.
Tuttavia non riesco a dirle sempre tutta la verità...quando sono con lui, quando esco o semplicemente quando dorme a casa mia perché mia mamma ha sempre un atteggiamento "ostile" quando si tratta di mie relazioni sentimentali.
Vi scrivo perché c'è stato un episodio che ieri nella testa ha innescato dei meccanismi che credevo superati: ero in macchina e stavo tornando a casa dopo una giornata con lui (su cui avevo mentito dicendo che ero con mie amiche) e lei ha iniziato a chiedermi se fossi sola, cosa avessi fatto e dove fossi stata per tornare "a quell'ora"...piccole frasi e battutine che mi hanno fatto pensare "anche se non fossi sola quale sarebbe il problema?
perché devo sentirmi in colpa o in difetto?
perché devo avere l'ansia di chiamarla agli stessi orari altrimenti inizia a pensare cose strane e si offende?
perché non riesce a immedesimarsi nei panni di una ragazza che ha la sua vita in mano e con essa anche la sua vita sentimentale?
Ultimamente (e succede spesso) mia mamma si sente anche sola...e la cosa mi fa stare male tanto che le dico spesso di venire a trovarmi a milano e cerco in tutti i modi di farle compagnia e di renderla partecipe...ma mi sento che comunque non ci sarà mai la possibilità con lei di parlarle apertamente di lui, o di dirle che per un giorno intero siamo stati soli e abbiamo fatto una cena romantica.
So che apparentemente le cose sembrano slegate, e so che è un percorso lungo quello dell'accettazione che la propria vita è diversa e indipendente da quella dei propri genitori (era un argomento molto frequente con la mia psicologa che ho interrotto per una questione meramente economica): quindi vi chiedo se c'è un consiglio da adottare nel breve periodo per cercare di non sentirmi cosi male nell'accettare che se anche lei non lo accetta la mia vita al momento ha come sfondo la presenza di un ragazzo.
Vorrei tanto, ma tanto sentirmi libera di dirle "mamma sono con lui stasera, ci sentiamo domani?
" senza essere soggetta a pensare che se torno tardi lei mi risponde male...
Grazie infinite per la lettura e i consigli.
Buona serata
sono una ragazza di 26 anni, mi sono trasferita a Milano quando ne avevo 21, vivo da sola, ho un contratto a tempo indeterminato in un importante istituto bancario e ho anche un fidanzato.
Con il mio ragazzo sto benissimo, lo amo, abbiamo una relazione matura e consapevole.
Siamo entrambi giovani adulti ambiziosi e seri nei confronti del futuro.
Faccio questa premessa perché credo sia del tutto normale, alla mia età avere una persona da amare e con cui condividere la mia vita, o almeno una parte di essa.
Ho fatto conoscere (con grande ansia e fatica da parte mia lo ammetto) il mio ragazzo a mia mamma, e devo dire che il giorno dell'incontro è andato tutto bene.
Tuttavia non riesco a dirle sempre tutta la verità...quando sono con lui, quando esco o semplicemente quando dorme a casa mia perché mia mamma ha sempre un atteggiamento "ostile" quando si tratta di mie relazioni sentimentali.
Vi scrivo perché c'è stato un episodio che ieri nella testa ha innescato dei meccanismi che credevo superati: ero in macchina e stavo tornando a casa dopo una giornata con lui (su cui avevo mentito dicendo che ero con mie amiche) e lei ha iniziato a chiedermi se fossi sola, cosa avessi fatto e dove fossi stata per tornare "a quell'ora"...piccole frasi e battutine che mi hanno fatto pensare "anche se non fossi sola quale sarebbe il problema?
perché devo sentirmi in colpa o in difetto?
perché devo avere l'ansia di chiamarla agli stessi orari altrimenti inizia a pensare cose strane e si offende?
perché non riesce a immedesimarsi nei panni di una ragazza che ha la sua vita in mano e con essa anche la sua vita sentimentale?
Ultimamente (e succede spesso) mia mamma si sente anche sola...e la cosa mi fa stare male tanto che le dico spesso di venire a trovarmi a milano e cerco in tutti i modi di farle compagnia e di renderla partecipe...ma mi sento che comunque non ci sarà mai la possibilità con lei di parlarle apertamente di lui, o di dirle che per un giorno intero siamo stati soli e abbiamo fatto una cena romantica.
So che apparentemente le cose sembrano slegate, e so che è un percorso lungo quello dell'accettazione che la propria vita è diversa e indipendente da quella dei propri genitori (era un argomento molto frequente con la mia psicologa che ho interrotto per una questione meramente economica): quindi vi chiedo se c'è un consiglio da adottare nel breve periodo per cercare di non sentirmi cosi male nell'accettare che se anche lei non lo accetta la mia vita al momento ha come sfondo la presenza di un ragazzo.
Vorrei tanto, ma tanto sentirmi libera di dirle "mamma sono con lui stasera, ci sentiamo domani?
" senza essere soggetta a pensare che se torno tardi lei mi risponde male...
Grazie infinite per la lettura e i consigli.
Buona serata
[#1]
Gentile utente,
apro questa risposta segnalandoLe che, rispetto ai percorsi di psicoterapia, sono state aperte proprio oggi le domande per fruire della PSICOTERAPIA GRATUITA, alla quale magari aderisce anche la Sua Psy.
Può leggere qui la normativa e la procedura:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/8894-psicoterapia-gratuita-con-il-bonus .
Come mai inizio da questo punto?
Perché non esistono scorciatoie nel processo di separazione/individuazione. Tanto più quando è la madre ad avere difficoltà, a *trattenere*, ad assumere la figlia come stampella, a chiederle indirettamente di colmare la propria solitudine.
E dunque quel percorso psicoterapeutico che Lei aveva iniziato era salutare. E da riprendere.
Vede, Lei potrebbe benissimo riuscire a dire >sono con lui< ma può succedere che i sentimenti arranchino, e che si presentino immediatamente i sensi di colpa distruggendo il passo avanti. È proprio in ciò che la psicoterapia rappresenta una vera e propria *esperienza correttiva*.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
apro questa risposta segnalandoLe che, rispetto ai percorsi di psicoterapia, sono state aperte proprio oggi le domande per fruire della PSICOTERAPIA GRATUITA, alla quale magari aderisce anche la Sua Psy.
Può leggere qui la normativa e la procedura:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/8894-psicoterapia-gratuita-con-il-bonus .
Come mai inizio da questo punto?
Perché non esistono scorciatoie nel processo di separazione/individuazione. Tanto più quando è la madre ad avere difficoltà, a *trattenere*, ad assumere la figlia come stampella, a chiederle indirettamente di colmare la propria solitudine.
E dunque quel percorso psicoterapeutico che Lei aveva iniziato era salutare. E da riprendere.
Vede, Lei potrebbe benissimo riuscire a dire >sono con lui< ma può succedere che i sentimenti arranchino, e che si presentino immediatamente i sensi di colpa distruggendo il passo avanti. È proprio in ciò che la psicoterapia rappresenta una vera e propria *esperienza correttiva*.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
>>> perché devo sentirmi in colpa o in difetto?
Perché sei stata abituata a sentirtici.
La colpa è un'emozione sociale, cioè significa che la apprendiamo durante la crescita. Non esiste in natura. Purtroppo, la colpa è usata spesso per manipolare le persone da famiglie, religioni, organizzazioni, politici ecc.
>>> perché devo avere l'ansia di chiamarla agli stessi orari altrimenti inizia a pensare cose strane e si offende?
Perché sei abituata a sentirti in colpa.
>>> perché non riesce a immedesimarsi nei panni di una ragazza che ha la sua vita in mano e con essa anche la sua vita sentimentale?
Perché è tua madre, cioè colei verso cui ti senti in colpa. E se lei smettesse di comportarsi così, tu non ti sentiresti più in colpa e quindi avrebbe meno ascendente su di te.
L'unica via di uscita e che tu decida di smettere di sentirti in colpa. E il modo per farlo è fare e dire ciò che a te sembra giusto, sentire la colpa senza scacciarla o respingerla, ma andare avanti lo stesso. Finché non smetterai di sentirla, continuando ad agire sempre nel modo che reputi giusto.
Perché sei stata abituata a sentirtici.
La colpa è un'emozione sociale, cioè significa che la apprendiamo durante la crescita. Non esiste in natura. Purtroppo, la colpa è usata spesso per manipolare le persone da famiglie, religioni, organizzazioni, politici ecc.
>>> perché devo avere l'ansia di chiamarla agli stessi orari altrimenti inizia a pensare cose strane e si offende?
Perché sei abituata a sentirti in colpa.
>>> perché non riesce a immedesimarsi nei panni di una ragazza che ha la sua vita in mano e con essa anche la sua vita sentimentale?
Perché è tua madre, cioè colei verso cui ti senti in colpa. E se lei smettesse di comportarsi così, tu non ti sentiresti più in colpa e quindi avrebbe meno ascendente su di te.
L'unica via di uscita e che tu decida di smettere di sentirti in colpa. E il modo per farlo è fare e dire ciò che a te sembra giusto, sentire la colpa senza scacciarla o respingerla, ma andare avanti lo stesso. Finché non smetterai di sentirla, continuando ad agire sempre nel modo che reputi giusto.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6.5k visite dal 25/07/2022.
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