Rifiuto la mia diagnosi
Gentili psicologi,
avendomi confermato la diagnosi di disturbo borderline, ho ritenuto di approfondire cercando su internet.
Sono rimasta basita quando ho cominciato a leggere una sfilza di descrizioni offensive ad opera anche di psicologi e psichiatri secondo i quali innanzitutto ci sarebbe un difetto morale alla nascita, una difficoltà di empatia e comprensione degli altri, di autocontrollo, di comprensione delle situazioni che spingerebbe i genitori, peraltro buoni o normali, ad adottare attitudini disfunzionali.
Successivamente ci sarebbero pesanti esagerazioni e accuse di abuso false da parte dei pazienti, con comportamenti immorali, delinquenziali, violenti, ad esempio di stalking o manipolazione.
Io, io che sono sempre stata dipinta come una persona calma, affidabile, responsabile.
Io che andavo bene a scuola, che ubbidivo sempre, che ero elogiata dagli insegnanti, che non do mai fastidio, che uso solo gli spazi terapeutici a mia disposizione.
Tutti i miei sintomi li vivo in solitudine, in una casa da cui non esco se non per andare a lavoro, sono una buona lavoratrice mi dicono, senz'altro scrupolosa.
Perché offendermi dando a me la colpa di un'infanzia terribile?
Io ho avuto traumi anche da mano non umana, che molti superano, ma io ero talmente povera e sola che non li ho superati bene.
Sono anche responsabile degli eventi naturali?
Io rifiuto questa diagnosi che colpevolizza la vittima e mi limiterò ad andare e tornare dalla terapia, non dirò più nulla di me.
Se sarà scritto da qualche parte potrebbero usare questa diagnosi per farmi del male, non ci si rende conto di questo?
Si può rifiutare che venga messa nella cartella elettronica disponibile a tutti i medici del SSN?
Non è giusto, io non ho fatto nulla di male, sono una brava donna.
avendomi confermato la diagnosi di disturbo borderline, ho ritenuto di approfondire cercando su internet.
Sono rimasta basita quando ho cominciato a leggere una sfilza di descrizioni offensive ad opera anche di psicologi e psichiatri secondo i quali innanzitutto ci sarebbe un difetto morale alla nascita, una difficoltà di empatia e comprensione degli altri, di autocontrollo, di comprensione delle situazioni che spingerebbe i genitori, peraltro buoni o normali, ad adottare attitudini disfunzionali.
Successivamente ci sarebbero pesanti esagerazioni e accuse di abuso false da parte dei pazienti, con comportamenti immorali, delinquenziali, violenti, ad esempio di stalking o manipolazione.
Io, io che sono sempre stata dipinta come una persona calma, affidabile, responsabile.
Io che andavo bene a scuola, che ubbidivo sempre, che ero elogiata dagli insegnanti, che non do mai fastidio, che uso solo gli spazi terapeutici a mia disposizione.
Tutti i miei sintomi li vivo in solitudine, in una casa da cui non esco se non per andare a lavoro, sono una buona lavoratrice mi dicono, senz'altro scrupolosa.
Perché offendermi dando a me la colpa di un'infanzia terribile?
Io ho avuto traumi anche da mano non umana, che molti superano, ma io ero talmente povera e sola che non li ho superati bene.
Sono anche responsabile degli eventi naturali?
Io rifiuto questa diagnosi che colpevolizza la vittima e mi limiterò ad andare e tornare dalla terapia, non dirò più nulla di me.
Se sarà scritto da qualche parte potrebbero usare questa diagnosi per farmi del male, non ci si rende conto di questo?
Si può rifiutare che venga messa nella cartella elettronica disponibile a tutti i medici del SSN?
Non è giusto, io non ho fatto nulla di male, sono una brava donna.
[#1]
Gentile utente grazie per aver scritto.
La diagnosi cos'è? Non è una sentenza. Non è qualcosa che la identifica come una persona differente da un'altra. La diagnosi è semplicemente il modo che la scienza medica ha per identificare (tentare di identificare) un problema e quindi orientarsi verso una possibilità di cura.
Nessuna diagnosi farà di lei una colpevole o una brutta persona.
Un caro saluto,
La diagnosi cos'è? Non è una sentenza. Non è qualcosa che la identifica come una persona differente da un'altra. La diagnosi è semplicemente il modo che la scienza medica ha per identificare (tentare di identificare) un problema e quindi orientarsi verso una possibilità di cura.
Nessuna diagnosi farà di lei una colpevole o una brutta persona.
Un caro saluto,
Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
[#2]
Ex utente
Innanzitutto grazie per la risposta, capisco il suo punto e lo condivido. Possibile però che tutti i pazienti con la mia diagnosi siano un disastro di immaturità se non di irresponsabilità, che mandino al manicomio i loro psicoterapeuti, che siano così poco riguardosi dei sentimenti altrui? Io non mi ci vedo affatto, comunque accetterò la diagnosi sperando che sia utile.
[#3]
Le posso assicurare che anche il sottoscritto tratta soggetti con problematiche complesse ma ancora in manicomio non ci sono arrivato né ci sono i presupposti per finirci!
Sono certo che chi si prenderà cura di lei lo farà con la delicatezza che merita.
Un caro saluto,
Sono certo che chi si prenderà cura di lei lo farà con la delicatezza che merita.
Un caro saluto,
Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
[#4]
Ex utente
Non so se merito delicatezza, ma spero di essere trattata per come sono e non per la mia diagnosi. Ad ogni modo non ho capito come possano convivere tipi umani così diversi nel modo in cui si relazionano agli altri nella stessa diagnosi e perché di tutte le possibili presentazioni debba prevalere la descrizione di quelle più sgradevoli e dissociali. La saluto cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 25/07/2022.
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