Come essere d'aiuto a una madre che soffre di ansia e che si è rintanata in casa da anni

Buonasera, scrivo su questo sito, non per avere una diagnosi, ma per un'indicazione su come comportarmi.

Mia madre, 63 anni, soffre di tutti i sintomi dell 'ansia, soprattutto sociale, e dell'ipocondria da tantissimo tempo, ma che si sono aggravati negli ultimi 10 anni.

Soffre inoltre, lo stesso da parecchi anni (forse 20) di strane vertigini - quotidiane o quasi - che le influenzano la vita.
Lei le descrive come se ci fosse qualcuno che le muove la testa da una parte e dall'altra e parla di come si debba concentrare enormemente per mantenere la testa ferma.

Circa 10 anni fa aveva fatto dei controlli neurologici, senza però particolari risultati.
Dopodichè ha smesso completamente di fare qualsiasi controllo medico.

Inoltre, sempre da almeno 10 anni, non esce di casa, se non per le commissioni e per qualche rara passeggiata in posti isolati o molto poco affollati (es.
in campagna).
Questo fatto ha portato enorme disequilibrio in casa perchè anche mio padre ha dovuto tagliare tutti i rapporti con le poche persone che prima vedevano e si è rinchiuso anche lui in casa.

Lui, di questo, ne soffre molto e la situazione di mia madre ha accentuato, nel tempo, i suoi tratti di litigiosità, frustrazione, permalosità e il suo fare dispettoso e passivo-aggressivo.

Sembra che ogni giorno voglia punire mia madre psicologicamente, vessandola o mettendole fretta per tutto (soprattutto per i "doveri di casa"), facendola sentire ancora più in colpa per averlo trascinato giù insieme a lei.


Durante tutto questo tempo ho cercato in ogni modo di prestare il mio aiuto e di mediare tra i loro litigi, cercando di far vedere ad ognuno le ragioni dell'altro e a fargli capire come l'altro si senta, ma purtroppo con scarsissimi risultati.

Ogni volta che suggerisco a mia madre di fare una visita di controllo per le sue vertigini, di cercare un aiuto psicologico, o di uscire con quell'amica che tanto vorrebbe uscire con lei (perchè so che, insieme, stanno bene) si chiude a riccio e non risponde più.
Se le si chiede il perchè di questo comportamento diventa stizzita e risponde con frasi di circostanza, del tipo "Adesso non ne ho voglia" o "Adesso non voglio".


So che che non si può aiutare chi non vuol essere aiutato, ma non c'è davvero niente che io possa fare?
Mi sento sola in questa situazione e, mia sorella, con cui ho un ottimo rapporto di amicizia, purtroppo non collabora perchè è una persona che si chiude totalmente di fronte alle sofferenze altrui per proteggersi.
E non posso biasimarla.


Grazie mille!
[#1]
Dr. Andres Rivera Garcia Psicologo, Psicoterapeuta 173 5
Gentile utente, grazie per aver scritto.
Leggendo il suo scritto mi viene da dire che lei, in quanto figlia, ha tentato ciò che è in suo potere fare, a prescindere dai risultati.
Come lei ha giustamente detto: la guarigione non può essere imposta, ma deve essere chiesta. In questo caso, nel caso di sua madre, c'è una chiara resistenza per motivi che però non conosciamo. Sua madre, sebbene sintomaticamente, sembra aver trovato un equilibrio che le permette di vivere e suo padre, sempre sintomaticamente e forse per amore (?), ha deciso di starle accanto in questo modo.
Lei invece ha una sua di vita da vivere ora.

Un caro saluto,

Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta

[#2]
Utente
Utente
Buonasera Dottore, la ringrazio per la risposta.
Come dice lei, probabilmente entrambi i miei genitori hanno trovato un loro equilibrio, sebbene malsano, e finché la decisione di di migliorare la loro vita, sia fisica che psichica, non parte da loro, io probabilmente posso fare poco o nulla.

Ho scritto in un momento di forte stress, dopo una crisi di pianto di mia madre che accusava mio padre di farle dispetti per farla sentire in colpa del fatto che soffre di vertigini.
Era talmente disperata che la sua sofferenza mi ha turbato profondamente. Ed è in quel momento che ho sperato che, avendo forse toccato il fondo, si sarebbe fatta aiutare.

Ma non è stato così e, forse, è arrivato il momento di farmene una ragione e di scrollarmi i sensi di colpa di dosso.

Saluti e buona serata
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