Tradimento e senso di colpa
Buonasera, circa 2 anni fa facevo una vita insoddisfacente, non mi piaceva il mio lavoro, bevevo molto e avevo molti rapporti occasionali, anche con il mio datore di lavoro e in quel periodo ho conosciuto quello che sarebbe il mio attuale compagno.
All'inizio lui era distante, non ci speravo neanche ad un eventuale relazione perché non avevo molta fiducia nel sesso maschile anche se lui mi piaceva tantissimo.
Allora ho continuato ad avere rapporti occasionali con altre persone.
Andando avanti con la conoscenza questa si faceva sempre più seria e ho capito che stava nascendo qualcosa di importante tra di noi, allora ho deciso di lasciare quel contesto lavorativo dove ormai mi sentivo costretta ad avere rapporti con il mio capo.
Il contratto finiva a ottobre, 3 mesi dopo il nostro primo incontro e nel frattempo ho continuato ad avere rapporti con il mio capo.
Dopodiché a dicembre, una sera, ossia 4 mesi dopo la nostra conoscenza e 1 mese dopo che mi ero finalmente liberata dal mio capo, incontrai un mio conoscente e mi invitò a bere, io stupidamente accettai e si bevve molto, siamo finiti a letto.
Mi ero pentita, non volevo andarci.
Mi sono sentita uno schifo.
Due settimane dopo scopro di avere un ritardo, compro il test ed è positivo...io lo volevo questo bimbo, ero certa al 99 % che fosse del mio compagno perché con lui avevo sempre avuto rapporti completi mentre con l'altro ragazzo non era stato un rapporto completo.
Però avendo bevuto molto, mi sono venuti dei dubbi così ne ho parlato con questo ragazzo il quale mi ha confermato di non essere venuto ma raccomandandosi di non tenere il bambino perché una piccola probabilità c'era e li avrei rovinato la vita.
Per quel maledettissimo 1% di possibilità non mi sono sentita di portare avanti la gravidanza con il dubbio e con la paura che il mio "complice" avrebbe potuto raccontare tutto.
Non volevo confessare perché avevo finalmente trovato una persona d'oro e non volevo perderla.
Parlai con il mio compagno di questa gravidanza... E lui voleva che lo tenessi in tutti i modi, ma ha assecondato la mia decisione e mi è stato vicino in tutto, mi ha accompagnato dai ginecologi per farmi abortire anche se lui questo bambino lo voleva.
Ha anche pianto quando sono tornata dall'ospedale leggendo che era presente il battito.
Mi sono fatta schifo.
Mi sono sentita un mostro.
Dopo quel episodio però lui non ci ha più pensato ed è tornato tutto alla normalità.
Abbiamo preso casa insieme e dopo 3 mesi dall'aborto sono nuovamente rimasta incinta della mia bimba.
Adesso non riesco a guardarlo senza sentirmi un mostro per i tradimenti, inoltre mi sento un'assassina che ha ucciso suo figlio solo per una mia cavolata.
Non voglio raccontare tutto perché non voglio farlo soffrire ancora, voglio che la mia bimba cresca con due genitori che si amano, voglio stare bene per la mia cucciola, ma convivo con questo macigno e ho bisogno di lasciarmi tutto alle spalle.
Come posso superare questo trauma?
All'inizio lui era distante, non ci speravo neanche ad un eventuale relazione perché non avevo molta fiducia nel sesso maschile anche se lui mi piaceva tantissimo.
Allora ho continuato ad avere rapporti occasionali con altre persone.
Andando avanti con la conoscenza questa si faceva sempre più seria e ho capito che stava nascendo qualcosa di importante tra di noi, allora ho deciso di lasciare quel contesto lavorativo dove ormai mi sentivo costretta ad avere rapporti con il mio capo.
Il contratto finiva a ottobre, 3 mesi dopo il nostro primo incontro e nel frattempo ho continuato ad avere rapporti con il mio capo.
Dopodiché a dicembre, una sera, ossia 4 mesi dopo la nostra conoscenza e 1 mese dopo che mi ero finalmente liberata dal mio capo, incontrai un mio conoscente e mi invitò a bere, io stupidamente accettai e si bevve molto, siamo finiti a letto.
Mi ero pentita, non volevo andarci.
Mi sono sentita uno schifo.
Due settimane dopo scopro di avere un ritardo, compro il test ed è positivo...io lo volevo questo bimbo, ero certa al 99 % che fosse del mio compagno perché con lui avevo sempre avuto rapporti completi mentre con l'altro ragazzo non era stato un rapporto completo.
Però avendo bevuto molto, mi sono venuti dei dubbi così ne ho parlato con questo ragazzo il quale mi ha confermato di non essere venuto ma raccomandandosi di non tenere il bambino perché una piccola probabilità c'era e li avrei rovinato la vita.
Per quel maledettissimo 1% di possibilità non mi sono sentita di portare avanti la gravidanza con il dubbio e con la paura che il mio "complice" avrebbe potuto raccontare tutto.
Non volevo confessare perché avevo finalmente trovato una persona d'oro e non volevo perderla.
Parlai con il mio compagno di questa gravidanza... E lui voleva che lo tenessi in tutti i modi, ma ha assecondato la mia decisione e mi è stato vicino in tutto, mi ha accompagnato dai ginecologi per farmi abortire anche se lui questo bambino lo voleva.
Ha anche pianto quando sono tornata dall'ospedale leggendo che era presente il battito.
Mi sono fatta schifo.
Mi sono sentita un mostro.
Dopo quel episodio però lui non ci ha più pensato ed è tornato tutto alla normalità.
Abbiamo preso casa insieme e dopo 3 mesi dall'aborto sono nuovamente rimasta incinta della mia bimba.
Adesso non riesco a guardarlo senza sentirmi un mostro per i tradimenti, inoltre mi sento un'assassina che ha ucciso suo figlio solo per una mia cavolata.
Non voglio raccontare tutto perché non voglio farlo soffrire ancora, voglio che la mia bimba cresca con due genitori che si amano, voglio stare bene per la mia cucciola, ma convivo con questo macigno e ho bisogno di lasciarmi tutto alle spalle.
Come posso superare questo trauma?
[#1]
Gentile utente, grazie per aver scritto.
L'unico modo, che conosco personalmente, per affrontare questo ''trauma'' o meglio, lavorare sul senso di colpa e sull'attraversamento dei propri sintomi è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico che le possa donare la serenità che cerca.
In questa vita non ci sono né santi né diavoli, solo persone ma ciò non toglie che per arrivare a ciò che chiede, bisogna che lei lavori su quell'aspetto della sua vita che l'ha portata a chiedere questo consulto.
Un caro saluto,
L'unico modo, che conosco personalmente, per affrontare questo ''trauma'' o meglio, lavorare sul senso di colpa e sull'attraversamento dei propri sintomi è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico che le possa donare la serenità che cerca.
In questa vita non ci sono né santi né diavoli, solo persone ma ciò non toglie che per arrivare a ciò che chiede, bisogna che lei lavori su quell'aspetto della sua vita che l'ha portata a chiedere questo consulto.
Un caro saluto,
Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
[#2]
Ex utente
Gentile dottore, grazie per avermi risposto. Al momento, purtroppo, non ho tempo per avviare una psicoterapia, ma ho bisogno di consigli per archiviare tutta questa storia e sentirmi almeno un pò meglio con me stessa perché questo macigno mi sta logorando giorno per giorno e la mia bimba si merita tutta la serenità di questo mondo. Grazie,un saluto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.2k visite dal 22/07/2022.
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