Psicoanalisi per disturbo ossessivo compulsivo
Buongiorno, ho una curiosità riguardante la psicoanalisi.
Soffro ormai da anni di disturbo ossessivo compulsivo.
Non appena ho capito che c'era qualcosa in me che non andava sono andato da uno psichiatra che mi ha prescritto una terapia farmacologica, ma visto l'assenza di risultati mi sono fatto consigliare da lui uno psicoterapeuta con cui poter intraprendere un percorso di cura.
Fino ad allora ero completamente ignorante riguardo ai temi della salute mentale, non sapevo nemmeno che esistessero diversi tipi di orientamento di psicoterapia.
Sta di fatto che lo psicoterapeuta da cui sono in cura sin dall'inizio è uno psicoanalista.
So che non è il percorso più consigliato per il mio disturbo, però mi fido ciecamente di lui e in quello che fa e credo che sia stato importante parlare di tutto il mio vissuto familiare per poter crescere come persona.
Detto questo, dopo 8 anni sto ancora male, magari riesco a sopportare un po' meglio la sofferenza, ma i miei pensieri sono sempre lì, a impedirmi di vivere a pieno la mia vita.
I miei pensieri negli ultimi tempi sono incentrati spesso sulla paura di essere aggredito, da gente a cui direttamente o indirettamente compio un torto.
Secondo il mio terapeuta la causa di questo è dato dal fatto che proietto negli altri la mia rabbia, una rabbia che io però a quanto pare non riesco a sentire.
E per aver provato questa rabbia io mi punisco con questa paura di essere aggredito.
Spesso lui mi chiede di parlare di questa mia rabbia, ma io non so mai cosa dire o dove andare a parare.
L'unica rabbia che sento è quella relativa al fatto di non riuscire a godermi niente a causa di questi pensieri che mi impegnano 24 ore su 24.
Naturalmente ho provato rabbia in tanti momenti della mia vita anche prima di stare male e ne ho parlato con lui e ripetuti migliaia di volte e credo di aver ormai raccontato ogni istante e ogni pensiero della mia vita.
La vera domanda che mi pongo e che vi pongo, sempre che ci sia una risposta è, come si entra in contatto con questa rabbia o con qualunque emozione "repressa"?
C'è qualcosa che mi sta sfuggendo?
E perchè per me sarebbe così dannoso provare questa rabbia?
Ed entrarci In contatto sarebbe davvero risolutivo o quanto meno mi darebbe un maggior benessere?
Soffro ormai da anni di disturbo ossessivo compulsivo.
Non appena ho capito che c'era qualcosa in me che non andava sono andato da uno psichiatra che mi ha prescritto una terapia farmacologica, ma visto l'assenza di risultati mi sono fatto consigliare da lui uno psicoterapeuta con cui poter intraprendere un percorso di cura.
Fino ad allora ero completamente ignorante riguardo ai temi della salute mentale, non sapevo nemmeno che esistessero diversi tipi di orientamento di psicoterapia.
Sta di fatto che lo psicoterapeuta da cui sono in cura sin dall'inizio è uno psicoanalista.
So che non è il percorso più consigliato per il mio disturbo, però mi fido ciecamente di lui e in quello che fa e credo che sia stato importante parlare di tutto il mio vissuto familiare per poter crescere come persona.
Detto questo, dopo 8 anni sto ancora male, magari riesco a sopportare un po' meglio la sofferenza, ma i miei pensieri sono sempre lì, a impedirmi di vivere a pieno la mia vita.
I miei pensieri negli ultimi tempi sono incentrati spesso sulla paura di essere aggredito, da gente a cui direttamente o indirettamente compio un torto.
Secondo il mio terapeuta la causa di questo è dato dal fatto che proietto negli altri la mia rabbia, una rabbia che io però a quanto pare non riesco a sentire.
E per aver provato questa rabbia io mi punisco con questa paura di essere aggredito.
Spesso lui mi chiede di parlare di questa mia rabbia, ma io non so mai cosa dire o dove andare a parare.
L'unica rabbia che sento è quella relativa al fatto di non riuscire a godermi niente a causa di questi pensieri che mi impegnano 24 ore su 24.
Naturalmente ho provato rabbia in tanti momenti della mia vita anche prima di stare male e ne ho parlato con lui e ripetuti migliaia di volte e credo di aver ormai raccontato ogni istante e ogni pensiero della mia vita.
La vera domanda che mi pongo e che vi pongo, sempre che ci sia una risposta è, come si entra in contatto con questa rabbia o con qualunque emozione "repressa"?
C'è qualcosa che mi sta sfuggendo?
E perchè per me sarebbe così dannoso provare questa rabbia?
Ed entrarci In contatto sarebbe davvero risolutivo o quanto meno mi darebbe un maggior benessere?
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>>> So che non è il percorso più consigliato per il mio disturbo, però mi fido ciecamente di lui e in quello che fa e credo che sia stato importante parlare di tutto il mio vissuto familiare per poter crescere come persona.
Credo che lei stia facendo come quel tizio che, avendo perso le chiavi, di notte, le cerca sotto il lampione.
- "Ma le ha perse proprio qui?" domanda un passante.
- "No."
- "E allora perché le cerca qui?"
- "Perché qui c'è più luce."
>>> Detto questo, dopo 8 anni sto ancora male
Questa dovrebbe essere la prima considerazione da cui partire.
Nei disturbi ossessivi non occorre interpretare, occorre cambiare i comportamenti per iniziare a sentire le cose in modo diverso. E quindi cambiare.
Otto anni sono decisamente troppi per una psicoterapia. Alcune ricerche hanno mostrato che se dopo circa 20 sedute una terapia non ha prodotto i risultati attesi, non ha senso continuarla.
Perciò il suggerimento è chiedere un secondo parere a un terapeuta di diverso orientamento.
Credo che lei stia facendo come quel tizio che, avendo perso le chiavi, di notte, le cerca sotto il lampione.
- "Ma le ha perse proprio qui?" domanda un passante.
- "No."
- "E allora perché le cerca qui?"
- "Perché qui c'è più luce."
>>> Detto questo, dopo 8 anni sto ancora male
Questa dovrebbe essere la prima considerazione da cui partire.
Nei disturbi ossessivi non occorre interpretare, occorre cambiare i comportamenti per iniziare a sentire le cose in modo diverso. E quindi cambiare.
Otto anni sono decisamente troppi per una psicoterapia. Alcune ricerche hanno mostrato che se dopo circa 20 sedute una terapia non ha prodotto i risultati attesi, non ha senso continuarla.
Perciò il suggerimento è chiedere un secondo parere a un terapeuta di diverso orientamento.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.8k visite dal 15/07/2022.
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