Disagio psicologico
Salve.
Sono un uomo di 43 anni, single non per scelta.
Ho un buon lavoro, qualche amico e un minimo di vita sociale.
Assumo antidepressivi da 20 anni per depressione, ansia e attacchi di panico, prescrittimi da uno psichiatra che nelle visite di controllo mi ha sempre confermato.
Non vado però a controllo da 4-5 anni e continuo con la terapia.
Vengo ai miei problemi attuali, che in realtà mi porto dietro da una vita, ma che nell'ultimo anno, a causa di una delusione sentimentale si sono acuiti enormemente.
IO HO UNA ENORME VERGOGNA DEL MIO CORPO, DEL MIO ASPETTO FISICO, DEI MIEI OGGETTIVI DIFETTI FISICI, DELLE MIE BRUTTURE.
Ne ho vergogna anche di fronte a me stesso.
Non riesco a guardarmi nudo allo specchio.
Non riesco nemmeno a stare nudo a casa se sono da solo.
Da adolescente ero obeso, a 15 anni feci una dieta e persi 40 chili, ma in modo non uniforme.
Rimasi flaccido, con la parte superiore del corpo magra e le gambe da obeso.
Da giovane ho fatto per anni palestra, che mi ha aiutato un pochino a correggere appena un pò i miei difetti fisici, ma poi ho dovuto smettere per problemi alla schiena.
Non riesco proprio ad accettare il mio corpo, mi faccio letteralmente schifo.
Non ho relazioni ormai da anni e questo mi pesa molto.
Ho provato anche con la psicoterapia più volte, una volta anche per 5-6 anni di seguito, ma non è cambiato niente.
Spesso mi dispero perchè mi rammarico di non essere nato non dico bello, ma con un fisico normale.
Raramente mi è capitata l'occasione per provarci con qualche donna, ma l'idea di dover arrivare a mostrarmi nudo nel caso ci fosse stato un incontro intimo, mi ha fatto ritirare.
Lo so, sono dinamiche quasi sempre tipiche delle donne, cioè la non accettazione del proprio aspetto fisico, ma è quello che provo anche io pur essendo un uomo.
Come posso fare ad accettare finalmente il mio corpo?
Non ho relazioni sentimentali, sesso solo raramente a pagamento e per niente appagante.
Per di più spesso mi sento anche inadeguato dal punto di vista caratteriale.
La frustrazione sta aumentando sempre di più, soprattutto da un anno a questa parte quando ho provato un approccio con una ragazza che conosco più molto più giovane di me e mi è stato fatto capire di non interessare.
Comprendo anche lei, più giovane di me di 20 anni, cosa avrebbe dovuto interessarle di me?
Un bel niente.
Avrei preferito solo un pò più di tatto, visto che i miei tentati approcci sono stati molto delicati.
Scusate per la confusione che sto facendo, sono un fiume in piena, avrei da raccontare cose per ore e ore.
Vorrei solo un consiglio per capire come fare a lasciarmi alle spalle tutti questi problemi.
Spesso idealizzo il suicidio, ma non ho fatto mai niente per mettere in pratica queste mie idealizzazioni, ma non so per quanto tempo riuscirò a tenere i nervi saldi.
Magari un consiglio su un tipo di psicoterapia.
Qualche volta ho sentito parlare di gruppi di auto-aiuto, potrebbero fare al caso mio?
Grazie e mi scuso ancora per il fiume di parole.
Sono un uomo di 43 anni, single non per scelta.
Ho un buon lavoro, qualche amico e un minimo di vita sociale.
Assumo antidepressivi da 20 anni per depressione, ansia e attacchi di panico, prescrittimi da uno psichiatra che nelle visite di controllo mi ha sempre confermato.
Non vado però a controllo da 4-5 anni e continuo con la terapia.
Vengo ai miei problemi attuali, che in realtà mi porto dietro da una vita, ma che nell'ultimo anno, a causa di una delusione sentimentale si sono acuiti enormemente.
IO HO UNA ENORME VERGOGNA DEL MIO CORPO, DEL MIO ASPETTO FISICO, DEI MIEI OGGETTIVI DIFETTI FISICI, DELLE MIE BRUTTURE.
Ne ho vergogna anche di fronte a me stesso.
Non riesco a guardarmi nudo allo specchio.
Non riesco nemmeno a stare nudo a casa se sono da solo.
Da adolescente ero obeso, a 15 anni feci una dieta e persi 40 chili, ma in modo non uniforme.
Rimasi flaccido, con la parte superiore del corpo magra e le gambe da obeso.
Da giovane ho fatto per anni palestra, che mi ha aiutato un pochino a correggere appena un pò i miei difetti fisici, ma poi ho dovuto smettere per problemi alla schiena.
Non riesco proprio ad accettare il mio corpo, mi faccio letteralmente schifo.
Non ho relazioni ormai da anni e questo mi pesa molto.
Ho provato anche con la psicoterapia più volte, una volta anche per 5-6 anni di seguito, ma non è cambiato niente.
Spesso mi dispero perchè mi rammarico di non essere nato non dico bello, ma con un fisico normale.
Raramente mi è capitata l'occasione per provarci con qualche donna, ma l'idea di dover arrivare a mostrarmi nudo nel caso ci fosse stato un incontro intimo, mi ha fatto ritirare.
Lo so, sono dinamiche quasi sempre tipiche delle donne, cioè la non accettazione del proprio aspetto fisico, ma è quello che provo anche io pur essendo un uomo.
Come posso fare ad accettare finalmente il mio corpo?
Non ho relazioni sentimentali, sesso solo raramente a pagamento e per niente appagante.
Per di più spesso mi sento anche inadeguato dal punto di vista caratteriale.
La frustrazione sta aumentando sempre di più, soprattutto da un anno a questa parte quando ho provato un approccio con una ragazza che conosco più molto più giovane di me e mi è stato fatto capire di non interessare.
Comprendo anche lei, più giovane di me di 20 anni, cosa avrebbe dovuto interessarle di me?
Un bel niente.
Avrei preferito solo un pò più di tatto, visto che i miei tentati approcci sono stati molto delicati.
Scusate per la confusione che sto facendo, sono un fiume in piena, avrei da raccontare cose per ore e ore.
Vorrei solo un consiglio per capire come fare a lasciarmi alle spalle tutti questi problemi.
Spesso idealizzo il suicidio, ma non ho fatto mai niente per mettere in pratica queste mie idealizzazioni, ma non so per quanto tempo riuscirò a tenere i nervi saldi.
Magari un consiglio su un tipo di psicoterapia.
Qualche volta ho sentito parlare di gruppi di auto-aiuto, potrebbero fare al caso mio?
Grazie e mi scuso ancora per il fiume di parole.
[#1]
Gentile utente,
avendo valutato anche i suoi precedenti consulti ho l'impressione (ma a distanza non è facile capire davvero) che lei sia entrato in una nuova fase della vita, in cui respinge la situazione che l'ha tenuta in scacco per anni. Può averci parte anche il suo innamoramento non andato a buon fine: l'aver provato interesse per una donna tanto più giovane mi fa pensare a questo suo 'risveglio', che in sé è positivo.
Rispondendo alle sue domande: quale terapia? Una cognitivo-comportamentale o una strategica; in ogni caso è il momento di affidarsi a qualcuno che le prospetti soluzioni da attuare subito, un passo alla volta. Nello stesso tempo deve trattarsi di uno specialista consapevole del peso che in un processo di cambiamento può avere un trauma complesso. Sarà poi lui stesso a valutare se inserirla in un gruppo di auto-aiuto.
Si tratta di procedere, in pratica, con piccoli miglioramenti progressivi, sapendo però che ad ognuno di questi si opporrà il mostro delle sue paure, della sua patologia.
Questa patologia può aver preso la forma della dismorfofobia. Le cose esagerate che dice del suo aspetto rimandano a questa possibilità. Essere "oggettivamente" imperfetto non vuol dire automaticamente aver vergogna e orrore di sé stesso, delle proprie "brutture", che detto così sembrano addirittura abomini morali. Si può essere brutti, perfino malformati, e avere simpatia, anche ammirazione per sé stessi o per qualche propria dote, anche fisica. Le sarà capitato di notare in altri quest'attitudine.
Ora, lei lamenta la flaccidità delle zone che un tempo erano obese. Si può rimediare in vario modo, oppure accettarsi.
Se si tratta di smagliature, esisteva una cura particolare nella cittadina sarda di Tempio Pausania. Lì si faceva una sorta di terapia di gruppo, perché si doveva stare tutti nudi, con qualunque cicatrice o disastro causato da malattia o incidente. Provi ad informarsi.
Infine, lei da cinque anni non va al controllo psichiatrico. In cinque anni mutano le necessità dell'organismo, nascono nuovi farmaci. Mi chiedo anche se ha accolto il suggerimento del nostro chirurgo estetico di una visita da un suo collega. Prenda in considerazione anche la visita dermatologica. Esporsi allo sguardo di specialisti è già una terapia: le farà sentire di non essere così speciale e mostruoso; le farà anche sentire che qualcuno -lei stesso- si sta finalmente prendendo cura di lei.
Le faccio tanti auguri.
avendo valutato anche i suoi precedenti consulti ho l'impressione (ma a distanza non è facile capire davvero) che lei sia entrato in una nuova fase della vita, in cui respinge la situazione che l'ha tenuta in scacco per anni. Può averci parte anche il suo innamoramento non andato a buon fine: l'aver provato interesse per una donna tanto più giovane mi fa pensare a questo suo 'risveglio', che in sé è positivo.
Rispondendo alle sue domande: quale terapia? Una cognitivo-comportamentale o una strategica; in ogni caso è il momento di affidarsi a qualcuno che le prospetti soluzioni da attuare subito, un passo alla volta. Nello stesso tempo deve trattarsi di uno specialista consapevole del peso che in un processo di cambiamento può avere un trauma complesso. Sarà poi lui stesso a valutare se inserirla in un gruppo di auto-aiuto.
Si tratta di procedere, in pratica, con piccoli miglioramenti progressivi, sapendo però che ad ognuno di questi si opporrà il mostro delle sue paure, della sua patologia.
Questa patologia può aver preso la forma della dismorfofobia. Le cose esagerate che dice del suo aspetto rimandano a questa possibilità. Essere "oggettivamente" imperfetto non vuol dire automaticamente aver vergogna e orrore di sé stesso, delle proprie "brutture", che detto così sembrano addirittura abomini morali. Si può essere brutti, perfino malformati, e avere simpatia, anche ammirazione per sé stessi o per qualche propria dote, anche fisica. Le sarà capitato di notare in altri quest'attitudine.
Ora, lei lamenta la flaccidità delle zone che un tempo erano obese. Si può rimediare in vario modo, oppure accettarsi.
Se si tratta di smagliature, esisteva una cura particolare nella cittadina sarda di Tempio Pausania. Lì si faceva una sorta di terapia di gruppo, perché si doveva stare tutti nudi, con qualunque cicatrice o disastro causato da malattia o incidente. Provi ad informarsi.
Infine, lei da cinque anni non va al controllo psichiatrico. In cinque anni mutano le necessità dell'organismo, nascono nuovi farmaci. Mi chiedo anche se ha accolto il suggerimento del nostro chirurgo estetico di una visita da un suo collega. Prenda in considerazione anche la visita dermatologica. Esporsi allo sguardo di specialisti è già una terapia: le farà sentire di non essere così speciale e mostruoso; le farà anche sentire che qualcuno -lei stesso- si sta finalmente prendendo cura di lei.
Le faccio tanti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Salve Dottoressa, innanzitutto grazie mille per la risposta molto pertinente ed esaustiva. Me lo chiedo spesso anche io se in realtà non stia ingigantendo i miei difetti fisici, se non soffra di dismorfofobia. Non so darmi una risposta precisa, i miei difetti fisici sono oggettivi, forse dovrei solo accettarli. Comunque ho preso appuntamento con un chirurgo estetico per la settimana prossima, vediamo come va, anche se leggendo sul web ho visto che i costi della chirurgia estetica sono esorbitanti, io non sono benestante, qualcosa posso spendere ma forse non quanto occorrerebbe ed ho letto che in convenzione sono ammessi solo interventi per risolvere problemi seguenti alla chirurgia bariatrica. Per il fatto di tornare a controllo dallo psichiatra, ha perfettamente ragione, a settembre fisserò un controllo con lo specialista. Per la psicoterapia le confesso che sono un pò sfiduciato. Una decina di anni fa sono stato in terapia da una psicologo per 5/6 anni. La dottoressa era molto gentile, preparata, professionale, ma il non notare grandi miglioramenti in così tanto tempo mi fecero decidere di abbandonare la terapia. Alla fine dello scorso anno ho sentito la necessità impellente di tornare di nuovo da uno psicoterapeuta, perché il malessere aumentava sempre di più. Non sapendo a chi chiedere consiglio su quale specialista scegliere mi sono affidato alla ricerca web, tenendo conto delle condizioni economiche, delle recensioni, degli orari del mio lavoro. Nella scelta sono stato estremamente sfortunato, mi sono ritrovato di fronte ad una specialista totalmente inadeguata. Solo per farle qualche esempio le dico che al nostro primo incontro lei mi disse che allora non ero quello della foto whatsapp, che era brutta e dovevo cambiarla, che anche la segretaria era rimasta oltre il suo orario di lavoro per vedere se davvero ero quello della foto. Questo perché come foto del profilo whatsapp avevo l’immagine di un uomo un po' strano presa da internet, messa solo per scherzo e della quale mi ero anche dimenticato. Un’altra volta prima di iniziare la seduta mi disse di sentirsi tutta esaurita. Poi sono stato da uno psicoterapeuta, persona seria e professionale, ma non ho sentito quel trasporto particolare, né da parte mia né da parte sua e allora ho rinunciato ancora. Quello che mi fa stare male, oltre alla problematica dell’aspetto fisico, è che spesso mi sento totalmente diverso da tutte le altre persone, mi sembra che io non capisca loro e loro non capiscano me. Sento anche che nessuno mi vuole veramente bene. Penso di essere una brava persona. Penso di essere generoso, buono di cuore, sensibile, coerente, gentile. Questo gli altri me lo riconoscono, ma sembra non bastare affinchè qualcuno mi voglia bene davvero. Non un po' di affetto, ma il bene vero, il trasporto umano. E allora penso che se nessuno me ne vuole forse è perché me lo merito, cioè non merito di essere amato. Quando ero piccolo, 8 anni, mio fratello dodicenne cominciò a drogarsi. Mia madre per tanti anni successivi spesso gli correva dietro per giornate intere e spesso anche notti intere e mi lasciava a casa, non da solo, con mio padre e mio nonno, ma io avevo bisogno di lei e avevo paura che le accadesse qualcosa, anche perché spesso presa dalla disperazione della situazione di mio fratello minacciava di andarsene e non tornare più, oppure minacciava il suicidio, spesso prendeva tantissimi psicofarmaci per dormire e non pensare. Ma io ero piccolo e avevo bisogno delle sue attenzioni e mi chiedevo come mai mia madre si preoccupasse di mio fratello e non si preoccupasse di me. Voleva morire, allora a me non ci pensava? Non pensava che sarei rimasto senza mamma? Come faceva a non capire che tutte quelle brutte situazioni mi facevano molto male? Forse è per questi episodi che oggi mi porto dietro la convinzione di non amato da nessuno, di non essere apprezzato e stimato, solo un po' ma non quanto vorrei e quanto ne avrei bisogno. Mi rendo conto che ora non sono più un ragazzo ma un uomo, ma è evidente che non sono mai riuscito a superare questi traumi, anche se li ho sviscerati, li ho analizzati, ci ho messo anche una pietra sopra in fondo visto che con mia madre oggi ho un rapporto sereno. Va bene, scusi lo sfogo. Mercoledì ho appuntamento con il chirurgo estetico, in realtà sono ancora indeciso se andarci o meno, credo che la spesa da affrontare nel caso decidessi di fare qualcosa sia enorme, non so se ne vale la pena, visto che dovrei spendere la gran parte dei miei pochi risparmi. E poi affrontare un intervento chirurgico non è una cosa semplice. Ci penso ancora un po'. Nel frattempo grazie mille per la risposta e l’attenzione prestatami. Cordiali saluti
[#3]
Gentile utente,
lei è stato in parte sfortunato con i curanti, in parte "resistente" alla terapia.
La frase: "ci ho messo anche una pietra sopra in fondo visto che con mia madre oggi ho un rapporto sereno" non rimanda certo ad un'analisi riuscita, specie se è durata 5 anni.
Tenga comunque conto che per ricevere amore ne dobbiamo dare molto, e in maniera incondizionata. Tutte le opere di volontariato, così necessarie, potrebbero sbloccare questi aspetti del suo 'flusso di affetto'.
Anche tenere un diario e praticare la Scrittura Espressiva può essere utile.
Ritengo che la chirurgia estetica possa essere praticata anche nel Servizio Sanitario Nazionale, in certi casi. Può provare a chiedere ai nostri chirurghi. Oppure c'è Tempio Pausania, o il Brasile, la scuola di Pitangui.
Come sta suo fratello, adesso? Che tipo di rapporto avete?
Le faccio molti auguri.
lei è stato in parte sfortunato con i curanti, in parte "resistente" alla terapia.
La frase: "ci ho messo anche una pietra sopra in fondo visto che con mia madre oggi ho un rapporto sereno" non rimanda certo ad un'analisi riuscita, specie se è durata 5 anni.
Tenga comunque conto che per ricevere amore ne dobbiamo dare molto, e in maniera incondizionata. Tutte le opere di volontariato, così necessarie, potrebbero sbloccare questi aspetti del suo 'flusso di affetto'.
Anche tenere un diario e praticare la Scrittura Espressiva può essere utile.
Ritengo che la chirurgia estetica possa essere praticata anche nel Servizio Sanitario Nazionale, in certi casi. Può provare a chiedere ai nostri chirurghi. Oppure c'è Tempio Pausania, o il Brasile, la scuola di Pitangui.
Come sta suo fratello, adesso? Che tipo di rapporto avete?
Le faccio molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 13/07/2022.
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