è giusta la terapia?

Salve dottori, sn 40 giorni in astinenza da psicofarmaci perché soffro d'ansia...dopo tanti farmaci provati nulla sinceramente sto un po meglio senza.
Ora però volevo chiedervi un consiglio.
Sto facendo da due mesi psicoterapia cognitiva comportamentale ma, credo di nn trovarmi bene.
Vi spiego, mi fa fare il diario lo porto lì e poi mi spiega cm affrontare...ora io ho pensieri, penso molto all'ansia e quando lo faccio arriva... la dottoressa ogni volta che vado mo dice: isola i pensieri, L'ansia accoglila e ascoltala...beh, laccolg o ma nn do ascoltarla fosse facile...io, vivo cosi con pensieri e ansia che ancora nn do gestire oppure nn mi sa dire altro...ora vi chiedo, sinceramente è giusto cm fa oppure manca di qualcosa?.
Nn posso buttare soldi cosìjo famiglia n n ho ancora nulla di positivo... grazie se mi chiarite...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
dalle molte email che ci ha inviato a me sembra di notare che ci sia in lei una tendenza a resistere al cambiamento, sia quello indotto dai farmaci, sia quello prodotto dalla psicoterapia.
Deve pensare che gran parte del disagio mentale consiste in cattive abitudini del pensiero, del comportamento e delle risposte emotive, che replicano e mantengono in vita i sintomi che ci fanno male.
D'altra parte, quei pensieri, quei comportamenti, quelle emozioni li abbiamo scelti molto precocemente (spesso da bambini) perché ci sembravano idonei a difenderci, a sottrarci a difficoltà e pericoli, ossia ci sembravano 'adattivi'.
Quando non sono più tali, ma al contrario ci fanno stare male, non sappiamo uscirne, perché l'abitudine è una forza potente e qualcosa dentro di noi continua a gridarci che quelle idee, quei comportamenti, quelle emozioni sono il nostro scudo contro il male.
Questo anche quando il male da combattere è cambiato, non c'è più, il rimedio non è più idoneo, o addirittura, come avviene il più delle volte, il rimedio che abbiamo adottato da bambini era proprio sbagliato.
Questo è il caso dell'ansia, una sorta di paura irrazionale per eventi che: 1) forse non si verificheranno mai; 2) se si verificano, li possiamo affrontare; 3) semmai si dovessero verificare e fossero superiori alla nostra capacità di affrontarli, l'ansia sarebbe un ostacolo, non un aiuto, per trovare vere strategie.
Questo sta cercando di insegnarle la sua terapeuta, ma lei resiste. Non vuole passare attraverso il dolore, la fatica, il rischio di mettere in discussione le 'strategie' scelte quando era piccola. La dottoressa parla, e lei dentro di sé grida: "Sbagliato, pericoloso, non lo voglio fare".
Di questo abbiamo la prova nelle parole che ci ha scritto. Le copio/incollo e la prego di leggerle con attenzione: "la dottoressa ogni volta che vado mo dice: isola i pensieri, L'ansia accoglila e ascoltala...beh, laccolg o ma nn do ascoltarla fosse facile...io, vivo cosi con pensieri e ansia che ancora nn do gestire oppure nn mi sa dire altro...".
Questo sarebbe il ragionamento adulto che lei deve fare a sé stessa? O non è piuttosto un lasciarsi sopraffare dall'ansia, che lei in pratica sceglie e preferisce? Cosa vogliono dire le parole: "laccolg o ma nn do ascoltarla fosse facile", e le altre, scritte come se fosse inseguita da un orso nel cuore di una foresta?
Da dove uscirà la ricostruzione cognitiva del suo pensiero, se lei non vuole nemmeno rileggere quello che ha scritto e correggerlo?
Ci rifletta con calma, anche facendosi aiutare dalla sua terapeuta.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Dottoressa grazie della risposta..nn è vero che io nn accetto il cambiamento, perché per riuscire a vivere bene accetterei ogni cosa.. prima di ttt ho lasciato i farmaci perché per un anno ho sofferto.. nn sn riusciti a trovare la molecola adatta a me e quindi ogni farmaco mi portava brutti effetti collaterali stavo più male di ora...ero sempre triste e confusa..almeno ora respiro un po di più e sn più lucida e sorrido anche. Nella mia mente è scattata la molla di nn volere piu farmaci.. poi ho scelto la psicoterapia ma, se per capire la mia psicoterapeuta devo avere un suggeritore,beh nn riuscirò mai. Io desidero molto cambiare anche a costo di soffrire, nn ho paura.. ho superato un anno d'inferno, ma la dottoressa deve essere chiara. Ascoltare ciò che l'ansia mi dice!! Beh, come si fa? In un momento di relax in cui io cerco di riposare e arriva lei, ok la accolgo e poi .... nn mi spiega la meditazione nn mi spiega nulla. Forse mi chiedo ho sbagliato terapeuta? Ci sn molte tecniche molte strategie che lei nn mi spiega. Cosi, andrò avanti per anni a sprecare salute, tempo e soldi .. oppure sn una persona che nn capisce certe tecniche e certe parole e suggerimenti. Mah... vedrò. Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
vediamo bene a che punto dell'accettazione del cambiamento lei si trova:
1) "se per capire la mia psicoterapeuta devo avere un suggeritore,beh nn riuscirò mai".
Sono d'accordo. Quando noi psicologi raccomandiamo di cercare il chiarimento presso il proprio terapeuta, lo facciamo soprattutto perché l'esercizio di farsi capire, e quello di imparare a capire l'altro, sono i primi passi fondamentali della psicoterapia. Lei adesso ha a disposizione il nostro scambio di email: perché non lo porta direttamente in terapia, per discuterne con la sua curante? Non è solo la dottoressa che "deve essere chiara": è lei che deve insistere nel cercare spiegazioni, fino ad avere chiaro in mente quello che state facendo.
2) "Ascoltare ciò che l'ansia mi dice!! Beh, come si fa? In un momento di relax in cui io cerco di riposare e arriva lei, ok la accolgo e poi .... nn mi spiega la meditazione nn mi spiega nulla".
Cosa c'entra qui la mediazione? La dottoressa le ha detto: "L'ansia accoglila e ascoltala".
Ora, in genere la reazione dell'ansioso è quella di respingere l'ansia al suo primo apparire: "Oddio, no, di nuovo! Vai via, maledetta!" e così di seguito, mentre nello stesso tempo si crede ai contenuti che l'ansia suggerisce: "Se esco da sola chissà cosa mi succede"; "Se salgo in ascensore muoio di sicuro". Tutte formule terrorizzanti ma VUOTE, ossia senza lo specifico contenuto, che se invece si accoglie e si analizza, si può confutare e combattere.
Se lei accetta che l'ansia arrivi, riconoscendola come un segnale che era nato a fin di bene ma negli anni si è accentuato fino a diventare un male, può dirle: "Eccoti qui. Sentiamo: che ti sei inventata oggi?" e lasciarle esplicitare fino in fondo il pensiero ansioso. Esempio: "Mio figlio vuole andare in vacanza, ma io muoio al solo pensarlo lontano, già mi vedo sola a casa colpita da ictus".
Se si ferma qui, lei avverte e incrementa la paura; ma se va a fondo può chiedersi: "Cosa realmente mi può succedere, se sto sola? Tutte le volte che un figlio va in vacanza gli muore un genitore? E se invece rinuncia alle vacanze mi garantisco l'immortalità?" e via così.
3) Lei ci dà il più compiuto esempio di ciò che fa nascere la sua ansia con le parole: "Ci sn molte tecniche molte strategie che lei nn mi spiega. Cosi, andrò avanti per anni a sprecare salute, tempo e soldi .. oppure sn una persona che nn capisce certe tecniche e certe parole e suggerimenti".
Dunque, lei si pone in posizione negativa su tutti i fronti: ci sono molte tecniche (ma come lo sa?) però a lei vengono tenute nascoste; la previsione sul futuro è nera: sprecherà tempo e soldi per anni; oppure è incapace di capire, ed ecco concluso il perfetto cerchio del disfattismo.
4) Infine, le avevo chiesto di riscrivere con calma queste sue frasi, in forma comprensibile: "beh, laccolg o ma nn do ascoltarla fosse facile...io, vivo cosi con pensieri e ansia che ancora nn do gestire oppure nn mi sa dire altro...".
Si dice che chi parla (e scrive) male, pensa male; ed è vero. Nell'esprimersi caoticamente lei ancora una volta lascia piena libertà alla sua ansia.
Deve invece catturarla, come un insetto nocivo, un'ape che le ronza attorno pronta a pungerla, e questo si ottiene attraverso alcuni esercizi: respirare con calma, pensare con calma, scrivere con calma, rileggere e correggere con calma quello che ha scritto.
La smetta di credere che lei deve scrivere: "sn", "nn", "ttt" per significare "sono", "non" e "tutto", e vedrà che da questo primo sforzo per parlare con lo scopo di farsi capire uscirà tutta una modalità differente di rapportarsi a sé stessa e al mondo.
Buone cose; auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Dottoressa, sa una cosa, quello che lei mi scrive in alcuni campi non rispecchia ad esempio:
1) quando arriva lansia io, non la respingo la accolgo e non mi arrabbio ma , anche se cerco di ascoltarla non la capisco.
2) se devo fare cose che mi potrebbero bloccare io, non mi arrendo le faccio. Ad esempio se si che entrare in un cinema mi porta ansia, io, ci ragiono però se devo fare lo faccio ci vado .. non la sfido ma, cerco di superare altrimenti addio vita.
Posso dirle una cosa: mi è stata più Chiara lei che non mi conosco che la mia psicoterapeuta.
3) scrivo le mie frasi in forma corregibile: bhe! La accolgo ma, non so ascoltarla, fosse facile... io, vivo cosi con pensieri e ansia che, ancora non so gestire oppure, non mi sa dire altro.


Dottoressa io, davvero non so cosa vuol dirmi l'ansia in un determinato momento.. c'è una confusione dentro la mia mente che credo, il problema che mi è arrivata non sia solo uno ma, tanti. Io, vorrei molto poterla ascoltare e poter finalmente capirla e vederla svanire... la ringrazio tantissimo
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Utente
Utente
Un ultuma cosa dottoressa, a me viene molto spesso quando non devo fare nulla.. mi spiego, mentre sono sdraiata, mentre leggo un libro...in quel caso che devo fare? L'ansia non vuole che io compia quelle azioni?.. questo mi porta a confusione totale , arriva senza un perché!!! Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
ci sono degli esercizi da fare quando l'ansia arriva improvvisa, a lei sembra "senza un perché".
Sono naturalmente esercizi che vanno studiati di persona, con la sua curante.
Per apprenderli e metterli in pratica, ovviamente, occorre fiducia nella persona che ci sta curando e molta pazienza.
Ancora auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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