Incomprensioni con i genitori

Salve,
vi scrivo perchè non so più come convivere con la situazione in cui mi ritrovo..vi spiego brevemente: sono la prima di 6 figli e da sempre sono stata responsabilizzata molto più dei miei fratelli, sono quella che ha dovuto spianare loro la strada, e alla quale i miei genitori troppe volte hanno delegato bisogni familiari. Ora ho 27 anni, 2 delle mie sorelle per motivi di studio vivono fuori città, mentre io sono ancora a casa con i miei. Ho finalmente ottenuto un contratto a tempo indeterminato con un buono stipendio, quindi ho deciso di andare a vivere da sola. Premetto che da 3 anni sto con un ragazzo (i rapporti fra lui e i miei sono praticam nulli), è nei nostri piani sposarci, ma per vari motivi (economici e di distanza)non è una decisione che prenderemo nell'immediato. Ho comunicato a mia mamma la volontà di andare a stare sola, e come risposta ho ottenuto "non capisco perchè fai le cose a metà,se vuoi andare via di casa allora sposati". Le ho spiegato che lo farò, ma che per ora preferisco così, ma non c'è stato nulla da fare per farle cambiare idea. Mi aspettavo un aiuto, o almeno un "brava" (ci sono un sacco di mamme che non vedono l'ora che i figli si rendano indipendenti), ma so che, come sempre, dovrò cavarmela da sola. Quando lo saprà mio padre sarà ancora peggio, mi accuserà di egoismo a volermene andare (ma vi sembra giusto?, e come ha sempre fatto, sminuirà anche questa mia scelta, facendomela pesare tanto. Dovrei essere felice per la nuova sfida che mi aspetta, ma sono gg che ho mal di testa, capogiri e crampi allo stomaco...vi prego, datemi un consiglio.
grazie
M.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza, la risposta di sua madre esprime probabilmente la sua idea personale (pregiudizio, mito, tradizione) di come una ragazza dovrebbe comportarsi. "se esce di casa deve farlo pechè sistemata con relativo marito" purtroppo se questo pensiero è radicato nel sistema famigliare NON c'è modo di modificarlo. Quindi si troverà ad affrontare una scelta, (la lotta è inutile e distruttiva) assecondare il mito famigliare (pena la frustrazione personale di non poter attuare i propri progetti autonomi di vita) oppure ignorare il mito famigliare e seguire i propri progetti (pena il contrasto con i famigliari) a lei la scelta. Sempre che non si voglia intervenire attraverso una terapia famigliare per mettere in discussione i propri miti (ma quanti sono disposti a farlo)?
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, dipendere dall'approvazione di qualcuno è una delle trappole più comuni nelle quale s'infilano le persone. Ed è anche una di quelle più pericolose, perché corrisponde alla decisione di delegare l'opinione che abbiamo su noi stessi a qualcun'altro.

Se è convinta delle sue scelte, e se queste sono lecite, come mi pare di capire, e se lei è maggiorenne, non ha alcun bisogno di aspettare il beneplacito di altre persone, nemmeno dei suoi genitori.

Altrimenti si condannerà da sola ad essere per sempre una figlia, sia pure la "maggiore", e mai una persona adulta. In fondo ha quasi trent'anni, mi pare di capire.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com