Paura di farmi del male
Salve, ho 43 anni e soffro da anni disturbo ossessivo incentrato sulla paura di farmi del male intenzionalmente, che assume spesso la fantasia angosciante di gettarmi dal balcone.
Da alcune ore, e precisamente da quando ero sotto la doccia, mi è balenata in mente la scena di me che mi taglio con le mie mani facendo uso di un coltello affilato: per dirla tutta, mi è venuto in mente me stesso che mi recido lo scroto! Una immagine orrenda, che mi colma di angoscia.
Vorrei esser capace di liquidare un simile pensiero, a partire dalla certezza che non lo metterò in pratica, visto che non ho la volontà di farlo e anzi ne sono atterrito.
Ma le mie rassicurazioni non bastano a convincermi e a calmare la mia ansia.
So che è sbagliato rassicurarsi, è una delle prime cose che mi è stata detta in terapia, da quando un anno fa circa ho iniziato le sedute... Ma le varie strategie che mi sono state illustrate in quella sede (immaginare i propri pensieri come fossero foglie su un fiume, fare esercizi di respirazione, visualizzare un oggetto che rappresenti la mia paura etc...) non hanno efficacia.
Noto che faccio fatica a tollerare che una simile azione sia semplicemente possibile, per quanto evitabile grazie al controllo che sono in grado di esercitare con la mia volontà.
E se l'impulso a commettere un tale gesto, che pure è contrario alla mia volontà, finisse per prevalere sulla mia capacità di controllo?
E se non fossi davvero convinto di non volerlo fare, ma una parte nascosta di me desiderasse oscuramente che io mi facessi del male?
E se non fosse doc, ma l'inizio di qualcosa di più grave e dalle conseguenze imponderabili?
So che in alcuni casi di schizofrenia il malato si autoinfligge delle ferite, spesso obbedendo alle motivazioni più assurde..., Assurde secondo il senso comune
Da alcune ore, e precisamente da quando ero sotto la doccia, mi è balenata in mente la scena di me che mi taglio con le mie mani facendo uso di un coltello affilato: per dirla tutta, mi è venuto in mente me stesso che mi recido lo scroto! Una immagine orrenda, che mi colma di angoscia.
Vorrei esser capace di liquidare un simile pensiero, a partire dalla certezza che non lo metterò in pratica, visto che non ho la volontà di farlo e anzi ne sono atterrito.
Ma le mie rassicurazioni non bastano a convincermi e a calmare la mia ansia.
So che è sbagliato rassicurarsi, è una delle prime cose che mi è stata detta in terapia, da quando un anno fa circa ho iniziato le sedute... Ma le varie strategie che mi sono state illustrate in quella sede (immaginare i propri pensieri come fossero foglie su un fiume, fare esercizi di respirazione, visualizzare un oggetto che rappresenti la mia paura etc...) non hanno efficacia.
Noto che faccio fatica a tollerare che una simile azione sia semplicemente possibile, per quanto evitabile grazie al controllo che sono in grado di esercitare con la mia volontà.
E se l'impulso a commettere un tale gesto, che pure è contrario alla mia volontà, finisse per prevalere sulla mia capacità di controllo?
E se non fossi davvero convinto di non volerlo fare, ma una parte nascosta di me desiderasse oscuramente che io mi facessi del male?
E se non fosse doc, ma l'inizio di qualcosa di più grave e dalle conseguenze imponderabili?
So che in alcuni casi di schizofrenia il malato si autoinfligge delle ferite, spesso obbedendo alle motivazioni più assurde..., Assurde secondo il senso comune
[#1]
Buonasera,
I pensieri che ha descritto sono la manifestazione di un malessere più ampio, probabilmente dovuto a situazioni relazionali da approfondire e da trattare. Ha parlato con il suo terapeuta della difficoltà che sta vivendo? Avete discusso sulla reale efficacia dell'intervento intrapreso? Probabilmente sarebbe utile ridefinire gli obiettivi e capire quale sia la migliore soluzione per contrastare questi pensieri.
Inoltre avete pensato alla possibilità di combinare una terapia farmacologica alle sedute? Spesso è efficace in questi casi.
Infine la voglio rassicurare sulla schizofrenia, anche se non è il luogo adatta per fare una diagnosi, probabilmente i suoi disturbi non riguardano questa patologia.
Buona serata.
I pensieri che ha descritto sono la manifestazione di un malessere più ampio, probabilmente dovuto a situazioni relazionali da approfondire e da trattare. Ha parlato con il suo terapeuta della difficoltà che sta vivendo? Avete discusso sulla reale efficacia dell'intervento intrapreso? Probabilmente sarebbe utile ridefinire gli obiettivi e capire quale sia la migliore soluzione per contrastare questi pensieri.
Inoltre avete pensato alla possibilità di combinare una terapia farmacologica alle sedute? Spesso è efficace in questi casi.
Infine la voglio rassicurare sulla schizofrenia, anche se non è il luogo adatta per fare una diagnosi, probabilmente i suoi disturbi non riguardano questa patologia.
Buona serata.
Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it
[#2]
Utente
La ringrazio. La mia paura, da ieri (e dico da ieri perché in passato ne ho avute di altre), è quella di agire un impulso autolesionistico. Ho letto da un sito di psicologia testimonianze molto crude di utenti che soffrono di tale problema, i quali riferiscono di provare piacere nel tagliarsi, di non saper controllare questo impulso, e di aver cominciato prima ad infliggersi ferite lievi, poi sempre più pesanti, in un vortice senza uscita... Quello che ho letto mi ha molto turbato, perché ora ho il terrore di fare le stesse cose che ho letto e di provare la stessa condizione psicologica che ha spinto quelle persone a tagliarsi, per cui mi vedo costretto a verificare mentalmente che non sento il desiderio di farmi intenzionalmente del male, anzi che ne ho istintivo orrore, e se la risposta che tale orrore dovrebbe darmi mi appare insufficiente, mi sento in pericolo e in preda a quell'angoscia che conosco ben e che da un anno ho imparato che posso al massimo tamponare...
[#3]
Purtroppo questo è il pericolo di informarsi su internet. Alcune risposte che troviamo sono molto intense e ci prendono alla sprovvista. Inoltre quando cerchiamo un argomento per avere delle rassicurazioni, spesso ci restano impresse le informazioni più negative. Le faccio un esempio: sicuramente avrà letto in alcuni siti che il problema che ha vissuto è da affrontare e che c’è una soluzione, più o meno semplice, ma ciò non le ha suggerito una risposta. Invece le informazioni più gravi diventano ricche di significato e ci portano preoccupazioni. Questo perché cerchiamo conferme delle nostre paure, e puntualmente troviamo le peggiori possibilità. Ad esempio sicuramente sarà successo che una persona non sia sopravvissuta ad un mal di testa, ma ciò è l’eccezione e non la regola, ma chi è preoccupato e legge la notizia, si terrorizza.
Quindi se ha dei dubbi o vuole dare una spiegazione alle sue sensazioni, deve parlarne con un professionista e informarsi tramite le sue fonti, anche sentendo diversi pareri ma che non siano trovati sul web perché spesso confondono le idee.
Quindi se ha dei dubbi o vuole dare una spiegazione alle sue sensazioni, deve parlarne con un professionista e informarsi tramite le sue fonti, anche sentendo diversi pareri ma che non siano trovati sul web perché spesso confondono le idee.
Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.8k visite dal 22/06/2022.
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