Seconda opportunità con la ex fidanzata
Vorrei chiederVi una consulenza per una cosa che ho in testa da molto tempo, a tempi altalenanti, ma che in quest'ultimo periodo è ben salda nella mia mente.
Due anni fa ho avuto una storia con una ragazza, una bellissima romantica e profonda storia, come non se ne vedono più da tempo, la più lunga e bella per entrambi. Era un rapporto difficoltoso, nel senso che lei aveva disturbi di varia natura (disturbo schizoide di personalità, ortoressia, anoressia, ossessioni, manie ecc...) che preferiva evitare piuttosto che affrontare, più avvenimenti che sono accaduti durante e dopo il periodo in cui ci siamo conosciuti che l'hanno devastata, come sua madre che si è ammalata di cancro o una sua parente prossima a cui teneva tantissimo che l'hanno buttata giù. Non è crollata unicamente per la mia presenza, perchè le stavo sempre vicino e sapevo come trattarla in quei casi. Insomma un rapporto profondo basato anche sul reciproco e costante aiuto nei momenti di difficoltà. La storia prosegue, solo che lei comincia ad entrare in un circolo vizioso che alimenta un feedback di delusione, depressione e paure. Il culmine arriva quando a Dicembre del 2007 mi lascia senza una motivazione seria nonostante quello che ci sia stato fra di noi.
Io ho passato un 2008 devastante: ci sono state molte cose negative come la distruzione del mio sogno e tante ingiustizie che ho visto passare davanti agli occhi. Io prontamente come ho visto i primi segnali di cedimento in me, ho chiesto aiuto a specialisti, verso Gennaio dell'anno scorso, che però sono riusciti a seguirmi ad Agosto dello stesso anno. Attualmente seguo da allora una costante psicoterapia con una brava psicologa e vengo seguito anche da uno psichiatra per una terapia farmacologica. Attualmente lei non sa niente di tutto ciò.
A periodi altalenanti ho avuto la voglia di recuperare quello che era passato e di ritornare insieme a lei, ma attualmente (mi è bastato vedere qualche sua foto per riavvicinarmi a lei col pensiero) l'idea è fissa, e sto ideando un piano per poterla riconquistare basato in due fasi: raccontarle tutto quello che mi è successo da quando ci siamo lasciati facendo leva sui sensi di colpa per farle perdere l'equilibrio sul quale attualmente è appoggiata e farla "ammorbidire" e successivamente aprire il mio cuore e dirle le parole che non le ho mai detto ma che avrei voluto dirgli e non sono riuscito in tempo a dirle. Il problema sta nel fatto che ha messo come un muro davanti lei e me e ho timore nel contattarla.
Cosa posso fare?
Vi ringrazio per i consigli.
> Era un rapporto difficoltoso, nel senso che lei aveva
> disturbi di varia natura (disturbo schizoide di
> personalità, ortoressia, anoressia, ossessioni, manie
> ecc...) che preferiva evitare piuttosto che affrontare
> sto ideando un piano per poterla riconquistare basato in
> due fasi: raccontarle tutto quello che mi è successo da
> quando ci siamo lasciati facendo leva sui sensi di colpa
> per farle perdere l'equilibrio sul quale attualmente è
> appoggiata e farla "ammorbidire" e successivamente aprire
> il mio cuore e dirle le parole che non le ho mai detto ma
> che avrei voluto dirgli e non sono riuscito in tempo a
> dirle.
Gentile ragazzo, che dire? Secondo lei, vale più la pena rimanere così attaccati al passato, come se questa ragazza fosse l'unica sulla terra, considerando anche che è stato lasciato "senza motivazione" e che ora lei le sta ponendo un muro davanti, oppure conviene guardare avanti e andare avanti?
Perché mi sembra che il suo passato non se ne stia dietro le sue spalle, ma tutto accumulato davanti a lei, ingombrandole il cammino e impedendole di progredire.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
La ringrazio in primis per la risposta tempestiva.
Si, credo che parte del mio malessere derivi dal fatto che penso al passato troppo. Sicuramente la soluzione più facile, e anche consigliata dai miei terapeuti, è quella di lasciarmi tutto alle spalle. Però ritengo che le cose vadano affrontate, e non evitate. Io non sono una persona che è solita lasciare conti in sospeso, e prima di andare avanti voglio chiudere questa faccenda. Dopotutto anche lei mi ha detto una volta che ci chiariremo su questa faccenda. Se la chiusura significasse poter far rinascere una nuova relazione dalle proprie ceneri, credo riacquisterei la felicità che da tanto ricerco. Se invece significasse un addio definitivo, o che non venga ricambiato il mio sentimento, me lo aspetterei. Dopotutto non mi aspetto niente. Potrei soffrire ancora, e non poco, la cosa è molto probabile, ma almeno riuscirei a cambiare pagina.
Mi creda, ormai sono in terapia da un po', e non riesco a vedere niente di bello nella mia vita. Non provo alcun interesse, nè riesco a trovare nuove emozioni per vivere. Il 2008 mi ha devastato. Mi ha tolto tante cose belle, tra cui il mio sogno, levato via dalle mie mani dopo che mi era stato donato dal Cielo nella maniera più violenta possibile. Pensavo spesso alla morte e mi capitò in un'occasione di tentare il suicidio. Il tutto seguito da una dipendenza da farmaci, antidepressivi e antipsicotici mi pare, prima di assumere farmaci controllati da un medico psichiatra. E nel 2009 c'è stato solo un avvenimento bello che è riuscito a colpirmi e a coinvolgermi: un concerto al quale volevo andare da tempo con uno dei miei gruppi preferiti.
Lei è stata la cosa migliore che mi sia capitata, quella più bella, quella che mi rese finalmente felice.
In pratica quello che vorrei e che rinasca una nuova relazione con la mia ex fidanzata, non che si riprenda quella vecchia. Però prima di allora devo anche soddisfare una sorta di spirito di vendetta nella maniera più assoluta, un qualcosa che sento in maniera viscerale e che devo sfogare sulla diretta responsabile facendo leva sui sensi di colpa suoi. Nonostante ciò sento nel contempo di nutrire un grande amore nella ragazza in questione e che di questi sentimenti opposti è senza dubbio il secondo a essere dominante.
Grazie ancora della risposta.
> più bella, quella che mi rese finalmente felice.
Forse lei si sbaglia. La sua ex-ragazza potrebbe essere stata solo una stampella per lei, che ha fornito un po' di sostegno a una persona già fragile anche prima. Del resto, non sarebbe la prima volta che questo accade.
Faccia una ricerca in questi archivi e veda quanti utenti ci scrivono, dopo esser caduti nell'illusione che l'amore possa guarire ogni cosa. Ma è, appunto, solo un'illusione.
L'amore fa star meglio chi già sta bene, ma di per sé non risolve niente. Anzi, da quanto dice mi pare che non sia servito nemmeno a eliminare i problemi della sua ex-ragazza. E nemmeno sarebbe stato lecito attenderselo, del resto.
> Mi creda, ormai sono in terapia da un po', e non riesco a
> vedere niente di bello nella mia vita.
Mi creda, lei crede d'avere esperienza di terapia, ma forse ha solo esperienza di una terapia che finora non ha funzionato come dovrebbe.
Legga quest'articolo, e veda se ci trova qualche spunto utile:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
Cordiali saluti
PS:
> Però ritengo che le cose vadano affrontate, e non evitate.
Esatto, e lei sta appunto evitando di andare avanti.
Ho letto l'articolo che mi ha linkato e concordo nel dire che la scelta del terapeuta è essenziale nella terapia. Essenziale quanto la voglia di rinnovarsi del paziente. Come disse la mia psicologa, "Il terapeuta può aiutare, ma può aiutare fino a un certo punto. Sta nel paziente, nell'aiutarsi, nell'avere volontà di cambiare le cose che lo rendono infelice nel trovare un nuovo modo di vedere che gli consenta di trovare la felicità.".
>> Lei è stata la cosa migliore che mi sia capitata, quella
>> più bella, quella che mi rese finalmente felice.
>Forse lei si sbaglia. La sua ex-ragazza potrebbe essere stata solo una stampella per lei, che ha fornito un po' di sostegno a una
>persona già fragile anche prima. Del resto, non sarebbe la prima volta che questo accade.
>Faccia una ricerca in questi archivi e veda quanti utenti ci scrivono, dopo esser caduti nell'illusione che l'amore possa guarire ogni
>cosa. Ma è, appunto, solo un'illusione.
>L'amore fa star meglio chi già sta bene, ma di per sé non risolve niente. Anzi, da quanto dice mi pare che non sia servito nemmeno
>a eliminare i problemi della sua ex-ragazza. E nemmeno sarebbe stato lecito attenderselo, del resto.
Sono totalmente d'accordo su quello che mi ha scritto. Ho conosciuto la mia ex ragazza in un periodo felice in cui ero pieno di entusiasmo per un mio grande progetto e avevo anche un buon lavoro che dava una certa stabilità a me e alla mia famiglia. Non mi sono innamorato di lei perchè mi è stata vicino, oppure per essere stata al mio fianco per quasi tutta la durata del mio più grande progetto di tutta la vita. Nessuna di queste futili ragioni. L'ho amata per quello che era nell'animo. Per la sua complessità, per la sua fragilità, e per tutte le cose tipiche di lei che me l'han fatta andare al cuore.
Prima di postare questo thread ho visto se ce n'erano di simili ai miei in modo da non farne di doppi, e ho letto di gente che stava male perchè era stata lasciata. Alcuni vedono l'amore come un supporto, un qualcosa di miracoloso. Spero di non incappare nello stesso errore pure io... Però, mi darà ragione nel dire che l'amore è una magia...
>> Mi creda, ormai sono in terapia da un po', e non riesco a
>> vedere niente di bello nella mia vita.
>Mi creda, lei crede d'avere esperienza di terapia, ma forse ha solo esperienza di una terapia che finora non ha funzionato
>come dovrebbe.
Qui mi sento in obbligo di scusarmi. Probabilmente ho espresso male un mio pensiero dando l'impressione del saccente, di quello che solo perchè ha fatto undici mesi di terapia, crede di saper tutto di essa, e di questo ne sono rammaricato. Sì, sono in terapia da quasi un anno, però a detta di diverse persone mi trovano migliorato, mi vedono più sciolto, più loquace, più sereno, ma nonostante ciò, non riesco a vedere niente di bello, o quasi, nella mia vita, complici probabilmente anche avvenimenti che mi sono successi nel corso dell'anno e che tutt'ora gravano su di me e sulla mia famiglia. E nonostante ciò direi che mi è servita, che mi sento migliorato, che mi sento più "leggero" anche se attualmente non mi ritengo felice. La via per la mia felicità, la vedo lunga e irta di insidie...
>> Però ritengo che le cose vadano affrontate, e non evitate.
>Esatto, e lei sta appunto evitando di andare avanti.
Quello che intendo fare è chiudere la questione con lei in primis, prima di passare avanti. Forse potrebbe essere un errore non andare avanti, ma come ho scritto prima, non ho intenzione di lasciare conti in sospeso. Se poi nascerà un altro legame, altra mia intenzione, non potrei che essere felice da tutto ciò.
La ringrazio ancora e mi scuso per il malinteso di prima.
Certo, ma è meglio avere spalle solide e forti per saperla utilizzare. Come qualunque altra magia. Ma questa solidità ci viene solo dall'esperienza e questa sua storia "andata male" le lascerà senz'altro qualcosa, anche se ancora forse non se ne rende conto.
S'impara solo dalle cose che vanno male, non dalle cose che già sappiamo fare bene.
> Qui mi sento in obbligo di scusarmi.
Stia tranquillo, non ha alcun bisogno di scusarsi.
> ma nonostante ciò, non riesco a vedere niente di bello, o
> quasi, nella mia vita
Come le dicevo, ciò potrebbe esser legato al fatto che lei non ha ancora "elaborato il lutto" per la storia andata male con questa ragazza, mentre resta attaccato alla speranza di poter riallacciare dal punto dov'è stato lasciato. Probabilmente, lei sta evitando di guardarsi d'attorno, socialmente e relazionalmente parlando, ed è questo che non l'aiuta a trovare scopo nella vita.
Le suggerisco di riflettere sull'opportunità o meno di "chiudere la questione con lei prima d'andare avanti", perché questo potrebbe trasformarsi in una micro-trappola che le farebbe perdere un sacco di tempo prezioso, durante il quale potrebbe invece farsi molte altre esperienze.
Lavori costantemente per fortificare se stesso, e allo stesso tempo per fare esperienza, e vedrà che le cose non potranno che prendere una piega diversa, e nuova.
Cordiali saluti
Ringrazio come sempre il gentile Dott. Santonocito per le risposte.
Devo dire che ha ragione sul fatto che cercando quello che definirei una risoluzione definitiva per quella storia possa perdere tempo e occasione preziose nella mia vita, però devo confessarle che secondo me è la moneta di scambio per avere qualcosa in cambio. Questo è un sacrificio a cui sono disposto, e che so bene che posso sopportare in termini di sofferenza, e nel bene e nel male ad accettarne le conseguenze.
Però ora vorrei ritornare al tema centrale di questo post dopo aver approfondito la parte relativa alla mia persona. Ossia se ci sono consigli che possiaTe darmi per questo romantico piano.
Sarei curioso di leggere anche qualche parere femminile, in modo da poter comparare le risposte dei vari terapeuti - inclusi voi dello staff di Medicitalia.it - e trarne conclusione.
Vi ringrazio in anticipo e buona serata
No, questo è solo il suo autoinganno che si è costruito perché non riesce a digerire il fatto d'esser stato lasciato. Ma se per lei va bene così, e pensa che insistere le possa portare qualcosa di buono, faccia pure.
Mi scusi se sono stato così diretto.
Purtroppo attraverso questo servizio non possiamo fornire suggerimenti, per motivi di regolamento. Però se non riesce a risolvere la sua questione da solo può certamente rivolgersi a uno psicologo, di persona.
Cordiali saluti
A me sembra che il vostro rapporto sia stato tra due grandezze simili, ma impari.
La sua ex ragazza aveva ed ha, credo una sindrome abbastanza complessa e composita, secondo quello che lei racconta. Non sappiamo, e forse non lo sa nemmeno lei, cosa ha fatto la sua ex in questo periodo di tempo: si è fatta curare, ha seguito dei consigli, ha avuto altre conoscenze, altre amicizie e così via.
Perché "simili"? Perché entrambi eravate piuttosto fragili psicologicamente, considerando il fatto che appena lei è stato lasciato, è entrato in un tunnel di tristezza e forse di depressione, tanto che è dovuto ricorrere sia ai farmaci, sia alla psicoterapia. Non so con quali risultati, sinora.
Ma la vostra relazione di allora era impari perché la sua ex ragazza era molto più fragile di lei. Tutta la gamma delle malattie e delle dissonanze psicologiche della sua ex lei le riassume con poche, ma chiarissime parole.
Come crede che sarà adesso quella ragazza, in sé e per sé? e come ritiene che potrà essere per lei e con lei?
Perché poi non ha raccontato alla sua psicoterapeuta i suoi ultimi pensieri e la sua decisione di riprendersi la sua ex ragazza? Come fa la sua terapeuta a seguire bene i suoi problemi se lei non glieli racconta e non sono oggetto della terapia medesima?
Lei e la sua ex siete forse cambiati entrambi. Ma in meglio o siete psicologicamente più confusi di prima?
Io se fossi in lei mi farei aiutare molto dalla psicoterapeuta. Lei pensa alla morte e poi soltanto assistendo ad un concerto di alcuni musicisti resuscita a miglior vita.
Non le pare che oltre ad una estesa fragilità ci sia anche uno scivolare o oscillare da un sentimento di morte ad uno di vita per poi ricadere in uno stato di prostrazione?
Ne parli con la sua terapeuta.
Le auguro di ritrovarsi in una dimensione nuova.
Rispondo al Dott. Santonocito. Sono del tutto consapevole che possa essere un autoinganno la mia strategia di agire, poichè so di essere una testa molto dura. So che non cambio idea facilmente e non mi abbatto di fronte alle difficoltà. Mi fido del mio istinto, oltre che della ragione, ma sento che il continuare rappresenti la via giusta.
Rispondo al Dott. Vita. Sì, la mia ex fidanzata era, e attualmente credo che sia, perchè certe persone difficilmente cambiano il modo di essere di una vita, una persona parecchio complessa. Si faceva mille paranoie e problemi anche per le cose più piccole. Di conseguenza anche i malori, le sindromi che l'avevano colpita erano molto complessi. Ho avuto occasione di comunicare con lei per un po' e mi ha detto che era in terapia per guarire da i suoi problemi d'alimentazione. Da uno psichiatra e da qualcuno che l'aiutasse a mettere su peso. Mi aveva rivelato di essere arrivata a pesare 38 kg per 1.72 m di altezza.
Sul fatto che lei fosse la più fragile dei due, Le devo dare ragione, infatti è molto fragile come persona. Evita da sempre i problemi che può evitare e non li affronta, cosa che invece è l'opposto nel mio caso, ossia che sono fermamente convinto che i problemi vadano superati e non aggirati.
Sono cosciente del fatto che da parte sua la storia è chiusa, però è secondo me chiusa in maniera "imperfetta", se proprio devo dare una definizione in una parola. Imperfetta perchè ha fatto di tutto per non affrontarmi. Perchè non aveva il coraggio di gettarsi nella tristezza insieme a me e di affrontare il tutto rischiando di stare male ancora. Non posso essere esatto al 100% di sapere come sia attualmente, ma non credo sia cambiata molto. Riguardo al come possa essere per me, non so se possa essere ancora adatta a me, anche perchè non c'era quando ne avevo bisogno (io l'avevo tenuta all'oscuro di come stavo e di tutte le disgrazie che mi erano capitate). Credo di essere cresciuto in quest'ultimo anno e mezzo senza di lei. Il mio cruccio è che avrei voluto crescere insieme a lei, maturare insieme a lei, e forse avere un futuro insieme. Un macigno che mi è rimasto nel cuore.
Ai miei terapeuti, una brava psicologa e un bravo psichiatra che mi seguono da poco meno di un anno, gli ho raccontato del mio "piano". Nonchè di tutto quello che provo come i miei problemi e i miei pensieri. Gli racconto tutto con estrema sincerità - altrimenti non credo che serva per stare meglio, se si dovesse mentire ai propri terapeuti.
Grazie ancora delle risposte.
Lei è una persona molto chiara con sé e molto consapevole di quello che le succede internamemte e quello che si stabilisce nel rapporto tra sè e la sua ex compagna.
E' anche una persona responsabile e che si mette in gioco, anche rischiando di essere tirato a forza verso una tristezza che a volte rasenta la depressione. Ma ha molto coraggio.
E coraggio ce ne vuole per vivere.
Questo la salverà e lei riuscirà a scegliere quello che sarà più giusto e più positivo per la sua esistenza.
Le auguro vivamente di non smarrire mai questo sincero atteggiamento nei confronti della vita e dei numerosi problemi che incontra.
Auguri e a risentirci.
Non ho mai pensato di essere una persona coraggiosa, anzi... Sin da piccolo ho sempre pensato di essere un debole e un codardo. E quest'ultima cosa mi ha spinto, mi ha dato la motivazione per allontanarmi dalla condizione che tanto mi dava fastidio.
Dignità per me è vivere una vita priva di menzogne. Mi sono semplicemente sforzato di vivere in questo modo imparando che le bugie e i trucchi bassi non sono la soluzione giusta per avere un'esistenza e una coscienza pulite.
Secondo me se proprio ci sono delle persone deboli e codarde, sono quelle che a causa di un singolo evento cambiano, diventano altre persone, magari con un'aria più "indurita" e vissuta (cosa che è successa alla mia ex compagna).
Io mi limito semplicemente a conservare il mio Io per non darla vinta agli eventi che quasi sembra vogliono farmi cambiare (e mi creda, me ne sono successe tante nonostante abbia solo venticinque anni, specialmente concentrate nel 2008, che mi ha devastato).
Però nonostante tutte le cicatrici che porto dentro sono ancora Io. Magari pure arricchito dall'esperienza, ma non mi sono lasciato mai sedurre dalla debolezza, dal modo più facile per affrontare le cose, sebbene ho passato periodi bui in cui non la vedevo che come l'unica soluzione.
Ringrazio ancora il Dott. Vita. A risentirLa!
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