Solitudine e rapporto complicato con genitore

Buongiorno a tutti.

Volevo esporvi la mia situazione.

Ho 32 anni, vivo ancora con mio padre e non ho un lavoro fisso.

Da qui inizia un po' tutto.
Sono orfana di madre (la persi quando ero ancora una bambina) sono cresciuta con mio padre, il quale, non mi ha fatto mancare nulla... Si è rimboccato le maniche... Tanto di cappello.
Ma a questa età (la mia) vorrei tanto avere una mia indipendenza economica e quindi anche una mia vita.
Negli ultimi 2 anni ho fatto l'insegnante precaria in una scuola quindi non mi permette ancora di avere possibilità per andarmene e costruirmi una mia vita... E già questo fatto mi pesa.
In più ci metto dentro anche mio padre... Lui è da solo... Non ha una compagna/né amici... Quindi, diciamo, che io sono il suo punto fermo... Esce poco e comunque se succede qualcosa o ha bisogno di qualcosa devo esserci io.
A volte sembra che mi abbia scambiato per la sua compagna/moglie e sembra dimenticarsi che io invece sono sua figlia e che ho una vita mia... Dei miei pensieri (diversi dai suoi), delle mie abitudine... Delle mie passioni.
Ad esempio, se un week-end mi fermo a dormire fuori lui la prende in modo negativo... Mangia poco o a volte niente... Quando torno mi tiene il muso o non mi parla... E io non capisco il motivo... Invece se sono a casa con lui allora è più tranquillo e sereno... E ogni giorno che passa questa situazione mi pesa... Anche perché ultimamente gli sono venuti diversi acciacchi, non sta bene e quindi io mi sento ancora più "tenuta legata" a lui... Io non so più come gestire la situazione... A volte ho paura di scoppiare... Perché già ho la mia situazione che mi pesa... Il fatto di non essere dipendente al 100% (se avessi avuto l'opportunità me ne sarei andata da casa) mentre invece quasi tutte le mie amiche vivono da sole... Sposate e/o con figli... In più c'è anche il rapporto con mio padre... E io non so come aiutarlo e come aiutarmi... Grazie mille.
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Dr.ssa Donatella Fiocchi Psicologo, Psicoterapeuta 62 7
Buongiorno,
capisco la difficoltà della sua situazione; a volte la vita ci fa trovare in momenti in cui prendere una decisione è molto difficile, d'altra parte se vogliamo vivere spetta a noi decidere, anche in situazioni complicate come la sua. Sicuramente la perdita precoce di una madre è un evento non solo doloroso ma che ci priva di una parte importante di quello che ci serve per crescere.
Se poi nostro padre si accontenta e si aggrappa alla figlia come ad un sostegno o, come lei dice, ad una compagna sostitutiva , questo ci crea un impedimento ulteriore . In momenti come questi è indispensabile avere la forza e la voglia di staccarsi per vivere la propria vita, senza farci ricattare, anche senza parole, da comportamenti come quelli che lei descrive.
Certo, fin da piccoli, una situazione come questa, ci ha in parte lusingato e fatto sentire importanti, ma ci ha anche trascinato in una posizione sbagliata che infatti si rivela una gabbia materiale e morale.
Un figlio non è responsabile di mun genitore, è il contrario e la riconoscenza per quanto si è ricevuto non deve diventare un ricatto.
Capisco come sia difficile pensare di lasciare un padre che non mostra di essere autonomo da solo, ma può rivolgersi per un aiuto ai Servizi Sociali della sua zona, chiedendo di poter essere supportata nel potersi allontanare e fare la sua vita, mentre loro subentreranno ad occuparsi del suo anziano padrein difficoltà. Lei potrà occupandosi con libertà di se stessa mantenere con suo padre quel legame di affetto giusto e sano che si è costruito nel tempo.
Provi a chiedersi quanto, senza che se ne accorga, anche lei fatica a prendersi tutta la libertà che vorrebbe?
Le auguro di farcela.
Donatella Fiocchi

Dr.ssa donatella fiocchi