Senso di oppressione e problemi psicologi

Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni, già da un po’ di tempo avevo in mente di fare questa domanda sul forum per cercare di capire

Mi verrebbe da spiegare in gran parte la storia della mia vita ma cercherò di essere riassuntivo per il limite massimo di parole, al limite farò di nuovo altre domande in futuro.

Ho questo bisogno sempre di voler raccontare ed esprimere tanti momenti perché sono fatto così, sono un ragazzo da come è uscito dalle psicoterapie abbastanza ossessivo (anche se la vedevo come un offesa ma non la era), con un gran bisogno di voler conoscere tutto, chiarire, raccontare e ho notato a differenza di molti coetanei, di avere una grandissima memoria per i ricordi del passato e sono molto introspettivo, nel tempo diventato ancor di più a forza di analizzarmi...

In pratica ho tutt’ora dopo svariati anni questo senso di oppressione al petto che prima e nella mia infanzia non avevo, o almeno mi veniva in determinati momenti stressanti, ho già capito molto da cosa potrebbe derivare ma non riesco proprio a lasciarlo andare, è fisso, perenne, come se fosse una malattia.

Lo sento parecchio quando respiro profondamente, inspiro trattengo il respiro e sento molto questo senso di peso, di bruciore che non se ne va.

Ho fatto in passato tutti gli accertamenti possibili ed è stato tutto negativo.

Tenendo conto delle mia storia so che è un fattore psicologico ma non riesco proprio a lasciarlo andare.

C’è da dire che tutt’ora è venuta fuori ancora la mia ipocondria, ho paura delle malattie sotto sotto e ho paura di lasciarlo andare per potere stare bene
Ho iniziato ad averlo da quando avevo 16 anni e ho fumato il mio primo spinello, spesso mi sono chiesto come una canna possa avermi cambiato la vita dal giorno dopo ho iniziato a sentire questa sensazione di oppressione al petto che era ancora leggera ma sentendola come nuova la sentivo anche estranea.

Da quel momento tutto è cambiato, non posso dilungarmi troppo ma ho iniziato ad avere una depressione in cui ho scoperto a 16 anni si può dire la morte (strano a volte dirlo), pensandoci tutto il giorno sempre con emozioni negative, e poi sono andato dallo psicoterapeuta iniziando ad avere i primi attacchi di panico.

Il primo percorso è stato molto intenso, procedeva anche bene ma si è dovuto interrompere per vari motivi, ho avuto la sensazione come se il terapeuta si fosse mangiato una parte di me e all’interruzione ho sofferto tantissimo entrando nel periodo peggiore della mia vita in cui non riuscivo a dormire dagli attacchi di panico e correvo tutti i giorni in ospedale.

Il rapporto con i genitori è fondamentale, da quando ero bambino è stato molto intenso poi crescendo e succedendo quelle cose sono venuti fuori i problemi e le incomprensioni.
Fin da bambino ho vissuto in un clima di litigi.

Faccio sport e sono sano, più che altro ora sono in un periodo di ipocondria e ci porto più attenzione, anche perché mi sono stufato e vorrei primo o poi liberarmene di questo peso

Grazie
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> so che è un fattore psicologico ma non riesco proprio a lasciarlo andare

E quindi ciò che ti serve è una psicoterapia che ti aiuti a lasciar andare i tuoi spunti ossessivi. Che sono anche alla base dell'ipocondria e del volersi raccontare nei dettagli. Per paura di non spiegarsi bene.

Non dici di che tipo erano le psicoterapie che hai seguito in passato, ma ti suggerisco di rivolgerti a un terapeuta comportamentale o strategico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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