Decisioni difficili ma importanti

Buongiorno, sono mamma di un bimbo di quasi quattro anni e dopo quasi un anno dalla separazione ho appena divorziato dal suo papà.

In principio lui voleva stare un po' per conto suo e io, non riuscendo più a tollerare il suo comportamento aggressivo verso di me e passivo sia verso la casa che verso il figlio così colsi quell'occasione per andarmene di casa con l'intenzione di non tornarci più.

Nel frattempo iniziai una relazione con la sua ex migliore amica insieme a cui avevo cresciuto mio figlio fino a quel momento.

A causa del suo comportamento da genitore per niente adeguato ad una separazione consensuale ci separammo con questa pratica dopo un anno dall'avvio.
Nel frattempo lui iniziò una relazione e subito una convivenza con una nuova ragazza e dopo qualche mese lei rimase incinta.
A quel punto, avendo ognuno già una nuova vita decisi di procedere con il divorzio congiunto e lui acconsentì ma mi creò dei problemi solo per ripicca causati dalla sua ragazza.

Da fine marzo dell'anno scorso però, la mia compagna abita all'estero e io da luglio sono in continuo spostamento.
Ho fatto da lei due settimane a luglio, poi ad agosto 5 giorni con mio figlio.
A ottobre ho cominciato a stare male, ma nello stesso momento ho cominciato a fermarmi 3 settimane, facendo un mese in Italia, a Natale siamo andati via tutti insieme per due settimane poi a gennaio sono tornata dalla mia compagna restando per un mese e ritornando dopo 5 giorni con mio figlio per una settimana.
Tra marzo e aprile sono rimasta in Italia un mese e mezzo e la mia compagna ci ha raggiunti, poi un mese esatto fa insieme alla mia compagna sono ripartita, ma stavolta è stato diverso, già non vedevo l'ora di tornare per il divorzio così da poter stare anche solo una settimana con il mio bambino.

È stato in quel momento che mi sono resa conto di quanto stessi male prima da preferire la distanza da mio figlio.
È che adesso non so come gestire questa realtà, per quanto mio figlio capisca ogni volta vuole venire anche lui e anch'io lo vorrei, invece mi sembra di abbandonarlo e di fargli un dispetto perché so quanto stia bene lui con la mia compagna...
Vi ringrazio
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
sappiamo dai precedenti consulti che lei ha una sua psicologa.
Sarebbe meglio rivolgere a lei la sua domanda, che tra l'altro non è chiara: "È stato in quel momento che mi sono resa conto di quanto stessi male prima da preferire la distanza da mio figlio". Ossia, voleva stare con suo figlio o preferiva starne a distanza?
Di seguito le frasi sono ancora più confuse: "È che adesso non so come gestire questa realtà, per quanto mio figlio capisca ogni volta vuole venire anche lui e anch'io lo vorrei, invece mi sembra di abbandonarlo e di fargli un dispetto perché so quanto stia bene lui con la mia compagna..."
Ma dunque, chi vuole stare con chi? Se lo vuol portare con sé, perché non lo fa?
La sua complessa situazione con i due partner di sesso diverso sembra aver esteso la confusione a tutto.
Le raccomando di affidarsi alla psicologa.
Inoltre le suggerisco di ascoltare profondamente i suoi sentimenti, per capire cosa lei vuole davvero.
Solo quando avrà capito questo potrà orientare le sue azioni nella direzione opportuna; in genere alla mamma si richiede la vicinanza ad un bimbo di quattro anni che ha visto scomparire prima il padre, poi un'altra figura genitoriale, la sua partner.
Analizzando i suoi sentimenti saprà quello che realmente vuole; le azioni sono poi dettate dalla ragione, non solo dai sentimenti.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per aver risposto subito,
Si, ho una psicologa infatti le ho posto la questione una settimana fa durante il colloquio, però mi ha detto che devo vivermi il momento ovvero quando sono con la mia compagna devo dedicarmi a lei mentre quando sono con mio figlio mi godo i momenti con lui, ma non è quello che voglio.
Non posso trasferirmi con mio figlio al momento perché il mio ex marito non sa nulla del trasferimento della mia compagna quindi vorrei prima affrontare la questione e trovare insieme a lui un compromesso, ma da parte mia c'è la mia compagna che vorrebbe parlare al mio posto altrimenti io e lui non ci capiamo com'è sempre stato ( non tenendo conto però che prima fosse la migliore amica ma adesso ha un altro ruolo), da parte sua invece c'è la sua ragazza che non fa altro che mettere zizzania e creare scompiglio tra noi, spesso rispondendo al telefono al posto di lui.
Mio figlio è cresciuto da sempre con me e la mia attuale compagna perché suo papà preferiva stare con gli altri amici e se stava in casa era sempre davanti alla TV o al cellulare, ha iniziato a vedere e stare con il papà solo da quando mi sono rivolta ad un avvocato per la separazione e senza dubbio il trasferimento della mia compagna gli ha creato qualche problema che tutt'ora ha dovuto alla sua mancanza infatti anche per questo vorrei definire la questione.
Mio figlio ha bisogno di me,lo so, ma dall'altro lato la relazione avrebbe molti problemi se restassi sempre in Italia e sarebbe controproducente anche per il loro legame, oltretutto io e mio figlio siamo da miei genitori da quando sono andata via da mio marito e loro economicamente sono messi molto male, quindi non posso stare a loro spese consumando ma senza contribuire, non avendo nessun lavoro in Italia.
L'ideale sarebbe avere mio figlio sempre con me, ma con la mia compagna...
Riguardo alla mia compagna vorrei precisare che è tale solo biologicamente e anagraficamente, nel senso che si sente maschio dall'età di 8 anni anche se ha sempre manifestato interesse solo verso i giochi maschili anche da prima e preferendo vestiti esclusivamente da maschio, con pettinature maschili, adesso ha la corporatura di un ragazzo e fa l'operaio, parlo di compagna perché effettivamente è ancora riconosciuta come una femmina, solo per questo
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara ragazza,
lei ci dà molte notizie, ma formula confusamente la domanda specifica alla quale ci chiede di rispondere.
Cerco di interpretare: vorrebbe avere con sé suo figlio e anche la sua compagna, però non può portare il bambino all'estero, perché sarebbe reato, sottrazione di minore, in quanto il papà è in Italia. Mi meraviglio anzi che lei stessa possa liberamente viaggiare lasciando il bambino.
Anche il fatto che lei non lavora e nemmeno studia e in più vive con una famiglia in condizioni disagiate potrebbe essere un problema: se il suo ex marito chiedesse di avere il bambino con sé, un giudice potrebbe prendere in considerazione la proposta.
Quanti anni ha il suo ex marito? E quali sono i motivi di ostilità tra lei e la nuova compagna di lui?
Venendo alla sua psicologa, non credo che possa averle prescritto di dedicarsi alla compagna quando è con lei e di godersi suo figlio quando è con lui, se non è quello che lei desidera. Avrete valutato insieme le varie possibilità, prima di concludere che non c'è altro da fare. A proposito, come avete poi risolto la faccenda della seduta non pagata?
A me sembra, visto che la sua compagna fa l'operaia, che potrebbe trovare lavoro anche in Italia. Certo deve guadagnare moltissimo se potete permettervi continui viaggi e vacanze, ma uno stipendio minore, compensato dal trovarvi tutte e due in Italia, dove lei stessa potrebbe lavorare, non sarebbe una soluzione? Anche perché le relazioni che creano continue difficoltà e tensioni logorano tutti quelli che vi sono coinvolti.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
Utente
Utente
Si vorrei avere sia mio figlio che la mia compagna, ma non posso non perché il mio ex marito sia in Italia, ma perché non abbiamo ancora affrontato l'argomento , abbiamo appena divorziato quindi il tribunale deve ancora trasmettere la sentenza in comune, l'intenzione è quella di trasferirci all'estero per ricongiungerci e ovviamente ho già pensato ad un accordo da proporre al padre ma voglio prima che sia concluso definitivamente il discorso del divorzio e affrontare la questione solo io e lui.
Con mio marito abbiamo trovato degli accordi anche per le precedenti vacanze: teoricamente noi abbiamo prefissato che siccome lui non festeggia il Natale, tenga ogni anno il figlio alla vigilia, mentre per Pasqua visto che non è credente quindi non festeggia nemmeno quella e io si, lo tenga a Pasquetta. Quest'anno però a Natale abbiamo ricevuto l'invito della zia della mia compagna che si è trasferita un anno e mezzo fa all'estero e ci aveva invitati per due settimane da lei quindi avevo chiesto al mio ex marito se potessimo trovare un accordo a riguardo così decidemmo che lui tenesse il figlio per due settimane consecutive al nostro rientro. Per Pasqua poi é successo che il giorno di Pasquetta coincidesse con il compleanno di mia mamma mentre quattro giorno prima fosse quello di mio papà, quindi visto che l'unico giorno possibile per festeggiarli, era Pasquetta, gli ho chiesto se potessimo accordarci diversamente e dopo qualche battibecco con la sua ragazza che rispondeva al suo posto ci siamo accordati che tenesse il figlio dal venerdì sera fino al pomeriggio del giorno seguente (lui aveva chiesto solo il giorno completo ma considerando il favore che mi stava facendo gli chiesi se gli andasse bene aggiungere anche una notte)
Mi scusi ma non ho capito la sua domanda in merito al fatto che io viaggi lasciando mio figlio in Italia, perché non credo sia questo il problema in sé, conosco tante mamme che viaggiano per lavoro o anche mariti che si trovano a lavorare all'estero per 3 mesi, poi tornano a casa nel loro paese e fanno un mese di vacanza con la famiglia e poi tornano al lavoro per altri tre mesi e in tutti questi spostamenti la moglie lo segue e lavora prevalentemente come badante nel paese in cui lavora il marito per lo stesso tempo mentre i figli stanno nel loro paese con i nonni perché vanno a scuola. Il fatto che  io abbia una compagna e non un compagno non dovrebbe influire, il problema piuttosto è il mio malessere nel lasciare mio figlio ogni tanto in Italia senza potermelo portare dietro con frequenza 
Io non lavoro in Italia anche se ho cercato, perché nelle mie condizioni nessuno mi assume: separata e adesso divorziata, con un bimbo e nessun diploma. Ho avuto dei colloqui ma cercano tirocinanti senza ferie retribuite e senza permessi con flessibilità di orario o turni serali cosa che io non potrei permettermi. Ho interrotto gli studi a 17 anni quando mia suocera dopo continue pressioni, insistette perché aiutassi il mio ragazzo (all'ora) nell'attività in cui lei l'aveva messo titolare essendo l'unica persona in grado secondo la legge (la madre è insegnante alle superiori quindi non poteva risultare titolare di un attività e io ero ancora minorenne però voleva a tutti i costi dare un lavoro al figlio perché diceva che non avrebbe avuto possibilità e non capivo perché), in pratica lui risultava titolare ma di fatto gestiva tutto la madre, lui faceva il dipendente. Lei mi disse che lui non sapeva parlare con la gente e che per colpa sua l'attività stava fallendo mi supplicò quindi decisi di aiutarli e adesso al mio posto c'è la sua ragazza.
I miei genitori sono messi molto male economicamente perché mio papà a causa di un infarto avuto un anno fa non ha lavorato per 6 mesi ed essendo un libero professionista non ha ricevuto alcun soldo in quel periodo, prima non è che fossero ricchi però vivevano in modo decente, non è sempre stato così.
Il mio ex marito ha un anno in più di me e a parte che non avrebbe motivo di rivolgersi al giudice (abbiamo fatto una separazione consensuale e un divorzio congiunto) ma non è neanche nelle condizioni per farlo: abita in un monolocale con la sua ragazza, due cani di taglia grande e adesso la figlia nata da poche settimane ed economicamente è messo peggio dei miei genitori infatti mi da un mantenimento simbolico per il figlio.
Riguardo alla sua compagna, io la conosco da 17 anni, non ho nulla contro di lei, ma alcuni comportamenti non li tollero come parlare male di me davanti a mio figlio, fumare in presenza di due bambini tra cui uno è mio figlio e l'altra è una neonata, mettere foto di lei nuda con in braccio mio figlio e dire cose false solo per creare problemi tra me e mio marito. Da parte sua invece credo ci sia tanta gelosia visto che prima della sua intromissione, nonostante ci stessimo separando comunque ridevamo e riuscivamo a trovare accordi con più facilità, evidentemente però questa complicità a lei non stava bene e lui si è lasciato trasportare da lei che però non pensa al bene di un bambino ma a lei e basta. Il mi ex marito ha un piccolo ritardo a causa di problemi legati alla nascita, non ha consapevolezza delle responsabilità e delle azioni che fa, ha bisogno che gli si dica costantemente cosa fare e lui si "affida" , na vuole far vedere di fare le cose da solo e vuole far vedere che ha delle responsabilità, si pensa che ne sia consapevole ma non è così e se non si sa si pensa solo che sia un ragazzo svogliato e irresponsabile, sua mamma però mi parlò di questo soltanto pochi mesi prima che io lo lasciassi.
Per questo anche se l'avevo lasciato volevo essere comunque presente per lui e aiutarlo con il figlio, poi è arrivata lei e da quello che vedo lo manovra come "un burattino" oltre a non sapere nulla dei suoi problemi.
Con la psicologa abbiamo risolto che alla fine non ho pagato e comunque, si, mi ha detto che devo vivermi il momento in base a con chi sono e non pensare a quello che non ho in quel momento.
La mia compagna abita in una villetta con giardino e si, possiamo permetterci viaggi frequenti perché ha uno stipendio molto alto. Anni fa aveva lavorato per due anni per una famiglia come ragazza alla pari accudendo i loro tre figli e a volte occupandosi anche di ristrutturazioni e sistemazione dei loro animali, poi era tornata in italia perché era finito il tempo e io nel frattempo ero rimasta incinta e mio marito era come se non ci fosse così cercò un lavoro in Italia, ma nessuno la prese, siccome era spesso in contatto con questa famiglia con cui aveva legato molto, un giorno il suo attuale capo, le propose di lavorare per la sua ditta, in regola, con lo stipendio massimo che lui riuscisse a dare, disse che lui e la compagna erano rimasti molto colpiti dalla sua voglia di fare e dalle sue abilità non importava il titolo di studio, se non sapeva qualcosa l'avrebbero istruita inizialmente loro ma aveva grandi doti, in più sapevano la situazione e hanno detto che l'avrebbero aiutata in ogni modo, se lei era d'accordo l'avrebbero presa nella loro azienda e così è stato. Quello che ha lo deve a una famiglia disponibile a cui si è legata per caso, non per competenze o per altro, in Italia non avrebbe non solo lo stipendio di adesso ma neanche un lavoro
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente,
il mio riferimento alla possibilità di viaggiare lasciando a casa un minore riguarda la legge italiana, che su questo punto è precisa.
Anche quello che dice della nuova compagna di suo marito, che mette "foto di lei nuda con in braccio mio figlio" può configurarsi come reato.
Chieda al suo avvocato, per non avere guai in futuro.
A quel che capisco uno solo dei suoi genitori è italiano: la mamma o il papà? L'altro da quale nazione proviene?
Anche se ha deciso di vivere all'estero è bene che lei lavori, per sé e per suo figlio, oltre che per il benessere della nuova famiglia.
Ha visto qualche documento medico sul "piccolo ritardo a causa di problemi legati alla nascita" del suo ex marito?
Glielo chiedo perché la anossia neonatale (il danno alla nascita che secondo sua suocera avrebbe colpito il cervello ma non altri organi) difficilmente arriva senza che il partner se ne accorga ai sintomi che lei descrive: "non ha consapevolezza delle responsabilità e delle azioni che fa, ha bisogno che gli si dica costantemente cosa fare e lui si "affida"".
Almeno i suoi genitori, signora, se ne sarebbero accorti e non le avrebbero permesso di andare a vivere con lui a sedici anni; meno ancora di fare un figlio con lui.
Le auguro buone cose e spero che riunisca presto la famiglia.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Mi scusi, ma non lascio mio figlio a casa da solo e io vado a divertirmi, a parte che non è da solo ma oltretutto io vado dalla mia compagna per un periodo per sistemare la nostra casa così che quando potremo la questione al mio ex marito lui abbia ben chiaro l'ambiente in cui starebbe il figlio, il reato sussiste se senza avvisare il mio ex marito porto con me mio figlio. Molte mamme per varie ragioni fanno dei viaggi e lasciano i figli al padre o ai nonni ma non è reato, oltretutto in mia assenza facciamo chiamate e videochiamate quindi non sparisco all'improvviso.
I miei genitori sono entrambi italiani nessuno è straniero, il mio riferimento agli genitori riguarda conoscenti anche italiani che si trovano a dover lavorare all'estero.
Senz'altro ho intenzione di lavorare, non ho nessuna intenzione di vivere sulle spalle di qualcuno, è per questo che sto facendo questo sacrificio, all'estero avrei già il posto sempre grazie al capo della mia compagna che conosce gente, ma aspettano che la mia situazione si sia sistemata così con mio figlio con me sarei più tranquilla e non dovrei fare spostamenti frequenti. Non riuscirei mai a vivere così sempre senza lavorare.
Non so di che problema si tratti e probabilmente nello specifico neanche sua mamma lo sa visto che è stato adottato a 1 anno, quel giorno però mi parlò di ciò che sapeva a riguardo: era nato in un paese dell'est, in condizioni misere ed estrema povertà da una ragazza di 21 anni che aveva riconosciuto il figlio dandogli nome e cognome e al momento di darlo in adozione aveva lasciato tutti i suoi dati con un oggetto personale. Mi disse che era nato prematuro, alla nascita pesava 1 kg e il giorno in cui lo adottarono a 1 anno pesava 4 kg (gravemente in sottopeso) ed era in pericolo di vita, fino a poco prima era stato nutrito con pane inzuppato nell'acqua . E si, di tutto questo mi fece vedere dei documenti tradotti in italiano dal Tribunale e i certificati medici del primo pediatra che lo segui in Italia.
Dei suoi comportamenti tutti se n'erano accorti ma pensavano fosse l'età, che crescendo sarebbe maturato per alcune cose, per la difficoltà a comunicare era tutto minimizzato. Io lo vedevo sul lavoro e pensavo che sua mamma ne sapesse di più quindi per questo gestisse lei, infondo lui aveva appena compiuto 18 anni.
È stato dopo qualche anno una volta arrivato nostro figlio che ho avuto modo di vedere più comportamenti anomali visto che c'era più bisogno di lui e dopo qualche mese sua mamma mi raccontò.
Prima non avevo molto modo di vedere ciò che non andasse perché io studiavo e lui lavorava, poi lavoravo con lui ma c'è chi è più pratico nel linguaggio e chi meno quindi non mi sembrava grave, poi stava con gli amici ma io non c'ero. Non aveva responsabilità che evidenziassero il problema prima
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
temo che lei continui a non comprendere lo scopo dei consulti su questa piattaforma: non sono conversazioni tra amici in cui si esprima la propria opinione, ma pareri specialistici su problemi psicologici o medici.
Questi pareri, qui come nel nostro studio, devono segnalare ai pazienti anche le possibili conseguenze di loro comportamenti che non siano in linea con la legge, per evitare che il loro benessere sia compromesso da denunce, o peggio.
Se le dico che andare all'estero lasciando il bambino in Italia, e permettere che una giovane donna pubblichi foto nuda con lui in braccio, può crearle dei guai, lo dico in base a quella che è la legge italiana e la mia esperienza professionale.
In Italia si punisce non solo la sottrazione di minore, ma anche l'abbandono di minore. Infatti l'ho invitata ad informarsi con il suo avvocato.
Ciò detto, le ricordo che il luogo preposto a questi chiarimenti e alla sua maturazione è il colloquio con la sua psicologa.
Le faccio ancora tanti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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