I miei genitori (anziani) sono fuori controllo come la mia ansia
Ciao amici,
Dopo 15 anni vissuti all'estero sono tornato a casa dei miei genitori, ormai anziani e bisognosi di aiuto, durante il periodo della pandemia, non essendo possibile viaggiare liberamente in caso di bisogno.
Qui ho trovato una situazione disperata, i due adolescenti vegliardi non fanno altro che litigare, quando non litigano mio padre intona canzoni napoletane pregne di messaggi subliminali alla consorte, che dal suo canto non fa altro che ruminare, brontolare, mormorare ad alta voce: dice di parlare "da sola" quando in realtà blatera accuse in continuazione.
È un agente di viaggio x i viaggi di sensi di colpa, come ho letto da qualche parte.
desidera che io la salvi e prenda casa dove vivere con lei x sempre felici e contenti (incesto emotivo a palla), è quello che farebbe qualsiasi figlio degno di chiamarsi tale.
Infine hanno sempre bisogno di soldi.
By
Dal canto mio sto combattendo con i postumi da astinenza di una lunghissima dipendenza da metamfetamina e sesso spinto, ma ora non so più perché ho deciso di smettere e non faccio altro che ripensare ai bei tempi.
1 anno e mezzo pulito.
Chiaramente la mia battaglia è solitaria e silenziosa.
Uno psichiatra mi ha prescritto Aripiprazolo 20 mg.
, ma mi faceva sentire irrequieto, insonne, agitato e irresponsabile col denaro, ho smesso subito.
Sono alla frutta e senza un amico al mondo
Grazie a tutti
Dopo 15 anni vissuti all'estero sono tornato a casa dei miei genitori, ormai anziani e bisognosi di aiuto, durante il periodo della pandemia, non essendo possibile viaggiare liberamente in caso di bisogno.
Qui ho trovato una situazione disperata, i due adolescenti vegliardi non fanno altro che litigare, quando non litigano mio padre intona canzoni napoletane pregne di messaggi subliminali alla consorte, che dal suo canto non fa altro che ruminare, brontolare, mormorare ad alta voce: dice di parlare "da sola" quando in realtà blatera accuse in continuazione.
È un agente di viaggio x i viaggi di sensi di colpa, come ho letto da qualche parte.
desidera che io la salvi e prenda casa dove vivere con lei x sempre felici e contenti (incesto emotivo a palla), è quello che farebbe qualsiasi figlio degno di chiamarsi tale.
Infine hanno sempre bisogno di soldi.
By
Dal canto mio sto combattendo con i postumi da astinenza di una lunghissima dipendenza da metamfetamina e sesso spinto, ma ora non so più perché ho deciso di smettere e non faccio altro che ripensare ai bei tempi.
1 anno e mezzo pulito.
Chiaramente la mia battaglia è solitaria e silenziosa.
Uno psichiatra mi ha prescritto Aripiprazolo 20 mg.
, ma mi faceva sentire irrequieto, insonne, agitato e irresponsabile col denaro, ho smesso subito.
Sono alla frutta e senza un amico al mondo
Grazie a tutti
[#1]
Gentile utente,
nella precedente richiesta di consulto lei esordiva con le parole: "Scrivo più che altro per sfogarmi un po' visto che so bene che la migliore soluzione è affidarmi a uno specialista".
Le è stato fatto notare che in effetti, oltre lo sfogo, non ci rivolgeva alcuna domanda, mentre questo blog è destinato ai consulti specialistici e non agli sfoghi, come chiaramente esplicitato dalle linee guida.
A quel punto lei ha postato una domanda sul perché debba assumere un certo farmaco, ma senza citare la diagnosi che ha determinato la prescrizione. Come dunque chiedere a noi, che non abbiamo, da qui, alcun modo per fare una diagnosi?
Ora questa sua nuova email appare ancora uno sfogo, che potrebbe aiutarla a capire in quale direzione agire per favorire la sua guarigione, ma certo non basta.
Lei è ancora in parziale sovrappeso, dice di non avere un amico al mondo, i genitori vivono da anni una reciproca ostilità divenuta una sceneggiata quotidiana e "hanno sempre bisogno di soldi"; ma soprattutto lei ha sospeso (di sua iniziativa?) i farmaci, e non accenna minimamente ad una psicoterapia, mentre l'umore non è in ripresa.
In poche parole, se era tornato a casa per cercare aiuto, questo aiuto non lo ha trovato... ma nemmeno lo ha cercato, sembrerebbe.
Ora, senza voler buttare addosso agli anziani genitori la piena delle sue passate dipendenze, a mio avviso lei dovrebbe chiedere aiuto anche a loro, con fermezza, dicendo che è stato male (la diagnosi psichiatrica almeno a loro non andrebbe celata) e che ha bisogno di tranquillità e appoggio per guarire. A volte la sincerità nel dichiarare il proprio bisogno di aiuto rende gli altri consapevoli di poterlo e volerlo fornire.
Li avverta che non può farsi carico al momento né di spese né di "imprese", come la fuga dalla casa paterna prospettata da sua madre, non si sa quanto sincera: se avesse voluto lasciare il marito, sua madre lo avrebbe già fatto da anni.
Intanto cerchi aiuto sul serio, in una terapia farmacologica e in una contemporanea psicoterapia, senza spaventarsi alle prime sofferenze che inevitabilmente ci saranno, al momento di scoperchiare il vaso di Pandora.
E naturalmente cerchi delle attività, per esempio lunghe passeggiate, e degli amici.
Coraggio! Ha fatto già tanto, non lo dimentichi.
nella precedente richiesta di consulto lei esordiva con le parole: "Scrivo più che altro per sfogarmi un po' visto che so bene che la migliore soluzione è affidarmi a uno specialista".
Le è stato fatto notare che in effetti, oltre lo sfogo, non ci rivolgeva alcuna domanda, mentre questo blog è destinato ai consulti specialistici e non agli sfoghi, come chiaramente esplicitato dalle linee guida.
A quel punto lei ha postato una domanda sul perché debba assumere un certo farmaco, ma senza citare la diagnosi che ha determinato la prescrizione. Come dunque chiedere a noi, che non abbiamo, da qui, alcun modo per fare una diagnosi?
Ora questa sua nuova email appare ancora uno sfogo, che potrebbe aiutarla a capire in quale direzione agire per favorire la sua guarigione, ma certo non basta.
Lei è ancora in parziale sovrappeso, dice di non avere un amico al mondo, i genitori vivono da anni una reciproca ostilità divenuta una sceneggiata quotidiana e "hanno sempre bisogno di soldi"; ma soprattutto lei ha sospeso (di sua iniziativa?) i farmaci, e non accenna minimamente ad una psicoterapia, mentre l'umore non è in ripresa.
In poche parole, se era tornato a casa per cercare aiuto, questo aiuto non lo ha trovato... ma nemmeno lo ha cercato, sembrerebbe.
Ora, senza voler buttare addosso agli anziani genitori la piena delle sue passate dipendenze, a mio avviso lei dovrebbe chiedere aiuto anche a loro, con fermezza, dicendo che è stato male (la diagnosi psichiatrica almeno a loro non andrebbe celata) e che ha bisogno di tranquillità e appoggio per guarire. A volte la sincerità nel dichiarare il proprio bisogno di aiuto rende gli altri consapevoli di poterlo e volerlo fornire.
Li avverta che non può farsi carico al momento né di spese né di "imprese", come la fuga dalla casa paterna prospettata da sua madre, non si sa quanto sincera: se avesse voluto lasciare il marito, sua madre lo avrebbe già fatto da anni.
Intanto cerchi aiuto sul serio, in una terapia farmacologica e in una contemporanea psicoterapia, senza spaventarsi alle prime sofferenze che inevitabilmente ci saranno, al momento di scoperchiare il vaso di Pandora.
E naturalmente cerchi delle attività, per esempio lunghe passeggiate, e degli amici.
Coraggio! Ha fatto già tanto, non lo dimentichi.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.7k visite dal 23/05/2022.
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