Terribili 2 anni
Salve il mio bambino 30 mesi ha un carattere difficilissimo, io e mia moglie siamo giù...il nostro bambino fa sempre scenate Pianti a dirotto... quando usciamo tutto ok poi per tornare a casa dal parco etc Pianti a dirotto si mette duro nn di riesce a mettere in macchina.
Altro esempio lui a nanna e tutti a nanna...da un po' di tempo vuole la luce della bajour tassativamente accesa e non perché si spaventa, anzi.
Altro esempio lui a nanna e tutti a nanna...da un po' di tempo vuole la luce della bajour tassativamente accesa e non perché si spaventa, anzi.
[#1]
Gentile utente,
suggerirei una consulenza con una psicologa dell'infanzia, anche del Consultorio.
Posso intanto offrirle alcune riflessioni.
La prima è che da qui sappiamo troppo poco. Niente sulle condizioni che hanno caratterizzato la gravidanza, il parto, l'allattamento, lo svezzamento; cito questi passaggi non solo per l'aspetto strettamente fisico, ma per gli stati d'animo e per le presenze, genitoriali, di altri familiari e di baby sitter che possono averli accompagnati.
A volte un bambino è combattivo perché vede o avverte atteggiamenti rigidi o addirittura violenti in famiglia.
Il bambino potrebbe avere un temperamento deciso; del resto una passività assoluta non sarebbe un buon segno. Ma ci sono modi genitoriali che possono esacerbare un bambino: per esempio l'indecisione o i toni subdoli, seguiti da violenza; anche prendere di peso un bambino e portarlo via è per lui una violenza.
Modi differenti, decisi ma tranquilli, la fermezza senza strilli né atteggiamenti esasperati possono invece abituarlo a non ricorrere più a scenate e pianti a dirotto.
Solo l'osservazione diretta di uno specialista può dire dove si crea l'intoppo comunicativo; solo in presenza del piccolo e dei genitori uno specialista può valutare quale stile di attaccamento si sia creato.
Da qui alcune sue parole mi fanno pensare ad una rigidità di aspettative e di comportamento di voi genitori: "lui a nanna e tutti a nanna".
In che senso? Non è lui che decide per il resto della famiglia, ma nemmeno lo si può infilare nel lettino a dispetto. L'abitudine della favola o della ninna-nanna ha i suoi pregi: crea un momento di distacco dalla veglia dedicato proprio a lui, che in poco tempo diventa desiderabile.
Stessa cosa per l'abat-jour accesa (o un lumino da notte, se l'abat-jour è troppo luminosa): cosa vorrebbe dire che la vuole "tassativamente accesa e non perché si spaventa, anzi"?
A quel che capisco voi genitori vorreste negargliela, come per combattere una sua "debolezza". Sempre che non stiate facendo l'errore di farlo dormire nella vostra camera da letto.
In pratica fareste muro contro muro con un bambino che non ha ancora tre anni, e nello stesso tempo non stareste salvaguardando la vostra e la sua privacy.
Forse è qui la radice del vostro disagio.
Ci tenga al corrente.
suggerirei una consulenza con una psicologa dell'infanzia, anche del Consultorio.
Posso intanto offrirle alcune riflessioni.
La prima è che da qui sappiamo troppo poco. Niente sulle condizioni che hanno caratterizzato la gravidanza, il parto, l'allattamento, lo svezzamento; cito questi passaggi non solo per l'aspetto strettamente fisico, ma per gli stati d'animo e per le presenze, genitoriali, di altri familiari e di baby sitter che possono averli accompagnati.
A volte un bambino è combattivo perché vede o avverte atteggiamenti rigidi o addirittura violenti in famiglia.
Il bambino potrebbe avere un temperamento deciso; del resto una passività assoluta non sarebbe un buon segno. Ma ci sono modi genitoriali che possono esacerbare un bambino: per esempio l'indecisione o i toni subdoli, seguiti da violenza; anche prendere di peso un bambino e portarlo via è per lui una violenza.
Modi differenti, decisi ma tranquilli, la fermezza senza strilli né atteggiamenti esasperati possono invece abituarlo a non ricorrere più a scenate e pianti a dirotto.
Solo l'osservazione diretta di uno specialista può dire dove si crea l'intoppo comunicativo; solo in presenza del piccolo e dei genitori uno specialista può valutare quale stile di attaccamento si sia creato.
Da qui alcune sue parole mi fanno pensare ad una rigidità di aspettative e di comportamento di voi genitori: "lui a nanna e tutti a nanna".
In che senso? Non è lui che decide per il resto della famiglia, ma nemmeno lo si può infilare nel lettino a dispetto. L'abitudine della favola o della ninna-nanna ha i suoi pregi: crea un momento di distacco dalla veglia dedicato proprio a lui, che in poco tempo diventa desiderabile.
Stessa cosa per l'abat-jour accesa (o un lumino da notte, se l'abat-jour è troppo luminosa): cosa vorrebbe dire che la vuole "tassativamente accesa e non perché si spaventa, anzi"?
A quel che capisco voi genitori vorreste negargliela, come per combattere una sua "debolezza". Sempre che non stiate facendo l'errore di farlo dormire nella vostra camera da letto.
In pratica fareste muro contro muro con un bambino che non ha ancora tre anni, e nello stesso tempo non stareste salvaguardando la vostra e la sua privacy.
Forse è qui la radice del vostro disagio.
Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 22/05/2022.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.